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  1. #61
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    Predefinito VERSO IL "BERLUSCONI BALNEARE"?

    La "crisi" del governo Berlusconi sembra innescata e risolversi in modo analogo alla "crisi" del governo Prodi della precedente legislatura. Entrambe le coalizioni si sono sfaldate con la fuoriuscita di alcune componenti, entrambe hanno comportato l'abdicazione del leader investito al momento delle elezioni politiche ed entrambe hanno dato vita a governi "bis" (a dir la verità il centrosinistra ha dato vita ad un governo bis in più, sinora.).
    Ad avviso dello scrivente la debolezza delle coalizioni conseguenti al "mattarellum" è analoga alla debolezza delle coalizioni della cosiddetta "prima repubblica". Infatti le coalizioni sono piuttosto somme "algebriche" di partiti piuttosto che somme "aritmetiche". Ossia il ruolo dell'opposizione viene svolto all'interno della maggioranza nei confronti degli altri alleati. E' quello che è accaduto in questa circostanza. L'UDC ed il NuovoPSI, facendo dimettere i ministeriali aderenti ai loro partiti hanno innescato inevitabilmente questa crisi. Naturalmente vogliono approfittare della sconfitta del partito del premier per contare di più. Stavolta, addirittura, gli applausi per la comunicazione delle dimissioni è venuto dai banchi della "maggioranza", il che vuol dire che i partiti che hanno innescato la "crisi" trovano consensi anche in altri soggetti della stessa maggioranza.
    Che i ruoli maggioranza - opposizione siano così confusi (simile confusione vigeva nella cosiddetta "prima repubblica") provano inequivocabilmente il fallimento del "mattarellum". Provano che non si è introdotto un sistema maggioritario, ma si è riusciti a far apparire maggioritario un sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza. Di qui la necessità della riforma elettorale davvero in senso maggioritario affinché si possa dar vita a maggioranze coese, omogenee ed efficienti. (Dire che il "mattarellum" ha almeno prodotto il bipolarismo non significa che quella legge elettorale è "maggioritaria". L'esperienza ci insegna che il bipolarismo può nascere anche con un sistema elettorale proporzionale).
    Naturalmente la riforma della legge elettorale deve essere accompagnata dall'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, perché è questo che dà anche il carburante alla proliferazione partitica.
    E' tempo che si mettano in cantiere queste riforme se si vuole una democrazia liberale, altrimenti la partitocrazia continuerà a pretendere di avere al governo le proprie delegazioni, così come ha suggerito, nell'attuale circostanza, quell'innovatore - proporzionalista che risponde al nome di Bobo Craxi.
    Ma chi, se non un partito di liberali alternativo ai conservatori di destra o di sinistra, potrebbe assumersi questo onere?(bl)
    (da pnm n. 09 del 23 aprile 2005)

  2. #62
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    Predefinito

    il partito dei liberali esiste.

    PARTITO LIBERALE ITALIANO

    www.partitoliberale.it
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  3. #63
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    Predefinito

    E' forse Il partito dei liberali alternativo ai conservatori di destra e di sinistra?
    Ed allora perchè svolgerebbe il ruolo di "mosca cocchiera" del nuovoPSI di De Michelis?
    Ciao, Beppi

  4. #64
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    Predefinito A Padova il 30 aprile

    Care amiche e cari amici liberali,
    Vi rammento la riunione dei liberali veneti che si terrà a Padova il 30 aprile dalle ore 15 Pizzeria Arcobaleno Via Zanchi 5

    Ordine del Giorno

    1 - Presentazioni
    2 - Elezioni regionali venete: valutazione dei risultati e della situazione politica
    3 - Liberali veneti: è possibile marciare assieme? Alla ricerca di un minimo comun denominatore
    4 - Elezioni politiche 2006: varie ed eventuali

    Alla riunione parteciperanno esponenti delle seguenti organizzazioni:
    Veneto Radicale
    Veneto Liberale
    Federazione dei Liberaldemocratici
    Liberali per l'Italia
    Partito liberale
    Liberalcafè - FdL
    Forza Italia
    Liberali per l’Italia

    Non si escludono altri interventi.
    Alla luce dell’iniziativa di Società Libera ed alla proposta di Marco Pannella di indire la riunione degli Stati generali liberali e laici a Roma per il 16 giugno, nonché alla luce dell’attivazione dei comitati trasversali per i 4 Sì ai referendum di giugno e a fronte della recente crisi di governo congiunta alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi (che sembrano preparare il terreno per la riforma della legge elettorale in senso maggioritario, ad un solo turno), la riunione del 30 aprile acquista una valenza importantissima non solo per noi veneti, pertanto vi rivolgo un pressante invito a non mancare.

