Attivisti haitiani hanno accusato l'amministrazione Bush di aver appoggiato le forze di opposizione, costituite da ex militari haitiani, trafficanti di droghe e altri militanti. Queste forze sarebbero state addestrate e armate nella Repubblica Domenicana, grazie al supporto militare americano. Successivamente alla loro preparazione, veniva organizzato il loro trasferimento nella repubblica haitiana. Questo è il parere anche dell'ex generale statunitense, Ramsey Clark, che si è così espresso: "L'amministrazione Bush si è di nuovo impegnata per il rovesciamento di un regime tramite un'aggressione armata. Questa volta, l'aggressione è stata effettuata contro l'amministrazione del presidente haitiano, democraticamente eletto". Secondo gli attivisti ciò che è successo ad Haiti è il risultato di un piano scrupolosamente preparato dagli Stati Uniti.

"L'intervento è stato pianificato in modo simile a quello attuato per rovesciare il governo sandinista" ha affermato Ben Dupuy, segretario generale del Partito nazional-popolare di Haiti. E' da tempo che gli attivisti avevano sollecitato gli Stati Uniti ad interrompere le azioni segrete della CIA, compreso quelle condotte in Guatemala, Repubblica Domenicana e Congo.
Si può dire che la crisi ad Haiti ha avuto inizio nel 2000 quando nelle elezioni legislative il partito di Aristide ottenne una schiacciante vittoria.
La risposta dei paesi amanti della democrazia fu il congelamento dei milioni di dollari offerti in aiuto, o in altre parole il taglio di una linfa vitale per uno dei paesi più poveri dell'emisfero occidentale.
Invece Aristide, che è stato il primo leader liberamente eletto nel paese nel 1990, è stato accusato di non aver fatto abbastanza per alleviare la povertà, di aver condonato la corruzione e di aver usato violenza contro l'opposizione politica.

Secondo gli attivisti haitiani il fallimento del piano sociale di Aristide è stato causato dall'"interessamento" del governo americano.
Sempre secondo il Generale Clark: "Gli Stati Uniti lo hanno fatto fallire mantenendo un embargo sul paese dal 1994. Con tale embargo Aristide non poteva portare a termine il suo piano. In ogni caso, il principale obiettivo di Aristide è sempre stato quello di traghettare il popolo di Haiti da uno stato di povertà ad una situazione di dignità".
Secondo Dupay, quando gli Stati Uniti parlano di democrazia, "intendono la loro, non la democrazia del popolo".

Portando come esempio il Venezuela, Dupay e Clark hanno entrambi accusato l'amministrazione americana di non appoggiare i governi popolari che sostituiscono gruppi di potere al governo, "qualsiasi governo che ha l'appoggio della maggioranza del suo popolo avrà sempre problemi con gli Stati Uniti".

Riguardo l'alleanza tra Stati Uniti e le forze di opposizione, un giornalista di Haiti, Kim Ives, ha detto di avere le prove della collaborazione tra le Forze Speciali all'interno di Haiti e i militari della Repubblica Domenicana. Secondo Ives, il Pentagono ha mandato un sostanzioso aiuto militare alla Repubblica Domenicana, che comprendeva anche 20.000 fucili M-16. "E non è improbabile che alcuni di questi M-16 siano quelli che si sono visti in mano ai ribelli ad Haiti". "E' chiaro a tutti che le forze ribelli hanno attraversato il confine domenicano pesantemente armate con equipaggiamenti che neppure gli ex militari Haitiani avevano, e questo non sarebbe potuto accadere all'insaputa del governo domenicano." ha affermato un altro attivista "Sappiamo anche che il governo domenicano non avrebbe permesso ciò senza il via libera americano".

Analoghe posizioni sono state espresse da Ray Laforest, direttore dell'Haitian Constituency U.S.A. e dal vescovo Thomas Gumbleton, amico personale di Aristide, che ha affermato: "Io protesto contro le azioni del governo americano – e in particolare contro l'atteggiamento di Powell".

