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    Predefinito Espulsione Coatta Immigrati, Per La Consulta E' Illegittima

    ROMA - La Corte Costituzionale si avvia a dichiarare illegittima l'espulsione amministrativa dell' immigrato con accompagnamento coattivo alla frontiera.
    La decisione - secondo quanto si e' appreso - sarebbe stata adottata in una delle ultime camere di consiglio della Consulta prima della pausa per le festivita' pasquali.

    Anche se nello specifico l'illegittimita' non riguarderebbe direttamente la cosiddetta legge Bossi-Fini (n.189 del luglio 2002), ad incorrere nella bocciatura dei giudici della Consulta sarebbe comunque un'altra norma che ha fatto da 'apripista' alla Bossi- Fini e che e' stata approvata d'urgenza dal centrodestra qualche tempo prima, vale a dire la legge 106 del 2002, che ha modificato la legge Turco-Napolitano del 1998.

    I giudici della Consulta avrebbero in sostanza dato ragione ai tribunali di Roma e Parma che sulle norme che regolano l'espulsione degli immigrati con accompagnamento coattivo alla frontiera avevano lamentato, tra l'altro, una limitazione delle liberta' personali previste dall'art.13 della Costituzione.
    In sostanza - secondo i giudici di Roma e Parma - la prevista convalida entro 48 ore da parte dell'autorita' giudiziaria del provvedimento di espulsione del questore consisterebbe soltanto in un controllo formale e non in un ''controllo pieno'', secondo i principi del contraddittorio e con la garanzia del diritto alla difesa.
    Tanto piu' - veniva fatto ancora notare alla Corte Costituzionale - che la convalida del provvedimento del questore puo' intervenire anche ad espulsione gia' avvenuta.
    20/04/2004 21:29



    E IL NEGRO RIDE......

    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
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    Predefinito

    Si lamenta, tra l'altro, una limitazione delle libertà personali
    Immigrati, la Consulta frena sulle espulsioni
    I giudici non hanno bocciato direttamente la Bossi-Fini ma una norma che ha fatto da «apripista» al provvedimento
    ROMA - La Corte Costituzionale si avvia a dichiarare illegittima l'espulsione amministrativa dell'immigrato con accompagnamento coattivo alla frontiera. La decisione - secondo quanto si è appreso - sarebbe stata adottata in una delle ultime camere di consiglio della Consulta prima della pausa per le festività pasquali. Anche se nello specifico l'illegittimità non riguarderebbe direttamente la cosiddetta legge Bossi-Fini (n.189 del luglio 2002), ad incorrere nella bocciatura dei giudici della Consulta sarebbe comunque un'altra norma che ha fatto da «apripista» alla Bossi- Fini e che è stata approvata d'urgenza dal centrodestra qualche tempo prima, vale a dire la legge 106 del 2002, che ha modificato la legge Turco-Napolitano del 1998.

    LA DECISIONE - I giudici della Consulta avrebbero in sostanza dato ragione ai tribunali di Roma e Parma che sulle norme che regolano l'espulsione degli immigrati con accompagnamento coattivo alla frontiera avevano lamentato, tra l'altro, una limitazione delle libertà personali previste dall'art.13 della Costituzione. In sostanza - secondo i giudici di Roma e Parma - la prevista convalida entro 48 ore da parte dell'autorità giudiziaria del provvedimento di espulsione del questore, consisterebbe soltanto in un controllo formale e non in un «controllo pieno», secondo i principi del contraddittorio e con la garanzia del diritto alla difesa. Tanto più - veniva fatto ancora notare alla Corte Costituzionale - che la convalida del provvedimento del questore può intervenire anche ad espulsione già avvenuta.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  3. #3
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    Predefinito