    Per maggiori informazioni http://www.webxpert.it/
    A presto

    Beppi Lamedica

  5. #65
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    Predefinito

    Cari amici Liberali: l'esodo è finito.

    il Partito dei Liberali Italiani è ormai una realtà:
    si chiama
    PARTITO LIBERALE ITALIANO

    dal caos post-scioglimento del PLI è riemersa lentamente la volontà di combattere ancora per l'ideale liberale in Italia.

    Per questo il 3 e 4 Dicembre dello scorso anno, in un congresso che ha visto non solo la presenza di autorevolissimi esponenti del mondo politico, quale Giulio Tremonti per esempio, ma anche una fortissima presenza di vecchi quadri dirigenti del partito desiderosi di tornare a combattere, è RINATO il PLI .

    Il Partito Liberale Italiano è oggi la formazione politica Liberale in Italia.

    Di tutte le formazioni che si definiscono LIBERALI il PARTITO LIBERALE ITALIANO è l'unica che finora ha presentato CANDIDATI e LISTE col proprio simbolo in 11 REGIONI.

    E proprio per questo è l'unica, per ora, che, avendo avuto il coraggio delle proprie idee, ha il compito di rappresentare REALMENTE il liberalismo in Italia.

    Depositario del nome originale (il simbolo lo abbiam cambiato per adeguarci ai tempi) il partito è un faro di speranza per il liberalismo italiano.

    Il segretario del PLI è l'on. Stefano De Luca, l'unico che ha avuto il coraggio, nel maledetto congresso di scioglimento, di CREDERE ANCORA nel LIBERALISMO senza arrendersi alla violenza giustizialista e di PRESENTARE una MOZIONE CONTRO LO SCIOGLIMENTO del PLI.

    Dei 4 segretari VIVENTI del PARTITO LIBERALE ITALIANO della 1 repubblica, 2 sono in Forza Italia Costa e Biondi (il primo in procinto di abbandonarla), 1 è coi comunisti Zanone (e come tale scomunicato) uno è con il PLI, Renato Altissimo, pure se con un ruolo secondario nella dirigenza.

    Della dirigenza del PLI fa parte Arturo Diaconale, direttore del più antico quotidiano liberale Italiano, l'OPINIONE DELLE LIBERTà, fondato dal Conte di Cavour.

    Della dirigenza del PLI fa parte Gian Nicola Amoretti, Presidente dell'Unione Monarchica Italiana, a testimonianza del forte legame Storico e politico tra le due anime LIBERALE E MONARCHICA del Liberalismo Italiano.

    Tutte le formazioni, sedicenti liberali, all'infuori del PLI sono formazioni recenti e non legate direttamente e GENETICAMENTE alla STORIA del liberalismo Italiano ma piuttosto alla CRONACA della 2 repubblica.

    detto ciò i liberali siamo noi, gli altri se vogliono iscriversi al Partito sono I BENVENUTI.

    Sarà loro garantita DEMOCRAZIA INTERNA (fino ai massimi livelli, e REGOLATA dalle norme dello statuto originario del PLI) e tutto l'appoggio, morale, economico e politico possibile per candidature e campagne del partito.

    PARTITO LIBERALE ITALIANO
    www.partitoliberale.it

    l'esodo è finito, ora comincia la battaglia.
    _
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  6. #66
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    Predefinito Liberali veneti

