La barzelletta della pressione fiscale

[Curioso]

In origine postato da pensiero
Allora, ho appena sentito leggere un articolo o un'agenzia, ancora non lo so sto cercando online, rilasciato da parte dell'associazione artigiani di Mestre, nella persona del suo presidente Bortolussi, noto per essere personaggio di sinistra, ma ringraziando Dio senza aver portato il cervello all'ammasso, il quale ha sostenuto al contrario di quanto dicono i cervelli economici di pol, e anche l'istat, che la pressione fiscale non è per niente aumentata, anzi....è stato fatto uno sbaglio in quanto hanno conteggiato il condono....e poi non continuo xchè non ci ho capito più niente ...ma una cosa l'ho capita....che la pressione fiscale è diminuita.....capito?

Sarà anche diminuita, ma non per tutti: ad esempio per me, lavoratore dipendente, reddito medio, la pressione fiscale, negli ultimi 2, 3 anni, è aumentata, a causa delle aliquote regionali (sono due, di cui una risale ad appena un anno fa). E a me va ancora bene perchè a Milano, per ora, non c'è l'IRPEF comunale.

In sostanza, guardando il mio cedolino paga e confrontandolo con il recente passato, non ho notato alcuna diminuzione della pressione fiscale, anzi............

Mi chiedo solo quanti milioni siano i lavoratori che hanno le mie stesse impressioni su questa bufala della diminuzione delle tasse.....

[pensiero]

Rinfrescatevi la memoria:

Artigiani, piccole e medie imprese, commercianti
sempre più vessati dalle tasse romane
Ceto medio: autunno bollente
E lo Stato costringe Comuni e Regioni ad aumentare la pressione

Artigiani sempre più "tosati"
giuseppe bortolussi
Segretario Associazione Artigiani Mestre-CGIA
Mestre
La ripresa dalla pausa estiva vede di nuovo in primo piano la legge finanziaria con l'ennesima "bufala" di una finanziaria senza nuove tasse, dimenticando come si scateneranno Regioni e Comuni con vari aumenti delle imposte locali per far fronte al nuovo taglio dei trasferimenti.L'ammontare delle entrate locali infatti, è passato dai 13.644 miliardi per l'anno 1987 ai 62.885 miliardi per il 1996 un aumento pari al 360%.Ma al Governo questi dati non sembrano così drammatici, dal momento che per la Finanziaria del 1999 è previsto un ulteriore taglio dei trasferimenti a Comuni e Regioni di 1.500 miliardi.Quello che è scandaloso è il comportamento tenuto dallo Stato che praticamente costringe molti sindaci e amministratori a diventare dei nuovi gabellieri per far quadrare i propri bilanci. Inoltre, di fronte ad una drastica riduzione dei servizi offerti ai cittadini la pressione fiscale "centrale" in dieci anni è quasi raddoppiata. Qualcuno ritiene che questo sia l'inizio del federalismo fiscale ed onestamente la cosa mi sembra fatta apposta per dissuadere gli italiani dall'avvento di una qual si voglia riforma in senso federalista.Appare evidente, invece, che l'azione di risanamento dei conti pubblici portata avanti dal Governo in questi ultimi anni è avvenuta non tanto attraverso il contenimento della spesa, soprattutto di quella previdenziale, ma grazie all'aumento della tassazione sia a livello centrale che locale, e soprattutto con la miriade di aumenti tariffari che attenderanno anche per quest'anno tutti gli italiani dopo la pausa estiva.Ma l'operazione di "tosatura" da parte di questo esecutivo non finisce qui.A partire dal periodo di imposta 1999 entrerà in vigore l'addizionale comunale Irpef e si articolerà in due aliquote distinte una determinata dallo Stato e da applicare su tutto il territorio nazionale e non provocherà aggravi ai cittadini, in quanto vi sarà una corrispondente riduzione delle aliquote Irpef, mentre l'altra sarà, a carico dei singoli Comuni e proprio questa sarà la causa di un ulteriore inasprimento della pressione fiscale e ancora una volta concentrata sul ceto medio.Infatti l'addizionale può essere applicata fino ad un massimo dello 0,5% nel corso di un triennio con un valore massimo dello 0,2% annuo.Ebbene i dati che emergono sono allarmanti. Un imprenditore con un utile di 40 milioni pagherà già nel 1999 100 mila lire circa in più rispetto al 1997 e l'aumento è proporzionale per tutte le altre fasce di utile (con 50 milioni di utile l'aumento sarà quasi 300 mila lire, mentre con 60 milioni di utile l'aumento sarà pari a quasi 600 mila lire). Ma anche il dipendente non se la cava meglio, dal momento che a partire da un imponibile contributivo di 45 milioni si assiste subito ad un aumento di 100 lire e l'aumento si verifica fino ai 300 milioni di imponibile dopo di che si assiste, invece, ad una notevole diminuzione delle imposte a partire dai 2 milioni in meno per un imponibile contributivo di 400 milioni fino agli oltre 15 milioni in meno per un imponibile contributivo di 700 milioni.Ma a pagare di più, per compensare il vantaggio fiscale che ne avranno le grandi imprese dall'applicazione dell'Irap, saranno poi ancora una volta i piccoli e piccolissimi imprenditori. Visto e considerato che con la nuova imposta le imprese individuali con 1-2 addetti, cioè quelle che in precedenza non erano soggette all'Ilor, saranno costrette a pagare di più».Ciò, anche, dal momento che il 90% delle società quotate in Borsa da questa riforma ci guadagneranno. A perderci invece non sarà solo la fascia d'imprese citata in precedenza, ma anche le aziende con un alto indebitamento e non è un mistero che le nostre piccole imprese, proprio a causa di una storica sottocapitalizzazione, sono indebitate in maniera consistente e particolarmente a breve termine. Una situazione molto pericolosa che dovrebbe indurre a preoccupate riflessioni anche sul futuro dell'occupazione alla luce del fatto che circa il 65% degli occupati in Italia (escluso il Pubblico impiego) lavora nelle aziende con meno di 20 addetti.Dopo l'Eurotassa (in attesa della promessa di una parziale restituzione), quindi, arriverà una nuova stangata per il ceto medio questo volta grazie all'Irap ed al "falso federalismo fiscale" che ne deriva.

