Bossi: "Togliere soldi alla chiesa"
E si scatena una nuova bufera
Il leader leghista: "Non mi riconosco nella curia, sta a sinistra"
E ancora: "Al Papa ho regalato tre vocabolari del Nord"
PADOVA - Dopo le polemiche sul romanesco del Papa scaturite da un corsivo apparso sulla Padania, il leader del Carroccio alza ulteriormente il tiro sul Vaticano. "Bisognerebbe togliere l'8 per mille alla Chiesa, rimetterli a piedi nudi e dar loro la possibilità di fare i francescani. Finalmente si salverà la religione" ha detto Umberto Bossi parlando ieri sera a margine di un comizio a Padova, sottolineando poi che è "scandaloso e inaccettabile che ci siano cardinali che parlano in nome del dio denaro". Parole che hanno suscitato l'ennesima bordata di critiche nei confronti del ministro delle Riforme, e non solo da parte dell'opposizione.
Il leader leghista ha anche precisato che c'è "una parte della curia che sta con la sinistra, sicuramente per 'resistere, resistere, resistere' anche loro come qualcun altro. Per loro i resistenti sono tali nel segno del dio denaro". Bossi ha poi aggiunto che l'8 per mille alla Chiesa cattolica l'ha dato il ministro Tremonti, aggiungendo: "Gli intelligenti sono sempre pochi nel mondo". Per Bossi dare "troppi soldi alla Chiesa è un grosso problema. I risultati che abbiamo non mi sembrano quelli auspicati almeno dai cristiani tradizionalisti. Io sono tra questi. Non mi riconosco nella chiesa ricca, nella chiesa dei 'sciur'. Nella curia che sta a sinistra non mi riconosco".
Bossi ha poi fatto sapere di aver inviato al Papa tre dizionari: uno di milanese, uno di veneto e uno di piemontese. "Il Papa parla polacco, se poi si vuole romanizzare, vabbè. Qualcuno dice" ha proseguito, "che il papato è il vero potere in Europa. Può darsi". Il leader del Carroccio ha poi fatto un accenno alla "famosa Transpadania che mantiene non solo Roma ladrona ma anche monsignori, cardinali e sarabande varie".
Dure le reazioni, dal mondo cattolico e da quello laico, dal centrosinistra ma anche dalla Casa delle libertà. "Non ha senso sprecare parole per correre dietro agli ignoranti contenti di essere tali" è il secco commento dell'Avvenire. Il quotidiano dei vescovi italiani non dedica che poche righe, nella pagina dei commenti, alla polemica: "Dedicato alla Padania e ai patetici che non si arrendono mai. Ancora ieri il quotidiano lombardo proseguiva imperterrito con le sue bizzarre interpretazioni delle parole pronunciate da Giovanni Paolo II nell'amabilissimo incontro con i parroci romani". Si tratta di una "sensazione sgradevole, quella che fornisce la Padania, grottesca al punto da costringere anche l'interlocutore ben intenzionato a sottrarsi al confronto".
"Bossi scherzi con i suoi fanti, ma lasci stare il Papa", commenta Francesco Rutelli. "Un bel problema per quei cattolici che li hanno votati. Un bel problema per Berlusconi perché Bossi è un suo ministro - afferma Pierluigi Castagnetti, capogruppo della Margherita alla Camera - Continuino pure Berlusconi, Fini e Follini a cercare di cavarsela con battute ma non riusciranno a eludere il problema politico che Bossi rappresenta".
Le dichiarazioni di Bossi hanno messo nuovamente in difficoltà il centrodestra, come dimostrano le parole del segretario dell'Udc Marco Follini: "Il problema non è sottrarre risorse alla chiesa, il problema è restituire il senno a Bossi. L'invettiva di Bossi è antistorica, anticlericale e anti-italiana". "La posizione dell'Udc - aggiunge Follini - ma credo di tutto il centrodestra è agli antipodi delle cose che ha detto il capo del Carroccio".
Critico anche il presidente della Regione Lazio Francesco Storace: "Non solo La Padania, ma ora anche direttamente Bossi attacca il Papa", dice auspicando che "il centrodestra si decida a usare tutta la propria coerenza per ricondurre a ragione questo scriteriato leader politico".
(29 febbraio 2004)