22 MAGGIO 2018: ventiduesimo giorno di Maggio Mese Mariano, NOVENA per la Festa di Maria Ausiliatrice (16 - 23 Maggio, Festa: 24 Maggio) e NOVENA ALLA SANTISSIMA TRINITÀ (18 - 26 Maggio); SANTA RITA da Càscia, Martedì di PENTECOSTE…
“Martedì della Pentecoste.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico
Guéranger, L'anno liturgico - Il santo giorno della Pentecoste. I doni dello Spirito Santo
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22 Maggio : Preghiere a Santa Rita da Cascia (novene, supplica, e vita della Santa per i casi impossibili) - La gioia della preghiera
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“22 Maggio : Preghiere a Santa Rita da Cascia (novene, supplica, e vita della Santa per i casi impossibili).”
"NOVENA A MARIA AUSILIATRICE (Festa: 24 Maggio)."
Maria Ausiliatrice - La Madonna dei tempi difficili
Novena a Maria Ausiliatrice
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Maggio mese di Maria: 22° giorno - L'Eucaristia
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“Maggio mese di Maria: 22° giorno
L’EUCARISTIA.”
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Santa Rita - Sodalitium
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«22 maggio, Santa Rita, Vedova (Roccaporena, 1381 – Cascia, 22 maggio 1457).
“A Càscia, in Umbria, santa Rita Vedova, Monaca dell’Ordine degli Eremiti di sant’Agostino, la quale, dopo le nozze del secolo, amò unicamente l’eterno sposo Cristo”.
O Dio, autore della pace e custode amoroso della carità, guarda benevolo e misericordioso la nostra famiglia. Vedi, o Signore, come è spesso in discordia e come la pace si allontana da essa. Abbi pietà di noi. Fa’ che ritorni la pace, perché tu solo ce la puoi concedere. O Gesù, Re di pace, ascoltaci per i meriti di Maria Santissima, regina della pace, e anche per i meriti della tua serva fedele, Santa Rita che arricchisti di tanta carità e dolcezza da essere angelo di pace ovunque vedesse discordia. E tu, cara Santa, prega per ottenerci questa grazia dal Signore sulla nostra famiglia e su tutte le famiglie in difficoltà. Così sia.»
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Tradidi quod et accepi
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«MARTEDÌ DI PENTECOSTE, 22 MAGGIO 2018.
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“MARTEDÌ DI PENTECOSTE.
Stazione a Sant'Anastasia.
Doppio di I classe.
Paramenti rossi.
SANTA MESSA
La Chiesa continua ad indirizzarsi ai nuovi figli che le ha dati il Battesimo. Essa li riuniva in questo giorno nella chiesa di Sant'Anastasia, ove a Natale si celebra la Messa dell'Aurora.
L'Introito ricorda ad essi il grande beneficio della vocazione al Cristianesimo. Col sacramento del Battesimo la virtù dello Spirito Santo è discesa in essi ed ha purificati i loro cuori (Orazione) perché «lo Spirito Santo stesso è la remissione dei peccati» (Post-communio). Col sacramento della Confermazione sono stati rivestiti dello Spirito di fortezza, come altra volta i discepoli di Samaria (Epistola). Col sacramento dell'Eucarestia si sono cibati del pane degli Angeli (Offertorio). Pecorelle fedeli del Divin Pastore (Vangelo), sono entrati nell'ovile, che è la Chiesa, colla loro fede in Colui che è la «porta dell'ovile» e ascoltano sempre gli insegnamenti che lo Spirito Santo (Alleluia) comunica loro per mezzo dei ministri della Chiesa.
Domandiamo a Dio il rinnovellamento delle anime nostre colla grazia dello Spirito Santo (Postcommunio).
- All'Epistola.