    COSTITUITO IL TAVOLO PERMANENTE DELLE FORZE LIBERALI, LIBERISTE E LIBERTARIE VENETE
    di M. Marchioro e bl
    La Federazione Regionale dei Liberaldemocratici del Veneto ha organizzato il 30 aprile scorso una tavola rotonda di tutte le forze liberali, liberiste e libertarie venete. Hanno partecipato alla riunione esponenti regionali e locali del Partito Liberale Italiano, della Federazione dei Liberaldemocratici, del Patto Segni, della federazione “Veneto Liberale”, del Partito d'Azione Liberalsocialista e altri.
    Le forze partecipanti hanno costituito un tavolo permanente, aperto a tutte le componenti liberali del Veneto, con l'obiettivo di determinare una linea programmatica per la nascita di un soggetto liberale unitario. I compiti organizzativi e coordinativi del tavolo permanente sono stati affidati a Michele Marchioro (Federazione dei Liberaldemocratici) e a Giorgio Cicogna (Partito Liberale Italiano).
    L’avv. Giuseppe Lamedica, presidente di Veneto liberale, così ha precisato:
    <<Nella qualità di partecipante alla riunione di Padova preciso che Veneto liberale ha dichiarato che è disponibile a collaborare con chiunque purché ci sia consenso almeno sui seguenti punti: 1) modifica del sistema elettorale per le elezioni politiche in senso maggioritario, con l'abolizione della quota proporzionale, al fine di ottenere maggioranze coese ed omogenee per una governabilità efficiente; 2) assemblea costituente per sostanziali riforme costituzionali in quanto l'attuale assetto non risponde all'esigenza di una democrazia liberale competitiva; 3) presenza nel processo di rendere "europei" i cittadini, quale condizione necessaria e non sufficiente per giungere ad una "Europa Unita", politicamente forte rispetto agli stati nazionali, affinché le istituzioni politiche comunitarie non servano a garantire lo status quo, ma si trasformino nello strumento per trasnazionalizzare la vecchia "Europa delle nazioni".>>
    Inoltre ha aggiunto che <<l'assemblea indetta da Marco Pannella per il 16 giugno, potrebbe essere l’occasione per rilanciare la lotta per la radicale alternativa liberale al regime partitocratico se si utilizzassero le energie culturali di “società libera” e le energie umane del movimento liberale antagonista, di cui i radicali sono una parte significativa.>>
    (da pnm n. 10 del 6/05/05)

  7. #67
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    Predefinito Veneto liberale: esito riunione della direzione del 10/05

    Martedì 10 maggio si è svolta, a Castelfranco Veneto (Tv) la
    riunione della direzione di Veneto liberale che si è conclusa,
    dopo ampia discussione, con l'approvazione del seguente documento.
    <<Constatato il contributo che la federazione Veneto liberale sta
    fornendo alla campagna per il Sì ai quattro referendum del 12 e 13 giugno;
    rilevato, con rammarico, che sia l'iniziativa di Società libera
    che l'assemblea romana indetta da Pannella per il 17 giugno rischiano di non produrre risultati utili;
    verificato, in seguito al convegno padovano del 30 aprile, che, per
    la prima volta, sembra che in Veneto vi sia la seria opportunità
    di un fattivo raccordo tra le varie realtà liberali;
    preso atto che il 12 giugno si svolgerà a Castelfranco Veneto il
    congresso regionale del Movimento Federalista Europeo;
    esaminato il lavoro che l'amico Caputi di Liberali per l'Italia sta
    svolgendo per tentare di dotare di un minimo programma un costituendo soggetto liberale;
    perciò
    1) la federazione Veneto liberale ritiene impegno prioritario la
    campagna referendaria sia per riattivare lo strumento referendario sia per far prevalere l'abrogazione delle parti più proibizioniste della legge n. 40/2004, quale timido segnale del risveglio liberale;
    2) la federazione Veneto liberale sostiene, non da oggi, la
    necessità di aggregare energie umane, culturali e finanziarie per
    fornire ai cittadini senza potere uno strumento politico per incidere nell'attualità, pertanto presterà molta attenzione agli
    sviluppi conseguenti sia all'iniziativa di Società libera che
    all'iniziativa di Marco Pannella;
    3) la federazione Veneto liberale ritiene possibile la realizzazione
    di quanto sopra a partire dalla aggregazione dei liberali delle varie famiglie culturali (moderate e radicali, riformiste e riformatrici) per cui un esperimento in Veneto sarebbe un buon viatico;
    4) la federazione Veneto liberale in coerenza con la propria visione federalista, liberale ed europea, non può farsi sfuggire
    l'occasione del congresso regionale del Movimento Federalista
    Europeo, pertanto sin da ora si impegna per una partecipazione
    significativa compatibilmente con l'impegno referendario del 12 e 13 giugno;
    5) la federazione Veneto liberale invita tutti gli aderenti a
    contribuire al programma liberale connettendosi con il sito Internet dei Liberali per l'Italia.>> (bl)

  8. #68
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    Predefinito La "grande assemblea radicale"

    VERSO L’UNIONE LAICA?

