L'ex direttore a processo - Pino Belleri, accusato di "interferenza nella sfera privata" del presidente del Consiglio, per alcuni scatti del 2007. "Quelle immagini parlano da sole. Non credo, però, che la libertà di stampa sia in pericolo"
"Quelle foto su Oggi: dicevano già tutto"
“Direi che il caso finito sui giornali e in generale sui media negli ultimi mesi era già tutto in quelle foto che pubblicai nella primavera 2007”: Giuseppe Belleri, bergamasco fino a poco tempo fa direttore di Oggi, è in tribunale a Bergamo per il processo che lo vede imputato per ricettazione e interferenza nella sfera privata di Silvio Berlusconi. Il 17 aprile 2007 pubblicò alcune foto (guarda la galleria) dell’allora capo dell’opposizione che teneva in braccio almeno un paio di fanciulle a Villa Certosa.
“Non voglio primogeniture – commenta Belleri fuori dall’aula di tribunale prima che inizi l’udienza di smistamento -. Dico solo che buona parte degli scandali recenti, sui quali tanti giornali stanno insistendo, era già in quelle foto. Ricordo bene che Berlusconi e Bonaiuti dissero che quelle foto ritraevano semplicemente un raduno di Forza Italia. Naturalmente ho lasciato che fossero i lettori a giudicare: se quelle foto al mare, con mani che si infilavano da tutte le parti, erano le immagini di un raduno politico, allora tutto è possibile. E’ davvero strano che di fronte all’evidenza di certe foto si facciano affermazioni di quel tipo”.
Un bergamasco alla guida di Oggi, in un certo senso precursore del lungo e sfaccettato caso dei “costumi” dell’attuale presidente del Consiglio. L’udienza di smistamento in tribunale a Bergamo è stata annunciata il giorno stesso (20 ottobre) da “Repubblica”. “Comprai quelle foto nel mio ufficio di direttore a Milano – prosegue Belleri -. Non furono pagate uno sproposito, comunque un prezzo congruo dato che non ritraevano proprio una persona qualsiasi. C’era già allora, comunque, la sensazione che si trattava di fotografie pesanti. Nessuno è in grado di programmare o prevedere il proprio o il destino altrui. Ma è chiaro che pubblicando certe foto sapevamo a cosa andavamo incontro, tanto che presentammo le immagini come “quelle di cui si parlerà per anni” “.
Di anni ne sono passati più di due e, anche se non su quelle foto specifiche che sono state sequestrate, di certi “costumi” e di certe abitudini a Villa Certosa si parla in continuazione. “Non ho pubblicato inchieste scritte, indiscrezioni o parlato di presunti atteggiamenti. Ho pubblicato delle foto e mi ritrovo accusato di indebita interferenza nella vita privata di Silvio Berlusconi. Ma qui torna al pettine un nodo che il giornalismo non ha ancora sciolto: la privacy di un Silvio Berlusconi vale quanto la mia o quella di pinco pallino? Vanno tutte difese allo stesso modo?”.
Nonostante sia in tribunale, sul banco degli imputati, Belleri conclude così, rivolgendosi anche ad una giornalista di Radio Capital (gruppo Repubblica-L’Espresso): “Non credo comunque che si possa parlare di attacchi o violazioni della libertà di stampa in questo paese. Basti dire che la stessa Repubblica sta pubblicando quel che meglio crede da mesi”.
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LE FOTO DEL CONVEGNO DI FOTZA ITALIA: