Lo ha chiesto Altragricoltura, una delle sigle più attive dei Social Forum, al termine dell'assemblea meridiana dei movimenti. Ma cos'è il pomocarota? «È una bizzarria - si legge in una lettera inviata da Gianni Fabbris, portavoce nazionale dell'associazione, a tutti i consiglieri regionali, al ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, al presidente dell'Agrobios, Rocco Viglioglia, ed all'Amministrazione comunale di Bernalda - che vorrebbe trasformare i pomodori in carote attraverso una sperimentazione in campo aperto di organismi geneticamente modificati».

Insomma, pare si sia passati dal tentativo di produrre pomodori quadrati a quello che vuol far crescere pomodori produttori non del licopene, proprio di questo ortaggio, ma di betacarotene, contenuto nelle carote. «Siamo venuti a conoscenza - ha continuato Fabbris - dalla campagna per i comuni antitransgenici che l'Agrobios di Metaponto ha in corso questa sperimentazione. La ricerca in campo aperto dovrebbe avvenire tra marzo ed agosto 2004. Noi di Altragricoltura chiediamo che venga rigettata la proposta di ricerca. Non è interesse dei contadini meridionali essere esposti ai rischi del transgenico che premia le multinazionali e le corporazioni dei brevetti, ma al contrario noi vogliamo una agricoltura della biodiversità, che tuteli il territorio e favorisca il lavoro gratificante ed il reddito di chi produce».

Per i no global «il Metapontino ha già pagato costi pesanti ad una produzione industrializzata che lascia i coltivatori, i braccianti, i cittadini, sempre più poveri». Ma perché la sperimentazione in corso a Metaponto sarebbe bizzarra e pericolosa? «Per almeno due motivi», si legge nella lettera di Altragricoltura. «Perché il metodo che adotterebbe è ancora quello dei marcatori che si accompagnano a resistenza degli antibiotici considerati potenzialmente dannosi per la salute umana e, quindi, messi definitivamente fuorilegge da una direttiva Cee dalla fine di quest'anno. Perchè la valutazione della salubrità/sicurezza di questo pomodoro transgenico ha motivi di contrasto nella comunità scientifica proprio in virtù della massiccia presenza di beta carotene che in dosi elevate presenta seri rischi di aumento di cancro del polmone nei maschi fumatori e bevitori». Deriva da queste considerazioni la richiesta alle istituzioni interessate «affinché si adoperino e facciano quanto è in loro potere per porre fine a questo pericoloso tentativo di sperimentare sul nostro territorio organismi geneticamente modificati ed assicurino al contrario agli istituti di ricerca, a partire proprio dall'Agrobios, le risorse e gli indirizzi utili per una reale sperimentazione al servizio del territorio e dell'agricoltura meridionale». Esempio virtuoso: la collaborazione con Veronelli per un olio di qualità. E per chiudere l'impegno: «Il coordinamento di lotta delle realtà agricole di base del Sud, costituito proprio a Scanzano, vigilerà e si mobiliterà per un Sud ogm-free».

Tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 17 febbraio 2004