User Tag List

Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 28
  1. #1
    la Banda Fratelli
    Data Registrazione
    22 Jan 2004
    Località
    Catanzaro
    Messaggi
    3,053
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Question Un made in Italy in pericolo grazie a Prodi ... e caso Alitalia


    [mid]http://www.fmboschetto.it/musica/lannocheverra.MID[/mid]

    Potranno essere venduti il Brunello argentino o l’Amarone sudafricano. «Ci sarà l’invasione dei falsi in bottiglia»

    Vino, l’Ue autorizza i cloni stranieri. Produttori in rivolta

    Il ministro Alemanno: «Un pessimo segnale che potrebbe compromettere il negoziato sulla protezione delle denominazioni d’origine»

    ROMA - Via libera alla licenza di copiare. Brunello argentino, Amarone sudafricano e Recioto made in Usa, potrebbero caratterizzare, a breve, la cantina del falso made in Italy. Largo dunque ai «pirati del gusto, pronti a ingannare la tavola dei consumatori nel mercato globale». Così almeno la pensa la Coldiretti a poche ore dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea, del regolamento che «liberalizza, a determinate condizioni, l'uso internazionale di 17 menzioni tradizionali riservate a prestigiosi vini italiani». Alle proteste dei produttori e del mondo del vino per tutelare l’esclusiva delle 17 grandi etichette non ha fatto seguito un cambio di rotta da Bruxelles. Un dispositivo, secondo Gianni Alemanno, ministro per le Politiche agricole, che «non preoccupa tanto per il contenuto quanto per il cattivo segnale» che invia nel contesto del negoziato internazionale, in corso, sulla protezione delle denominazioni d’origine. Durante il Consiglio, Alemanno ha criticato il commissario europeo all’Agricoltura, Franz Fischler, per la decisione, adottata dalla Commissione nonostante avesse raccolto soltanto 47 voti a favore contro 40 contrari nel comitato Ue sui vini. . Il commissario, a sua volta, ha giustificato la misura di «apertura» sulle menzioni tradizionali con il timore che alcuni paesi terzi ricorressero all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), chiedendo un panel di arbitrato contro la legislazione europea che protegge le denominazioni d’origine. In qualche modo Fischler ha tranquillizzato il ministro italiano sostenendo che «è pari allo zero la possibilità che qualunque paese terzo possa usare il termine Brunello». Tra i «paletti» fissati dalla Ue, i Paesi extracomunitari che volessero porre sull'etichetta dei propri vini una menzione tradizionale (tipo Brunello) basterà rispettare alcuni vincoli: dimostrarne, per esempio, l’uso da almeno 10 anni e che goda di una solida fama all'interno del paese che ne fa domanda.
    Il nuovo regolamento per la Confederazione italiana agricoltori «apre nuovi fronti alle contraffazioni». Secondo Ezio Rivella, presidente dell’Unione italiana vini: «Si tratta di un gravissimo attacco al vino made in Italy. L'unica via d'uscita è depositare le menzioni come marchi d'impresa, una soluzione già adottata dal Brunello di Montalcino, registrato da anni come marchio in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada e Giappone. Il rischio è che in Australia, Nuova Zelanda o Stati Uniti vengano prodotti cloni a buon mercato delle nostre migliori denominazioni».

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Messaggi
    36,452
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito tratto da LA GAZZETTA DI PARMA 24 maggio 2004

    di Marina Maresca

    ..... Per il presidente del Pri Giorgio La Malfa la scelta dell'Ulivo di aver aderito a una posizione «di estrema sinistra» sull'Iraq, non solo ha provocato il malessere profondo di Marini, Amato, Maccanico, ma ha lasciato al centrodestra la responsabilità di rappresentare la vasta opinione pubblica che, per quanto contraria alla guerra, «è totalmente contraria all'ipotesi di abbandonare l'Iraq a se stesso e alla mercé del terrorismo».
    [mid]http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/ZEROAMANDOAMANDO.mid[/mid]

  3. #3
    Sospeso/a
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Bergamo, Italy
    Messaggi
    138,744
     Likes dati
    3,218
     Like avuti
    12,961
    Mentioned
    2554 Post(s)
    Tagged
    7 Thread(s)

    Predefinito

    Diciamo che La Malfa ha mentito un'altra volta.

