Il dopo terremoto
Azienda legata ai boss
nei lavori per l’Abruzzo
Indagini sulla Igc di Gela, che ha ottenuto subappalti per la ricostruzione a Bazzano
ROMA — Sono quattro i centri della Dia che avevano segnalato «collegamenti tra la società e personaggi ricon*ducibili alla famiglia mafiosa capeggiata dai fratelli Rinzivil*lo ». Ma questo non ha impe*dito alla Igc, Impresa Genera*le Costruzioni di Gela, di otte*nere lavori per la ricostruzio*ne del dopo terremoto in Abruzzo, nel cantiere di Baz*zano. E adesso un rapporto della Direzione Investigativa Antimafia consegnato alla procura dell’Aquila denuncia l’infiltrazione delle cosche, sollecitando nuovi accerta*menti per scoprire in che mo*do la ditta sia riuscita ad aggi*rare le norme e ottenere gli in*carichi. Verifiche che sono state estese anche alle altre commesse ottenute dall’im*presa siciliana: la nuova me*tropolitana «M5» di Milano, la Tav tratta Parma-Reggio Emilia e due gallerie dell’auto*strada Catania-Siracusa.
Il subappalto per i muri
Il sistema utilizzato non ap*pare neanche troppo sofistica*to visto che la Igc non ha par*tecipato alla gara principale, preferendo concentrarsi sui subappalti, come spesso acca*de quando le società sono ge*stite da persone che hanno precedenti penali specifici. Capofila per la costruzione delle nuove abitazioni a Baz*zano è la Edimal che si aggiu*dica lavori per 54.817 milioni di euro e affida alle ditte mi*nori opere per 21.754 milio*ni. Il 14 agosto l’azienda chie*de l’autorizzazione per delega*re alla Igc «l’esecuzione di la*vori specializzati di realizza*zione di muri di sostegno» per un totale di 159 mila e 300 euro. Il via libera dal Di*partimento della Protezione civile arriva l’11 settembre, ma nel frattempo la ditta ha già avviato l’attività, come è stato accertato dalla Dia.
«Il 9 settembre scorso, in ottemperanza ai due decreti firmati dal prefetto de L’Aqui*la — si legge nel rapporto tra*smesso ai magistrati — perso*nale procedeva all’'accesso' presso il cantiere de L’Aquila - area C.a.s.e. (complessi anti*sismici sostenibili ecocompa*tibili) in località Bazzano. Si riscontrava che la ditta Igc, non presente al momento nel cantiere, aveva eseguito lavo*ri in subappalto nel predetto sito». Non solo. «Il controllo sulle maestranze della ditta — scrivono gli investigatori della Dia — faceva emergere che tra gli operai impegnati nei lavori sul cantiere, tredici avevano precedenti di poli*zia ». Esattamente la metà di quanti erano stati assunti.
L’operazione «Cobra»
Nell’elenco consegnato alla procura spiccano due nomi: Gianluca Ferrigno e Emanue*le Lombardo. Il primo, 29 an*ni, originario di Gela, «è il ni*pote di Angelo Bernascono, uomo di fiducia della fami*glia Rinzivillo, arrestato nel*l’ambito dell’operazione «Co*bra » del 2002 e attualmente collaboratore di giustizia. È stato assunto dalla ditta Igc con contratto a tempo inde*terminato e qualifica profes*sionale di assistente edile (ge*ometra) ». L’altro, 26 anni, an*che lui di Gela «è stato inda*gato dal tribunale dei minori di Caltanissetta per l’ipotesi di reato 416 bis. All’epoca dei fatti faceva parte dell’associa*zione mafiosa localmente de*nominata 'Stidda' unitamen*te ad altri. È stato assunto con contratto a tempo in*determinato e qualifica di muratore».
Più che i dipendenti, ad attirare l’attenzione della Dia e dunque a far partire l’indagine, sono stati però i curri*culum degli ammini**stratori della ditta. Sono tre, tutti di Gela, e si so*no divisi il capitale in par*ti pressoché uguali: Ema*nuele Mondello, 50 anni, suo figlio Rocco e suo genero Nunzio Adesini. Il più anzia*no ha numerosi precedenti penali e «nel 2003 veniva con*trollato insieme a Giuseppe Tranchina e Emanuele Ema*nuello, ambedue pregiudicati e arrestati nell’operazione 'Cobra' per aver curato nel settore degli appalti pubblici gli interessi del clan Rinzivil*lo ».
Gli affari di «Orchidea»
Ancor più interessante il ruolo del figlio «che fino al 2004 è stato socio della socie*tà Immobiliare Orchidea, con sede a Lonate Pozzo*lo, in provincia di Vare*se. L’azienda è stata sottoposta nel 2006 a sequestro preventi*vo per ordine del tri*bunale di Caltanis*setta per aver messo in atto azioni tese a reperire, anche trami*te minacce, lavoro con il quale coprire i reali interessi come fal*se fatturazioni ad impren*ditori consenzienti o meno, garantendo agli stessi e all’or*ganizzazione mafiosa ingenti guadagni che servivano a fi*nanziare i detenuti e i loro fa*miliari come nel caso di Anto*nio Rinzivillo e della mo*glie ».
Adesso i magistrati dovran*no stabilire come sia possibi*le che la Igc abbia ottenuto la certificazione di idoneità. Pro*prio ieri la commissione par*lamentare Antimafia ha avvia*to le audizioni dei rappresen*tanti istituzionali per verifica*re il rispetto delle procedure. E il presidente Giuseppe Pisa*nu ha sottolineato la necessi*tà di effettuare «verifiche co*stanti su chi ha ottenuto i la*vori perché può accadere che dopo qualche mese l’impresa cambi tutto o in parte la titola*rità e che i titolari che suben*trano non abbiano l’idoneità dei precedenti». La Igc è sem*pre rimasta intestata alle stes*se persone e nonostante que*sto ha potuto lavorare alla ri*costruzione. La revoca dell’au*torizzazione è arrivata soltan*to il 4 ottobre scorso, quando ormai i lavori erano termina*ti. Per questo adesso si sta va*lutando anche l’opportunità di lasciare l’appalto principa*le alla capofila Edimal, che ha consentito l’avvio dei lavori alle imprese collegate ben pri*ma del rilascio dei «nulla osta».
Azienda legata ai boss nei lavori per l’Abruzzo - Corriere della Sera
E ricordiamo:
RICOSTRUZIONE ABRUZZO: CHIODI, NESSUNA INFILTRAZIONE MAFIOSA
(IRIS) - ROMA, 15 APR - Nessun rischio di infiltrazioni mafiose sulla ricostruzione in Abruzzo: è il giudizio del presidente regionale dell'Abruzzo Gianni Chiodi, che in collegamento telefonico a Rai news24 dice: "si sta facendo un po' troppo can-can su quello che è solo un rischio, si sta dando un'immagine negativa per la regione, ma oggi la mafia non esiste, è solo un rischio potenziale, perché tagliare il ramo dove siamo seduti?". "Oggi non ci sono mafie all'opera in regione, solo parlarne - conclude Chiodi - si compromette la nostra immagine, il turismo, la nostra gente, la nostra serenità".
Iris Press - RICOSTRUZIONE ABRUZZO: CHIODI, NESSUNA INFILTRAZIONE MAFIOSA
E dire che si dava del pessimista a Grasso :sofico: