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    Predefinito tratto da L'OPINIONE 22 ottobre 2004

    Barroso conferma Buttiglione



    José Manuel Durao Barroso non cambierà il portafoglio assegnato a Rocco Buttiglione, a dispetto delle pressioni esercitate da socialisti e liberali, rispettivamente secondo e terzo gruppo al parlamento europeo. Ieri si è limitato a proporre un compromesso: Buttiglione sarà affiancato da altri commissari per la gestione, sotto la supervisione del presidente, delle questioni attinenti alle libertà civili.

  2. #12
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    Predefinito tratto da IL GIORNALE DI BRESCIA 28 ottobre 2004

    DICHIARAZIONI EUROPEE

    Buttiglione e quello che pensano quasi tutti

    Nel tempo del «pensiero debole» assurto al rango di speculazione filosofica, del «politicamente corretto», l’on. Rocco Buttiglione si è permesso di esprimere i convincimenti suoi e di larghissima parte dell’opinione pubblica (non solo cattolica) rispetto a taluni temi decisivi per la salute di un popolo e delle sue istituzioni. Codeste dichiarazioni hanno toccato i nervi scoperti di coloro i quali magari plaudono al Papa quando fa loro comodo per poi risospingere l’insegnamento della Chiesa nell’ambito angusto dei sacri palazzi. Insomma, Buttiglione e chi la pensa come lui stiano zitti. Non c’è diritto di parola per loro. Conosco personalmente il ministro Buttiglione per aver condiviso un tratto di storia del Ppi e poi del Cdu. Chi davvero lo conosce non può negare una sua innata propensione al ragionamento senza compromessi per il semplice gusto di apparire compiacente e quindi piacente. Le conquiste della ragione, la discussione delle opinioni, il procedimento logico nella dimostrazione delle tesi, la passione per le «quaestíones», l’analisi del linguaggio in forma sistematica, oggi, si risolvono in crampi mentali ovvero slogans. Piccole pillole indigeribili per chi ama capire. Ottimo viatico per gli imbecilli. Non ci vuole un fegato smisurato per mandare a farsi friggere le occhiute vestali del relativismo etico che imperversano soprattutto nei talk-show rovesciando fuori dal teleschermo una nauseante onda di boiate colossali. E allora, facciamolo; senza timore diciamo «apertis verbis» ciò che speriamo e crediamo, a costo di passare per integralisti. Non è forse anche questo il mantenersi fedeli al monito paolino di «fare la nostra bella professione di fede» con le parole e le opere? Bisogna resistere alle false alternative in cui inciampano gli incauti che affrontano i problemi connessi tra la ragione e la fede accampando l’idea di un coraggio innovatore che invece produce l’effetto di sprofondarci nella notte, nel dolore, nel silenzio gelido dell’anima. Davanti a nuovi ed antichi problemi che agitano la comunità è ancora possibile mantenere la libertà di spirito, onestà intellettuale, senza cedere quindi e contaminazioni del cristianesimo con le filosofie neo pagane. 11 contrario altro non può che coincidere con il conformarci alla mentalità di questo mondo, ritornare, come il cane al proprio vomito, alla schiavitù di quelle tenebre dissipate dalla libertà che Cristo continua ad offrirci. Siate sale! Non vergo-gnatevi! Mòniti, sì! Al tempo stesso, riferimenti che possono e debbono ordinare e conferire anima all’azione di coloro i quali sono gli eletti nelle istituzioni. Vi è una pretesa, una sorta di rivendicazione che i cattolici, fuori da ogni tiepidume accomodante, devono far emergere nei confronti di chicchessia: ovvero poter esprimersi ed essere rispettati. Un vero laico sa che, per un cattolico l’adesione a Cristo e al Magistero della Chiesa che custodisce e determina la «regola della fede», permea per intero la vita, cosicché l’atteggiamento rispetto a quei problemi che implicano la dimensione morale in forma preminente, sono «naturalmente» prevedibili. E allora, perché tanto scalpore per le dichiarazioni del ministro Butti-glione? Lo sanno che è cattolico! Ciò gli è valsa una livida bocciatura in sede Ue. La risposta ce l’ha fornita il giornalista eurodeputato rosso Michele Santoro all’indomani del voto. Egli si è pressappoco così espresso a microfoni aperti: «Ho ascoltato Buttiglione e non ho potuto votarlo». Buttiglione quindi è reo di non avvertire il bisogno di uscire fuori dalla via della fede, della tradizione, del magistero. Non vuole saperne di adeguarsi ai tempi, di accomodarsi alla mensa imbandita dai servi di certo progressismo e mangiare, per compiacere, per accomodare e ottenere una carriera assicurata, uno schifoso minestrone cucinato nel pieno rispetto di quelle ricette che corrispondono al ricercato e tipico sapore del ciarpame sottoculturale che anima i salotti radical-sciccosi dei mangiapreti. Il Papa ce l’ha messa tutta, nel raccomandare al Parlamento Europeo di evidenziare nel testo della Carta Costituzionale della Comunità il richiamo alle radici giudaico-cristiane. Sappiamo com’è andata a finire; hanno infilato i tappi nelle orecchie e il Santo Padre l’hanno mandato a farsi benedire, con garbo, però. Povero Papa. No! Poveri loro che hanno ritenuto di liquidare l’iniziativa della Santa Sede come una intrusione nello spazio della libertà delle istituzioni civili. Si sa, il buon giorno, si vede dal mattino. La vicenda che riguarda l’on. Buttiglione che non ottiene voti sufficienti, l’imprimatur, il nihil obstat a ricoprire il ruolo di commissario alla Giustizia è un preciso avvertimento. Il «non expedit» si è ripresentato; non dalla gerarchia cattolica ma dalla parte di sedicenti laici, rovesciato e così riassumibile: cattolici; se pensate fatelo. Se volete parlare fatelo, ma a voce bassa. Nelle catacombe.

