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Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    Forumista senior
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    Predefinito Folgore bianca nel mare di tenebre dell’Africa Australe

    Dopo la fine dell’Apartheid il Sudafrica è divenuto una sorta d’icona mondialista sbandierata a destra e a sinistra al fine di puntellare le crepe del nuovo ordine globalizzato. In realtà, dall’inizio della democrazia cosmopolita la situazione in Suadafrica è andata via via peggiorando col passare dei mesi e delle settimane… Altro che paese dell’arcobaleno della pacifica e proficua convivenza tra etnie…
    Si tratta di una falsificazione della realtà che sfiora i limiti della paranoia. Eppure i media europei e americani hanno continuato ad alimentare il falso mito di un Suadafrica divenuto paradiso in terra della multirazzialità, nonchè laboratorio eccelente del mescolazionismo.
    Un caso emblematico è stato un servizio del tg2 dossier di qualche tempo fa: un insieme di osservazioni progressisticamente preconcette che contrastavano drammaticamente con le stesse immagini proitettate (seppure attentamente sottoposte alla rigida censura mondialista). Infatti, tra arcadiche visioni di paradisi naturali e coppie multirazziali ostentate con malcelato secondo fine, pochissime e sfuggenti erano le zoomate su Joannesburg… città con la più alta percentuale di omicidi al mondo, aggressioni in aumento esponenziale, centro finanziario e commerciale in stato di abbandono e decadenza…. Di contro, il giornalista democratico si lanciava a decantare le sorti magnifiche e progressive di una ditta di farmers neri, dimenticandosi di far notare come le ditte a conduzione negra vincano ormai tutti i possibili appalti a prescindere da tutto… Pochi minuti sul disastro Aids, molto il tempo invece speso dal progressista infame per visitare Oranje, ultima ridotta di bianchi afrikaneer (circa 600), e commentare con disprezzo l’attaccamento di quest’ultimi alla propria tradizione etno-razziale. Infine per dare un tocco di obiettività a questo squallido esempio di propaganda cosmopolita ecco una breve panoramica su Soweto, mostrata obiettivamente nelle sue drammatiche condizioni attuali (ebbene sì, nonostante i vari Mandela al potere…)
    Eppure il giornalista si dimenticava di mettere a conoscenza il telespettatore di come l’economia sia ormai in caduta libera, il rand in costante ribasso (nel 1994 1 rand 500 lire italiane, nel 2002 un rand 198 lire). La criminalità ormai alle stelle (secondo le statistiche della polizia Sudafricana (SAPD) relative ai crimini enunciati nell’anno 2001: in media, ogni giorno 27 omicidi, 68 stupri e tentati stupri, 4 rapimenti, 333 aggressioni comuni, 357 aggressioni con intento di ferire, 65 crimini connessi alla droga, 278 furti, 411 furti con scasso (Queste statistiche sono comunque considerate inferiori al reale). Un anno dopo in data 17 gennaio 2002 Il Daily Telegraph riportava addirittura un incremento: “Quello che è innegabile è che ci siano 59 omicidi e 752 stupri ogni giorno, in Sudafrika. Il tasso della criminalità è aumentato, drammaticamente dalla fine dell’Apartheid, facendo diventare il Sudafrica il secondo paese più violento al mondo dopo la Colombia.”
    La situazione ha raggiunto punte ancora maggiori nel 2004: ogni 26 secondi una donna è violentata, ogni 37 secondi un bambino è vittima di abusi sessuali. A Johannesburg in media si registrano 500 omicidi ogni mese. I principali bersagli di questi omicidi stupri, e violenze sono ovviamente i 30.000 agricoltori bianchi, le loro famiglie e il personale alle loro dipendenze..
