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  1. #41
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    Soru corteggia i quattro mori....

    Centrosinistra alla prova dell’unità
    Giorni cruciali per le scelte su liste e listino. Gli assalti al Psd’Az


    Celebrata con successo la Festa della consacrazione, Renato Soru e i partiti del centrosinistra si concentrano principalmente su quattro questioni: la definizione del programma, dell’accordo politico e delle liste e l’attacco finale alla corazzata Psd’Az.
    E se le prime non dovrebbero comportare problemi (l’accordo politico è già largamente condiviso mentre la bozza di programma stampata cinque giorni fa è da affinare e mancano i capitoli su solidarietà e coesione sociale) sulle altre nei prossimi giorni si gioca una partita importante.
    Riecco il listinoSulla famigerata lista del presidente, soprattutto. Oggetto di lunghe polemiche ormai sopite sugli aut aut di Soru sulla presenza di segretari ed ex consiglieri, ora i problemi saranno di due tipi: sulla spartizione tra i partiti dei sette posti (oltre a quello di Soru) e - all’interno delle singole forze politiche - sulle rose di nomi tra i quali il leader e i segretari sceglieranno i sette che affiancheranno il candidato presidente. Sulla spartizione, c’è da tempo in campo uno schema (2 posti ai Ds, uno a testa a Margherita, Prc, Pdci, Verdi, Sdi) che potrebbe ancora essere rivisto.
    Stabilito che «la lista regionale rappresenta la massima espressione del progetto politico e di governo», che i criteri condivisi cui devono rispondere gli aspiranti partecipanti sono competenza, parità tra uomini e donne riconoscibilità sociale e riferimento territoriale e che a fare la scelta definitiva saranno non solo Soru ma tutti i segretari, i partiti lavorano alla difficile selezione dei candidati. E già incassano malumori. Anche perché non è ancora chiaro - ad esempio - chi dovrà indicare le donne, da quali territori attingeranno, come avverrà, ad esempio, la ripartizione per professione o attività lavorativa.
    Sabato Rifondazione comunista, dopo aver approvato la composizione delle liste, ha stabilito alcune regole sul listino per mettersi al riparo da problemi interni ed esterni ed ha e indicato cinque nomi da mettere sul tavolo degli alleati. Nomi che saranno tirati fuori dal segretario Sandro Valentini a seconda delle necessità. Per evitare ulteriori strumentalizzazioni, sulla questione è stata imposta la massima segretezza.
    il nodo dei sardistiSul piano delle alleanze, non passa giorno in cui Soru o altri leader non lancino appelli ai sardisti. Nel centrodestra sostengono che lo fanno perché senza il Psd’Az «temono di perdere», dalla coalizione replicano che «in un progetto autonomista i sardisti sono politicamente importanti». Sabato Soru ha detto di aver riservato «un pezzo di cuore» ai Quattro mori, un segretario - più pragmaticamente - ha riferito che «ai sardisti è stata fatta un’offerta cui non possono rinunciare». Il leader nazionale Giacomo Sanna ha già replicato chiudendo ogni porta e rimandando tutti al deliberato chiaro della direzione nazionale. Ma c’è chi si chiede perché la presentazione del Terzo Polo e dell’alleanza con Sardigna natzione indipendetzia, prevista per la settimana scorsa, sia slittata. E’ certo che sino alla presentazione ufficiale dell’alleanza e delle liste di Sardigna libera, prevista tra domani e giovedì, ci saranno altri tentativi.
    Le offerte irripetibiliMa quali sarebbero le offerte cui i sardisti non potrebbero rinunciare? Il simbolo era già stato oggetto di trattativa e comunque non è sufficiente a far cambiare idea a un partito che ha già deciso. La presidenza del consiglio o un assessorato a Giacomo Sanna? Se ne era parlato, ma il segretario aveva chiarito che non gli interessa nulla per sé e che il progetto politico, l’autonomia di scelta, il rispetto e la dignità erano in primo piano. E Soru su quello aveva respinto ogni richiesta del Psd’Az.
    l’unità è prioritariaAlla Festa di nuraghe Losa, il candidato presidente e gli alleati hanno posto più volte l’accento sull’importanza di rimanere uniti e lo stesso hanno chiesto agli elettori. I prossimi passaggi interni li metteranno alla prova. (f. ma.)
    http://www.unionesarda.it/unione/200...REG02/A01.html