    Dal 17 al 19 giugno, indipendentemente dai risultati dei referendum sulla legge n. 40 del 2004, si dovrebbe svolgere a Roma un convegno affinché si possa fare tesoro della eventuale vittoria oppure organizzare la resistenza nei confronti della reazione fondamentalista.

    Ho usato il condizionale perché da parte degli organizzatori è stato posto come condizione necessaria, ma non sufficiente, l’adesione entro il 5 giugno di almeno mille radicali. Infatti solo così il convegno potrebbe denominarsi "grande assemblea radicale".

    Ma basterebbe una grande assemblea radicale per tentare di perseguire gli obiettivi che ho più su indicato? No di certo, e di questo gli organizzatori sono consapevoli. Infatti l’adesione dei mille radicali è solo una condizione necessaria, ma non sufficiente.

    Quindi chi non rientra tra i mille radicali, ma ritiene opportuno il convegno non può che restare in trepida attesa del 5 giugno. Se il nucleo dei mille radicali ci sarà, allora bisognerà darsi da fare affinché laici di tutte le famiglie politiche possano cogliere l’occasione di incontrarsi per decidere il che fare.

    Il percorso che intravediamo è quanto meno stimolante. Con i "comitati per il Sì" persone appartenenti a varie famiglie politiche ma unite da una visione laica della politica, hanno saputo stare assieme. Perché questa esperienza dovrebbe essere abbandonata? Siamo alla vigilia di forti cambiamenti politici nelle coalizioni che hanno dominato quest’ultimo decennio. Da un lato la proposta del partito unico non è molto apprezzata da Fini e dagli altri alleati di Forza Italia, dall’altro lato la proposta del "listone" prodiano è categoricamente rifiutata da una gran parte della Margherita e non apprezzata da larghi settori dei DS. Perché, allora, non tentare di organizzare quel soggetto laico alternativo ai conservatori ed ai reazionari? L’Unione Laica, ossia un incontro su riforme concrete da fare piuttosto che scegliere posizioni sterilmente antagoniste, potrebbe essere un percorso. E perché no affidare all’Unione Laica l’onere di difendere, l’eventuale successo referendario, dalle proposte finte riformatrici che i conservatori, come sempre, faranno? E perché no, l’Unione Laica, non si faccia parte diligente per giungere ad una riforma del sistema elettorale che favorisca le contrapposizioni di riforme piuttosto che le contrapposizioni antipolitiche? E perché no, l’Unione Laica, non proponga la difesa della volontà popolare, manifestata nei referendum validamente effettuati in questi anni, volontà tradita da provvedimenti truffa?

    Il percorso è affascinante. Non sappiamo se il convegno del 17/19 giugno possa dar vita almeno all’Unione Laica, visto che gli Stati Generali liberali dovranno, ancora una volta, restare in frigorifero, sappiamo però che dal 5 giugno, se vi saranno i mille radicali, ci adopereremo affinché la "grande assemblea radicale" possa produrre un’occasione d’incontro tra chi ritiene che "questa Italia così com’è non ci piace". (bl)

  9. #69
    Liberale
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    Ho la preoccupazione che l'iniziativa di un'Unione Laica diventerà l'ennesimo nome dei Radicali italiani. Un'altra idea di Pannella per apparire.

  10. #70
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    In origine postato da Liberale
    Ho la preoccupazione che l'iniziativa di un'Unione Laica diventerà l'ennesimo nome dei Radicali italiani. Un'altra idea di Pannella per apparire.
    Caro amico,
    più che preoccuparti, occupati affinchè quanto da te paventato non accada.
    Ad esempio perchè non tentare di far partecipare non radicali all'assemblea di giugno affinchè i"radicali italiani" si dissolvano e si confondano con gli altri per dar vita all'Unione laica? E se Pannella apparisse, assieme ad altri, che male ci sarebbe?
    bl

 

 
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