    Eppure tutti ricordano le promesse che i Vari Mandela e ascari del nuovo ordine mondiale fecero nel lontano 1994 dopo la conquista del potere grazie all’appoggio del capitale internazionale. Mi riferisco a quel coacervo di movimenti: ANC (african National Congress), COSATU (Congress of South African Trade Unions- Sindacati negri) e SAKP (Partito comunista Sudafricano), che s’insediarono col programma di instaurare un governo democratico nell’africa del Sud dietro false promesse di libertà, giustizia sociale e benessere, trasformando invece il Sudafrica in una pedina fondamentale nel gioco delle plutocrazie. Guarda caso infatti, questa alleanza ANC/comunisti una volta salita al potere e di colpo purificatasi dal marxismo, ha accettato in toto le regole del liberismo e della globalizzazione, fiduciosa che gli auspicati e più volte promessi massicci investimenti stranieri garantissero nuovi posti di lavoro conferendo così il perpetuo il controllo del potere politico ai danni dell’elemento bianco.
    Basti pensare che oggigiorno la priorità del governo ANC/comunisti non è affatto la lotta alla criminalità, bensì il consolidamento della supremazia della nomenklatura negra e del blocco sociale che la sostiene. In tal senso va letta l’iniziativa promossa al fine di ridurre le armi da fuoco in circolazione visto che la maggior parte delle armi da possedute legalmente appartengono ai cittadini bianchi , mentre la stragrande maggioranza dei crimini commessi quotidianamente dall’elemento nero è realizzato con armi detenute illegalmente… infatti, disarmando i bianchi, ovvero le vittime principali della crescente criminalità si vuole indebolire la loro capacità di legittima difesa, minandone lo stesso diritto di restare in Sudafrica. Già nel 1994 Eugene Terre Blanche capo del movimento di resistenza afrikaneer AWB (Afrikaner Weerstandsbeweging) (recentemente incarcerato per aver picchiato un negro, imprigionato nella stessa cella con feroci criminali negri dove ha subito terribili sevizie) aveva dichiarato: “ Un boero disarmato è un boero morto”.
    Non a caso il 22 marzo 2002 a Vryburg si tenne una manifestazione contro il razzismo della lega giovanile dell’ANC, nel corso della quale fu invocata a gran voce la scarcerazione di un certo Andrei Babele, condannato a 3 anni di reclusione per aver accoltellato con un paio di forbici il bianco Christoffel Erasmus, presso la scuola superiore di Vryburg nel maggio 2000. Un gesto che aveva accolto il plauso di numerosi esponenti dell’ANC e quindi non poteva passare inosservato. Andrei Babele aveva già ricevuto in cella in data 14 settembre 2001 lo stesso Nelson Mandela che lo aveva consolato con una borsa di studio di 3000 rand. Manco a dirlo, tale criminale è stato recentemente rilasciato in libertà provvisoria dalla prigione di Kimberly dopo aver scontato solo 2 dei 3 anni di reclusione.
    Ecco perché con tanta solerzia a Pretoria il governo ANC/comunisti ha aperto il primo centro per la registrazione delle armi da fuoco al fine di attuare nel più breve tempo possibile il nuovo Firearms control Act (legge per la regolamentazione delle armi da fuoco, ovvero l’ultimo tassello di un diabolico progetto politico ai danni dei cittadini bianchi).
    Basti pensare che da quando l’alleanza in questione ha preso il potere sono stati assassinati 1118 agricoltori boeri, ma la cosa agghiacciante è che in più di 1/3 degli attacchi contro le loro fattorie niente sia stato rubato, benché i proprietari siano spesso soltanto violentati, torturati e annientati di casa, bestiame e raccolti andati distrutti). Secondo la Sca news del 8 marzo 2002 da quando è caduto l’ultimo governo bianco 1300 agricoltori boeri e inglesi sono stati uccisi in oltre 5000 attacchi condotti contro le loro fattorie. Questo fenomeno si è sviluppato incontrollato e guarda caso senza alcun contrasto da parte del governo della repubblica Sudafricana, tanto che l’associazione di difesa dei contadini bianchi A.S.F.A ( Action stop farm attacks”) ha rivolto un appello all’opinione pubblica internazionale perché almeno essa si occupi del loro dramma.
    A fronte di questa drammatica situazione non è un caso che molti bianchi si siano rassegnati e abbiano iniziato a fuggire alla media di 5 famiglie al giorno verso USA, Australia e Canada. Altri agricoltori hanno scelto il Mozambico, dove il governo locale ha fatto ponti d’oro per accogliere questi provetti agricoltori. Tuttavia, Iipiù irriducibili non cedono e sognano uno stato bianco nel cuore del deserto del Karoo.