  2. #42
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    Temo proprio che questa volta la sirena del centrosinistra alla berlusconiana di Renato Soru, un burattino nelle mani di scaltre volpi, non incanterà i sardisti. E' anche vergognoso e sleale da parte sua insistere tanto, ma quando mai gli uni o gli altri sono stati leali e corretti nei confronti degli alleati, ma soprattutto del popolo?

    Intanto corre voce che Giggirriva soffra di crisi depressive. Bell'affare farebbe il Nano Bananas se accettasse di candidarsi!

    Mentre, alla faccia di tutti questi beccamorti, domani a Cagliari il P.S.d'Az. e Sardigna Natzione - Indipendentzia presenteranno il simbolo del terzo polo, il polo nazionalista, quello dei veri sardi.

  3. #43
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    Questa mattina, in un'affollatissima conferenza stampa tenuta a Cagliari nella sala conferenze dell'Associazione della Stampa Sarda è stato presentato il simbolo con cui il Terzo Polo, formato dal Partito Sardo d'Azione e dal Movimento Sardigna Natzione - Indipendentzia, si presenterà nel "listino" regionale alle elezione del Consiglio Regionale della Sardegna che avranno luogo il 16 giugno c.a.
    Candidato Presidente (o "governatore" secondo la nuova dizione all'americana) sarà Giacomo Sanna, segretario nazionale del P.S.d'Az.
    L'entusiasmo dei presenti per questa rinnovata unione tra i due principali gruppi nazionalisti della Sardegna è stato grandissimo. Giacomo Sanna e Bustianu Cumpostu sono stati applauditi a lungo.
    Molta gente ci penserà due volte prima di sprecare il voto per le due legioni straniere rappresentate dai poli italiani, rivestiti artificiosamente e falsamente di sardismo.
    Forse non è lontano il giorno in cui sorgerà una nuova aurora sui graniti...



    INDIPENDENTZIA !

  4. #44
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    In Origine Postato da sosunturzos

    Intanto corre voce che Giggirriva soffra di crisi depressive. Bell'affare farebbe il Nano Bananas se accettasse di candidarsi!

    Vogliammo Giggirrivvaaaa!!!!

    Tanto che abbia le crisi depressive o le crisi epilettiche o il morbo di parkinson il Giggi non servirà a un ca**o... Ci puoi mettere anche un bambino di tre anni a fare il vicario del Berlusca che tanto è lo stesso...
    Sinceramente spero che Giggi si candidi (ovviamente con tanto di crisi depressive) e vinca... poi più sciofega si rivelerà una volta "governatore" e più mi farò sane risate...

    Anche perchè Sorù secondo me la sa lunga, e si sta rivelando un gran pezzo di...
    Quindi tra i due preferisco il "matatore" del Santa Elia...

  5. #45
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    Battezzata Sardigna libera, unione tra Psd’Az e Sni
    «Tra i finti autonomisti scegliete gli originali»

