È una raccolta di interventi dal 1987 al 2003, l'ultimo libro di Marco
Tarchi, «Contro l'americanismo», Laterza editori (pagine 204, euro 14,00) La
tesi del libro è che con il termine dell'«ordine bipolare» che regnava nel
mondo, l'unica superpotenza rimasta è l'America. E, dice Tarchi, la lode
dell'«American dream», dell'«American way of life» è cresciuta di
conseguenza. In parallelo però sarebbe cresciuto «con il determinante
concorso dei mezzi di informazione di massa», una forma di censura verso chi
esprime critiche nei confronti degli Usa. «Il vocabolo "antiamericanismo" è
stato assunto ad icona di una intensa campagna», scrive Tarchi, e «viene
calato come un fendente sulla testa degli oppositori». Da questa convinzione
di Tarchi la decisione di scrivere - polemicamente - «contro
l'americanismo».