Il Secolo D'Italia 10.3.2004
L’ultima rilevazione di Mannheimer “fotografa” l’avanzata di Alleanza nazionale
La destra cresce e rosicchia voti...
ROMA. Il triciclo è uno sforzo inutile, Rifondazione una risorsa da non sciupare per l’Ulivo, mentre nella Cdl An aumenta i suoi consensi anche a discapito di Forza Italia. È questa una delle considerazioni che emergono leggendo l’ultimo sondaggio di Renato Mannheimer apparso ieri sul “Corriere”. Il titolo non lascia dubbi: «Opposizione in vantaggio sul Polo, ma la Sinistra frena il Triciclo». Nell’occhiello scopriamo che dentro la Cdl crescono il partito di Gianfranco Fini e quello di Umberto Bossi, calano gli azzurri e i centristi (anche se di poco). Impietose le tabelle che, se registrano una crescita complessiva del Centrosinistra (in totale l’Ulivo salirebbe al 40 per cento contro il 35 del maggio 2001), vedono An passare dal 12 per cento al 13,6; la Lega crescere dello 0,6 (passando dal 3,9 al 4,5), Forza Italia calare vistosamente dal 29,5 al 22,5 e l’Udc perdere quota dal 5,5 al 4,3. In totale la Cdl si attesa al 45 per cento (contro il 52 delle scorse politiche) mentre le opposizioni, divise in mille rivoli, superano di un’inezia il 50 per cento (contro il 43,9 delle politiche). Il dato, ovviamente, non è esaltante per la coalizione di governo, ma si presta a molte letture incrociate, tutte interessanti e da monitorare. Quanto al calo della Cdl, l’ultimo sondaggio dell’esperto, ospite fisso di Bruno Vespa, non fa che confermare un trend già fotografato da molte simulazioni di voto. Con una differenza profonda: An, data in calo a vantaggio dell’Udc, cresce vistosamente, non solo rispetto alle passate europee (quelle sciagurate dell’esperimento elefantino), ma rispetto alle politiche. Il partito di Casini e Follini, tutto ingessato nel suo moderatismo istituzionale, perde colpi. Forse si potrebbe desumere che gli elettori premiano le identità forti (An e Carroccio, anche se quest’ultimo cresce impercettibilmente). A sinistra, poi, non è tutto oro quello che luccica. A fronte di una crescita globale, infatti, si deve fotografare il fallimento della lista a quattro composta da Margherita, Ds, Sdi e repubblicani europei. La loro somma, che non arriva al 35 per cento, è identica alla somma dei voti presi dai singoli partiti alle ultime elezioni. A crescere è soltanto Rifondazione che sale dal 5 per cento al 7. Nullo anche l’«effetto Achille»: la lista Di Pietro, per ora, perde lo 0,4 rispetto al 2001. Un altro aspetto monitorato è la mobilità interna ai due schieramenti: oltre il 40 per cento di elettori di Forza Italia dichiara di non confermare il suo voto (l’11,9 dichiara che voterà per An), mentre oltre 52 per cento degli elettori della destra confermano la loro intenzione. GLO. SA. ROMA.
E LA DESTRA ROSICCHIA, ROSICCHIA, RODE ...