    La Corte Costituzionale sta sabotando la legge Bossi


    La Corte Costituzionale si avvia a dichiarare illegittima l'espulsione amministrativa dell'immigrato con accompagnamento coattivo alla frontiera. La decisione - secondo quanto riferisce l'Ansa - sarebbe stata adottata in una delle ultime camere di consiglio prima della pausa per le festività. Anche se nello specifico l'illegittimità non riguarderebbe direttamente la legge Bossi-Fini (n.189 del luglio 2002), ad incorrere nella bocciatura dei giudici della Consulta sarebbe comunque un'altra norma che ha fatto da "apripista" alla Bossi-Fini e che è stata approvata d'urgenza dal centrodestra qualche tempo prima, vale a dire la legge 106 del 2002, che ha modificato la legge Turco-Napolitano del 1998.
    I giudici della Consulta avrebbero in sostanza dato ragione ai tribunali di Roma e Parma che sulle norme che regolano l'espulsione degli immigrati con accompagnamento coattivo alla frontiera avevano lamentato, tra l'altro, una limitazione delle libertà personali previste dall'art.13 della Costituzione. In sostanza - secondo i giudici di Roma e Parma - la prevista convalida entro 48 ore da parte dell'autorità giudiziaria del provvedimento di espulsione del questore consisterebbe soltanto in un controllo formale e non in un "controllo pieno", secondo i principi del contraddittorio e con la garanzia del diritto alla difesa. Tanto più - veniva fatto ancora notare alla Corte Costituzionale - che la convalida del provvedimento del questore può intervenire anche ad espulsione già avvenuta.
    Le motivazioni della decisione della Corte Costituzionale si conosceranno non prima di qualche settimana, dopo che il relatore, il giudice Carlo Mezzanotte, avrà scritto e portato la sentenza di illegittimità in una delle prossime camere di consiglio, dove vi sarà una seconda votazione. Mezzanotte era stato anche il giudice che aveva scritto l'ordinanza n. 105 del 2001, quando a finire sotto esame era stata la legge Turco-Napolitano. All'epoca la Corte si era pronunciata con una cosiddetta interpretativa di rigetto, vale a dire aveva "promosso" la norma che prevedeva l'accompagnamento coattivo dello straniero preceduto dal trattenimento nei centri di accoglienza, ma aveva anche posto una condizione: che "tutti gli atti del procedimento" di espulsione fossero sottoposti al "controllo pieno" del giudice, perché - era scritto - "l'accompagnamento inerisce alla materia regolata dall'articolo 13 della Costituzione, in quanto presenta quel carattere di immediata coercizione che qualifica, per costante giurisprudenza costituzionale, le restrizioni della libertà personale". Questa ordinanza della Consulta è stata citata spesso dai giudici di Roma e Parma che hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale delle più recenti norme sull'accompagnamento coattivo dell'immigrato alla frontiera. Ma con questa decisione la Corte Costituzionale non ha terminato di pronunciarsi sulla legge sull'immigrazione. Le decisioni più attese riguarderanno proprio la legge Bossi-Fini e saranno prese nelle prossime camere di consiglio (relatore Guido Neppi Modona). La Consulta dovrà stabilire se siano legittime o meno le norme che prevedono l'arresto obbligatorio in flagranza di reato e il rito direttissimo previsti per lo straniero che abbia violato l'ordine di allontanamento dall'Italia entro 5 giorni impartito dal questore.


    [Data pubblicazione: 21/04/2004]
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Angry Anche lui se la ride....

    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito

    I "parrucconi" della Corte costituzionale non possono prevalere sulla volontà popolare
    No all'attentato alla legge Bossi
    Occorre rimediare urgentemente per ripristinare l'essenza della democrazia: il popolo è sovrano, attraverso i suoi rappresentanti

    No all'attentato che cerca di scardinare la legge Bossi contro l'immigrazione clandestina! Il mondo politico si ribella contro le indiscrezioni (frutto di una strana "campagna mediatica" dal sapore pre-elettorale e che non depone certo a favore della necessità di essere super-partes dell'Istituzione) che provengono dalla Corte Costituzionale e parlano di imminente bocciatura di alcune norme che riguardano le espulsioni coatte dei clandestini. Possibile che i "parrucconi" della Consulta possano stravolgere le decisioni del parlamento, cioè dei rappresentanti del popolo sovrano? Possibile che non si tenga nemmeno conto che la legge Bossi era stata controfirmata dal Capo dello Stato e quindi aveva già superato un primo, autorevole e serio, "controllo" di costituzionalità? Occorre rimediare urgentemente per ripristinare l'essenza della democrazia: il popolo è sovrano, attraverso i suoi rappresentanti. Nel frattempo ecco un primo bilancio della legge Bossi. Espulsioni: più 61,5%. Sbarchi: meno 40%. Respingimenti alla frontiera: 37.655.


    [Data pubblicazione: 22/04/2004]
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    L'on. Francesco E. Speroni: non vedo i motivi di incostituzionalità, ma aspettiamo la sentenza. Se arriveranno altri stop, saremo costretti ad introdurre nel nostro codice il reato di immigrazione clandestina
    «Dalla Consulta motivazioni fantasiose contro la Bossi Fini»


