La vita come arma

Dopo l?uccisione dello sceicco Yassin Abdul Aziz al Rantisi diventa il nuovo leader di Hamas nella Striscia di Gaza.

La Gazzetta Politica lo intervista


Poche ore prima che venga ucciso lo sceicco Ahmed Yassin, La Gazzetta Politica riesce a intervistare Abdul Aziz al Rantisi. Ora, dopo la scomparsa dello sceicco, Rantisi è il numero uno del Movimento nella Striscia di Gaza. Come gli altri leader anche Rantisi è nella lista del Mossad (servizi israeliani) che ha la licenza di ucciderlo. Nelle ultime settimane sono stati uccisi da Israele 15 dirigenti di Hamas.


Lei, potrebbe essere il prossimo a morire, eppure continua a minacciare e promettere vendette contro lo Stato Ebraico. Nonostante Israele risponda con durezza alle vostre azioni suicide, continuerete?

A nome di Dio misericordioso, solo le operazioni dei martiri possono proteggere il popolo palestinese dagli israeliani. Noi non abbiamo mezzi sofisticati come gli israeliani. Possiamo combattere offrendo i nostri corpi e la nostra vita. Voglio dire a tutte le persone che vogliono la pace che gli attentati sono l?unica soluzione a nostra disposizione per affrontare la macchina militare israeliana e l?aggressione sionista. Lo scopo dei servizi israeliani è la repressione della resistenza palestinese senza però liberare i territori occupati. Su di noi fanno solo pressioni senza offrire in cambio soluzioni per un popolo che vive dal 1948 sotto l?occupazione. Non siamo per caso l?unico popolo che vive sotto l?occupazione?


Avete provato a cessare gli attentati per arrivare ad una tregua che permetta il dialogo politico?

Abbiamo espresso, all?inizio dell?anno, la nostra disponibilità ad annunciare una tregua della durata di 10 anni in cambio del ritiro israeliano dai territori occupati nel 1967 come previsto dalle risoluzioni dell?Onu.


Rinunciate a tutta la Palestina?

Siamo giunti alla conclusione che è diventato difficile, nella situazione attuale, riuscire a liberare tutta la Palestina dagli israeliani, per questo accettiamo di liberarla in maniera graduale. Accettiamo uno stato in Cisgiordania, compresa Gerusalemme, e nella Striscia di Gaza. Proponiamo una tregua di dieci anni in cambio del ritiro e della creazione di uno Stato.


Non è stata accettata?

Israele ha continuato a portare a termine una strage dopo l?altra pensando di eliminare Hamas e i suoi dirigenti al di là di qualsiasi trattativa politica. Ma loro possono anche continuare, perché se ne uccidono uno ce ne saranno altri dieci pronti a combattere; se muore un leader altri due prenderanno il suo posto. Cosa vogliono fare, ucciderci tutti, un popolo intero?


Lei parla di pressioni su di voi, chi le esercita?

Su di noi sono momentanee, sono da parte di quasi tutti gli Stati del Golfo. Ma in realtà le vere pressioni sono sull?Autorità Nazionale Palestinese che riceve finanziamenti da molti Stati: chi finanzia cerca di sempre di fare pressione. Noi riceviamo finanziamenti solamente da individui. Posso dirti che la nascita del governo guidato da Abu Ala altro non è che il frutto delle pressioni degli americani e di Israele sull?Anp perché loro pensano di imporre un esecutivo che possa reprimere la resistenza del popolo palestinese all?ombra dell?incessante occupazione israeliana. Se qualcuno nell?Anp ha promesso qualche cosa agli americani e agli israeliani si illude.


Qual è il segreto della crescita del vostro Movimento, avvenuta in un lasso di tempo così breve?

Crediamo in Dio misericordioso. Tutto quello che facciamo è per avere la beneficenza del Re dei cieli. Negli ultimi 20 anni siamo stati a fianco del nostro popolo, siamo riusciti grazie al volontariato a offrire assistenza alla popolazione, scuole, cure, aiuti ai ceti più deboli.


C?è dialogo tra voi e gli europei?

La maggior parte dei governi ci contatta non ufficialmente. In genere durante gli incontri c?è molto imbarazzo, ma gli europei sanno che siamo una forza determinante. L?Europa deve capire le nostre ragioni, la nostra lotta è legata all?occupazione. Non amiamo la morte, vogliamo vivere ma, con dignità, liberi.


Fino a quando adopererete la lotta armata e continueranno gli attentati suicida?

Quella degli attentati suicidi è l?unica via del popolo palestinese per ottenere la sua libertà. Continueremo fino a quando non avremmo raggiunto in maniera completa i nostri obiettivi. I corpi dei commando di Hamas e delle altre organizzazioni continueranno e sconvolgere e farsi saltare in aria nel cuore dell?entità sionista. Proseguiranno gli attacchi contro coloni e soldati. La scelta naturale, anche in base alla legge internazionale, è proseguire la resistenza contro l?occupazione, non quella di fare una tregua. Ogni volta che Ariel Sharon compie un atto criminale i sionisti pagheranno un caro prezzo.

( Talal Khrais )