Antonietta de Pace
.Anima intrepida e instancabile
dei gruppi rivoluzionari
del Meridione
di Sara Foti Sciavaliere
La battagliera Antonietta De Pace, rampolla di una famiglia di proprietari terrieri, fu un’eroina del Risorgimento. Mazziniana e antiborbonica, lottò nel silenzio, con audace creatività, per i suoi ideali di libertà e giustizia.
Antonietta bella e fiera, non tollerava le iniquità sociali. La sua anima generosa si rivelò già a tredici anni quando si rese conto delle condizioni di vita durissime dei contadini che lavoravano nelle campagne di Ugento: la malaria, il tifo, la tubercolosi erano malattie assai diffuse a causa della presenza di paludi infette, per la mancanza di acqua potabile sostituita da quella putrescente delle cisterne. Per non parlare delle condizioni igieniche precarie aggravate da un’alimentazione insufficiente. Tale situazione toccò il cuore di Antonietta scatenando in lei la volontà di lottare.
Era ancora adolescente quando visse un altro episodio che l’avrebbe portata a intervenire in prima persona in difesa dei deboli e degli oppressi. Una donna, Tonina, viveva come una “belva ferita” a causa del marito che la costringeva a stare fuori da casa. Perciò la signora si era costruita un riparo con tavole e canne. Spesso la bastonava selvaggiamente, dandole da mangiare i propri rifiuti che lei non riusciva a masticare poiché era senza denti. Antonietta le regalò vestiti, del cibo e un temperino per tagliuzzare il cibo e poterlo ingoiare. Con quel coltello però, la donna aggredì e uccise il marito. La giovane De Pace ne rimase sconvolta e decise di studiare giurisprudenza per poter lottare contro la miseria morale ed economica della società a lei contemporanea. Soprattutto voleva dare voce a tanti derelitti, donne, bambini, privi di mezzi di sussistenza e incapaci di reagire dinanzi alle ingiustizie inflitte dalla società.
«Svelta, intelligente, ardita e prudente insieme, dimenticò il mondo femminile, e tutta l’anima versò nel proposito di concorrere a liberare la patria dalla servitù», così la descrive il marito di Antonietta, Beniamino Marciano nella biografia da lui curata.
Ospite a Napoli della sorella Rosa e del cognato Epaminonda Valentino, seguace mazziniano, la De Pace viene a contatto con il circolo dei cospiratori. Non fu subito accettata ma, in seguito, impressionati dal coraggio e dalla sua intelligenza la considerarono parte integrante del gruppo patriottico meridionale. La giovane donna riceveva i corrieri da Lecce, Brindisi o Taranto. Prese attivamente parte alla preparazione, in Terra d’Otranto, dei moti del 1848. Combatté accanto a Settembrini. Dopo la fine prematura del cognato, Antonietta lasciò Gallipoli per andare a vivere a Napoli con la sorella Rosa e i nipoti.
Nel 1849 fondò un Circolo femminile, composto prevalentemente da donne di estrazione nobile o alto borghese, i cui parenti si trovavano nelle carceri borboniche. Il compito delle aderenti era quello di far da tramite tra i detenuti politici e i loro parenti, facendo pervenire nelle carceri viveri e altri mezzi di sussistenza, lettere e informazioni politiche.
Oltre a dirigere il Circolo femminile, e il successivo Comitato politico femminile, attivo negli anni 1849-1855, Antonietta collaborò ad associazioni patriottiche meridionali quali l’Unità d’Italia (1848), la Setta carbonico-militare (1851), il Comitato segreto napoletano (1855) che propugnavano l’unificazione dei numerosi movimenti politici del Meridione sotto l’egida repubblicana.
L’impegno di Antonietta per i più deboli, per i più poveri non si affievolì neanche con il venir meno dell’impegno rivoluzionario. Anzi, ella fu protesa verso l’istruzione specialmente delle donne che, a suo avviso, solo attraverso la cultura possono riscattare la propria condizione sociale.
Approfondimenti
Antonietta De Pace
Antonietta De Pace nasce a Gallipoli, il 2 febbraio 1818, da una famiglia benestante. Il padre, Gregorio De Pace è banchiere e sindaco della città e la madre, donna Luisa Rocci Girasoli, un’aristocratica d’origine spagnola.
Fu introdotta giovanissima nell’ambiente insurrezionale della Giovane Italia dal cognato Epaminonda Valentini, il quale scoperto e arrestato per la sua attività antiborbonica morì nell’istituto di detenzione di Lecce. Antonietta fu però sollecita a riprendere l’azione del cognato: nell’agosto del 1854 fu condotta nel carcere di S. Maria di Agnone. Fu aperto contro di lei un processo, accusata di cospirazione antigovernativa. Nonostante la requisitoria chiedesse per lei la pena capitale, l’intrepida donna riuscì a ottenere la libertà.
Nel 1858 incontra Beniamino Marciano, suo futuro marito. Con lui collaborò nella diffusione delle idee mazziniane.
Garibaldi le affidò la direzione dell’ospedale Gesù di Napoli. Dopo il successo di Porta Pia, accettò anche l’incarico di ispettrice delle scuole “Avvocata” di Napoli che mantenne fino al 1862.
Morì il 4 agosto 1893. Gallipoli e Napoli hanno intitolato in memoria di Antonietta, le proprie vie cittadine. Dal 1959 l’Istituto professionale femminile di Lecce porta il suo nome.
Per saperne di più
Emilia Bernardini, esponente della grande borghesia gallipolina, nel cassetto segreto di un mobile antico, appartenuto alla sua nonna materna, trova un quadernetto che narra la vita di Antonietta de Pace a opera di un marito innamorato.
Conti e date alla mano non può che trattarsi dell’eroina Antonietta De Pace, zia della nonna di Emilia Bernardini. Da qui al desiderio di tradurre in romanzo l’avventurosa vita dell’antenata, protagonista delle vicende risorgimentali, il passo è breve.
Nasce il romanzo “Antonietta e i Borboni”, (Avagliano 2005) che offre al lettore dei flash back sia dell’italia pre e post-unitaria che dell’energia che animò Antonietta de Pace.
Bibliografia
B. Marciano, “Della vita e dei fatti di Antonietta De Pace”, (tipografia) Pierro e Veraldi, 1901
F. Marciano, G. Esposito, “Beniamino Marciano e Antonietta De Pace. Due eroi del Risorgimento Italiano”, Quaderni di cultura Strianese, Napoli, 1994
O. Valio, “Donne meridionali”, (tipografia) Fratelli Jovane, 1902
A. Spinosa, “Italiane. Il lato segreto del Risorgimento”, Mondadori, 1994
M. S. Corciulo, “Antonietta De Pace settaria e patriota nel contesto rivoluzionario napoletano (1848 – 1860)”, in “Trimestre”, 3, 1999
P. Palumbo, “Risorgimento salentino (1799 – 1860)”, Centro studi salentino, 1968
E. Bernardini, “Antonietta e i Borboni”, Capone Ed., 1999
O. Colangeli , “Antonietta De Pace-Patriota gallipolina”, Editrice Salentina, 1967
A. Buono Libero, “Antonietta De Pace rivoluzionaria gallipolina”, Tipografia 5Emme, 2001
Sommarietto
Con entusiasmo e coraggio, Antonietta De Pace, tra Gallipoli e Napoli, dedicò la sua vita alla lotta antiborbonica e alla difesa dei diritti dei contadini e delle donne
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