    L'opinione pubblica in realtà è completamente contraria a rimanere in Iraq

    Lo dicono i sondaggi Eurisko, Demos, Unicab Ipsos e Ispo, nonchè i sondaggi on-line del Resto del Carlino, Repubblica e La Stampa.

    Tutti univoci nel volere il ritiro delle truppe.

    VERGOGNA LA MALFA, HAI MENTITO.

    VERGOGNA NUVOLAROSSA, COSA C'ENTRA IL POST COL THREAD, A PARTE L'ONANISTICA RABBIA ANTIPRODIANA CHE ATTANAGLIA LO STOMACO DEL POLLISTA.

    Un po' di coerenza, cribbio.



  4. #4
    email non funzionante
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Messaggi
    36,452
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    ... urlare sempre VERGOGNA agli altri e' diventata una moda ... ormai inflazionata ... nata subito all'indomani della sconfitta elettorale dei diessini e company che ... non avevano fatto in tempo a farsi fare le giacche in doppio petto governative .. che gia' erano un'altra volta fuori dal Governo ....
    VERGOGNA qui e VERGOGNA la' in un crescendo rossiniano psicologicamente funzionale ad instillare nelle menti piu' plagiabili il concetto dell'erroneita' madormale delle loro idee e posizioni politiche.
    A pensarci bene e' un metodo gia' conosciuto e praticato anticamente dalle organizzazioni confessionali ... guarda che se pecchi Allah ti vede .... VERGOGNATI di ... vai a confessare le tue malefatte ... "vergognati" di aver disubbidito alle leggi della morale .... etc
    ... non vedo perche' una persona che esprime delle idee e dei concetti debba vergognarsi per questo ... debba vergognarsi di adoperare il cervello ... ed il raziocinio ...
    ... allora se uno riflette un momento su questa "capziosa" ed intollerante moda ... capira' che e' la versione moderna dell'intolleranza (pochissimo laica) di chi subisce il fascino della violenza ... dapprima verbale ... ma che comunque e' sintomo e cartina di tornasole di una virulenza antidemocratica e fascista che lo alberga .... e di una deriva antidemocratica della societa' italiana.
    http://www.nuvolarossa.org

  5. #5
    Sospeso/a
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Bergamo, Italy
    Messaggi
    138,744
     Likes dati
    3,218
     Like avuti
    12,961
    Mentioned
    2554 Post(s)
    Tagged
    7 Thread(s)

    Predefinito

    Vergogna, continuare ad attaccare forsennatamente il Presidente Prodi, vergogna, mentire sull'opinione pubblica come ha fatto La Malfa, vergogna, scrivere che il made in Italy è in pericolo grazie a Prodi, vergogna non vergognarsi di cio' ma bacchettare chi prova ribrezzo per tali inqualificabili immondi comportamenti.

    La vergogna: questo sentimento così sconosciuto al pollista, questo sentimento da rivalutare.

  6. #6
    email non funzionante
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Messaggi
    36,452
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Prodi scende dal Triciclo

    Prodi scende dal Triciclo

    Da Bruxelles, Prodi tenta di scendere dal Triciclo, propone un documento che corregge, o smentisce, la mozione del 20 maggio scorso affermando che le cose all'Onu si muovono, per cui occorre prenderne atto. Prodi era obbligato alla controsvolta, già come Presidente della Commissione Ue aveva dovuto approvare un documento pieno di speranze sul nuovo percorso iracheno.