    «Un giorno ho letto su un giornale una frase di Pili. Diceva: “Bisogna uscire dalle gabbie dei partiti italiani”. L’ho riletta tre volte, pensavo fosse uno scherzo, sembrava una frase mia. Invece no, l’aveva detta davvero. Incredibile!». Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna natzione indipendentzia cita questo tra i molti esempi che potrebbe fare per spiegare quanto, in questo avvio di campagna elettorale, sia in atto un saccheggio dei temi autonomisti, identitari, sardisti. Gli altri esempi, nel giorno del battesimo del Terzo Polo figlio dell’accordo tra Psd’Az e Sni, li fa Giacomo Sanna. Ricorda che c’è chi si è appropriato del motto Fortza Paris (il cartello elettorale tra Pps, Sardistas e Ups «contro il quale abbiamo fatto un ricorso in tribunale perché il motto è dei sardi, non loro»). Ricorda che «il centrodestra ha rubato l’inno della Brigata Sassari», che «il centrosinistra si è preso Losa», che «tutti ora vestono in velluto». «Un velluto che Bustianu ha sempre portato, così come io non ho mai smesso di usare abito e cravatta». Per dire che loro sono sempre gli stessi e «non ci travestiamo come fanno gli altri». Ce n’è abbastanza. Ma Cumpostu, sull’argomento, chiosa con una metafora suggestiva: «Questi sono tombaroli, perché ci vogliono far diventare un bene archeologico dello Stato italiano, e abigeatari, perché vogliono rubarci i voti. Allora», risponde, «le nostre saranno liste barracellari». Applauso.
    «Siamo i veri autonomisti»Premessa fondamentale, quella sui «furti» per rimarcare che tra tante imitazioni di autonomisti, «di chi non sa più chi è e per questo si appropria delle cose altrui», loro - Partito Sardo d’Azione e Sardigna Natzione Indipendentzia - sono gli originali. E non propongono «una realtà virtuale fatta di slogan, promesse, sogni», ma offrono sardismo reale. «In questa coalizione ci sono radici, c’è storia. Valori importanti soprattutto oggi che le pressioni romane stanno condizionando più che mai la vita politica sarda», dice Sanna. «Rispondendo a ordini romani hanno impedito per l’ennesima volta che i sardi avessero un loro collegio e una loro rappresentanza al parlamento europeo. Rispondendo a logiche romane hanno buttato al vento Sardegna libera: qualcuno ci credeva, ma è bastata una telefonata interurbana per farlo tornare sui suoi passi». Tutti buoni, zitti e allineati.
    Come i quattro mori nel simbolo di Sardigna libera, nome della coalizione simile a quello della convenzione del 18 luglio del 2003 da cui sarebbe dovuto partire il centrosinistra per costruire un progetto di governo, ma più sardizzato. Quattro mori in linea al centro di una Sardegna bianca con una croce rossa stilizzata al centro. «Allineati, cioè in assetto di guerra elettorale contro le forze politiche italiane», spiega il leader sardista.
    le pressioniChe racconta delle pressioni «con tutti i mezzi» del centrosinistra per avere i sardisti in coalizione. «Noi abbiamo fatto proposte alla luce del sole, loro non le hanno accettate poi hanno trattato sottobanco, ma noi non siamo al mercato, quel mercato che ha provocato tanti danni alla Sardegna, e questa non è un asta». E perché non ci siano equivoci, Sanna fa anche un nome e un cognome e lancia un messaggio «al segretario dei Ds» per dirgli «che è ora di smetterla». Rivela Sanna: «Il centrodestra durante la legislatura mi ha offerto la presidenza della Regione e ruoli di sottogoverno, ora il centrosinistra ha fatto altre offerte. A me personalmente sarebbe convenuto, non al partito. Ci giochiamo la nostra credibilità, io mi gioco tutto, ma scegliendo la strada dell’integrità abbiamo fatto un investimento».
    «il progetto politico»«Tra noi non ci sono interessi, ma un progetto politico che cresce e si realizzerà con la velocità consentita dalla storia», chiarisce il leader di Sni. «E il vero bipolarismo non è destra contro sinistra, ma tra sardisti e italianisti». Come quelli «del centrosinistra, i feudatari intermediari del vero feudatario, lo Stato italiano, che a Losa hanno usato, dissacrandolo, l’inno del feudatario». Ancora: «Soru parla di valorizzazione dell’identità? E allora perché si presta a capeggiare la legione straniera?»
    Lo sloganLa coalizione ha un candidato presidente, Giacomo Sanna, e uno slogan: “Venti leggi per cambiare la Sardegna” «con gli strumenti del consiglio regionale». Leggi su costituente, energia, trasporti, credito, fiscalità, ambiente. «Ci presentiamo per vincere e rendere i sardi liberi», chiude Cumpostu. A proposito: «Ho sentito Pili dire “Dobbiamo slegare il turismo dagli speculatori”. E Barrack chi l’ha portato, forse io?».
    Fabio Manca


