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    Predefinito Disobbedienti e guastatori

    Eppur si muove - www.rossebandiere.tk

    La manifestazione di Roma sulla pace è stata grandiosa: ce lo mostrano i numeri dei partecipanti, le immagini, l'impegno di centinaia di associazioni di svariati orientamenti culturali e politici. La grandezza di questa altra "superpotenza" è verificata sui bisogni di giustzia sociale, di libertà e pace, di eguaglianza tra gli individui e di derubricamento dall'agenda della storia della parola "guerra". Nelle strade della Capitale, in molte altre città e megalopoli del mondo, si sono svolti analoghi cortei: un coro unanime, una voce rispettosa di qualunque differenza dell'altro da sè, e al contempo conscia di dover mantenere
    uno stretto legame per poter proseguire con decisione la lotta sociale per affermare i valori del dialogo e non delle bombe... se mai le bombe hanno costituito un valore in sè e per sè.
    Questo grande senso civico, senso comune e politico, in molti anche religioso, di accostarsi al pacifismo non è una semplice "forma mentis" che giace nel nuovo paniere della protesta globale. E' una presa d'atto, una critica cosciente
    verso un capitalismo antropofago, che divora gli individui con gli spregiudicati mezzi del potere, del bellicismo a tutti i costi, sia quel che sia: è stato così con l'Afghanistan, così con l'Iraq. Alla Repubblica stellata americana servivano dei morti: prima con il crollo delle Torri Gemelle per crearsi un potente alibi su cui far decollare le fortezze volanti della morte da Kandahar a Kabul, poi durante la guerra medesima con la sconfitta di coloro che avevano contribuito a creare (gli studenti coranici "talebani") e poi
    con l'affannosa ricerca della armi di distruzione di massa forse che sì, forse che nò possedute da Saddam Hussein. Un massacro dopo l'altro, una conquista dopo l'altra. E la nostra Repubblica
    ha deciso di schierarsi accanto al potente impero americano con una supinità tanto palese, evidente e costante nel tempo da risultare, se non si parlasse di vite umane in ballo, ridicola. Nella manifestazione di Roma c'erano, abbiamo detto, le più diverse sensibilità. E ci siamo riferiti a sensibilità politiche, religiose, sociali, etiche, ecc. C'era per questo ben visibile chi proclamava slogan su cartelli con sopra scritto: "Via l'Italia dall'Iraq!" e c'era chi ha scritto su un lungo telone: "Con la resistenza irachena!".
    Subdolamente ed altrettanto intelligentemente, il serpentone Giuliano Ferrara ha sentenziato alla televisione che la manifestazione era contro il terrorismo, di tutti i tipi, anche quello iracheno.
    Certo. La manifestazione era contro la guerra, per la pace, contro il terrorismo, per la vita. Ma quello che troppo spesso viene dichiarato terrorismo in Iraq, terminate le operazioni belliche in grande stile, è una determinata resistenza agli occupanti inglesi, americani, italiani, polacchi, ecc. Il popolo iracheno è stato spinto dagli USA nelle braccia del fondamentalismo islamico quando ha abbattuto il governo autarchico di Saddam Hussein. Un
    regime dittatoriale, certo, ma pur sempre un regime privo delle connotazioni teocratiche che per esempio vigono negli stati amici degli USA, come Arabia Saudita, Bharein, Emirati Arabi Uniti o, anche, del nemico iraniano. In tutto questo complesso sistema di relazioni internazionali, l'unità del popolo della pace è stata preziosa risorsa per dimostrare che non è finita: che siamo ancora in guerra e che le bombe di Madrid stanno lì a dimostrarlo.
    Tuttavia è improvato il rapporto inverso quello del terrorismo che causerebbe la guerra. Fino ad ora è stato l'imperialismo a scatenare i conflitti armati, ad intromettersi economicamente nelle strutture pecuniarie di altre nazioni e a far fibrillare i loro mercati fino al collasso. Il Venezuela di Chavez ne sa certamente qualcosa in merito al gran valzer del dominio sulle risorse petrolifere che sta portando gli USA ad una grande sconfitta, con un'America Latina vicina all'accordo per l'esportazione di petrolio e l'Alca che traballa di giorno in giorno sempre più. Anche per questo milioni di cittadini del continente americano sono scesi nelle piazze degli Stati Uniti, del Brasile, dell'Argentina, del Canada, del Messico e del Cile, e di altri stati. Per dire NO alle politiche liberiste che affamano i popoli e ingrassano quel 5% al mondo che detiene un quarto delle risorse del pianeta. Contro tutto questo, lo ribadiamo, l'unità è un bene prezioso, va coltivata con sapienza e con calma. E' una via di lunga lena quella della ricerca di congiunzioni politiche e sociali, ma porta molto spesso ottimi frutti: primo fra tutti, qui in Italia, la necessità di alloggiare a casa propria erlusconi e compagnia, scomodandolo da Palazzo Chigi e riportando lo stato democratico all'altezza del suo nome.
    Vi sono molte problematiche nella coalizione di centrosinistra e nei rapporti con Rifondazione Comunista: ma questo non deve sorprendere. E' evidente che le politiche del PRC sono profondamente differenti da quelle proposte dall'Ulivo, ma non per ciò si deve creare un dogma antisociale di stampo
    esclusivamente politicista per cui i comunisti debbano sempre e comunque essere all'opposizione. Altrettanto non va reso assoluto e scevro da critiche il governismo, un brutto tteggiamento che lasciamo ad altri partiti della sinistra, quella moderata. L'autonomia dei comunisti e l'unità con le altre forze della sinistra è utile, necessaria e doverosa verso tutti coloro che oggi patiscono i "frutti" del lavoro a tappe forzate di feroce smantellamento dello stato sociale operato dalle destre. Sul tema della guerra l'ambiguità del centrosinistra, in particolare della lista Uniti nell'Ulivo (DS, Margherita, SDI e Repubblicani Europei), è un elemento che ancora oggi non riusciamo a comprendere: il "non voto" in Parlamento sul tema del rifinanziamento della missione italiana in Iraq è un atto pilatesco?
    Se anche lo fosse, sarebbe grave comunque. Ma più che a Pilato, qui occorre fare riferimento, in metafora, a quei socialisti tedeschi che votarono i crediti di guerra, con Rosa Luxemburg e Karl Liebcknet intenti a dire NO e a fondare il Partito Comunista tedesco.
    Un comportamento parlamentare che mostra a chiare lettere il fallimento dell'ipotesi riformista sulla guerra. Neppure l'ipotesi del ritiro zapaterista nel prossimo giugno ci convince. Bene ha detto ieri il compagno Bertinotti: "C'è posto per tutti" alla manifestazione, riferendosi alla presenza di Piero Fassino e Francesco Rutelli. Ed è per questo che la contestazione, a tratti violenta, dei c.d. "Disobbedienti" che hanno insultato e gettato
    oggetti contro il segretario dei DS, è per noi una manifestazione che fuoriesce dai valori di quell'immenso popolo pacifista che stava marciando nelle vie di Roma.
    Al solito i Disobbedienti erano guidati da Luca Casarini, Francesco Caruso e da quel tale Guido Lutrario che alcuni mesi fa chiedeva a pieni polmoni lo scioglimento del Partito della Rifondazione Comunista e dei Giovani Comunisti nel "Movimento".
    Insomma... il lupo perde il pelo, ma non il vizio. I Disobbedienti non possiedono una idea politica di partito come luogo di sviluppo delle azioni sociali e non. Il loro agire è dettato dalla contrarietà alla "globalizzazione capitalistica": erano una "moda politica" quando si chiamavano "Tute bianche" e lo sono ora, quando rovesciano chili di letame davanti alla casa-sede partito romana
    di Berlusconi e quando, nel contesto di un corteo pacifista e pacifico, sono e si dimostrano l'unico elemento distonante e dispersivo dei valori della pace.
    Non solo per i gesti che hanno rasentato la violenza, quanto per lo spirito preventivo con cui quella contestazione a Fassino è stata fatta. Per questo sarebbe serio e confacente che i Giovani Comunisti facessero una approfondita riflessione sul rapporto con la disobbedienza dei "Disobbedienti".
    Magari continuando a sentirsi disobbedienti, ma lasciando dietro di sè un modo d'agire e di pensare che fa venire in mente non tanto Gramsci, Togliatti, Berlinguer, Pajetta e Longo, quanto Giannini e Pannella.