[pensiero]

Cgia: il bonus fiscale non arriva dall'evasione
Redazione

Gli artigiani di Mestre della Cgia contestano «l'affermazione dell’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, secondo cui il bonus fiscale non sarebbe il frutto della ripresa economica in atto bensì il risultato consolidato della lotta all’evasione fiscale portata avanti in questi anni». «Nulla di più falso - commenta il Segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - la verità è che gran parte del bonus è il frutto della combinazione di una serie di misure fiscali prese negli ultimi anni che hanno ridotto le detrazioni e le deduzioni fiscali aumentando da un lato la base imponibile e dall’altro ridotto la possibilità per molti contribuenti di 'scaricarsì molte imposte. Inoltre, non bisogna dimenticare - aggiunge Giuseppe Bortolussi - che con l’applicazione degli studi di settore la pressione tributaria sulle piccole e micro imprese è aumentata». La Cgia ricorda che la tesi sostenuta in questi giorni da Visco non è per niente attendibile, visto che proprio l’ex ministro delle Finanze ha presentato nello scorso autunno al Parlamento italiano una relazione che dimostrava il totale fallimento dell’azione di riscossione che,nel periodo 1995/1998, ha portato nelle casse dello Stato poco più di 7.000 miliardi. «Ebbene - conclude Bortolussi - Visco ci deve dimostrare come nel solo 1999 ha fatto a recuperare quasi 15.000 miliardi dalla lotta all’evasione. E’ per questo che siamo pronti a sfidarlo a dimostrare questa tesi».

