L'Humanité», cent'anni con il fiato sospeso
Oggi la festa dell'ex organo del Pcf, ancora alle prese con i problemi economici dopo la grave crisi del 2000
ANNA MARIA MERLO
PARIGI
L'Humanité compie cent'anni. Il giornale fondato da Jean Jaurès il 18 aprile del 1904, diventato dopo il congresso di Tours nel `20 il quotidiano del Pcf, che non ha mai smesso di essere pubblicato anche durante l'occupazione (uscirono 316 numeri clandestini), oggi non è più l' «organo» del partito ma, come afferma il direttore Patrick Le Hyaric un «giornale comunista, cioè un giornale che lavora a mettere in comune le analisi, le riflessioni, le azioni di tutti coloro che nel movimento operaio, nel movimento sociale e sindacale, nel movimento culturale, nel movimento altermondialista cercano i mezzi per un nuovo obiettivo trasformatore della società e del mondo». Con un grande banchetto popolare, a cui sono invitate oggi 5mila persone alla Grande Halle della Villette, L'Humanité festeggia i cent'anni con il fiato sospeso. Difatti, i problemi economici continuano. Nel 2000, ha rischiato di chiudere, soffocato dal peso di perdite di 7,6 milioni di euro. L'attuale direttore Le Hyaric era stato chiamato dal settimanale agricolo del partito Terre per salvare il giornale. «Oggi è in un periodo di ripresa dopo la grave crisi di tre anni fa - spiega - nel 2003 le vendite sono cresciute del 4,5%, a 48mila copie e a fine 2005 speriamo di raggiungere il punto di equilibrio, che è di 53mila copie». Resta il fatto che il deficit persiste (3,7 milioni di euro in due anni, 27 centesimi di euro persi per ogni copia venduta). Il risanamento avviato da Le Hyaric è stato doloroso: 80 licenziamenti, tra cui 25 in redazione, su 250 dipendenti, accompagnato da un'apertura di capitale a grandi imprese (Tf1, Hachette, cassa di risparmio) nella neonata società Humanité Investissement Pluralisme, che controlla ora il 20% del giornale (il resto è al 40% nella mani di 18 azionisti storici, il 20% della società dei lettori, il 10% del personale e un altro 10% degli Amici de L'Humanité).
Il centenario coincide con un'iniziativa importante e eccezionale per un giornale ancora in edicola tutti i giorni: L'Humanité ha regalato i propri archivi al dipartimento della Seine Saint-Denis. La città di Bobigny li renderà consultabili al pubblico, assieme agli archivi della Cgt, che congiuntamente costituiranno un fondo unico per la documentazione sulla storia della cultura e del movimento operaio. Si tratta di un materiale di inestimabile valore, a cui si aggiungono 17.736 scatole che contengono circa 2 milioni di fotografie. La parte fotografica ha una storia particolare: si tratta in gran parte di fotografie prese dai «corrispondenti operai» de L'Humanité, militanti comunisti che, spesso clandestinamente, facevano «risalire» le informazioni dalla base alla redazione del giornale. Dal `56 al '97 saranno più di 4mila a lavorare, gratuitamente, per informare il giornale che era boicottatto dai grandi centri del potere. Nel `97 questo «fronte del lavoro» vede però la fine, anch'esso travolto dalla crisi economica attraversata dal quotidiano. Oggi, la nuova Humanité cerca di ripartire, cominciando a valorizzare la propria storia.