Associazione a delinquere finalizzata alla truffa e bancarotta fraudolenta: queste le accuse mosse alle dieci persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Cagliari. Si tratta degli amministratori di Qtel, piccola compagnia telefonica, e di società ad essa collegate: secondo i magistrati cagliaritani avrebbero modificato i sistemi telefonici per creare maggiorazioni sugli addebiti.

Secondo le accuse, le persone arrestate avrebbero architettato un sistema per disconnettere la linea telefonica dopo un tempo prestabilito e guadagnare così sullo scatto alla risposta. I magistrati ritengono inoltre che i responsabili di Qtel avessero modificato il sistema di tariffazione per conteggiare il tempo più velocemente. Qtel si sarebbe inoltre avvalsa di società di capitali fittiziamente costituite per stipulare contratti per nuove forniture.

Qtel, abbreviazione di "Qualità nelle Telecomunicazioni", era nata nel 2000 operando sul mercato sardo e proponendosi come gestore alternativo ai colossi della telefonia. Le soluzioni offerte si articolavano in reti multiservizio e trasmissione dati, internet e servizi voce.

Nel 2002 i primi problemi e poi la chiusura: addirittura Striscia la Notizia, il telegiornale satirico di Mediaset, si era interessata al caso della piccola società sarda che aveva chiuso i battenti lasciando a bocca asciutta le centinaia di clienti sardi che avevano acquistato le schede telefoniche prepagate. All’epoca, gli amministratori della società avevano accusato Telecom Italia di aver sospeso la fornitura di traffico telefonico perché il piccolo gestore sardo dava “fastidio al monopolio”. I magistrati sardi, però, sembrano avere un altro parere.