    Marco Sferini

  2. #2
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    Eccellente intervento che sento ancora una volta di poter sottoscrivere;
    Mi permetto di aggiungere poche cose;

    1) Sulla Resistenza irachena và detto, oltre a quanto tu chiarisci nel merito della sua natura difensiva e quindi, aggiungo, non "terroristica", che non la si deve confondere con il "fondamentalismo islamico": non si deve perchè non può essere confusa.
    La Resistenza irachena sorge in maniera spontanea e autorganizzata a seguito non solo dell'invasione, ma della resa del regime iracheno agli invasori.
    Per regime intendiamo i vertici, o una parte dei vertici che(come chiarito da ormai tantissime dichiarazioni di ex esponenti delle forze armate irachene) hanno organizzato una sorta di golpe interno per decapitare lo stato iracheno e giungere ad una resa evidentemente concordata.
    Ora, se il regime si è dissolto quasi in maniera indolore, assieme allo stato, altrettanto non è stato per la struttura popolare del partito Ba'ath, dalle cui fila sono provenuti i primi partigiani iracheni, come in seguito la maggior parte.
    Attorno a tale partito, o meglio alle idee laiche e nazionali arabe che esso esprime , nel tempo si è andata costruendo una coalizione di forze che, concordando su una piattaforma laica e socialista ha agglutinato eterogenei soggetti: dai comunisti non in sintonia con i due partiti ufficiali (uno collaborazionista, l'altro anti-islamico in maniera dogmatica e settaria), ai nasseriani, dai baathisti di sinistra(oppositori di Saddam ed esuli da decenni) a volontari pan-arabisti comunque vicini ad un nazionalismo modernista e per l'appunto laico.
    La Resistenza ha prevalenti tratti laici dunque e, giacché il Ba'ath ha una lunga storia di pesante ed insanabile conflittualità con i fondamentalisti islamici, sarebbe ingenuo(o disonesto) accomunare le due -lo ripeto- inconciliabili realtà.
    Nè si può pensare agli sciiti come simpatizzanti di fondamentalismi esterni all'Iraq perchè, anche in questo caso, la conoscenza di questo paese mostra come il senso di appartenenza nazionale sia nettamente prevalente su qualsiasi conclamata adesione alla medesima confessione: sciiti iracheni e sciiti iraniani sono infatti separati da profonde e remote differenze e rivalità.
    La Resistenza cui secondo Rutelli non sarebbe più lecito "inneggiare" è dunque un moto spontaneo di popolo, un moto che reagisce ad una occupazione brutale la quale è solo la fase finale di una spirale di morti che conta (non dimentichiamolo mai) quasi due milioni di vittime(500.000 tra bambini e neonati) causate da un embargo criminale e dall'uso da parte statunitense di armi all'uranio impoverito: le quali, fino a prova contraria, sono armi di distruzione/sterminio di massa.
    Dunque abbiamo a che fare con un popolo, colpito pesantemente, che ancora ritiene ,anche in nome di un mai sopito diritto bedù, lecita la vendetta contro degli assassini di propri familiari: ed è stato calcolato che tra embargo e uranio impoverito ogni famiglia irachena ha potuto contare almeno un morto.
    Quello che può fare un "Al-Queda", riferendosi verbalmente all'Iraq, comunque NON ha a che fare con una Resistenza costituita da sogggetti politici da sempre avversati con ogni mezzo dai fondamentalisti(il rapporto è in realtà di reciproca avversione);
    Solo fino all'anno scorso proprio Bin Laden dava a Saddam Hussein dell' "infedele"; e chiunque conosca appena la storia araba recente sa cosa questo voglia dire: penso a Sadat.
    Dunque ancora una volta registriamo la pesante capacità falsificatoria di media sempre meno "giornalistici" e sempre più "veline" del potere dominante.
    Ecco perchè chi "inneggia" alla Resistenza irachena, di certo, NON inneggia MAI ed in alcun modo al terrorismo, quale quello orribile e feroce che ha colpito Madrid; ma di questo terrorismo sembra che, a differenza degli spagnoli e di tutti gli altri europei, siano solo i politici italiani a non aver capito la causa di scaturigine: che è e va ricercata nella follia dell'espansionismo militare degli USA , i quali e per portato bellico e per principi razzisti antiarabi ben potremmo definire come il "quarto reich".
    Ciò non vuole dire mai ed in nessun caso giustificare l'orrore del terrorismo, anzi; vuol dire capire che il terrorismo va combattuto prosciugandolo delle motivazioni che potrebbero portarlo a colpire in europa. Quindi: ritiro immediato delle truppe, politica di cooperazione e amicizia con i popoli della nazione araba, allontanamento formale dalla Nato e dall'americanismo militarista.
    Perchè se quello che colpisce in europa è terrorismo, quello che avviene in Iraq è fenomeno assolutamente diverso: lì vi è una guerra (come dichiarato per altro da alcuni coraggiosi e stimabili carabinieri) e vi è una Resistenza, maggioritariamente laica e socialista, agli invasori sopra le cui teste ricade comunque(chi è lì, armato, viene riconosciuto come responsabile dell'olocausto iracheno o rappresentante dei suoi artefici) la colpa di aver mirato al genocidio del popolo iracheno, colpendo con l'embargo e con l'avvelenamento da uranio impoverito non solo le vite di oggi, ma anche quelle di domani: l'avvelenamento radioattivo dura migliaia di anni!
    Io, da uomo civile, aborrisco e condanno il terrorismo e le sue cause, ma "sto politicamente con la Resistenza irachena che combatte in Iraq";Che non è terrorismo.
    E dico, come fanno molti carabinieri per altro: ritiro immediato delle truppe. Ci vuole un ritorno alla Politica, quella con la "P" maiuscola. Per capirci: un Andreotti o un Craxi in confronto a questi "nani" svettano come statisti.