    Dott. PAOLO BOTTI

  3. #13
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    Predefinito tratto da LA GAZZETTA DI PARMA 28 ottobre 2004

    Frattini: Governo fermo su Buttiglione

    DALLA REDAZIONE ROMANA - ROMA - Il ministro degli Esteri Frattini conferma la candidatura di Buttiglione, Berlusconi si rimette alle decisioni del Ppe, che fino ad ora ha difeso con forza il commissario designato italiano. La situazione è di stallo. Barroso dovrà ricominciare le trattative con i governi europei. Berlusconi è costretto a rinviare, e forse a riconsiderare, il rimpasto del governo fino a quando non sarà decisa la sorte di Buttiglione. Intanto non gli fa piacere andare domani alla firma della Costituzione europea con questa vicenda irrisolta. Comunque la scelta del governo, ieri, è stata di orgogliosa difesa, almeno sul piano ufficiale, di Buttiglione che, ha affermato Frattini, « è e resta il candidato dell'Italia » . Il ministro si è detto convinto che i colloqui del presidente del Consiglio con Barroso e gli altri capi di governo « saranno costruttivi » e risolveranno questa partita, che per il governo resta però imbarazzante. Il premier è stato infatti molto cauto quando, durante il vertice di maggioranza, ha commentato la scelta di Barroso a Strasburgo. « Le mie scelte » , ha detto, ricordando il voto dei popolari europei, « rientrano in quelle del Ppe, ora la vicenda farà il suo corso, io non voglio colpi di mano, non è che faccio un'operazione diversa dal mio gruppo, le decisioni si prendono in quell'ambito » .

  4. #14
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    Predefinito tratto da VIRGILIO News 28 ottobre 2004

    UE/BERLUSCONI: SINISTRA BOICOTTA INTERESSE NAZIONALE (STAMPA)

    28/10/2004 - 09:05

    "Rinvio voto non è una nostra sconfitta"

    Roma, 28 ott. (Apcom) - Un ultimatum ("Le promesse si mantengono se no vado a casa...") accompagnato da una certezza: "Stiamo cambiando l'Italia". E, dopo il caso Buttiglione e il rinvio del voto alla commissione Barroso, un attacco al centrosinistra: "Non ha perso l'occasione per boicottare l'interesse nazionale". Il premier Silvio Berlusconi, in un'intervista alla Stampa, commenta quanto avvenuto al Parlamento europeo, ma guarda già alle politiche del 2006 e alla sfida con Prodi che sarà "diversa" da quella di dieci anni fa, vinta dal Professore "per una distorsione di questo sistema elettorale".

    Cosa accadrà nel 2006? "Il Paese sarà chiamato ad esprimere il proprio giudizio - rilancia Berlusconi - sul primo governo di legislatura della storia repubblicana, sul primo candidato presidente che si è presentato agli elettori firmando un contratto, che ha mantenuto gli impegni assunti in quel contratto e che ha proposto agli italiani riforme attese da decenni, una politica estera di successo, una politica economica equa e di rilancio".

    Sul fronte delle tasse il premier ribadisce che "faremo le tre aliquote": "Con Siniscalco - spiega Berlusconi - abbiamo individuato alcune ipotesi che abbiamo sottoposto agli alleati. Siamo vicini ad individuare con precisione fonti di copertura condivise da tutta la coalizione".