    Ma la giravolta è parsa roboante, il documento è finito fra le pratiche archiviate. A opporsi all'ennesimo cambio di cappello (quello da Presidente della Commissione a Bruxelles e leader dell'opposizione in Italia) è stato Rutelli: "adesso basta - ha detto - qui si fa troppa confusione". Almeno fino al 13 giugno, non si cambia. Fassino era più accomodante ma Rutelli, con alle spalle Marini e il gruppo di ex - Ppi nella Margherita, è stato irremovibile.

    Risultato: Prodi ha collezionato l'ennesima figuraccia, e anche il suo partito ha dovuto smentirlo. Uno smacco giudicato ovunque come un segno assai negativo. E dire che alle elezioni del 2006 mancano due anni !

    tratto dal blog ...
    http://maldestro.ilcannocchiale.it/

  7. #7
    Sospeso/a
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Bergamo, Italy
    Messaggi
    138,744
     Likes dati
    3,218
     Like avuti
    12,961
    Mentioned
    2554 Post(s)
    Tagged
    7 Thread(s)

    Predefinito

    Mi sa che tra poco invece sarà Berlusconi a scendere dalla poltroncina, amici antiprodiani che ballate sul titanic.

    Il Polo e quota 45 per cento «Se non c’è, tutto è perduto»

    Fini: solo così possiamo pensare di recuperare il divario sull’Ulivo I timori di Formigoni: i problemi nella coalizione sarebbero enormi