[ossoduro]

Pensierino, leggiti i dati del Ministero



Boom delle entrate fiscali nei primi 11 mesi del 2003
Il gettito dell'Irpef comunale cresciuto del 46,7 per cento
Tributi locali, Comuni e Regioni tartassano i contribuenti


E' l'effetto delle decisioni del governo di tagliare
i trasferimenti agli enti territoriali

ROMA - Il governo ha tagliato i trasferimenti a Comuni e Regioni. E gli enti locali sono corsi ai ripari. Hanno tentato di mettere a posto i conti e di far fronte alle spese aumentando i prelievi ai propri contribuenti. Il risultato è stato un aumento delle tasse locali, tanto che il 2003 può essere considerato un anno boom per i tributi locali.

L'Irpef comunale, nei primi 11 mesi del 2003, ha segnato un incremento del gettito pari a 46,7% rispetto all'anno precedente, così come l'addizionale regionale ha visto il gettito lievitare del 20,6%. A scattare la "fotografia" del gettito è un documento, relativo ai primi 11 mesi del 2003, elaborato dal Dipartimento per le Politiche Fiscali del ministero dell' Economia, relativo ai primi 11 mesi del 2003. Un documento dal quale emerge che le entrate locali hanno risentito in particolare dei ritocchi di aliquota per l'Irpef comunale decisi per il 2002, prima che scattasse il "congelamento", da parte di alcuni Comuni (599 l'hanno introdotta per la prima volta, 1.549 l' hanno aumentata) e di sei Regioni.

Nel complesso le tre entrate fiscali locali monitorate dal ministero dell' Economia (Irpef comunale, Irpef regionale e Irap) hanno dato, tra gennaio e novembre 2003, un gettito di 30.545 milioni di euro con un incremento percentuale dell'8,2% rispetto allo stesso periodo del 2002. In soldoni si tratta di 2.306 milioni di euro di maggiori incassi, l'equivalente di 5.500 miliardi di vecchie lire.

Irpef comunale. L'imposta che ha visto, in termini percentuali, lievitare di più le proprie entrate è stata l'Irpef comunale. L'addizionale che i comuni possono decidere di applicare sull'Irpef ha dato 1.457 milioni di gettito in 11 mesi, (+46,7%) rispetto allo stesso periodo del 2002. Nel solo mese di novembre il gettito è stato pari a 131 milioni di euro (+57 milioni di euro, pari al +77%). Il gettito è aumentato grazie alla decisione di 599 comuni di istituire per la prima volta l'addizionale. Non solo. A fronte di 42 comuni che nel 2002 hanno deciso di togliere questo balzello o di ridurne l'entità, [/B]ve ne sono stati ben 1.549 che hanno invece deciso un aumento.[/B]



Irpef Regionale. L'addizionale Irpef incassata
dalle Regioni, invece, ha dato un gettito pari a 5.387 milioni di euro tra gennaio e novembre 2003, mettendo a segno una crescita di 920 milioni di euro, pari ad un +20,6%. Anche in questo caso l'incremento è dovuto all'utilizzo della leva fiscale da parte di sei regioni che nel 2002 hanno deciso di aumentare
l'aliquota che l'anno precedente era stata dello 0,9% in tutta Italia. A stabilire diverse aliquote in funzione delle fasce di reddito sono state la Lombardia, le Marche, il Piemonte, la Puglia, l'Umbria e il Veneto.

L'Irap. La crescita è stata più contenuta: più 4%. Ma l'incasso dell'imposta regionale sulle attività produttive è stato comunque consistentee: 922 milioni di euro di gettito in più. E' l'imposta locale più pesante: nei primi 11 mesi del 2003 ha dato un gettito di 23.701 milioni, contro i 22.779 dell' anno precedente. L'incremento è dovuto esclusivamente all'Irap pagata dal settore pubblico e non dall'imposta versata dalle società: l' Irap versata da enti e istituzioni pubbliche è infatti aumentata del 12,5%, fornendo un gettito totale di 8.279 milioni. Nel valutare i dati, però, il documento del ministero mette in risalto che la crescita del gettito dell'Irap pubblica è dovuto al fatto che alcune somme che dovevano essere versate nel 2002 sono state pagate solo nel 2003.


