Ebbene si signori, ieri l'esimio Professore ,ovviamente nel silenzio dei media proni alla sinistra, e' andato in Commissione Mitrokhin. Oltre ai suoi innumerevoli "non so" "non ricordo" (d'altronde lui non sa mai nulla), l'uomo che dovra' salvare l'Italia dal "ladrone" Berlusconi ha raccontato ancora una volta la storiella secondo la quale nel 78 a rivelargli il nome di Gradoli (sede, Via Gradoli, del principale covo brigatista a Roma durante il sequestro Moro) fu nientemento che lo spirito del Buon La Pira invocato durante una seduta spiritica.
Gia', proprio cosi' Questo e' l'uomo dietro cui i compagni sbavano. Immaginetevi se una cosa simile l'avesse fatta Berlusconi.......
DAL GIORNALE
Mitrokhin, le capriole del professore
Alla commissione d’inchiesta Prodi si contraddice sul caso delle presunte spie del Kgb
di GianMarco Chiocci e Claudia Passa
Roma – Romano Prodi dice, non dice, si contraddice. Sapeva o non sapeva del dossier Mitrokhin?… Sì, no, un po’, forse… Ascoltato per quattro ore dalla commissione d’inchiesta l’ex-premier ha esordito nel peggiore dei modi, presentando una memoria scritta che alla fine gli si è rivoltata contro allorché ‘a voce’ sugli stesi punti ha detto ben altre cose. Prodi ha smentito Prodi soprattutto sui tempi e le modalità con le quali il suo governo venne informato dagli 007 militari sui probabili doppiogiochisti arruolati dal Kgb, alcuni dei quali presenti nei partiti che nei giorni caldi del caso Mitrokhin sostenevano la sua coalizione.
Chi mente tra i due?…
Il professore non poteva non cominciare del 30 ottobre ’96 a Palazzo Chigi [presenti il direttore del Sismi Sergio Siracusa e il fidato sottosegretario Enrico Micheli…]. Vertice sul quale fornisce due versioni differenti. Nero su bianco spiega che lui da Siracusa non seppe nulla di ‘Mitrokhin’, poiché il direttore del Sismi gli avrebbe ‘solo’ riferito dell’esistenza della ‘fonte Impedian’ [altro non è che il nome in codice di Mitrokhin…] e del ‘contenuto della produzione informativa e dell’esito dei riscontri svolti dal Sismi’. Fonte Impedian, produzione informativa, riscontri. Ma di che cosa dovevano parlare i due interlocutori se non del Kgb made in Italy?… Rispetto allo scritto oralmente Prodi ha ridimensionato la portata di quel faccia a faccia, arrivando a parlare di ‘una conversazione di pochissimi secondi’ nella quale Siracusa gli disse ‘di una indagine in corso’ chiedendogli ‘di continuare ad indagare. Non mi fece vedere né firmare nulla. Io gli dissi di procedere, di andare avanti. Che altro potevo fare?…’. Magari assicurarsi direttamente da Siracusa che quelle indagini andassero avanti per davvero. Invece nessuno nel Sismi ha mai indagato. Nessuno ha fatto accertamenti. Lo stesso Siracura, allora in scadenza del mandato, di lì a poco sarebbe stato premiato con la poltrona più ambita, quella della Benemerita [e per ben due volte, caso unico, ha ottenuto la proroga…], nonostante da trent’anni vi fosse la consuetudine di nominare ai vertici dell’Arma chiunque, purchè non un uomo dei Servizi. Qualcuno ha malignato sul ‘regalo’ fatto all’ex-direttore del Sismi come premio per l’insabbiamento del dossier. E Prodi ha involontariamente offerto il fianco a questi sospetti rettificando solo oggi quanto affermato il 14 novembre 2002 a proposito di quell’incontro con Siracusa, voluto ‘per comunicargli la mia intenzione di nominarlo comandante generale dei Carabinieri’. Eppure lo stesso generale lo aveva smentito in commissione precisando che quell’incontro lo chiese lui e non Prodi proprio per parlare del carteggio sulle spie del Kgb dopo averne parlato diffusamente nei dettagli col ministro della difesa Beniamino Andreatta. Altra capriola di Prodi a questo punto: ‘In realtà la nomina di Siracusa al comando generale dell’Arma l’avevo già in mente e volevo incontrarlo per rassicurarlo. Lui però mi precedette chiedendomi un colloquio per riferirmi della vicenda allora nota come Impedian’. Glielo disse oppure no delle spie italiane?… Nella memoria dice di sì, a voce minimizza, quasi nega. E qui rincomincia il balletto degli equivoci.