«Gli Apostoli dimostrarono a Pietro essere conveniente che andasse egli stesso ad aprire interamente le porte dell'ovile ai convertiti della Samaria ed egli aderì volentieri a questo viaggio, facendosi accompagnare da San Giovanni. Il dono particolare dello Spirito Santo non era allora conferito che per mezzo degli Apostoli, con l'imposizione delle mani. Dal III secolo almeno in poi questo tratto degli Atti è il passo classico per dimostrare la esistenza del Sacramento della Cresima» (Fillion).
- Al Vangelo.
Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Trattato 45 su Giovanni, dopo il principio.
Il Signore nella lettura odierna ha proposto una parabola relativa al suo gregge e alla porta per cui s'entra nell'ovile. Dicano pure i pagani: Noi viviamo bene! Se non entrano per la porta, che serve loro ciò di cui si gloriano? Il viver bene deve fruttare a ciascuno di vivere sempre; perché che giova viver bene a chi non è dato di viver sempre? Non si può dire che vivano bene coloro che o per cecità non conoscono la fine d'una vita buona, o la disprezzano per orgoglio. Nessuno può avere speranza vera e certa di vivere sempre, se non conosce la vita, ch'è Cristo, e non entra nell'ovile per la porta.
Uomini siffatti cercano spesso di persuadere anche i loro simili a vivere onestamente, senza essere perciò cristiani. Essi vogliono introdursi da un'altra parte, rapire ed uccidere; non facendo come il buon pastore, che vuole conservarle e salvarle. Ci sono stati dei filosofi che hanno trattato lungamente con sottilità intorno alle virtù e ai vizi, distinguendo, definendo, traendo conclusioni di ragionamenti assai ingegnosi, riempiendo libri, vantando la propria sapienza con gran rumore, giungendo fino a dire agli uomini: Seguiteci, unitevi alla nostra setta, se volete vivere felicemente. Ma essi non entravano per la porta: volevano distruggere, ammazzare, e uccidere.
Che dirò dei Giudei? Ecco gli stessi farisei leggevano, e in ciò che leggevano celebravano il Cristo, ne speravano la venuta, e non lo riconoscevano punto, sebbene fosse presente. Si vantavano ancora d'essere del numero dei Veggenti, cioè, dei sapienti, e negavano il Cristo, e non entravano per la porta. Anch'essi per conseguenza, se riuscivano a sedurne alcuni, li attiravano non per liberarli, ma per ammazzarli e ucciderli. Ma lasciamo anche questi. Vediamo se almeno entrano per la porta coloro che si gloriano del nome dello stesso Cristo. Sono innumerevoli coloro che non solo si spacciano per Veggenti, ma vogliono essere considerati come illuminati da Cristo: e questi sono gli eretici.”
Sardinia Tridentina: Martedì di Pentecoste - Stazione a sant'Anastasia
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Ligue Saint Amédée
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mardi après la Pentecôte.”
Méditation pour le Mardi après la Pentecôte
“22 Mai : Sainte Rita de Cassia, Veuve († 1456).”
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1948 ? 2018: la catastrofe del popolo palestinese - Centro Studi Giuseppe Federici
“Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 48/18 del 22 maggio 2018, San Santa Rita.”
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“Noi, fin da questo momento, Vi ringraziamo e Vi benediciamo, per tutte le tribolazioni, le angustie, le contrarietà; le privazioni; le pene, i dolori, le miserie, le persecuzioni ed ogni afflizione con cui ci visiterete tutto quest’anno. Vi rendiamo grazie con tutto il cuore, e mentre la natura trema e si affligge, intendiamo che lo spirito Vi loda, Vi ringrazia e Vi benedica. O Padre amorosissimo, ricordatevi che siamo fragile erba, che presto appassisce, e non ci vogliate sterminare. Guardate la nostra umiliazione, e come stiamo tremanti ed atterriti al Vostro cospetto. Usateci misericordia. Miserere nostri Domine, miserere nostri.”
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“22 maggio 2018: Martedì di Pentecoste.”
