Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 90/09 del 15 ottobre 2009, Santa Teresa d’Avila

Rassegna stampa del 15.10.2009

La Grande Gerusalemme per la Grande Israele (senza cristiani)
C'è sempre stato un solo protagonista, negli oltre sessant'anni in cui si è dipanato il più lungo e confuso conflitto nella storia recente del Medio Oriente: la mappa. Sono state sempre le cartine - disegnate a tavolino, discusse, segnate dal sangue, controfirmate negli armistizi, cambiate dai fatti sul terreno - a rappresentare la realtà del conflitto tra israeliani e palestinesi. La geografia, messa nera su bianco, continua a raccontare cosa sta succedendo dietro le quinte. Negli uffici delle autorità di governo e della burocrazia israeliane. Così come a Washington, in tutte le stanze che si occupano del dossier israelo-palestinese tra Casa Bianca e Dipartimento di Stato. Ancora una volta, com'è successo nei momenti più determinanti del conflitto, lenti di ingrandimento, matite e righelli sono tutti sulla mappa di Gerusalemme. Anzi, per meglio dire, di quella che per convenzione si chiama ormai Grande Gerusalemme, un'area che dal cosiddetto bacino sacro (i luoghi santi alle tre religioni del Libro) si irraggia sin verso le colline che circondano la città sulle due direttrici principali, a nord verso Ramallah, e a sud verso Betlemme. Lì, sulla cartina della Grande Gerusalemme, contendenti e negoziatori stanno discutendo - aspramente, per usare un eufemismo -, e non tanto sul congelamento della crescita immobiliare delle colonie in Cisgiordania. La questione nodale, insomma, non è l'aumento della cubatura degli insediamenti israeliani che ormai costellano la Cisgiordania, dividendola - attraverso un sistema articolato e complesso di strade separate, zone industriali, aree militari, check-point, muro di separazione - in veri e propri cantoni. Il problema è lì ormai da decenni, riguarda la presenza di oltre 280 mila israeliani che vivono e lavorano nelle grandi colonie, e che sarà impossibile sradicare, se non a costi altissimi. Ora la questione cruciale riguarda il futuro e lo status di Gerusalemme, cuore (simbolico e non solo) di tutti i negoziati.
(Fonte: www.terrasanta.net del 5.10.2009)
http://www.terrasanta.net/terrasanta...870&wi_codseq=

Polli americani alla varechina per noi polli europei
Milàn - Gli Usa non si accontentano di aver inquinato la cultura e la qualità alimentare europea con fast food e ogm, adesso vogliono a tutti i costi che il Vecchio Continente apra le porte al loro pollame di batteria trattato con sostanze tossiche. E la Coldiretti prende posizione affermando che occorre respingere il pressing degli Stati Uniti per esportare il pollo alla varechina in Europa dove i consumatori non sentono alcun bisogno di questa preoccupante novità. L'associazione di categoria da tempo è insorta contro la richiesta degli Stati Uniti al Wto di risolvere la disputa con l'Unione Europea sui polli al cloro attraverso un gruppo d'esperti, proprio in occasione del World Egg day che si festeggia il 9 ottobre in onore di un alimento come l'uovo, di diffusissimo consumo in tutto il mondo: due miliardi ogni giorno. Il divieto imposto dall'Unione Europea è stato stabilito nel 1997 a causa, sottolinea la Coldiretti, del metodo utilizzato negli Usa per il trattamento delle carcasse di pollo desinate al consumo alimentare con bagni di antimicrobici (prodotti a base di ipoclorito di sodio, comunemente chiamata varechina). Una procedura vietata nell'Unione Europea dove è stabilito che, per tale trattamento, si debba utilizzare acqua potabile. Nello specifico, precisa la Coldiretti, sono i prodotti usati negli USA (biossido di cloro, cloruro di sodio acidificato, fosfato trisodico e per ossiacidi) che sollevano molte perplessità sia per quanto riguarda possibili reazioni chimiche, variazioni del gusto, effetti tossici in caso di ingestione dei residui di queste sostanze, così come il rischio di insorgenza di ceppi di batteri resistenti come conseguenza dell'uso estensivo degli antimicrobici. (…)
(Fonte: www.ilpadano.com del 9 ottobre 2009)

Esercito Usa: guardarsi alle spalle dal fuoco amico
l presidente statunitense Barack Obama ha annunciato ieri sera (questa mattina in Italia) al Convention Center di Washingotn la fine della politica del «non chiedere, non dire», che permetteva ai gay di arruolarsi nelle forze armate soltanto a patto di non dichiarare il proprio orientamento sessuale. Le parole pronunciate da Obama al gala della Human Right Campaign danno dunque il via libera alla piena partecipazione di gay e lesbiche nelle forze armate Usa. Il presidente, tuttavia, non ha fornito date e scadenze a proposito della rimozione del bando per i gay nell’esercito. Questo aspetto potrebbe non soddisfare appieno alcuni gruppi e attivisti che avevano chiesto invece tempi certi.
(Da La Stampa del 11.10.2009)

