So' cazzi tua; io so' diec'anni che lo dico...In Origine Postato da Shaytan
Il presidente di Mediaset stima l'effetto della Gasparri
in 1-2 miliardi di pubblicità in più per l'azienda
Confalonieri esulta ma ammette:
"Sì, il conflitto d'interessi c'è"
di ETTORE LIVINI
Fedele Confalonieri
e Pier Silvio Berlusconi
MILANO - "Il conflitto d'interesse c'è. E ha due sole soluzioni. O Berlusconi abbandona la politica o lascia Mediaset". Piero Fassino? Fausto Bertinotti? No, Fedele Confalonieri, il braccio destro di Silvio Berlusconi, l'uomo cui il presidente del Consiglio ha affidato il suo impero televisivo, accanto ai suoi figli.
Un tradimento? Anzi. Il paradosso con cui un manager con molte certezze (il bilancio record di Mediaset, il sorpasso sulla Rai e il primo ok alla Gasparri) può permettersi di sconfinare nella politica, mettendo una pietra tombale sull'eliminazione di un'anomalia che può permettersi il lusso di ammettere: "L'opposizione non si accontenterà mai di soluzioni intermedie al conflitto d'interesse - ha detto - Qui non siamo in Gran Bretagna dove chi ha concessioni non può candidarsi".
Il problema insomma "c'è" ma l'unica soluzione sarebbe una scelta decisa di Berlusconi tra politica e azienda. Ma dell'azienda lui è "l'essenza", con lei è un "unicum", mentre sul fronte politico "ha fatto cose molte importanti". "Ergo...". Ergo il nodo del conflitto d'interessi sembra destinato a restare irrisolto per tutto la legislatura, tanto più, come ha perfidamente ricordato Confalonieri, "che nemmeno nei cinque anni di governo del centrosinistra si è fatto niente su questo argomento". E, per chi avesse avuto ancora dei dubbi, Pier Silvio Berlusconi ha ribadito ieri che Fininvest non ha alcuna intenzione di cedere né azioni né quote di Mediaset.
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I paradossi, nel Confalonieri in versione "politica" di ieri, non si sono limitati al conflitto d'interessi. "Quando c'era il centrosinistra al potere avevamo meno problemi. Oggi si estremizza subito", ha detto, proprio mentre la Camera dava il via libera con la Gasparri a una legge che "regalerà al nostro gruppo un bacino potenziale di crescita da due miliardi", come ha ammesso candido "Fidel".
La Gasparri è un altro argomento in grado di scaldare industrialmente e politicamente il braccio destro di Berlusconi: "E' una legge di sistema con una forte idea di sviluppo della comunicazione italiana e non un escamotage per salvare Emilio Fede". Il rinvio della legge alle Camere da parte del Capo dello Stato? "Si immaginava avesse motivi gravi e sostanziali. Invece il cuore delle argomentazioni è stato tecnico". Quisquilie come "i poteri sanzionatori troppo vaghi o i dubbi sull'ampiezza del Sic", il sistema di computo del bacino pubblicitario che in sostanza toglie a Mediaset i vincoli di crescita pubblicitaria imposti prima dall'antitrust e consente (a lei come agli altri editori) di investire anche in nuovi media ("pensiamo alla radio").
A margine dell'iter della Gasparri, Confalonieri ha visto e sentito "cose fuori dal mondo" come ha ribadito ieri davanti a una platea un po' stupita di analisti finanziari. L'elenco dei cattivi è lungo: "Girotondi", giornali "schierati contro la legge per ordine degli editori e per questione di budget pubblicitari". C'è stato persino "lo spettacolo poco edificante di parlamentari italiani" in pellegrinaggio alla Ue a lamentare "il carattere liberticida della legge, come se da noi non vi fossero organi di informazioni liberi e indipendenti". Più l'intervento di un relatore di maggioranza che di un manager d'azienda. In sintesi è stato tutto "un po' ridicolo", anche se "non c'è da ridere quando importanti forze politiche e la gran parte degli intellettuali pongono come obiettivo qualificante della loro azione l'impoverimento di una grande azienda del paese in una sorta di luddismo mediatico".
Chiuse le sue esternazioni davanti agli analisti, Confalonieri ha terminato ieri la sua giornata con un "pellegrinaggio" a Palazzo Grazioli, sede di Forza Italia, dove era appena arrivato il coordinatore del partito Sandro Bondi e il suo vice Fabrizio Cicchito. Eppure quando al Governo stava il centrosinistra c'erano meno problemi...
(25 marzo 2004)