    2) Quanto ai disobbedienti: anche in questo caso sottoscrivo punto per punto le tue analisi; ma registro quanto dichiarato dai manifestanti: Fassino ed il suo gruppo avrebbero cercato di inserirsi nel corteo facendo affidamento su un servizio d'ordine di "energumeni armati di manganello" tutt'altro che pacifici!
    E questa cos'altro è se non una provocazione pesante?
    E chi ti scrive non ha alcuna simpatia per disobbedienti et similia.
    Fa riflettere: come fanno riflettere le dichiarazioni di un Rutelli che serafico afferma: "bisogna impedire di manifestare a chi inneggia alla resistenza irachena".
    Francamente temo la pesante regressione della sinistra sul tema della guerra; dopo le prime prese di posizione simili alle dichiarazioni di Zapatero sembra si stia regredendo verso un atteggiamento di timida critica verso gli americani; una "timida critica" pur sempre dialetticamente inquadrata in una più ampia visione che continua a riconoscere gli USA come "padri e padrini" di questa repubblica e dell'europa.
    Penso di no:non è così; è una questione di buon senso, non di convincimento ideologico; NON voglio dover piangere vittime italiane di un terrorismo la cui causa scatenante va vista nella folle(letteralmente dei pazzi furiosi) politica espansionista e stragista statunitense.
    Non dico nulla di rivoluzionario infondo: nulla che la maggioranza degli europei non dica da tempo.
    Politica appunto.

