di Douglas Davis
Il segretario della difesa Americana, Donald Rumsfeld, sta considerando la possibilità di provocare uno scontro militare con la Siria attaccando le basi Hizbullah vicino al confine tra Siria e Libano. Questo è quanto viene sostenuto dall'autorevole rivista londinese Jane's Intelligence Digest. In un articolo pubblicato venerdì, il giornale riferisce che Rumsfeld avrebbe detto che gli attacchi americani su molti fronti, nell'ambito della guerra globale al terrorismo, probabilmente si incentreranno anche sulle basi Hizbullah poste nella valle di Bekaa nel Libano orientale. Il dispiegamento di forze speciali americane nella valle di Bekaa, dove sono concentrate la maggior parte delle forze siriane in Libani, determinerebbe una situazione altamente esplosiva e porterebbe "quasi certamente ad un confronto con le truppe siriane".

Tale conflitto però potrebbe essere esattamente l'obiettivo degli Stati Uniti, afferma il giornale, che successivamente descrive I benefici che deriverebbero agli americani in caso di un confronto con la Siria: costringere Damasco a sospendere il suo appoggio ai gruppi palestinesi anti-israeliani, persuadere la Siria ad abbandonare le sue armi di distruzione di massa e a ritirare le sue truppe dal Libano, stimolare il formarsi di una situazione favorevole all'estromissione di Bashir Assad, colpire gli Hizbullah e porre così fine alle loro connessioni presunte con al-Qaeda.
nel giornale si legge inoltre: "Le conseguenze politiche di un attacco americano in Libano…potrebbe portare ad una destabilizzazione del paese che sta ancora ricostruendo le sue infrastrutture un decennio dopo una sanguinosa guerra civile durata 15 anni".

"Potrebbe anche infiammare l'ostilità araba e musulmana verso gli americani, impegnati contro la resistenza in Iraq. In queste circostanze, un impegno diretto contro gli Hizbullah si potrebbe dimostrare un'impresa altamente rischiosa".

"Comunque," continua il giornale " considerata la dottrina di Bush dell'attacco preventivo, è del tutto possibile che Washington lancerà presto attacchi militari contro il Libano, senza alcun riguardo alla stabilità regionale, e con la possibilità di un effetto domino".

Il giornale sottolinea come l'amministrazione americana abbia da lungo tempo preso in considerazione la necessità di un cambio di regime a Damasco, "un candidato primario" insieme a Afghanistan, Iraq, Iran, e, probabilmente, Arabia Saudita.

"La Siria, un tempo roccaforte del radicalismo arabo che non poteva essere ignorata, si è gravemente indebolita, sia militarmente che politicamente. Washington sente che potrebbe essere il momento buono per estromettere Assad e i generali al potere."

"Colpire la Siria via Libano, il solo paese su cui Damasco ha una influenza politica dopo decenni di diplomazia radicale, potrebbe dimostrarsi un mezzo per ottenere il cambio-di-regime".

D'altronde lo scorso anno, il Congresso ha adottato il Syrian Accountability Act, un complesso di sanzioni messe in atto se la Siria non smette di appoggiare il terrorismo, non pone fine all'occupazione del Libano, non smette di sviluppare armi di distruzione di massa, non cessa la sua illegale importazione di petrolio dall'Iraq e non assume un ruolo più disponibile nel Medio Oriente.

Nell'azione pretestuosa di preparazione della Guerra all'Iraq non potevano mancare altri noti personaggi come Condoleezza Rice che suggerisce che se le armi non sono in Iraq è perchè si sono spostate in Siria, insieme a milioni di dollari. Ma non poteva mancare Colin Powell che interviene sulla morte del soldato israeliano avvenuta, come riconosciuto da tutti (israeliani compresi), quando un mezzo israeliano ha invaso il territorio libanese finendo sotto il fuoco delle milizie Hizbullah. Powell forse l'unico a non conoscere i fatti afferma "La deliberata azione che [gli Hizbullah] hanno preso, e che ha portato alla perdita di una vita, una volta di nuovo, dimostra la natura di quella organizzazione. Io spero che i siriani capiscano che qualsiasi sostegno è destabilizzante per la regione e non è nell'interesse della pace".

Il giornale sottolinea inoltre che "ci sono ragioni per credere che l'Iran e gli USA si stiano movendo verso qualche forma di accordo tattico, grazie ad incontri diplomatici segreti", e come risultato visibile, Teheran sta riducendo costantemente il suo appoggio al regime siriano.

Il giornale aggiunge che Bashir Assad manca sia della decisione che dell'acume di suo padre, Hafez, al quale è succeduto nel 2000, e che egli è circondato da membri della vecchia guardia del padre, che continuamente bloccherebbero i suoi sforzi verso le riforme.

"Questi fattori rendono Damasco vulnerabile alle pressioni sia americane che israeliane, particolarmente da quando le forze americane su trovano in Iraq, paese confinante a est".

I rapporti della Siria con l'Iraq e l'Iran sono sempre stati buoni. Il partito al potere in Siria è il partito Baath, gruppo politico socialista e laico, analogo al partito al governo con Saddam Hussein.

Durante gli ultimi sei mesi, Washington ha aumentato la sua presenza militare lungo il confine siriano con l'Iraq "e, in parecchie occasioni, ha inviato forze speciali all'interno del territorio siriano o ha invaso gli spazi aerei siriani".

"In uno scontro, truppe americane si imbatterono in sospetti militanti iracheni nel territorio siriano, ne sarebbe seguita una battaglia che lasciava sul terreno decine di persone, compresi alcuni siriani.

"Gli attacchi aerei israeliani nel sud del Libano all'inizio di questa settimana" aggiunge "probabilmente si ripeteranno nei prossimi giorni".

Secondo lo stesso giornale, una probabile azione militare viene presa in considerazione anche contro la Somalia, dove forse militari americane avrebbero segretamente e periodicamente infiltrato il paese negli ultimi due anni "a scopo di sorvegliare o catturare possibili sospetti dell'attentato di Mombassa, Kenia, del novembre 2002".

da http://www.jpost.com (Jan. 22, 2004) e da CNSNews.com