PER LA RIVOLUZIONE LIBERALE

Sul Corriere della Sera del 21 gennaio è comparso l’appello “Restituite la parola ai cittadini” promosso da varie personalità appartenenti ad aree culturali e politiche diverse, tra cui spiccano, a parere del sottoscritto, i nomi di Antonio Martino e di Umberto Veronesi. Due personalità note per la loro indipendenza ed autonomia anche nei confronti delle aree cui fanno normalmente riferimento. Il contenuto è rappresentato da tre parole: “per la democrazia”. Sostanzialmente è un appello in favore della democrazia anglosassone, ossia liberale, ritenuta l’unica democrazia in grado di superare questa transizione iniziata nel lontano 1992 e trascinatasi senza una definitiva trasformazione del regime partitocratrico.

Al congresso dello scorso dicembre Veneto liberale ribadiva il proprio impegno a sostegno del referendum elettorale promosso dai proff. Guzzetta e Segni e il predetto appello non fa che inquadrare quel referendum in un progetto più ampio.

Conseguentemente Veneto liberale ha aderito all’appello dopo che i singoli aderenti al sodalizio veneto hanno constatato la consonanza di obiettivi. Primarie, collegio uninominale maggioritario, scelta popolare del governo, bipartitismo, separazione dei poteri e la reale autonomia delle diverse istituzioni: è buona parte del contenuto del progetto politico, perseguito sin dalla fondazione dell’associazione, progetto indicato con la denominazione gobettiana “Rivoluzione liberale”.

Inoltre, sempre a quel congresso, Veneto liberale sosteneva la necessità di far svolgere il referendum elettorale nella stessa data delle elezioni europee per evitare sia il fallimento delle elezioni europee ridotte a mero tentativo di rivalsa delle consultazioni nazionali che l’ennesimo affossamento dell’istituto referendario. Ossia le elezioni europee erano indicate come occasione per tentare di modernizzare la politica italiana sia agganciandola ad un’area culturale e politica più ampia della semplice dimensione nazionale e sia per tentare di salvare dall’asfissia l’istituto referendario, gioiello della Costituzione nazionale. Proprio per la volontà di emancipare la politica nazionale da polemiche domestiche Veneto liberale manifestava la volontà di sostenere una lista “di” liberali, democratici e riformatori con un programma di respiro europeo.

L’impegno assunto, costituendo con altre associazioni il “coordinamento dei liberali italiani – per una politica liberale”, anche per poter presentare una lista liberale alle prossime elezioni europee, sembra sempre più difficoltoso da assolvere visto anche il progetto di modifica del sistema elettorale gradito da Berlusconi e Veltroni. Attenzione, però, non è tanto la soglia del 4% a rendere indigesto il progetto: in fondo in Europa lo sbarramento al 5% è abbastanza diffuso. Quello che manca nel progetto di modifica della legge elettorale è la candidatura singola in collegi più piccoli al posto di liste di candidati in collegi ampi. Ossia manca la possibilità di scegliere il deputato da parte degli elettori nonostante l’apparente scelta da effettuarsi con le preferenze tra vari nominativi in liste predisposte dalle segreterie e dai notabili dei partiti per i loro seguaci.

I “nano-partiti”, come dispregiativamente li ha denominati Giovanni Sartori, legittimamente si sentono esclusi. Sbagliano, però, quando parlano di attentato alla democrazia: il regime partitocratrico è un regime democratico. La legge elettorale mira a consolidare il regime partitocratrico nella versione del “veltrusconismo”, quindi non rappresenta un attentato alla democrazia. E’ la democrazia liberale che, invece, aspetta ancora di vedere la luce.

Mastella, Del Bue, Bobo Craxi, Nencini, Ferrero, PLI, PSDI, Pd’A e altri dicono di voler costituire un nuovo CLN ma questo movimento non può costituire un movimento riformatore per la mancanza di una convergente presa d’atto di un regime da sconfiggere urgentemente e da sostituire con una democrazia liberale. Invece, l’appello “Restituite la parola ai cittadini” potrebbe consentire la nascita di un movimento per riformisti e riformatori, per moderati e radicali quale strumento per permettere ai “cittadini senza potere” di far ascoltare la propria voce, cioè un movimento per la Rivoluzione liberale. (bl)