In Origine Postato da Decima Regio
Se Lei si ostina ad inanellare luoghi comuni, senza argomentare - ma soprattutto senza sforzarsi di comprendere le evidenze che altri Le mostra - capisce bene come e perchè le Sue discussioni in effetti non siano tali, bensì sterili abbaiamenti.
Lei dice "export = aumento del benessere". E perchè mai ?
da un punto di vista strettamente fisico, l'exporto RIDUCE il benessere di una comunità - poichè riduce, mediante delocalizzazione, la platea di beni fisici che gli associati possono dividersi. Le posto un esempio semplice, che potrebbe capire anche un idiota ; ed una eccezione altrettanto semplice.
ESEMPIO : nell'Europa degli anni 1940-1944, occpata dalle armate del III Reich, tutti i paesi - in primis la Francia -ESPORTAVANO i loro prodotti verso la Germania, che li pagava con marchi di occupazione. Ciò nella Sua brillante algebra economica avrebbe prodotto benessere, ma i francesi constatarono che - man mano che la produzione di patate veniva acquistata da tedeschi e spedita in Germania - le quote di razionamento calavano. Ciò non provocò gioia e benessere.
ECCEZIONE : l'esportazione di prodotti fabbricabili in serie con economie di scala ARRICCHISCE l'esportatore, perchè gli permette di beneficiare sui prodotti che infine consuma, del minor costo per effetto del costo marginale decresente. In un mondo con risorse naturale finite il costo marginale decrescente ovviamente è la eccezione e non la regola, però ad esempio, la Mercedes o la Toyota conquistando le quote di mercato delle case automibilistiche USA, e l'AIRBUS espellendo Boeing dal mercato degli aerei civili, trasferiscono ricchezza dagli USA all'Europa ed al Giappone. Ma non per effetto dei dollari che incassano (inutile cartaccia verde, a ben vedere) ; ma per la progressiva disarticolazione della capacità produttiva del concorrente. La produzione mondiale nel complesso non se ne avvantaggia ; ndella migliore delle ipotesi pareggia, più probabilmente si contrae.
Se potrà dimostrarmi di aver capito le elementari evidenze di cui sopra, prometto di cpiegarLe - in non più di venti righe - come e perchè un mercato libero e concorrenziale NON MASSIMIZZA LA PRODUZIONE, bensì la comprime, tendendo progressivamente al monopolio ed al mercato saturo-maturo.
Fammi indovinare: sei uno storico?
Perche' d'economia, dietro una falsa cortina di pseudo-conoscenza, e' chiaro che non ne capisce una mazza.
E solo chi condivide la Sua pochezza (salve Naitmer e Marcello!) in materia ne viene ingannato...
Esempio:
Il costo marginale non e' necessariamente costante, come Lei erroneamente implica nella "quote" sopra."In un mondo con risorse naturale finite il costo marginale decrescente ovviamente è la eccezione e non la regola
Il fatto che risorse naturali siano finite e' d'importanza triviale, in quanto si possono ottenere costi marginali decrescenti ad ogni modo negli stadi iniziale di produzione.
Si faccia un favore: studi un po' di matematica, e poi si addentri nella teoria economica.
Perche' lasciandoLa solo ad "intuizione", e' chiaro che non ci arriva...