    Corriere della Sera, 28.5.2004


    ASSAGO - Sarà pure «allergico alle parole e ai balletti della vecchia politica», e non c’è dubbio che intenda rimanere a Palazzo Chigi fino al termine della legislatura. Ma Berlusconi è conscio che le Europee rappresentano un tornante decisivo per la coalizione e il governo. Il punto non è se dopo il voto accederà alle richieste di rimpasto, se saprà imporre agli alleati quella riforma delle tasse che «s’ha da fare» come dice lui, se riuscirà a ricostruire rapporti di fiducia con quanti, a partire dai nuovi vertici di Confindustria, la fiducia sembrano avergliela tolta. E’ inutile oggi ipotecare il futuro: tutto dipenderà dal risultato del 13 giugno. E nella Cdl è stata fissata una sorta di dead line, una soglia psicologica e numerica sotto la quale non si può scendere. Perché tutti mettono nel conto una sconfitta. L’imperativo semmai è limitare il distacco dall’opposizione. «Quota 45» è una parola d’ordine che accomuna i maggiorenti dell’alleanza, è la linea del Piave del centrodestra. Dietro l’ottimismo di facciata, al cospetto di sondaggi che mettono in risalto come un’ampia fascia di elettori non ha ancora deciso se andare alle urne, l’unica cosa certa è che il Polo punta a ottenere almeno il 45% dei consensi. Così da tenersi a una distanza di 3 punti dal centrosinistra, Prc compreso. I leader della maggioranza ne discutono da settimane: «Se ottenessimo quel risultato come coalizione - argomentava Fini con i dirigenti di An -, allora potremmo puntare negli ultimi due anni di legislatura a recuperare il divario. Rilanciando l’azione del governo, avremmo ottime probabilità di riuscirci. Se scendessimo sotto quella soglia, le cose si farebbero maledettamente complicate». Il vicepremier non mette in discussione la leadership di Berlusconi, «non esistono alternative». Ma se la Cdl fallisse l’obiettivo, lo scenario muterebbe. Perché, come spiegava l’azzurro Formigoni in un colloquio riservato, «si aprirebbero enormi problemi nella coalizione». Specie qualora un pessimo risultato del Polo si unisse a «un magro bottino di Forza Italia». Nemmeno al governatore della Lombardia sfugge che, con Berlusconi capolista in tutte le circoscrizioni, un tonfo elettorale equivarrebbe a un segno di sfiducia nei riguardi del Cavaliere. Formigoni, oltre l’obiettivo minimo del centrodestra, fissa anche quello di Forza Italia: 22%. E non è un caso se nella Cdl si segue con attenzione l’andamento del maggiore alleato: «Molto dipenderà dal grado di tenuta di Forza Italia». Molto, ma non tutto. Perché nell’analisi svolta durante una riunione dell’Udc Follini ha sottolineato come «sotto quella soglia entrerebbero in fibrillazione i gruppi dirigenti di tutti i partiti». Il rischio di un rompete le righe, che dalla periferia arrivasse con un effetto domino nel Palazzo, sarebbe devastante. In più l’opposizione potrebbe mettere in atto quella «strategia di delegittimazione» che il centrista Saverio Romano teorizza da tempo in Transatlantico: «Già ora ci attaccano nelle Camere e nelle piazze, nonostante i cento parlamentari di maggioranza. Se alle Europee dovessimo perdere malamente, ci aspetterebbero fuori da Montecitorio per dirci che siamo delegittimati a governare». In verità, il deputato siciliano arriva persino a ipotizzare in quello scenario un «esecutivo istituzionale». «E con quali voti otterrebbe la fiducia?», domanda ironico il ministro leghista Maroni: «Perché noi e Forza Italia non lo voteremmo mai».
    A dissipare i soliti sospetti ha provveduto nelle settimane scorse il presidente della Camera. Durante un colloquio con un notabile azzurro, Casini ha evidenziato quanto sia «importante il risultato della coalizione». Lui, che si era speso per la lista unica del Polo, aveva messo nel conto il conflitto tra alleati, e aveva intuito il pericolo di cannibalizzazione da parte di Forza Italia, memore di come la Dc, quando aveva necessità di fare il pieno di voti, puntava ad attingere consensi dai partiti vicini. Insomma, nella Cdl l’obiettivo di raggiungere «quota 45» al momento sembra prevalere sul «regolamento di conti», che gli uomini del Cavaliere mettono in preventivo appena le urne saranno chiuse. I presupposti ci sono: Fini contro Tremonti e l’Udc contro la Lega. Roba da fuochi d’artificio.
    Ma le strategie dei singoli partiti dovrebbero cambiare se cedesse la linea del Piave. Maroni pensa che non accadrà, che «il momento peggiore è ormai alle spalle»: «Fu all’inizio dell’anno. Berlusconi era indeciso se candidarsi o meno. Le pressioni erano forti ed era sul punto di cedere. Nella Lega pensammo fosse vicina la crisi. Poi c’è stato il rilancio». E ora il centrodestra marcia diviso verso la meta comune. Tutti consci di non poter fallire, perché, come sussurrava il forzista Romani nelle scorse settimane, «un distacco di cinque, sei punti dal centrosinistra non lo recupereremmo mai. Per questo va modificata la legge elettorale». E non a caso Berlusconi ha inserito il tema fra le prossime priorità. «Ma per fare una nuova legge - aggiungeva il coordinatore azzurro della Lombardia - bisognerà rassicurare gli alleati e garantire la stabilità della coalizione».
    Traduzione: servirà un nuovo governo.


    Francesco Verderami


  8. #8
    email non funzionante
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Messaggi
    36,452
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito tratto da www.pri.it

    "Il Giornale" 2 ottobre 2004/L'intervista

    "Con lui nessun passo in avanti. E poi ha litigato quasi con tutti"

    La pagella che Giorgio La Malfa, presidente della commissione Finanze della Camera, stila per Romano Prodi al termine della sua esperienza europea, non è granchè brillante. Insufficienze in comunicazione e approfondimento, nonché nel capitolo sul patto di stabilità. Una striminzita sufficienza sull'allargamento a 25, un non giudicabile sull'euro. Ma poi tornano i brutti voti sulla capacità di guida e sul ruolino economico complessivo.

    Beh, onorevole La Malfa, che possiamo dire? Che l'esperienza di Prodi a Bruxelles si è rivelata un mezzo disastro…!