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«Il 22 Maggio del 1447 moriva santa Rita da Cascia, vedova.
Rita nacque presumibilmente nell'anno 1381 a Roccaporena, un villaggio situato nel comune di Cascia in provincia di Perugia, da Antonio Lotti e Amata Ferri. I suoi genitori erano molto credenti e la situazione economica non era agiata ma decorosa e tranquilla.
La storia di S. Rita fu ricolma di eventi straordinari e uno di questi si mostrò nella sua infanzia.
La piccina, forse lasciata per qualche momento incustodita nella culla in campagna mentre i genitori lavoravano la terra, fu circondata da uno sciame di api. Questi insetti ricoprirono la piccola ma stranamente non la punsero. Un contadino, che nel contempo si era ferito alla mano con la falce e stava correndo a farsi medicare, si trovò a passare davanti al cestello dove era riposta Rita. Viste le api che ronzavano attorno alla bimba, prese a scacciarle ma, con grande stupore, a mano a mano che scuoteva le braccia per scacciarle, la ferita si rimarginava completamente.
La tradizione ci tramanda che Rita aveva una precoce vocazione religiosa e che un Angelo scendeva dal cielo a visitarLa quando si ritirava a pregare in un piccolo sottotetto.
S. RITA ACCETTA DI ESSERE SPOSA
Rita avrebbe desiderato farsi monaca tuttavia ancor giovanetta (circa a 13 anni) i genitori, oramai anziani, la promisero in sposa a Paolo Ferdinando Mancini, un uomo conosciuto per il suo carattere rissoso e brutale. S. Rita, abituata al dovere non oppose resistenza e andò in sposa al giovane ufficiale che comandava la guarnigione di Collegiacone, presumibilmente verso i 17-18 anni, cioè intorno al 1397-1398.
Dal matrimonio fra Rita e Paolo nacquero due figli gemelli maschi; Giangiacomo Antonio e Paolo Maria che ebbero tutto l'amore, la tenerezza e le cure dalla mamma. Rita riuscì con il suo tenero amore e tanta pazienza a trasformare il carattere del marito e a renderlo più docile.
La vita coniugale di S. Rita, dopo 18 anni, fu tragicamente spezzata con l'assassinio del marito, avvenuto in piena notte, presso la Torre di Collegiacone a qualche chilometro da Roccaporena mentre tornava a Cascia.
IL PERDONO
Rita fu molto afflitta per l'atrocità dell'avvenimento, cercò dunque rifugio e conforto nell'orazione con assidue e infuocate preghiere nel chiedere a Dio il perdono degli assassini di suo marito.
Contemporaneamente S. Rita intraprese un'azione per giungere alla pacificazione, a partire dai suoi figlioli, che sentivano come un dovere la vendetta per la morte del padre.
Rita si rese conto che le volontà dei figli non si piegavano al perdono, allora la Santa pregò il Signore offrendo la vita dei suoi figli, pur di non vederli macchiati di sangue. "Essi moriranno a meno di un anno dalla morte del padre"..
Quando S. Rita rimase sola, aveva poco più di 30 anni e senti rifiorire e maturare nel suo cuore il desiderio di seguire quella vocazione che da giovinetta aveva desiderato realizzare.
S. RITA DIVENTA MONACA
Rita chiese di entrare come monaca nel Monastero di S. Maria Maddalena, ma per ben tre volte non fu ammessa, in quanto vedova di un uomo assassinato.
La leggenda narra che S. Rita riuscì a superare tutti gli sbarramenti e le porte chiuse grazie all'intercessione di: S. Giovanni Battista, S. Agostino e S. Nicola da Tolentino che l'aiutarono a spiccare il volo dallo " Scoglio" fino al Convento di Cascia in un modo a Lei incomprensibile. Le monache convinte dal prodigio e dal suo sorriso, la accolsero fra di loro e qui Rita vi rimase per 40 anni immersa nella preghiera.
