Costruire computer inquina. Una ricerca promossa dalle Nazioni Unite rivela che per produrre un computer deve essere impiegata una quantità di combustibili fossili e prodotti chimici pari a 10 volte il peso del prodotto finito. Senza contare, prosegue il rapporto dell’Onu, che la vita molto breve dei prodotti informatici produce montagne di rifiuti, fra i quali è possibile trovare piombo nei tubi Crt e nelle saldature, antimonio triossido e polibrominato ritardanti nei contenitori, cavi e schede, selenio in schede e alimentatori. Senza contare cadmio in schede e semiconduttori, cromo negli anticorrosivi, cobalto nelle parti metalliche, mercurio in interruttori e contenitori.

Gli autori dello studio sono del parere che sia produttori che utilizzatori di queste attrezzature, anziché allo smaltimento, dovrebbero essere incentivati in ogni modo al riuso ed all’upgrade. Man mano che i pc diventano più piccoli ed energeticamente efficienti, il loro impatto ambientale dovrebbe ridursi, ma secondo l’Onu sta accadendo il contrario.

Per fabbricare un pc completo di monitor del peso di circa 24 Kg sono necessari almeno 240 Kg di combustibili e 22 kg di prodotti chimici, a cui vanno aggiunte 1,5 tonnellate di acqua. Se confrontiamo questi dati con il caso di un frigorifero o di un’auto, che richiedono mediamente solo una o due volte il loro peso in combustibili, si può intuire l’impatto ambientale causato dalla produzione di 130 milioni di pc nel mondo.

Lo studio esprime soddisfazione per la nuova legislazione, che entro l’anno sarà operativa nell’Unione Europea, allo scopo di responsabilizzare le aziende del settore sul tema dello smaltimento dell’hardware, anche se resta da vedere quanto sarà applicata

Red
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