    Con sincera stima

    saluti comunisti
    nemo

  3. #3
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    Caro compagno Nemo,
    condivido quanto affermi sulla Resistenza irachena. Mi sono forse espresso troppo sinteticamente io nel dire delle dichiarazioni di Ferrara alla tv.
    Penso che gli atti di oggi contro l'invasore americano e inglese (nonchè italiano!) siano veri e propri atti di difesa verso il popolo iracheno e di lotta armata resistenziale contro l'imperialismo che si è impiantato in quello che fu lo Stato laico iracheno.
    E' vero anche che dal Partito Ba'ath provengono i primi partigiani iracheni e che, per esempio, i sinceri comunisti non prezzolati dagli USA combattono al fianco dei partigiani iracheni per riprendersi la loro Nazione.
    Il Partito Comunista operaio dell'Iraq ha rifiutato di partecipare al Consiglio governativo costituito dall'Amministrazione Bremer-Bush. Il Partito Comunista Iracheno invece ha sposato il collaborazionismo e non può più essere, a mio modo di vedere, considerato un alleato del popolo iracheno.

    Un fraterno saluto comunista.

    Marco

  4. #4
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    Caro compagno,
    non ipoteco la mia risposta sulla base dell'espressione di 12 o più voti alle prossime elezioni ed in tutta sincerità ti dirò ciò che penso e so: quando alcuni cittadini italiani di origine ebraica "assediarono" la sede di "Liberazione" (immagino tu ti riferisca a quell'episodio) con manifestate azioni anche potenzialmente lesive dei compagni della redazione e della Direzione nazionale del Partito, lo stesso compagno Curzi stigmatizzò il fatto. Ma come non si diede vita ad una accesa enfasi così neppure si volle sottacere il tutto: i giornalisti scrissero ciò che era successo e si limitarono a commenti molto tranquilli, per evitare ulteriori esasperazioni.
    Vedi, compagno, io sono amico sia degli ebrei che dei palestinesi. Non vedo differenza tra loro come non la vedo tra un tedesco e un italiano o tra un francese e un ungherese. Sono esseri umani. Tutti. Io pongo semmai la mia distinzione sulla base classista e politicista: mi sforzo di combattere il sionismo quale nemico primo del popolo ebraico ed in particolare la mia lotta si volge contro la destra israeliana che proprio ieri ha ucciso il leader di Hamas, Yassin, con una operazione di guerra, di vera e propria guerra. Non è purtroppo la prima e non sarà l'ultima finchè il massacratore Sharon sarà al suo posto di comando dell'esercito (vedere addietro nel tempo Sabra e Shatila) e dello Stato di Israele. Ho grande fiducia nell'ANP, in Arafat e nel terribile, titanico progetto di liberazione della Palestina. Titanico, ho detto. Ma non dovrebbe essere tale: un popolo deve avere la possibilità materiale di costituirsi in "Nazione" se lo vuole, senza opprimere per questo altri popoli.
    Quante Rachel Corrie dobbiamo vedere ancora morire perchè questo possa avverarsi?
    E il muro della vergogna? Quanti steccati inutili per fermare il sedicente "terrorismo"...
    Hamas ora promette vendette a catena: purtroppo è questa una storia che si ripete all'infinitesima potenza.
    Per il bene dei palestinesi, per il bene di due popoli mi auguro che siano sempre più i disertori dell'esercito israeliano. Ma al contempo non me la sento di condannare chi fa la scelta di lottare sacrificandosi al massimo sacrificio: gettarsi col proprio corpo contro un obiettivo militare. La disperazione di chi oggi, come i palestinesi, non ha neppure più l'acqua è la forza per questi atti.
    Tuttavia la violenza va pensata e ripensata come un male e mai come una possibilità di risoluzione delle problematiche dei popoli. Ma purtroppo, ancora oggi, tra il pensiero e l'azione le distanze sono siderali.

    Un caro saluto comunista.