    PAOLO BASSI
    --------------------------------------------------------------------------------
    La Consulta boccia la legge che consente di espellere un clandestino accompagnandolo forzatamente alla frontiera. Secondo i giudici di via del Quirinale questo provvedimento, approvato dalla Casa delle libertà attraverso un decreto nel 2002 (poi convertito in legge, 106/'02) e recepito nella Bossi-Fini, è in contrasto con l'articolo 13 della Costituzione che tutela la libertà personale e affida solo al giudice, con atto motivato, la possibilità di limitarla. In particolare, si rileva che l'espulsione dello straniero entro 48 ore dalla decisione del questore, passa per le mani di un magistrato solo per un controllo formale e al clandestino non viene dato il tempo sufficiente per organizzare una difesa.
    Questa in sintesi la posizione della Corte costituzionale, che sarà formalizzata solo fra alcune settimane con la motivazione scritta. Ma il dibattito, alla sola notizia di un possibile e parziale stop alla Bossi-Fini, si è fatto subito serrato.
    «La Consulta spesso, dimostra di avere parecchia fantasia...». Questo il primo ironico commento dell'onorevole Francesco Enrico Speroni, quando gli chiediamo un parere sulla notizia.
    Il Capo di gabinetto del ministero delle Riforme, però si fa subito serio, e da esperto di sistemi costituzionali, entra nel tecnico: «Mi sfuggono i motivi per giudicare incostituzionale la norma in oggetto. La stessa Costituzione, proprio all'articolo 13 prevede che ci possano essere provvedimenti provvisori di pubblica sicurezza, purché comunicati entro 48 ore all'autorità giudiziaria e da questa approvati entro successivi due giorni. Quindi - prosegue il capo delegazione della Lega Nord al Parlamento di Strasburgo - anche ammettendo che l'accompagnamento coatto alla frontiera possa essere considerato come una restrizione della libertà personale, secondo la Costituzione dovrebbe essere sufficiente avere la convalida da parte dell'autorità giudiziaria per rientrare nei dettami della legge. La Consulta sembra la pensi diversamente, contestando il fatto che il giudice così finisce a fare solo un controllo formale, e non un controllo "pieno" secondo i principi del contraddittorio. Quindi - sottolinea l'europarlamentare del Carroccio - i casi sono sue: o la Costituzione non è chiara, o l'interpretazione che ne viene data è fantasiosa. Dobbiamo aspettare la pubblicazione della sentenza con le motivazioni per uscire dal dubbio».
    Il dibattito però, sembra gettare un'ombra su una norma considerata importante per il controllo dell'immigrazione clandestina.
    «Mi sembra uno schiaffo verso i cittadini, che in maniera più che legittima, auspicano una politica rigorosa verso chi è entrato nel nostro Paese in violazione delle norme e che evidentemente, secondo i giudici della Consulta, può continuare a girare indisturbato entro i nostri confini. Se non si può prevedere l'accompagnamento coatto di un clandestino alla frontiera, non vedo quale altro sistema si può prevedere per fare in modo che chi si trova da noi illegalmente smetta di farlo».
    Viene contestato il fatto, che l'immigrato non avrebbe il tempo necessario per difendersi e fare ricorso verso il provvedimento di espulsione. Una norma in contrasto con i principi del "giusto processo" introdotto proprio dal governo Berlusconi.
    «Faccio fatica a condividere questa impostazione. Vorrebbe dire, che prima di restringere la libertà di qualcuno, si deve sempre arrivare alla fase finale del giudizio. C'è un sacco di gente, che per vario motivo, si trova nelle patrie galere anche prima che sia concluso il processo di primo grado. Quindi, non si riesce a capire tutto questo garantismo verso i cittadini stranieri».
    Onorevole Speroni, pensa che questa decisione non sarà la sola a creare problemi sulla Bossi-Fini?
    «Problemi ce ne sono sempre. Ma non bisogna farsi prendere dal panico. Anche in passato, più di una volta, è successo che una una norma venisse giudicata incostituzionale. Si può sempre rimettere mano alla legge, sia in via ordinaria, sia in via d'urgenza. La maggioranza provvederà».
    Presto i giudici della Corte costituzionale si esprimeranno anche sulla legittimità di due norme della legge Bossi-Fini: quella che prevede l'arresto obbligatorio in flagranza di reato e il rito direttissimo previsto per lo straniero che abbia violato l'ordine di accompagnamento.
    «Aspettiamo le decisioni. Non è detto che la Consulta faccia sempre "stragi" di leggi. In questi due casi poi, mi sembra ancora più difficile trovare motivi di incostituzionalità, soprattutto per quanto riguarda l'arresto in flagranza. Se però si arrivasse a tanto, per affrontare il problema dell'immigrazione irregolare, non ci rimarrebbe altra strada che ricorrere alla soluzione estrema di considerare reato l'immigrazione clandestina».
    Per quale motivo la Cdl non ha preso in considerazione questa ipotesi fin dall'inizio?
    «Abbiamo preferito pensare ad una soluzione che evitasse di gravare sul clandestino con una sanzione penale che lo facesse finire subito in galera una volta scoperto. Penso che per chiunque, sia meglio essere rimpatriato, piuttosto che arrestato e tenuto in cella in un Paese straniero. Se però, la Consulta stabilisce che si può agire solo se c'è un reato, dovremo arrivare ad introdurre nel nostro codice il reato di immigrazione clandestina».
    La presa di posizione della Consulta sta facendo gioire la sinistra. A destra secondo lei, come sono gli umori?
    «Io penso che a gioire siano i sostenitori del "partito dei delinquenti". Un partito trasversale, fatto da quelli che vogliono la grazia per Adriano Sofri, che votano l'indultino, che spingono per le sanatorie di massa e così via. In sostanza, quelli che guarda caso, si schierano sempre per il non rispetto della legalità».
    Che interessi hanno a schierarsi contro le richieste dei cittadini di maggiore sicurezza e rispetto della legge?
    «Secondo il mio modo di pensare, nulla. Noi siamo sempre stati dalla parte della gente e non degli interessi o dei poteri forti. Ma vedremo dopo il 13 giugno. In quella data i cittadini avranno una grande occasione per fare sentire la loco voce».


    [Data pubblicazione: 22/04/2004]
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