Dopo il patron Calisto, in carcere ieri anche i figli Stefano e Francesca, e il fratello Giovanni
Arrestata la famiglia Tanzi
«Dopo l'avvio delle indagini hanno fatto sparire 1.800 miliardi»

Il crac Parmalat colpisce in pieno la famiglia Tanzi. A fare compagnia in carcere all'ex patron dell'azienda di Collecchio, infatti, da ieri si sono aggiunti i figli Francesca e Stefano e il fratello Giovanni, che lo stesso Calisto accusa di connivenza - "aveva la firma in banca" avrebbe detto ai giudici -. Oltre ai Tanzi sono finiti in manette altri cinque alti dirigenti dell'azienda agroalimentare e di altre società della "galassia". Le accuse variano da associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa, falso in bilancio e numerosi altri reati societari. Gli arresti secondo il gip si sono resi necessari a causa del pericolo «di reiterazione di condotte criminose omologhe», «sistematicità nei comportamenti», ed «elevata capacità a delinquere». Secondo i giudici gli arrestati «possono ancora commettere reati per la specie per cui si procede». A questo proposito i pm evidenziano come siano state loro segnalate attività estere relative a operazioni «volte allo svuotamento di conti e depositi bancari in epoca immediatamente prossima o anche successiva all'inizio delle indagini». Queste attività, secondo i pm, sarebbero riconducibili ai Tanzi. Si tratta di somme «sulla base delle quali questo ufficio ha già emesso provvedimenti di sequestro». Per quanto riguarda i conti dell'azienda, invece, per i magistrati arrivano a 900 milioni di euro i liquidi "distratti" dalla cassa. Di questi soldi 400 milioni sarebbero stati utilizzati per ripianare i buchi del turismo. Gli altri 500 milioni potrebbero essere stati "stornati" verso conti riconducibili alla stessa famiglia Tanzi.