IL MIRACOLO SINGOLARE DELLA SPINA
Era il Venerdì Santo del 1432, S. Rita tornò in Convento profondamente turbata, dopo aver sentito un predicatore rievocare con ardore le sofferenze della morte di Gesù e rimase a pregare davanti al crocefisso in contemplazione. In uno slancio di amore S. Rita chiese a Gesù di condividere almeno in parte la Sue sofferenze. Avvenne allora il prodigio: S. Rita fu trafitta da una delle spine della corona di Gesù, che la colpi alla fronte. Fu uno spasimo senza fine. S. Rita portò in fronte la piaga per 15 anni come sigillo di amore.
VITA DI SOFFERENZA
Per Rita gli ultimi 15 anni furono di sofferenza senza tregua, la sua perseveranza nella preghiera la portava a trascorrere anche 15 giorni di seguito nella sua cella "senza parlare con nessuno se non con Dio", inoltre portava anche il cilicio che le procurava sofferenza, per di più sottoponeva il suo corpo a molte mortificazioni: dormiva per terra fino alla fine quando si ammalo e rimase inferma negli ultimi anni della sua vita.
IL PRODIGIO DELLA ROSA
A circa 5 mesi dal trapasso di Rita, un giorno di inverno con la temperatura rigida e un manto nevoso copriva ogni cosa, una parente le fece visita e nel congedarsi chiese alla Santa se desiderava qualche cosa, Rita rispose che avrebbe desiderato una rosa dal suo orto. Tornata a Roccaporena la parente si reco nell'orticello e grande fu la meraviglia quando vide una bellissima rosa sbocciata, la colse e la portò a Rita.
Cosi S. Rita divenne la Santa della "Spina" e la Santa della "Rosa".
S. Rita prima di chiudere gli occhi per sempre, ebbe la visione di Gesù e della Vergine Maria che la invitavano in Paradiso. Una sua consorella vide la sua anima salire al cielo accompagnata dagli Angeli e contemporaneamente le campane della chiesa si misero a suonare da sole, mentre un profumo soavissimo si spanse per tutto il Monastero e dalla sua camera si vide risplendere una luce luminosa come se vi fosse entrato il Sole. Era il 22 Maggio del 1447.
S. Rita da Cascia è stata beatificata ben 180 anni dopo il suo decesso e proclamata Santa a 453 anni dalla sua morte.
Fonte: Vita di Santa Rita da Cascia.»
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“Il 22 maggio 1667 muore Papa Alessandro VII Chigi, Sommo Pontefice.”
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«22 maggio 1978 : Con la "legge" abortista 194 si autorizzava in Italia l'assassinio della vita prenatale.
"A coloro, infine, che tengono il supremo governo delle nazioni, e ne sono legislatori, non è lecito dimenticare che è dovere dell’autorità pubblica di difendere con opportune leggi e con la sanzione di pene la vita degli innocenti; e ciò tanto maggiormente, quanto meno valgono a difendersi coloro la cui vita è in pericolo, e alla quale si attenta; e fra essi, certo, sono da annoverare anzitutto i bambini nascosti ancora nel seno materno. Se i pubblici governanti non solo non prendono la difesa di quelle creature, ma anzi con leggi e con pubblici decreti le lasciano, o piuttosto le mettono in mano dei medici o d’altri, perché le uccidano, si rammentino che Dio è giudice e vindice del sangue innocente, il quale dalla terra grida verso il cielo". (Pio XI, Casti connubii, 31 dicembre 1930).»
https://www.radiospada.org/2018/05/v...sta-di-maglio/
"Nota di Radio Spada; continua oggi, Martedì di Pentecoste (festa di Santa Rita da Cascia), questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici."
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Santa Rita da Càscia prega per noi!!!
Ave Maria!!!
Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!!!
Luca, Sursum Corda!