    _

  6. #46
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    Cagliari, 132
    Elezioni regionali, Gigi Riva dice no a Berlusconi

    Gigi Riva dice no a Berlusconi e Mauro Pili. Il bomber sardo, dopo i numerosi e ripetuti abboccamenti da parte dei leader dello schieramento del centro destra, ha declinato con no secco l'offerta di schierarsi nelle liste per le prossime elezioni regionali. Appena la notizia di far salire sul carro della politica di centro destra il numero 11 rossoblu si è diffusa, un consistente numero di tifosi aveva auspicato che il mitico 'rombo di Tuono', restasse fuori dalle maglie della attività politica.
    L'idea di candidare Riva era venuta anche al centro sinistra, proposta, che poi, non ha avuto seguito. Ruolo invece accettato da Andrea Parodi, ex leader dei Tazenda, che scenderà in campo con i Riformatori, mentre la cantante Elena Ledda, ha detto sì a Renato Soru e a Sardegna Insieme.
    "La guerra è la vicenda in cui innumerevoli persone, che non si conoscono affatto, si massacrano per la gloria e per il profitto di alcune persone che si conoscono e non si massacrano affatto." (Paul Valèry, poeta francese).

  7. #47
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    In Origine Postato da ossoduro
    Cagliari, 132
    Elezioni regionali, Gigi Riva dice no a Berlusconi

    Gigi Riva dice no a Berlusconi e Mauro Pili. Il bomber sardo, dopo i numerosi e ripetuti abboccamenti da parte dei leader dello schieramento del centro destra, ha declinato con no secco l'offerta di schierarsi nelle liste per le prossime elezioni regionali. Appena la notizia di far salire sul carro della politica di centro destra il numero 11 rossoblu si è diffusa, un consistente numero di tifosi aveva auspicato che il mitico 'rombo di Tuono', restasse fuori dalle maglie della attività politica.
    L'idea di candidare Riva era venuta anche al centro sinistra, proposta, che poi, non ha avuto seguito. Ruolo invece accettato da Andrea Parodi, ex leader dei Tazenda, che scenderà in campo con i Riformatori, mentre la cantante Elena Ledda, ha detto sì a Renato Soru e a Sardegna Insieme.
    Peccato... Giggeddu proprio lo volevo...

    Parodi... ...quello lo davo per sardista stra-sfegatato!!! Ahh, vabbè che ormai sono tutti sardisti...

  8. #48
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    In Origine Postato da Cristianu
    Peccato... Giggeddu proprio lo volevo...

    Parodi... ...quello lo davo per sardista stra-sfegatato!!! Ahh, vabbè che ormai sono tutti sardisti...
    Forse nel suo intimo credeva di esserlo, infatti per un po' ce l'abbiamo avuto intorno, senza che abbia mai aderito apertamente. Cosa avrà trovato di nuovo e di qualificante proprio nei "riformatori" (Mariotto Segni, Fantola & C.) non lo capisco, ma evidentemente questi sono i misteri...della fede!

    Comunque vi sono paesi (guarda caso Orgosolo) dove non era molto amato....

  9. #49
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    ULTIMA (e conclusiva) NOTIZIA.

    Giggirriva rifiuta le offerte del Nano Bananas, dichiarando:

    "La politica non è fatta per me".

    Da furbo e accorto amministratore di se stesso ha fiutato la trappola!



 

 
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