    "Diciamo che mentre altri presidenti della commissione, penso soprattutto a Delors, avevano mosso in avanti l'agenda europea, Prodi è invece rimasto al palo. La sua presidenza non potrà esser certo ricordata per passi in avanti significativi o per innovazioni particolari".

    Ma come? Se i suoi uomini vanno dicendo a destra e a manca che tra i successi di Prodi vanno messi l'allargamento a 25, l'introduzione dell'euro, la difesa del patto di stabilità, la nuova Costituzione… A sentir loro parrebbe un trionfo.

    "Non direi proprio. Prendiamo il patto di stabilità come primo elemento: in materia è stato a dir poco oscillante. Perché non puoi difenderlo al punto di chiamare in causa la corte europea di giustizia per le mancate sanzioni a Francia e Germania e dire quasi in contemporanea a Le Monde che il patto è stupido! Se dici quel patto è sbagliato, allora perché non ti sei dato da fare per cambiarlo? Il suo atteggiamento è stato ambivalente, equivoco. Dopo lo scontro che ebbe con l'Ecofin, a fine dello scorso novembre, si decise a denunciare la violazione dei trattati, ma alla fine si è ritrovato con il nulla in mano. Perché se la corte europea ammise che l'Ecofin non poteva votare proprie proposte, come aveva fatto, e limitarsi invece a votare quelle presentate dalla commissione, è anche vero che la stesa corte chiarì che la commissione può proporre una decisione ma che poi sono gli Stati che devono accettare o meno. La verità è che Prodi è invece parso voler imporre il suo punto di vista, quasi fosse lui solo a indirizzare le cose. Finendo tra l'altro di avallare le parole di chi lo accusa di non conoscere bene i trattati".

    Cambierà questo "stupido" patto adesso che Prodi se ne va?

    "Mi sembra sia aumentato il numero di chi ne vorrebbe una modifica, ma temo che l'operazione sarà assai difficile. Le banche centrali si oppongono, Prodi negli ultimi tempi – visto proprio quanto era accaduto – ne era divenuto il ferreo tutore. Alcuni Paesi, l'Austria in prima fila, hanno già fatto sapere di non voler muovere nulla. Insomma non vedo grandi spazi di manovra, anche se cresce la consapevolezza che si tratta di un patto nato da un'idea sbagliata: politica monetaria e finanza pubblica sono troppo rigidi e questo, alla lunga, diverrà insostenibile".

    Proprio Prodi però tempo fa una modifica l'aveva ipotizzata: quella di dar più peso al debito che alla riduzione del disavanzo…

    "Un'idea inaccettabile che avrebbe fatto correre all'Italia e ad altri grandi Paesi europei, il rischio di finire nell'angolo"

    Passiamo all'euro. Qui com'è il voto di Prodi!

    "Lui c'entra poco davvero. L'euro viene da Maastricht, un trattato pieno di errori di cui la moneta europea è parte integrante. Che poteva fare Prodi se non accettarlo? Certo, avrebbe fatto meglio a sostenere l'idea di Tremonti della banconota da 1 euro. E magari avrebbe fatto meglio ad evitare i peana per la sua introduzione in Europa. Ma non posso addossargli ulteriori responsabilità. Se le cose non marciano, se l'euro è troppo forte e molto caro per gli europei che l'hanno adottato, la colpa è più di Duisenberg e Trichet che del presidente della commissione".

    In economia però questa commissione si è mossa poco. Prendiamo la strategia di Lisbona: che risultati ha prodotto?

    "Lisbona è aria fritta. Vi si dice che l'Europa nel 2010 sarà all'avanguardia della produzione mondiale, ma poi di che mezzi la si è dotata? Diciamo la verità: l'Europa unita dipinge grandi obiettivi, ma poi sul piano pratico si rivela piena di contraddizioni. Certo, è vero che Prodi avrebbe dovuto decantare meno la strategia di Lisbona, visto che poteva poco o nulla per realizzarla. Ma il fatto è che le chiavi della cassa ce l'ha Trichet e che la Bce ha scelto una politica tutta basata sullo stop all'inflazione. Mentre è dimostrato che se vuoi crescere, penso all'Eire di ieri e alla Cina di oggi, un po' d'inflazione la devi comunque mettere in conto".