(24 febbraio 2004)

[pensiero]

In origine postato da Autarkico
Meglio che ti calmi, sennò chiamiamo la neuro...

Il fatto è che gli sta sulle balle che gli ho postato tutti gli aumenti che hanno fatto loro

[Autarkico]

Cmq, dalle reazioni da checca isterica di Brunik si è potuto vedere che cosa rappresenta l'opposizione: UNA MASSA DI FALLITI!

[Autarkico]

In origine postato da benfy
in pratica il condono è una tassa perchè ci sono delle velate minacce a chi non aderisce di subire controlli a tappetto della finanza e con la burocrazia che c'è in italia qualcosa si trova sempre

Se la vogliamo mettere su questo punto, allora diventa un efficace strumento punitivo delle politiche (assenti) di controllo del Centrosinistra.
Mi aspetto reazioni da ultrà. Vuol dire che la verità fa paura.
E la paura, si sa, fa 90.

[pensiero]

x Autarkico...questo è quello che sostiene il presidente degli artigiani di Mestre Bortolussi, personaggio che non ha timore di dire che è dalla parte del centrosinistra, negli ambienti politici è però apprezzato da tutti e due gli schieramenti in quanto dotato di onestà intellettuale.....ha fatto l'assessore per qualche mese nel comune di Venezia con il Sindaco Costa eletto con una giunta di sinistra, dopodichè senza troppe polemiche, ma evidentemente visto come andavano le cose si è dimesso....quindi lui sostiene questo:

Giovedì, 4 Marzo 2004





CGIA MESTRE


"La pressione fiscale ? Nel 2003 è scesa di 0,6 punti percentuali rispetto al 2002. Infatti, se togliamo i 19,9 miliardi di euro incassati dal fisco italiano per via delle varie sanatorie fiscali, l'incidenza delle imposte e dei contributi versati dagli italiani al fisco ha toccato la quota del 41,3\% sul Pil anziché del 42,8\%. Incidenza, quest'ultima, certificata' nei giorni scorsi proprio dall'Istat e ottenuta includendo, giustamente, anche il gettito dei vari condoni fiscali applicati l'anno scorso. Importi questi ultimi che sono stati pagati da una ristretta minoranza di contribuenti che hanno sanato le loro pendenze con il fisco italiano. Con questa analisi dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre, voglio sgombrare il campo da possibili strumentalizzazioni politiche. La pressione fiscale, seppur in maniera ancora troppo lenta, tende ad abbassarsi e non a crescere. Insomma, il Governo Berlusconi può piacere o meno ma l'obbiettività sui risultati ottenuti non può venire meno". Dalla CGIA ricordano che per i redditi al di sotto dei 25 mila euro (dove ritroviamo il 75\% circa dei redditi da lavoro dipendente) nel 2003 le tasse sono diminuite. Dai calcoli eseguiti dall'Ufficio studi si è tenuto conto delle disposizioni fiscali adottate dal Governo in riferimento all'Irpef sia agli incrementi delle retribuzioni contrattuali nel periodo considerato sia della variazione dei prezzi sempre tra il 2001 e il 2003. Inoltre, si è tenuto conto anche degli incrementi, dove sono avvenuti, delle addizionali regionali e comunali dell'Irpef. Ebbene, prendendo in considerazione il caso di un lavoratore dipendente con un figlio a carico avente un imponibile Irpef di 20.000 euro, tra il 2001 e il 2003 - nelle regioni dove non sono state applicate le addizionali regionali Irpef il risparmio fiscale è stato di 140,61 euro (se nel Comune di residenza non è stato applicato l'aumento dell'addizionale Irpef) o di 100,83 euro nel caso ciò fosse avvenuto.

[benfy]

io sono contro i condoni ma se la legge me lo permette ed è nei miei interessi usarli li uso.

[pensiero]

In origine postato da benfy
io sono contro i condoni ma se la legge me lo permette ed è nei miei interessi usarli li uso.

giusto, anche se per coerenza non bisognerebbe farlo dopo aver tanto contestato.....