il presidente della Camera "nostalgico" del caos parlamentare del passato dovuti, dice, "a grandi questioni ideali"
Casini: "Gli scontri in Parlamento
oggi sono solo marketing"
Pierferdinando Casini
TORINO - "Gli scontri di oggi in Parlamento sono sorretti da marketing e poco hanno a che fare con la vita della gente". Il presidente della Camera Pierferdinando Casini interviene al congresso delle Acli e spara a zero sul comportamento dei parlamentari. Casini si dice preoccupato "non per gli scontri in Parlamento, che ci sono sempre stati. Ma quegli scontri erano sorretti da grandi ideali".
"Sono andato a vedere - ha detto Casini - i precedenti dei principali scontri parlamentari". "Devo dire - ha aggiunto - che il tasso di caos parlamentare non era certamente inferiore a quello odierno". Ma citare la "nobiltà della politica" dei tempi di De Gasperi e di Togliatti che pure avevano le loro tensioni, "non significa niente.
Tra l'altro - ha osservato Casini - oggi le grandi contrapposizioni ideologiche del passato non ci sono più, per cui la politica deve essere rigorosa anche nell'affermare quel rispetto per le istituzioni che è condizione primaria per essere credibili davanti ai cittadini". "Il fatto che questi scontri ci siano stati nel passato - ha detto ancora Casini - non può essere un alibi per continuare a ereditare dal passato i vizi della politica e non le virtù".
''Il problema vero - ha affermato il presidente della Camera - e' che quegli scontri parlamentari (gli scontri del passato, dei tempi di De Gasperi e Togliatti, ndr) erano sorretti da grandi scontri ideali. Oggi gli scontri rischiano di essere solo la proiezione pubblicitaria, più da marketing, che non ha nessun senso rispetto alle grandi questioni che riguardano la vita delle persone''.
"Noi abbiamo una contrapposizione ideologica che è terminata - ha sostenuto il presidente della Camera -, non possiamo essere nostalgici del regime comunista sovietico e fascista. Ma io sono nostalgico delle battaglie che erano sorrette su principi e valori ideali che erano forti. Oggi - ha concluso - il rischio è che ci sia un pragmatismo privo di ideali e l'esistenza di un processo mistificatorio che è reciproco".