Arcivescovo di Kirkuk: da 1600 anni l'Iraq è un Paese di martiri
Kirkuk (AsiaNews) – Da 1600 anni l’Iraq è un Paese di martiri, che trova nello Spirito Santo e nell’Eucaristia la forza di testimoniare la fede nonostante le persecuzioni. È quanto dichiara ad AsiaNews mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, alla vigilia della settimana di celebrazioni per ricordare i 1600 anni dal massacro dei martiri irakeni. Una lunga serie passata e presente di violenze, che non hanno però interrotto la storia sacra dei cristiani … e il loro cammino. Nel 409 d. C. centinaia di cristiani sono stati decapitati per la loro fede. Fra loro – racconta mons. Sako – una vedova chiamata Scirin-Miskenta, con due figli, e il generale Tahmazgerd, che ha eseguito il decreto del re, il quale aveva ordinato il massacro. Vedendo la fede, la serenità e la fiducia della vedova – continua il prelato – Tahmzgerd si è convertito al cristianesimo e per questo è stato decapitato in seguito. Verso il 470, per ricordare il massacro dei cristiani, il vescovo di Kirkuk Maruta ha costruito un santuario sulla collina in cui sono stati sepolti i martiri. La chiesa Rossa, questo il nome dell’edificio, … è oggi il cimitero dei caldei; le reliquie dei martiri, esposte sull’altare principale, sono da sempre meta di processioni dei fedeli. (…) La storia delle violenze e delle persecuzioni contro i cristiani non è mai stata interrotta. Rapimenti, sequestri, omicidi mirati, famiglie in fuga sono la drammatica testimonianza di una “catena di martiri – sottolinea mons. Sako – che continua. Il nostro Paese è disseminato di santuari dei martiri che la gente visita senza sosta, è una spiritualità del martirio. (…)
(AsiaNews del 13.10.2009)

Ratzinger alla sinagoga nella festa del “miracolo” del ghetto
CITTA' DEL VATICANO - … Benedetto XVI visiterà la Sinagoga di Roma il 17 gennaio 2010 in occasione della XXI Giornata di riflessione ebraico-cristiana, ha reso noto questo martedì la Santa Sede. La visita, inizialmente prevista per l'autunno, è stata rimandata al 17 gennaio, giorno che coincide con la celebrazione ebraica del Mo’èd di Piombo, una festa specifica degli ebrei di Roma. Si tratta della commemorazione di un miracolo avvenuto nel 1793 nel mese ebraico di Shevat (gennaio), quando un incendio, sicuramente doloso, colpì le porte del ghetto di Roma. All'improvviso il cielo si oscurò “come il piombo” (da ciò deriva il nome della festa) e iniziò una pioggia torrenziale che spense le fiamme, salvando la vita degli abitanti. Quel giorno viene ricordato nella Sinagoga di Roma con preghiere al mattino e al pomeriggio, e di notte il tempio si illumina completamente in segno di festa. La festa del Mo’èd di Piombo coincide quest'anno con un altro avvenimento importante, la ripresa della Giornata di riflessione ebraico-cristiana, che ogni anno si celebra il giorno prima dell'inizio della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani (18-25 gennaio). (…)
(Agenzia Zenit del 13.10.2009)

Miracolosa pioggia di denaro
Il Senato ha convertito in legge il decreto legislativo 1733 già approvato dalla Camera e recante il titolo: Concessione di un contributo in favore della Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea, organizzazione non lucrativa di utilità sociale, presentato su iniziativa dei deputati Ruben, Fiano, Berolini, Boniver, Carlucci, Di Biagio, Fallica, Fontana, Lainati, Levi, Nirenstein, Pagano, Picchi, Rossomando, Sbai e Tocci.Si tratta di un atto del quale essere grati ai promotori, dal primo firmatario Alessandro Ruben in poi, e al Parlamento intero in quanto riconosce con significativa collaborazione bipartisan l’importanza e la rilevanza sociale del CDEC non solo per la comunità ebraica ma anche per l’Italia intera. Non posso quindi che esprimere, nella doppia veste di Consigliere UCEI e del CDEC, duplice gratitudine e soddisfazione unitamente a una punta d’orgoglio per il ruolo che l’Unione stessa ha avuto nell’essere compartecipe di un progetto di successo, riconosciuto di generale utilità e licenziato con grande rapidità, altro segno questo della sua apprezzata validità.UCEI e CDEC hanno ora di fronte ulteriori opportunità da sviluppare insieme rafforzando ulteriormente il legame che le unisce.
Moked - il portale dell´ebraismo italiano Blog Archive CDEC, la compagine parlamentare bipartisan porta in salvo la Memoria

I Comandamenti della religione laicista: non nominare il nome del Presidente invano
ROMA - Un politico e un direttore di un giornale che, da opposti fronti politici, criticarono aspramente Giorgio Napolitano "fino al vilipendio" secondo la procura di Roma. Un deputato, Antonio Di Pietro leader dell'IdV, che accusò il capo dello Stato di aver compiuto un "atto vile" e "di abdicazione" firmando la legge sullo scudo fiscale. Maurizio Belpietro, direttore di Libero che in un articolo di fondo del 20 settembre scorso sostenne che il rientro delle salme dei sei parà uccisi a Kabul fu ritardato per consentire a Napolitano di proseguire la sua visita in Giappone. "Invece di prendere l'aereo e tornare a Roma - scrisse Belpietro - Napolitano è andato a mangiare i fusillotti a lenta lavorazione". Frasi e giudizi che la procura di Roma, in una indagine 'bipartisan', ha censurato ritenendole offensive e aprendo un fascicolo con l'ipotesi di reato di "offese all'onore del capo dello Stato" (articolo 278 del codice penale).
(Ansa del 13.10.2009)

Generazione Fini: dai berretti verdi ai berretti rosa
(Sulla legge della cosidetta omofobia) nove deputati hanno votato contro la pregiudiziale di incostituzionalità: Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Giuseppe Calderisi, Benedetto Della Vedova, Chiara Moroni, Flavia Perina, Mario Pepe, Roberto Tortoli e Adolfo Urso. (…)
(Fonte: Il Sole 24 ORE: finanza, economia, esteri, valute, borsa e fisco del 13.10.2009)

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