    Marco Sferini

  5. #5
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    E' allucinante leggere quello che scrivete, senza offesa ragazzi. Leggere che c'è chi inneggia alla resistenza irachena o "difende" Saddam è incredibile. Sabato avete aiutato il terrosimo islamico, perchè? Semplice, con le vostre dimostrazioni "pacifiche" i terroristi si sentono appoggiati in quello che fanno.
    Non ho visto uno striscione contro il terrorismo o contro Saddam.
    "Bergamo ti si stende davanti
    in uno stupendo arco di cielo
    in un incanto di verde.........
    Bergamo così ti accoglie
    La città vecchia
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    FORZA ATALANTA

  6. #6
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    E' evidente che la pace e il terrorismo non hanno nulla a che spartire l'una con l'altro e viceversa. Ciò che tu definisci assurdo è dovuto alla categorizzazione mentale tipica dei leghisti e di molte persone di destra: evitare accurate analisi storiche e geopolitiche e, sentendo dire dai più che Saddam era un tiranno sanguinario e affamava il suo popolo, si affermi questa cosa come verità assoluta.
    Caro amico leghista, i documentari della CNN o di altre tv legate al turbocapitalismo odierno, mostrano ciò che vogliono ma per interesse specifico del loro referente economico e politico.
    Noi invece con i pochissimi mezzi che abbiamo (non abbiamo delle sorte di TelePadania, o Radio Padania Libera) e grazie al lavoro di compagni come Fulvio Grimaldi (si veda a tal proposito www.geocities.com/prcsvcentro/mondocane.htm ) siamo in grado di conoscere ciò che era l'Iraq sotto Saddam Hussein e dopo Saddam Hussein.
    Se prima, lo ripeto, era uno stato laico ed autocratico (perchè non riflettete mai sul fatto che la vostra tanto inconosciuta aspirazione democratica - che i comunisti, i socialisti e i vecchi liberasocialisti hanno portato in questa Repubblica... non i fascisti come Fini, o i nazisti di Forza Nuova con cui Borghezio va a nozze! - potrebbe non andare a genio a molti popoli della terra. In fondo la "democrazia" è una invenzione dei greci. Bella ma imperfetta senza l'abolizione della proprietà privata dei mezzi produttivi e l'indistinzione di classe), ebbene oggi l'Iraq è uno Stato diviso da solchi religiosi e tendente a diventare una teocrazia peggiore dell'Arabia Saudita, dell'Iran e di altri paesi d'ispirazione religiosa prima che laico-politica.
    L'embargo criminale degli USA non permise alla popolazione irachena di avere quei medicinali necessari per contrastare le più elementari malattie: banali raffreddori per esempio.
    Perchè non si dice che sotto Saddam tutti coloro che lo volevano avevano diritto alla gratuità scolastica fino ai più alti livelli dell'istruzione, come l'università?
    Perchè non si dice che lo Stato iracheno dava assistenza gratuita (ultimamente era stato introdotto dal governo di Baghdad un piccolo ticket per fronteggiare le spese di mantenimento delle strutture sanitarie pubbliche) a tutta la sua popolazione, senza alcuna distinzione classista?
    Saddam ha gasato i curdi? E' vero. Erano curdi che si erano alleati con Khomeini, contro l'Iraq nella lunga estenuante guerra che contrappose i due stati e che vide gli USA protagonisti nel rifornimento di armi a Saddam Hussein.
    Saddam ha torturato i comunisti? E' vero anche questo, ma lo stesso Partito Comunista operaio iracheno (non quello collaborazionista che siede al governo di Bremer) ha ammesso che la guerra non porta democrazia e che la democrazia per gli iracheni è uno "strano affare". Affare è la parola giusta, perchè è quello che personaggi come Cheney, Powell ecc. stanno facendo in Iraq e dell'Iraq, un grande affare petrolifero per gli USA e "piccoli" affari personali alle ditte loro vicine.
    Quindi, non ti stupire, amico della Lega, noi, io almeno continuerò a pensarla come hai letto or ora, anche se molti compagni potranno dissentire da quanto ho scritto. Ma so che ciò che ho letto e visto da più parti mi conferma quanto penso e so che un popolo che oggi resiste alle armate americane ed inglesi (e italiane!) non è di certo un popolo che sà di poter aspirare alla felicità.

    Saluti.

    Marco Sferini

  7. #7
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    In origine postato da Marco Sferini
    (...)Saddam ha gasato i curdi? E' vero. Erano curdi che si erano alleati con Khomeini, contro l'Iraq nella lunga estenuante guerra che contrappose i due stati e che vide gli USA protagonisti nel rifornimento di armi a Saddam Hussein.(...)

