Datasport
Ginnastica: Interviste: Generico
Guglielmetti: "Corrias era un grande tecnico"
26/02/2004
L`oro olimpico più antico del mondo ricorda il lungo viaggio nel `32 verso
Los Angeles
La più 'lontana' medaglia d'oro olimpica vivente al mondo si chiama Savino
Guglielmetti. Il ginnasta, classe 1911, vinse due ori a Los Angeles '32: uno
nel volteggio e uno a squadre. Savino ha ricordato insieme a Datasport quei
tempi ed il lungo viaggio che lo portò in terra americana.
"Ci imbarcammo a Napoli sulla motonave Conte Biancamano e ci vollero ben
dodici giorni prima di arrivare a New York. Poi quattro giorni e quattro
notti per arrivare in treno a Los Angeles - ha spiegato Savino - Era
impossibile allenarci in viaggio, così il nostro allenatore Corrias ci
faceva correre sul ponte della nave e nelle stazioni ferroviarie attorno al
treno".
"Corrias era un grande allenatore, aveva capito che il lungo viaggio avrebbe
fatto danni irreparabili. Così facemmo un superallenamento a Monza, nella
palestra della storica società "Forti e Liberi" e poi sfruttammo i giorni di
mare per recuperare le energie. Quando arrivammo a Los Angeles non vedevamo
l'ora di allenarci di nuovo. Sbranavamo gli attrezzi...per modo di dire".
Poi ha proseguito: "Ricordo la cerimonia di apertura. C'erano 150mila
persone allo stadio e tutte le squadre schierate sul campo. E' stata una
grande emozione. Nell'84 tornai a Los Angeles invitato dall'organizzazione.
E' stato divertente vedere che questa volta ci ho messo meno di un giorno ad
arrivare in America". Ora Savino merita di andare ad Atene con la squadra
azzurra. Lui è il nostro simbolo olimpico.
Savino Guglielmetti, la più 'lontana' medaglia d'oro olimpica vivente al
mondo ricorda l`incontro con Benito Mussolini al ritorno da Los Angeles `32
dove vinse due ori olimpici. "Al termine della manifestazione olimpica
tornammo in Italia dopo un viaggio lunghissimo e andammo a Roma. Benito
Mussolini, allora Capo del Governo, ci volle incontrare tutti e chiese di
poter abbracciare tutti i vincitori degli ori olimpici. Ricevemmo delle
medaglie commemorative d'acciaio, perché allora valeva più dell'oro".
Gli ingaggi di adesso erano solo un miraggio: "Mai ricevuto una lira -
spiega sorridendo - Ma lo facevamo per passione e per la Patria.