    In conclusione, Prodi ha fatto… bene, male, peggio…

    "Ha fatto… poco, assai poco. Forse pensava che la commissione fosse dotata di poteri che invece ha scoperto di non avere. E poi c'è da considerare il fatto che non è riuscito a legare con molti premier e capi di Stato. Alla fine ha litigato quasi con tutti. Beh, non è il miglior modo, in Europa, per pretendere di far passare le proprie linee politiche".

    AMC

  9. #9
    Sospeso/a
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Bergamo, Italy
    Messaggi
    138,744
     Likes dati
    3,218
     Like avuti
    12,961
    Mentioned
    2554 Post(s)
    Tagged
    7 Thread(s)

    Predefinito

    il Giornale 11-10-2004

    Il Professore è un vero laico

    Ecco tutti i guai di Prodi con il Vaticano

    Quando era al governo ha deluso la Chiesa sulla scuola, alla Ue non ha voluto le «radici cristiane» in Costituzione

    ALESSANDRO M. CAPRETTINI da Roma

    Ha chiesto di esser ricevuto dal Papa il 28 ottobre prossimo, lo stesso giorno in cui I'Europarlamento, a Strasburgo, voterà la fiducia al suo successore Durao Barroso, già premier portoghese. Ma sono in pochi a credere si tratti solo di un formale commiato. La verità è che Romano Prodi cerca disperatamente un nuovo contatto con la Chiesa, dopo essersi bruciato ogni ponte dietro le spalle proprio con il Vaticano prima e durante i cinque anni di guida della Unione Europea.
    Che le relazioni tra il creatore dell'Ulivo e l'episcopato italiano si fossero deteriorate già anni fa, si sapeva. Al di là del Tevere, quel suo governo di centrosinistra sordo alle pressanti richieste per il sostegno alle scuole cattoliche non era piaciuto. Tanto che il cardinal Ruini, già vecchio amico di famiglia dei Prodi e addirittura celebrante nelle nozze di Romano e Flavia, trovatosi nel '96 a Ciampino in compagnia del fresco vincitore delle elezioni in attesa del rientro di Giovanni Paolo Il dalla Slovenia, si guardò bene dal complimentarsi con lui, limitandosi a qualche discorso generico. Il gelo era già calato.
    Ma il peggio doveva ancora venire. E infatti in Vaticano, passato Prodi a Bruxelles dopo la sua breve esperienza di governo, iniziarono a circolare le voci che volevano il presidente della commissione «troppo» sensibile alle pressioni delle lobby massoniche e troppo disponibile con quei «progressisti» che reclamavano la legalizzazione delle coppie di fatto o contestavano le posizioni ecclesiastiche sulla delicatissima partita dell'eugenetica.
    Durante i lavori della Convenzione europea, poi, lo strappo. Il Vaticano aveva fatto pervenire a Prodi ripetuti e accorati richiami - sia direttamente sia tramite alcuni governi - per favorire l'inserzione nella nuova Costituzione a 25 di quel riferimento alle «radici cristiane», trovando però una assoluta sordità da parte del capo della commissione, che mai si è speso sul tema, a differenza di italiani, spagnoli, polacchi. Solo un'impuntatura da parte dei cattolici? Il fatto è che il Vaticano riteneva che un passaggio di quel tipo nel testo costituzionale, da un lato potesse fornire un appiglio per ricorsi alla Corte di Giustizia dell'Aia contro eventuali direttive che si muovessero contro l'etica romana (eutanasia, aborto, biotecnologie); dall'altro costituisse in fin dei conti un presupposto per potere un domani rivendicare trattamenti fiscali più favorevoli per associazioni e movimentísmo cattolico nei Paesi della nuova Europa, un po' come accade oggi in Italia.
    Prodi invece, forse perché pressato da Chirac e dai luterani del Nord che non ne volevano sapere, ha continuato a fare orecchie da mercante. Anzi, quando si varò il nuovo testo costituzionale e gli si chiese cosa pensasse del mancato inserimento delle «radici cristiane», rispose placidamente che in fondo al di là del Tevere non potevano lamentarsi troppo, visto che nel testo approvato c'era pur sempre l'articolo 51 in cui si prevede il riconoscimento delle confessioni religiose degli Stati membri, invitando la Ue al dialogo con esse.
    Una indifferenza che ha lasciato una profonda cicatrice in Vaticano. Tant'è che, come sottolineato qualche giorno fa da un quotidiano, è quasi con «perfidia curiale» che la Cei, e cioè la Conferenza episcopale italiana, organizzate le sue giornate sociali di quest'anno a Bologna (si erano aperte con l'invito del Papa ai cattolici a impegnarsi in politica) ha invitato un mare di gente, a cominciare dal professor Mario Monti, commissario all'antitrust, per finire con l'ex-presidente della commissione, il cattolico francese Jacques Delors; ma si è guardato bene, l'organismo dei vescovi italiani, dall'invitare invece proprio Romano Prodi. Il quale fino a poco tempo fa dei cattolici bolognesi si è sempre piccato di esser l'alfiere. Camillo Ruini, evidentemente non ha smaltito i suoi ripetuti rifiuti a prendere in considerazione le ragioni della Chiesa. E Prodi si è visto tagliar fuori dal dialogo proprio qualche giorno dopo che, unico politico, Gianfranco Fini era stato invece formalmente invitato dall'Azione cattolica alla kermesse di Loreto.
    Così, specie se davvero ha intenzione di tornare a correre in groppa all'Ulivo per contrastare il centrodestra, Prodi cerca di correre ai ripari. Va dal Papa. Anche se il fatto che un gruppo di cattolici bolognesi abbia fatto sapere che è stato lui a chieder di esser ricevuto, non offre alcuna garanzia di una possibile, parziale, ricucitura.