    Negli anni novanta un ex funzionario CIA ha affermato in una intervista al "Time" che le zone curde colpite dal gas si trovavano nel mezzo di un'area che era terreno di scontro tra truppe irachene e truppe iraniane; entrambe - secondo il funzionario- utilizzavano munizioni a gas, ma lo specifico tipo di gas che ha avvelenato quei curdi era al "cianuro";ora, conferma il funzionario:"poichè eravamo noi a fornire le armi di quel tipo al governo iracheno, sapevamo benissimo che non potevano essere stati loro, perchè non detenevano gas al cianuro"; mentre aggiunge: "l'Iran deteneva armi contenenti gas al cianuro".
    La versione che fornisce questo ex funzionario dell'amministrazione statunitense(all'epoca della guerra Iran-Iraq inserito nell'ambito degli addetti a quell'area di crisi) è basata sull'ipotesi di un errore logistico da parte iraniana durante la battaglia: errore che sarebbe costato la vita ad un intero villaggio di curdi.
    La notizia era reperibile sul sito del Time, negli archivi, almeno fino all'anno scorso: cercherò di recuperarla, anche se putroppo il link di collegamento alla pagina è andato perduto con la chiusura del sito italiano "Aljazira.it".
    In ogni caso di tutto questo non si è mai voluto parlare, preferendo dare la colpa sic et simpliciter all'ormai "hitlerificato" Saddam Hussein.
    Vae victis.

    Con stima
    saluti comunisti
    nemo

  8. #8
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    In origine postato da Marco Sferini
    Ciò che tu definisci assurdo è dovuto alla categorizzazione mentale tipica dei leghisti e di molte persone di destra: evitare accurate analisi storiche e geopolitiche e, sentendo dire dai più che Saddam era un tiranno sanguinario e affamava il suo popolo, si affermi questa cosa come verità assoluta.
    Premesso che non sono di destra, mi chiedo come fai ad affermare che in quanto leghista non faccio accurate analisi storiche.
    Se per te Saddam non era un tiranno sanguinario fai pure, io potrei dire la stessa cosa di Pinochet o piuttosto del governo militare argentino che non di Fidel Castro (definendolo un esempio per la democrazia).
    Mi sembra che Amnesty International sia intervenuta migliaia di volte contro Saddam, mi sembra che in quel paese ci fossero esecuzioni in mezzo ad una strada per motivi più che futili.
    Che gli americani non siano esenti da colpe sono d'accordo con te, anzi, di colpe ne hanno.
    "Bergamo ti si stende davanti
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  9. #9
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    In origine postato da Marco Sferini
    non i fascisti come Fini, o i nazisti di Forza Nuova con cui Borghezio va a nozze!
    Lascia stare quel coglione di Borghezio, se lo vuoi prendere a calci nel culo chiamami, ti darò una mano.
    E non stò scherzando.
    "Bergamo ti si stende davanti
    in uno stupendo arco di cielo
    in un incanto di verde.........
    Bergamo così ti accoglie
    La città vecchia
    gelosa delle vie strette
    recita secoli di storia
    colloquia di lontane imprese....
    Bergamo così ti accoglie
    Forte gentile........."

    Bergamo, Città dei Mille....sapori !!


    FORZA ATALANTA

  10. #10
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    Predefinito

    In origine postato da Marco Sferini
    Bella ma imperfetta senza l'abolizione della proprietà privata dei mezzi produttivi e l'indistinzione di classe),
    Cosa? Tu sei per l'abolizione della proprietà privata???????!!!
    Cosa intendi dire per "indistinzione di classe"?
    "Bergamo ti si stende davanti
    in uno stupendo arco di cielo
    in un incanto di verde.........
    Bergamo così ti accoglie
    La città vecchia
    gelosa delle vie strette
    recita secoli di storia
    colloquia di lontane imprese....
    Bergamo così ti accoglie
    Forte gentile........."

    Bergamo, Città dei Mille....sapori !!


    FORZA ATALANTA

 

 
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