L'anima esoterica del potere nazista
1 aprile 2004 "La Stampa"
di Gian Enrico Rusconi
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È una storia singolare, una narrazione singolare. Il protagonista è Otto Rahn, con la sua tormentata biografia di ricercatore e inventore di favole storiche in sintonia con la domanda di mito del suo tempo. Uno specchio del vissuto culturale degli anni Trenta, assai più di tanti intellettuali-icone della vulgata accademica. Anche con la sua tragica fine tra le fila delle SS di Himmler, guardiano a Dachau e un suicidio (coatto) sulle montagne della Baviera (forse anche per sospetto di omosessualità).
Da vagabondo studioso e trasfiguratore del catarismo storico a ideologo della «nuova religione esoterica e luciferina» di un settore del movimento nazionalsocialista. Un itinerario molto particolare, che getta tuttavia una luce significativa sulla componente dell'esoterismo nella ideologia nazista, considerata sempre con un certo imbarazzo e qualche sufficienza dalla storiografia e dalla critica ufficiale. Come se si trattasse di un aspetto «poco serio», stravagante, marginale.
Invece è una dimensione (pur modesta in termini numerici) indispensabile per qualificare alcune delle personalità più feroci e influenti del gruppo dirigente nazista. Per identificare quel «volto demoniaco del potere» nazista, che è stato precocemente evocato dalla letteratura storica (Gerhard Ritter) come parte integrante della sua definizione, ma sviluppato in termini metaforici, filosofici paradossalmente troppo dotti.
Invece dal libro di Mario Baudino, che rielabora con grande intelligenza la letteratura già esistente sull'argomento, l'occultismo, l'esoterismo come momento integrante della «nuova religione delle SS» appare la prosecuzione, la riemersione politica di una «subcultura» transnazionale persistente. «Subcultura» nel senso letterale di cultura sotterranea, informale, marginalizzata che riemerge con ferocia inaudita.
Ma la biografia di Otto Rahn è anche l'occasione di ricordare lo sterminio dei catari, la rielaborazione successiva di questo terribile fatto storico che ad un certo punto entra in cortocircuito con la leggenda e la storia del Graal (Parsifal) e l'immancabile tesoro. Ma ciò che conta è l'operazione culturale: la germanizzazione dei catari. L'aggancio storico per cui la lotta razziale del nord viene vista come la prosecuzione della lotta storica contro Roma, contro Gerusalemme.
Incrocio di affabulazioni, miscuglio transtorico di leggende, menzogne, teorie teosofiche e razzistiche e intuizioni scientifiche. Ma anche di ispirazioni artistiche (Richard Wagner). Davanti al complicato intreccio di materiali a disposizione, Baudino sceglie la forma della narrazione romanzata piuttosto che l'analisi filologica, pignola dei materiali a disposizione sul personaggio o sulla ricostruzione storica della vicenda dei catari o della leggenda del Graal. Ma nelle sue pagine non mancano affatto giudizi critici ponderati su questa o quella fonte.
Abbiamo così davanti un lavoro che può essere letto in tanti modi. Ci si può lasciare andare al tessuto intricato del racconto, accettando docilmente di passare dalle infinite contraddizioni, inganni e autoinganni della personalità di Rahn («partì da un sogno pacifista e venne travolto da una sorta di militarizzazione del suo stesso mito; si lasciò trascinare dal romanzo storico alla favola armata»), al gioco delle ricostruzioni di questa stessa personalità da parte di biografi interessati a godere della fama postuma del personaggio. Oppure è l'occasione per excursus storici sui catari e sulla loro persecuzione, sulla formazione della leggenda Graal e sulla improbabile combinazione dei due fatti. O ancora l'immersione nell'ambiente culturale delle SS, vicino a Himmler. Oppure semplicemente è l'occasione per riflettere sull'incredibile capacità delle nostre culture e subculture di inventarsi miti su misura: alcuni liberatori altri assassini - dove è spesso difficile tracciare una linea di separazione.
«I miei antenati erano pagani, i miei padri eretici» - ripete Otto Rahn nel suo ultimo libro Corte di Lucifero, ammiccando ai suoi nuovi padroni-amici nazisti. E' un'invenzione allo stadio puro. Mito omicida e suicida. Baudino ha scritto un libro affascinante sulla potenza negativa del mito, che fa riflettere.