dal sito dei Lupi delle Alpi
un interessanto pezzo, pregno di spunti di riflessione
BIOREGIONALISMO E CULTURA LOCALE
All'indomani della globalizzazione, viaggiando ad altissima velocità verso il cuore del 21° secolo, uno dei modi più appropriati per affrontare le tematiche relative sia all'ambiente che all'etnicità è l'ipotesi bioregionalista. Il bioregionalismo è un modo di intendere il nostro vivere, è uno stile nei rapporti con gli altri e nei confronti del territorio in cui viviamo. Essere ecologisti e bioregionalisti oggi, significa vivere qui, nel nostro ambiente con gli occhi, la mente e il cuore aperti al pianeta terra, anzi all'intero cosmo, ma per difendere il particolare. Per questo quando parliamo di bioregionalismo abbiamo in testa l'idea del localismo. Perchè bioregionalismo non è solo federalismo e regionalismo. E' qualcosa di più. Quel "bio" in più è il riconoscere il valore vitale, universale di ogni luogo, di ogni terra del nostro pianeta.
La Bioregione è infatti una nuova sintesi geo-socio-storica che comprende:
* un luogo reale in cui vivono e sono presenti le persone, ognuna con un suo preciso ruolo, con la consapevolezza di agire in rete con gli altri. E le persone si esprimono con le tradizioni, i riti, l'arte, i modi di abitare, le produzioni culturali, i costumi. E' la prospettiva etnica.
* l'ambiente in cui per migliaia di anni sono convissute insieme componenti animali, vegetali e minerali. E' in altre parole la componente ecologica.
* un territorio, cioè l'orografia e l'idrografia: una catena montuosa, una vallata, una pianura con le sue specifiche caratteristiche, un bacino creato da un fiume, un lago, un altipiano. E' quel che definiamo il punto di vista geografico.
* una lingua, usati dai viventi, tramandata di generazione in generazione, arricchita da nuovi idiomi, studiata e formalizzata in alfabeto e grammatica. E' quella che definirei prospettiva socio-linguistica.
Ognuno di noi è parte parte della propria bioregione, una realtà che nasce sul crinale, che si spinge sulle rive dei fiumi per giungere talvolta in piena riviera. In questo tragitto, segnate dal corso dei fiumi, le realtà si diversificano, ma rimangono componenti etniche, ecologiche, geografiche e linguistiche strettamente collegate. E' indubbio che in ogni caso il filo che unisce questa realtà è l'esperienza vissuta dagli abitanti di quel particolare luogo, con la sua storia, la sua cultura e la sua ecologia. Questo significa che esistono tante bioregioni. Quando gli uomini, aggregati in comunità, vivono in armonia con tutti gli altri, creando situazioni di reciproco equilibrio, ci troviamo in un ottica bioregionalista. Nel corso della storia le comunità umane non solo si sono adattate al proprio ambiente., spesso ne hanno alterato gli equilibri e le dinamiche interne, favorendo l'insorgere nell'ambiente di vere e proprie patologie. Di queste malattie ne sono rimaste vittime le stesse comunità.
Solo ristabilendo l'equilibrio ancestrale l'uomo tornerà ancora ad essere Natura e non più un'entità estranea ad essa, come da decenni ci voglioni far credere tramite modelli e filosofia alienanti.
Si pensi ad esempio alla forma organizzata della "grande città", all'industrializzazione forzata, al traffico stradale. Realtà degenerate dove, come se non bastasse assistiamo alla sbornia collettiva di pubblicità, di consumo e di invito al "compra - usa - getta". Siamo alla spasmodica ricerca di produzione, di profitti e di accumulo. Bioregionalismo significa invece "ridivenire nativi", ritrovare cioè la dignità di porre al centro della nostra vita valori fondamentali come la comunità, la semplicità del mutuo sostegno, l'arte del vivere nel rispetto profondo di quelle realtà di cui siamo fondamentalmente parte: la terra. Con questa consapevolezza in seno, siamo più che mai convinti che la soluzione dei problemi globali, quelli che investono l'intero pianeta, inizia proprio dal nostro piccolo posto, dalla nostra bioregione