    In tal senso, è bene notare che nonostante l’emigrazione e le continue uccisioni in Sudafrica vivono ancora 5.200.000 bianchi, pari al 12% della popolazione (nel 1990 c’erano in Sudafrica 5 milioni di bianchi, quindi la crescita è stata solo di 200.000 individui), mentre le altre etnie sono composte da negri al 76%, gli asiatici di origine indo-pakistana e i cinesi al 3% e infine i coloured al 9% ( le persone di sangue misto, discendenti in gran parte da incroci tra bianchi e ottentotti avvenuti all’inizio della colonizzazione). Ora, visto che i mulattamenti nati dopo la fine dell’Apartheid sono pochissimi, sintomo di una resistenza bianca etnica notevole, il problema resta nello strozzamento dovuto alla fertilità negra, enormemente elevata. Le donne negre fanno in media sei figli contro i due delle bianche, e i 3 di asiatiche coloureds.. I negri invece sono passati da 27,1 milioni del 1990 ai 33, 4 milioni del 2000, aumentando di oltre 6 milioni di unità (va sottolineato però che il 24% dei negri sudafricani è malato di Aids, contro il 2% dei bianchi).
    Tuttavia a criticare il nuovo governo multirazziale, non sono solo vastissime porzioni della componente bianca, ma sempre crescenti strati della restante parte della popolazione. Basti pensare che un recente sondaggio condotto per Afrobarometer dall’ Institute for Democracy in South Africa e la Michigan State University ha dato sorprendenti e inaspettati risultati. Infatti molti sudafricani sia bianchi che neri, ritengono che la nazione fosse meglio governata durante l’Apartheid… manifestando quindi un crescente senso di nostalgia per l’apartheid, dovuto all’alto tasso odierno di criminalità, la crescente corruzione, l’aumento della disoccupazione seguite alla caduta del governo bianco nel 1994. “Non è che loro vogliano tornare all’apartheid, ma in retrospettiva era un tempo in cui i treni arrivavano in orario”, tenta così di giustificarsi il direttore del sondaggio Robert Mattes, anch’egli strenuo difensore del dogma cosmopolita; “esso era duro, repressivo, ma alquanto efficiente”. In particolare il sondaggio mostra come circa il 60% dell’intera popolazione africana ritenga che la nazione fosse governata meglio durante l’era dell’Apartheid, con entrambi bianchi e neri che valutano il corrente governo meno degno di fiducia, più corrotto, meno abile di far rispettare la legge, e di offrire servizi.
    In particolare sono i bianchi ad avere il più alto livello di rimpianto, con il 65% di loro che identifica elementi positivi nei governi bianchi, rispetto al 59% del 2000 e al 39% del 1995.
    Ma anche il 20% dei neri da un giudizio positivo dei governi bianchi, in crescita rispetto al 17% del 2000 e all’8% del 1995. Mattes afferma che soprattutto il dato relativo ai neri sconta le crescenti disuguaglianze che si sono create nella comunità negra dopo la fine dell’apartheid, dove la povertà è aumentata, così come le difficoltà di trattare con l’apparato burocratico..
    Ancora una volta quindi il mito del paradiso della multirazzialità vendutoci ogni giorno non è altro che una fandonia, una grande immensa menzogna, utile soltanto a pochi, ricchissimi uomini.

  2. #2
    Paul Atreides
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    Ottimo messaggio. Il Sudafrica è stato propagandato come la ''nuova frontiera'' multirazziale. Il fallimento di questo progetto [fallimento che è nei fatti, a oramai 10 anni dalla salita al potere dell'ANC] è fondamentale per risvegliare le ''anime belle'' dai loro sogni ideologici.

    Allo straordinario popolo boero, un solo augurio: terra e libertà.

  3. #3
    Forumista senior
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    esatto e a tal proposito sto scrivendo un pezzo , per smascherare tutte le menzogne scritte dalla storiografia liberale sulla forma di governo dello sviluppo separato (apartheid).

  4. #4
    Volksgemeinschaft
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    molto interessante.

  5. #5
    Forumista senior
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    fra poco arriva il bello...

 

 

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