L'avvocato statunitense di Miami, Ira Kurzban, che rappresenta il governo di Haiti, il 26 febbraio, ha accusato gli Stati Uniti di coinvolgimento diretto nel tentativo di colpo di stato militare contro il presidente democraticamente eletto, Jean-Bertrand Aristide. Anche secondo l'avvocato, i paramilitari in azione ad Haiti per rovesciare Aristide sono appoggiati da Washington. "Io credo che si tratti di un gruppo armato, addestrato e dispiegato dai servizi segreti americani. Si tratta chiaramente di una operazione militare, di un colpo di stato militare".

Se tale coinvolgimento americano verrà definitivamente provato si tratta del secondo tentativo in appena un decennio messo in atto dagli americani per rovesciare militarmente Aristide. Molti dei leader paramilitari impegnati ora ad Haiti sono gli stessi che erano all'avanguardia nella campagna di terrore appoggiata dagli americani durante il tentato golpe contro Aristide degli anni 1991-94.

Fra i paramilitari figura nuovamente quel Louis Jodel Chamblain, ex numero 2 dello squadrone della morte delle FRAPH (Fronte per l'avanzamento e il progresso d'Haiti).
Chamblain venne arrestato e condannato ai lavori forzati nel processo per il massacro del 23 aprile 1994 nella regione di Raboteau e per l'assassinio dell'attivista democratico Antoine Izmery. Chamblain, che ha vissuto nella Repubblica Domenicana dal 1994, è giunto recentemente a Gonaives con altri 25 "uomini" provenienti da una base di addestramento domenicana. Il gruppo risultava equipaggiato di armi, tute mimetiche e mezzi di trasporto terrestri. Fra le vittime della FRAPH sotto la direzione di Chamblain vi è stato anche il Ministro haitiano della giustizia Guy Malary, che venne colpito a morte in un agguato, insieme alla sua guardia del corpo e all'autista, il 14 ottobre 1993. Secondo un memorandum della CIA del 28 ottobre 1993, ottenuto dal Centro per i Diritti Costituzionali "Membri delle FRAPH, Jodel Chamblain, Emmanuel Constant, e Gabriel Douzable si incontrarono la mattina del 14 ottobre con un funzionario militare non identificato per mettere a punto i piani per uccidere Malary".
Emmanuel "Toto" Constant è stato il fondatore delle FRAPH.
Un articolo uscito nell'ottobre 1994 sulla rivista The Nation, del giornalista Allan Nairn, riferiva che Constant aveva detto di essere stato contattato da un ufficiale militare americano che si faceva chiamare Col. Patrick Collins, e che lavorava come addetto alla difesa dell'Ambasciata americana a Port-au-Prince. Constant disse che Collins lo aveva sollecitato a mettere in piedi un gruppo per "bilanciare il movimento di Aristide" e per permettere ai servizi segreti di "lavorare contro di lui". Constant aveva poi ammesso di lavorare in quel periodo con operativi della CIA all'interno di Haiti. Constant risiede ora liberamente negli Stati Uniti, presumibilmente a Queens, NY. In quel tempo, James Woolsey era il capo della CIA.
Un'altra figura riemersa recentemente è Guy Philippe, un ex capo della polizia haitiana che abbandonò Haiti nell'ottobre 2000 dopo che le autorità avevano scoperto un complotto ordito insieme ad un gruppo di altri ufficiali della polizia. Tutti quanti vennero addestrati in Ecuador da forze speciali statunitensi durante il golpe degli anni 1991-94. Da allora, il governo haitiano ha accusato Philippe di essere stato la mente degli attacchi sanguinosi contro l'Accademia di Polizia e il Palazzo nazionale del luglio e dicembre 2001, così come di attacchi colpisci-e-fuggi contro le stazioni di polizia nell'Altopiano centrale nei successivi 2 anni.
Kurzban riferisce anche la presenza di un altro veterano delle FRAPH, Jean Tatun, anche lui accusato di gravi violazioni dei diritti umani e di omicidio nel massacro di Raboteau.

