Pasquino e Cacciari due persone di sinistra che ragionano senza isterismi e ideologie preconcette.

Da "lettere a Mieli", il Corriere della Sera, Mercoledì 17/3/2004

Gli annunci di Zapatero e la sbornia della sinistra

Ci risiamo con lo «scontro di civiltà». Vorrei ricordare che Samuel P. Huntington non auspica affatto uno scontro fra civiltà; ha, invece, intelligentemente indicato il pericolo dello scontro fra la civiltà occidentale e la civiltà dell'Islam. È innegabile che, non voluto dall'Occidente il quale pure ha fatto molti errori, lo scontro sia desiderato e perseguito quanto meno dai terroristi che si richiamano ad Al Quaeda e dai suoi moltissimi fiancheggiatori che odiano l'Occidente perché è modernità, prosperità, democrazia. Non pensa, caro Mieli, che soltanto avendo consapevolezza del pericolo di questo terrorismo, che è ideologico e religioso, il prodotto di un vero e proprio progetto, e abbandonando la falsa concezione di terroristi che nascono e crescono nel disagio e nella povertà, sarà possibile approntare una strategia? È imperativo, a mio avviso, sostenere, con le idee e con la propaganda, con l'intelligence e con la prevenzione, ma anche, in ultima, estrema istanza, con le armi, tutti coloro che nel mondo arabo si battono per sistemi politici laici, moderni e, dunque, potenzialmente democratici.

Gianfranco Pasquino ,


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Caro Pasquino, mi auguro che le sue sintetiche e sagge considerazioni siano, in queste giornate di sbornia spagnola, un contravveleno per la nostra sinistra. Al momento lei ben rappresenta quella solitudine del riformista di cui recentemente si è discusso su questo giornale: l'isolamento - spero apparente - dell'intellettuale che nei momenti di euforia sente il dovere di assumersi l'ingrato compito di ricondurre la sua parte politica alla realtà. Diciamo le cose come stanno: le incertezze e le mezze bugie di Aznar nonché dei suoi ministri dopo gli attentati ai treni hanno ricevuto una meritata punizione, José-Luis Rodriguez Zapatero ha meritatamente vinto le elezioni e io che, di questo giovane leader, già da tempo su queste colonne avevo segnalato l'andamento del montanaro che è di quei pochi «passisti» della miglior sinistra europea (anche italiana) non posso che compiacermene. Ma sono perfettamente d'accordo con Massimo Cacciari quando ha definito poco saggio e ancor meno prudente l'annuncio di Zapatero di un prossimo ritiro - a giugno - dei soldati spagnoli dall'Iraq. Non perché sia sbagliato tener fede alle promesse elettorali, anzi. Dirò di più: il punto non è neanche se quei militari resteranno o meno in terra mesopotamica. Ma è un fatto che - per seguire la traccia di Cacciari - dire (come ha detto Zapatero all'indomani delle elezioni) proprio quello che gli attentatori si aspettavano che dicesse, provoca effetti di disarmo generalizzato che vanno ben al di là di quel che era il contenuto dell'annuncio.
E qui vengo a lei, caro Pasquino. E' da oltre un anno che, criticato l'intervento militare contro Saddam, sostengo la necessità che a Bagdad si passi la mano all'Onu; ma in questo momento avverto l'obbligo morale di aggiungere che presentare questo passaggio di sovranità alle Nazioni Unite come una soluzione o anche solo un inizio di soluzione del problema è un inganno bello e buono. Va fatto (e lo si sta facendo) quel passo in direzione dell'Onu; ma aggiungere quell'«altrimenti tra tre mesi ce ne andiamo» suona come un annuncio di diserzione da quei compiti che lei, caro Pasquino, assegna all'Occidente nelle sacrosante righe conclusive della sua lettera. I terroristi hanno colpito l'Occidente per primi l'11 settembre del 2001; dopo la guerra in Afghanistan - la «nostra» guerra, combattuta sotto le insegne dell'Onu, o no? - hanno annunciato (e messo in atto) nuove stragi; adesso colpiscono la Spagna per essere stata al fianco degli Stati Uniti in Iraq ma anche in Afghanistan. Proprio così: citano anche l'Afghanistan, non solo l'Iraq. Temo che a prendere la via della fuga pretestuosa e alla chetichella da un fronte dove la guerra è contro chi (noi) sta faticosamente provando a costruire la pace, oltre ad essere disonorevole possa rivelarsi infruttuoso sotto il profilo della sicurezza. E credo altresì che il momento in cui il centrosinistra pensa legittimamente a una possibile vittoria sia quello giusto per essere coerenti, responsabili e chiari. Spero perciò che di qui a qualche giorno si riesca a intravedere qualcun altro nel nostro centrosinistra, oltre a Pasquino e a Cacciari, disposto a smaltire in fretta gli effetti della sbronza spagnola.