    Il rinvio del voto alla Commissione Barroso? Non è da considerarsi "una nostra sconfitta" risponde Berlusconi e conclude: "Piuttosto ancora una volta la sinistra italiana non ha perso l'occasione per boicottare l'interesse nazionale. Quando eravamo all'opposizione abbiamo appoggiato i governi di centrosinistra in fondamentali decisioni di politica estera che senza il nostro contributo decisivo non sarebbero state mai prese e avrebbero esposto il Paese a brutte figure".

    copyright @ 2004 APCOM

  5. #15
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    Predefinito tratto da http://www.terzarepubblica.it 22 dicembre 2005

    L’allieva di Helmut Kohl supererà il maestro?
    Una donna che cambierà l’Europa
    La Merkel si attiva da subito per dare una svolta all’Ue. E lavora in sinergia con l’Italia


    Alessandra Servidori

    Faticoso ma vincente il compromesso sul bilancio Europeo 2007-2013. E l’intesa raggiunta alle prime luci dell’alba è tutta opera di Angela Merkel, paziente e arguta Cancelliere-Penelope di una Europa che così va avanti. Decisivo infatti è stato il ruolo della Germania, primo contribuente Ue, che ha accettato di versare altri 3 miliardi e ha così “costretto” Tony Blair a fare un passo indietro rinunciando al preteso sconto di 10,5 miliardi.

    Dunque la Signora Cancelliere ha cambiato rotta rispetto al suo predecessore Schroeder, stretto in un’alleanza con la Francia di Chirac che metteva sistematicamente alle corde Londra. La Merkel si è presentata a Bruxelles con grande stile e cautela, atteggiamento riservato, occhi azzurri accoglienti, dolce sorriso, piglio da domatrice. Ha cercato e trovato nuovi alleati, nuove strategie, lungimiranti partnership. L’allieva di Helmut Kohl supererà il maestro? L’inizio è di buon auspicio e la signora si è già lanciata nella promessa di rilanciare e qualificare la Costituzione europea, iniziativa ben più complicata del bilancio della Commissione.

    Così l’incontro tra Angela Merkel e il presidente Berlusconi a Roma assume un’importanza straordinaria per il nostro Paese giacché l’obiettivo italiano di difendere i fondi di coesione per il Sud di 24,5 miliardi è stato raggiunto, così come la posizione del nostro Paese è tra i contribuenti netti al bilancio comunitario. Alle quattro regioni italiane Obiettivo 1 si sono aggiunte la Sardegna e la Basilicata, e ben 500 milioni per lo sviluppo rurale: negare, come si accanisce a fare la sinistra, che anche per l’Italia è stato un successo è miope e ridicolo, così come è stupefacente Romano Prodi che continua, nonostante il risultato, ad accusare il Governo di essere asservito alla logica britannica e soprattutto di essere isolato. Siamo in ottima compagnia e, se pur è incauto affermare che l’Europa si è lasciata alle spalle un periodo di crisi che l’ha portata sull’orlo della frantumazione per i problemi di politica internazionale, i tragici referendum francesi e olandesi sulla Costituzione europea e gli scontri tra Blair e Chirac, ora, a ridosso del Natale, il futuro dell’Unione pare più certo e tranquillo.

    Angela Merkel ha riconsegnato nelle mani della Germania quel ruolo di leadership ultimamente perso. Tra i 25 Paesi l’asse franco-tedesco non sarà più dominante e non destabilizzerà più i rapporti tra membri della comunità e fra Europa e Stati Uniti. Angela Merkel poggia il suo Governo sulla grande coalizione potenzialmente foriera di grandi novità e probabilmente in grado di coordinare gli sforzi per il rilancio dell’Europa su aspetti istituzionali così come in ambiti internazionali su delicati problemi che coinvolgono rapporti commerciali e liberalizzazione del commercio mondiale. E in questo contesto l’Italia non ballerà da sola, ma sarà al centro del sistema, anche in una logica di buoni rapporti che si stanno definendo tra Merkel e Berlusconi. Per investire nei prossimi mesi infatti bisognerà avere coraggio e buoni alleati sui temi dominanti: borsa, bond, liquidità, dollaro, petrolio, casa, oro. Sia la Banca Centrale Europea che la Fed, guidata da Bernanke, non forniscono indicazioni inequivocabili sul tenore delle decisioni future, ma unica certezza condivisa è la lotta preventiva all’inflazione. Dobbiamo ricordarci che in Europa l’aumento del costo della vita viaggia sempre sopra il 2% e negli Stati Uniti si mantiene sotto il 4%. Dunque una buona alleanza per acchiappare la ripresa economica che si annuncia è indispensabile, e l’asse Merkel-Berlusconi ne è la garanzia più certa.

 

 
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