"Questi signori, provenendo dalla Repubblica Domenicana, hanno attraversato il confine dopo che gli americani avevano rifornito l'esercito domenicano con 20.000 M-16. Io penso che gli Stati Uniti lo sapessero in anticipo, e che gli Stati Uniti siano probabilmente molto, ma molto profondamente coinvolti, e ritengo che il Congresso debba seriamente indagare sul coinvolgimento dei servizi segreti, sia della DIA che della CIA, in questa operazione. Perché si è trattato di un'operazione militare. Non di un gruppo spontaneo di liberatori, come riportato spesso dalla stampa nelle ultime settimane".

Kurzban ha poi dichiarato di aver presentato ad esperti analisti militari le foto delle armi usate dai paramilitari, in quanto ritiene che, contrariamente a quanto riportato nei media, secondo cui i gruppi armati usavano armi originariamente distribuite da Aristide, le bande avrebbero invece usato armi altamente sofisticate e potenti; armi di gran lunga più potenti di quelle possedute dai 3.000 uomini della forza di polizia nazionale di Aristide. Fra queste armi, secondo Kurzban, vi sono: M-16, M-60, proiettili capaci di penetrare mezzi corazzati, e lancia granate con propulsore a razzi. "Hanno armi per abbattere il solo elicottero posseduto dal governo. E si sono mossi come una sola unità di comando con maglie molto strette".

Chamblain e gli altri paramilitari avevano dichiarato di poter raggiungere la capitale, Port-au-Prince, nel giro di 2 settimane. Gli Usa tirarono fuori allora una proposta, chiamata anche piano di pace, e che molti avevano visto come favorevole all'opposizione. Aristide accettò il piano, che invece venne rifiutato dall'opposizione. L'uomo di punta di Washington in questa crisi è stato Roger Noriega, Sottosegretario di stato per gli affari nell'emisfero occidentale.

"Penso che Noriega sia stata la persona che più ha odiato Aristide da più di un decennio" afferma Kurzban, aggiungendo di ritenere che Noriega abbia permesso all'opposizione di ritardare la risposta al piano di pace per permettere ai paramilitari di conquistare più territorio. "La mia reazione quando seppi che l'opposizione aveva chiesto un giorno extra per decidere fu di pensare che lo avevano fatto per raggiungere Capo Haiti (la seconda più grande città) ed è esattamente quello che avvenne il mattino successivo".

Il capo dell'"opposizione" è un cittadino americano di nome Andy Apaid, nato a New York. La legge di Haiti non permette la doppia cittadinanza e lui non aveva mai accettato di rinunciare a quella americana. In un recente comunicato, un membro del Congresso, Maxine Waters, aveva accusato Apaid e il suo fronte d'opposizione per il tentativo di istigare un bagno di sangue ad Haiti e il governo americano per l'appoggio dato ai cosiddetti "manifestanti" contro Aristide e il suo governo.

I rapporti tra il capo dell'opposizione e gli americani è riassunto in queste frasi di Kurzban "Abbiamo il capo dell'opposizione, con cui il signor Noriega sta negoziando, che chiama il segretario Powell e che dice a Powell, lo sai, 'abbiamo bisogno di almeno due giorni ancora' e il segretario Powell risponde 'Va bene'. Voglio dire che tutto questo appare come un teatro dell'assurdo dove l'opposizione viene guidata da un cittadino americano, al quale viene concesso tutto il tempo necessario per rafforzare le proprie posizioni sul terreno, mentre gli Stati Uniti e Noriega compiacenti e gentilmente gli concedono di fare quello che vuole".

Naturalmente, nel momento in cui l'opposizione rigettava il piano, sarebbe dovuta intervenire immediatamente una forza di pace dell'ONU. E invece secondo Kurzban, la comunità internazionale è rimasta a guardare ed ha permesso che una democrazia di questo emisfero fosse brutalmente cancellata da un golpe militare effettuato da individui che hanno, alle spalle, una storia di grosse violazioni dei diritti umani.

Tratto da www.dissidentvoice.org, http://www.democracynow.org/, e United Press International. Gli autori sono: Isabelle D. Lindenmayer, Amy Goodman e Jeremy Scahill.