E ora il Pd è alle prese con il deputato che odia i pisani
Dopo il problemone-Binetti, il Pd affronta un nuovo caso di libertà di coscienza: quello di Piero Cellai, deputato livornese che odia i Pisani. Il Cellai raccoglie firme per inserire nella Costituzione il detto «Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio» (per ora solo la sua e quella di Calderoli, convinto che i Pisani siano extracomunitari). Il Cellai precisa che la sua non è una battaglia personale ma politica: «Ho tanti amici pisani, mi fanno tenerezza, ma non possono pretendere di avere gli stessi diritti degli italiani». Anche Paola Binetti puntualizza che i gay le stanno simpatici: «Avete mai visto due uomini che si baciano sulla bocca? Sono spassosissimi, da morire dal ridere!» (quella di Paola Binetti è un’opinione autorevole perché lei è una neuropsichiatria. Un po’ come se Previti facesse il poliziotto). Tornando al Cellai, nel Pd c’è chi vuole espellerlo ma Bersani invita alla cautela: «Le opinioni di Cellai non sono quelle del partito ma non possiamo condannare il dissenso interno, garanzia di libertà e vitalità. Del resto, quando abbiamo accolto Cellai nel Pd sapevamo che lavorava a un nuova traduzione dei romanzi di Pessoa perché riteneva che quella di Tabucchi tirasse l’acqua al mulino dei pisani. Lo stesso Veltroni ha scritto la prefazione al ‘libro dell’Inquietudine’ tradotto dal Cellai con il titolo ‘Boia dé!’. Inoltre, se espelliamo Cellai ne facciamo una vittima. Inoltre, vota per me». Cellai ha incassato la solidarietà di Nando Gusberti, il deputato del Pd favorevole all’evasione fiscale e al carcere per i commercialisti. Gusberti, nel suo saggio «Excel è una merda e và sempre in bomba», teorizza l’inutilità della dichiarazione dei redditi e la soppressione della Corte dei Conti. «Nemmeno le opinioni di Gusberti sono quelle del partito - ammette Bersani - ma alimentano il pluralismo interno. Inoltre, le regole per l’espulsione sono troppo complicate (ok: non ci sono, ci siamo dimenticati di scriverle, va bene?). Inoltre, anche lui vota per me».
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