Andreatta e Dini
Prodi ammette il minimo indispensabile, si tiene sul vago, ricorda poco, quasi fosse normale che s’indagasse su una rete di 261 nomi del Kgb in Italia. Cita la relazione del Copaco [comitato parlamentare suoi servizi segreti] nella parte in cui si da atto che Siracusa, dopo una vaga esposizione dei fatti, confermava al premier quanto suggerito al ministro della difesa, ovvero che era il caso di proseguire con le indagini [su chi?… ] poiché non c’erano ancora elementi per trasmettere il tutto alla magistratura. Le contraddizioni però non si fermano qui. Come già detto, prima di recarsi dal presidente del consiglio, Siracusa aveva mostrato le 175 schede inviate dai servizi inglesi al ministro Andreatta. Gli agenti della sezione C/S [controspionaggio…] avevano preparato al loro direttore un appunto riepilogativo sulla base dei riscontri effettuati nel quale suggerivano l’opportunità di che alcune schede [tra le quali quella di Armando Cossutta, esponente della maggioranza di governo…] finissero nelle mani del magistrato. I nomi ‘sensibili’ però sono spariti. Il dossier è finito nei cassetti anziché in procura, anche perché Siracusa consegnò ad Andreatta una lettera di segno opposto. Letta la missiva Andreatta telefonò subito a Prodi preannunciandogli la visita del capo degli 007 militari. Possibile che non gli abbia preannunciato anche i contenuti ‘scottanti’ dell’incontro?… C’era bisogno che il direttore del Sismi scomodasse il presidente del consiglio per comunicargli ‘solo’ che il servizio, come da prassi, stava indagando su una vicenda di spionaggio?… Ed è normale che il predecessore di Prodi a Palazzo Chigi Lamberto Dini [divenuto ministro degli esteri nel suo esecutivo…] al contrario del successore sapesse, per esempio, delle schede del Kgb sul partito comunista italiano?… Come per Telekom anche per Mitrokhin Prodi ha spiegato d’averne sentito parlare ‘solo’ a cose fatte: ‘Del dossier sulle spie del Kgb ebbi certezza solo nel ’99, quando fu pubblicato il libro dello storico inglese Andrews’. Sarà…
Il professore, uomo di spirito…
Il presidente della commissione Ue si è scaldato parecchio per smentire qualsivoglia coinvolgimento della sua ex-Nomisma col Sismi. Ha invece svicolato, imbarazzato quanto basta, quando l’argomento ‘spie del Kgb’ è scivolato su un dettaglio del caso Moro che lo riguarda dea vicino, la seduta spiritica nella quale i fantasmi di don Sturzo e Giorgio La Pira avrebbero suggerito a lui e ad altri undici amici l’indicazione ‘Gradoli’ associata al luogo dove era tenuto prigioniero il presidente della Dc. Il professore ha confermato le precedenti versioni, rimandando stizzito ai verbali della commissione Moro. Non ha voluto aggiungere una sola parola in più nemmeno quando il capogruppo di An Enzo Fragalà lo ha preso di petto: ‘Ma come professore, lei che è cattolico non sa che le sedute spiritiche sono peccato?…’. E Guzzanti :’Caro presidente, lei può dire quello che vuole ma i piattini su cui si poggiano le mani non si muovono, non si sono mai mossi né mai si muoveranno…’. Il fantasma che suggeriva il nascondiglio di Moro era per caso il Kgb, come ha scritto il settimanale di sinistra Avvenimenti citato ieri dal Giornale?… Prodi non ha risposto, ha abbassato gli occhi e la testa, anche perché la coincidenza dei brigatisti Morucci e Faranda arrestati in casa della figlia del capo-rete del Kgb in Italia è dura da digerire. Meglio liquidarla con un eloquente silenzio…