sabato, 28 febbraio, 2004
Adesso sono i tedeschi a emigrare in Italia in cerca di un lavoro
L' obiettivo è un posto da carpentiere a 1.400 euro al mese, alloggio e vitto compresi
Storia alla rovescia, 50 anni dopo
Valentino Paolo
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO - Il 10 settembre 1964 il signor Armando Rodriguez, appena arrivato in Germania dal Portogallo, venne festeggiato come il milionesimo Gastarbeiter, lavoratore-ospite, nella Repubblica Federale. La grande ondata migratoria dai Paesi del Sud Europa verso la terra del Wirtschaftswunder, il miracolo economico, era al suo culmine. E proprio l' Italia aveva dato uno dei maggiori contributi umani a quella grande transumanza della povertà. Mezzo secolo dopo, la Storia si ripete a rovescio. Afflitta da quasi cinque milioni di disoccupati, in grave affanno per una congiuntura economica che, nonostante gli sforzi del governo federale, non accenna a ripartire, la Germania, terra di destinazione per eccellenza, assiste all' emergere di una nemesi, ancora modesta ma non per questo meno significativa. Secondo le cifre della Centrale federale per la ricerca di un lavoro all' estero, sono stati circa 4.500, lo scorso anno, i tedeschi che hanno trovato un posto di lavoro fuori dai confini nazionali. Molti di più sono stati quelli che lo hanno cercato senza successo. Austria, Svizzera, Gran Bretagna e Paesi Nordici, in cerca di imbianchini e laccatori, carpentieri e piastrellisti, meccanici e infermieri, sono stati quelli che hanno accolto la maggior parte di questa pattuglia di pionieri. Ma sono, per l' appunto, numeri ufficiali, non tengono conto cioè di quanti hanno lasciato la Germania per lavorare al nero in un altro Paese. Di più, la tendenza è in netto aumento: nel 2003, la cifra di coloro che si sono rivolti alla Zentralstelle fuer Arbeitvermittlung, dicendosi disposti ad accettare un lavoro all' estero, è aumentata del 40% rispetto al 2002. Ma l' impatto simbolico diventa enorme, quando si scopre che nella lista delle destinazioni figura anche l' Italia, dove, secondo le statistiche ufficiali, hanno trovato una occupazione 67 tedeschi. Saranno pochi, ma la notizia colpisce l' immaginario collettivo e scuote antiche certezze. «Farò il Gastarbeiter tedesco in Italia» titolava ieri la Bild Zeitung, specchio del Paese profondo, un servizio dedicato all' argomento. E' come se un mondo intero crollasse. E generazioni di emigrati italiani si prendessero una piccola, effimera rivincita: la speranza, questa volta, vengono a cercarla nel nostro Paese. Secondo il quotidiano popolare, all' ufficio di collocamento di Stoccarda, attualmente, c' è un' offerta di lavoro in Italia per sette carpentieri e tre manovratori di ruspe, per lavori sulla linea ferroviaria adriatica nei pressi di Ravenna: 40 ore settimanali, fino a 30 di straordinario, salario mensile di 1.399,54 euro netti, vitto e alloggio compresi. Jens Wehmann, 34 anni, scapolo, è uno di quelli fermamente intenzionati ad accettare l' offerta: «Ho lavorato come magazziniere, nell' edilizia stradale, sono disoccupato dal maggio 2003 e il mercato del lavoro in Germania è morto. Sono felice di questa possibilità, dopo tante richieste rifiutate. E poi l' Italia è una fantastica terra di vacanza e il mio salario sarà molto più alto dell' assegno sociale». P. Val.
Se vengono addirittura dalla Germania per fare i carpentieri...forse c'è qualcosa che non va.
Pare che in diverse occasioni il virus latino dello snobbare i lavori manuali stia prendendo piede...