INTERVENTO DI ALESSANDRA MUSSOLINI
Relativamente all'articolo dell'11 marzo sulle pagine locali de La Stampa, riguardante la mia proposta di legge costituzionale per modifiche agli articoli su lingue e ordinamento scolastico nello Statuto della Valle d'Aosta, gradirei rettificare il periodo sui walser in quanto, come sintetizzato, capovolge i contenuti della mia proposta, creando confusione, se non cattiva comprensione, nel lettore. Si parla di un'abrogazione sic et simpliciter dell'art. 40 bis a tutela dei walser, la qual cosa farebbe pensare a una mia volontà penalizzante nei confronti di una realtà viva, quantunque numericamente ridotta e strumentalizzata da alcuni. La mia proposta, invece, tutela i walser valdostani in modo più incisivo e completo rispetto a quello voluto nel 1993 dall'on. Luciano Caveri che propose l'introduzione del 40 bis nello Statuto valdostano. Quest'ultimo articolo concede oggi ai walser di poter studiare il tedesco solo come lingua straniera secondaria rispetto al francese, nonché se e solo se abitanti nei Comuni walser della valle del Lys. La mia proposta prevede libertariamente lo studio di una lingua, a scelta dello studente, tra inglese, francese e tedesco, dalle elementari alle superiori per un numero di ore pari all'italiano, più lo studio di una seconda lingua, tra le due non prescelte alle elementari, per 3 - 4 ore alla settimana dalle medie inferiori alla maturità. In tal caso il walser, a seconda del suo interesse per il tedesco, può studiarlo o quanto l'italiano (possibilità oggi negata) o in misura ridotta o per nulla.
A questo primo vantaggio se ne aggiunge un secondo: poiché la mia proposta vale per tutta la regione e un walser può risiedere o spostarsi in una località valligiana diversa dalla valle del Lys, si deduce che egli è linguisticamente tutelato ovunque si trovi. È singolare l'attuale articolo 40 bis, di ideazione unionista, che sottintende i walser perennemente stanziati solo attorno alle Gressoney. Aggiungo due concetti. L'articolo da abrogare contiene delle strumentali inesattezze: si parla di «popolazioni della valle del Lys di lingua tedesca….», mentre tale parlata è del tutto assente, essendovi solo due dialetti con influsso germanofono. Pare poi eccessivo parlare di «popolazioni» trattandosi di poco più di mille residenti, dei quali meno di metà autoctoni: un sindaco locale ha sinceramente ammesso di non essere walser in quanto originario della valle d'Ayas……. Inoltre: la difesa dell'aspetto culturale extra scolastico può comunque essere attuata, visto che anche il patois gode di interventi di valorizzazione quantunque non previsti nello Statuto. Mi pare quindi dimostrato che l'abrogazione del caveriano art. 40 bis non solo non toglie tutele od opportunità ai walser, bensì le trasferisce, ampliate, nell'art. 39 riscritto che, oltretutto, elimina la bugia di una lingua tedesca parlata nella valle del Lys.
on. Alessandra Mussolini
Libertà di Azione
da La Stampa del 13 03 2004