  10. #10
    email non funzionante
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Messaggi
    36,452
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito tratto da www.pri.it

    Elezioni/Pri: Prodi? Non guasterebbe meno ipocrisia

    Se vincesse non sarebbe premier di tutti ma di una fazione

    ''Un po' meno di ipocrisia non guasterebbe''. Il quotidiano del Pri, La Voce Repubblicana, interviene cosi' nella polemica su Romano Prodi in seguito al suo attacco contro ''i mercenari'' in politica. ''Indipendentemente dalla caduta di stile, piuttosto inquietante del professor Romano Prodi, quello che e' certo - si legge nel quotidiano - e' che se mai egli vincesse le elezioni, cosa di cui oggi abbiamo qualche dubbio in piu', non sara' mai il presidente del Consiglio di tutti gli italiani, ma solo di una parte, o meglio ancora di una fazione. Se poi dovessimo giudicare come mercenari tutti coloro che in politica ricevono uno stipendio, la legione straniera a confronto con il nostro paese - conclude la nota - diverrebbe un'oasi di idealita' romantica''.

    Roma, 6 dicembre 2004 (ANSA)

 

 
Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. “Made in Veneto” NON “Made in Italy”
    Di Erlembaldo nel forum Lega
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 21-06-11, 14:15
  2. Profitti da narcotraffico per il Made in Italy/made in China
    Di Red Shadow nel forum Politica Estera
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 28-09-08, 20:01
  3. Effetto Prodi: è BOOM del made in Italy nel mondo !!!
    Di brunik nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 47
    Ultimo Messaggio: 07-01-07, 10:24
  4. Risposte: 13
    Ultimo Messaggio: 02-08-04, 21:01

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito