Parigi, febbraio 04




Riprendo qualche frase da : « Se USA e UE tornano vicine » (Repubblica del 31-7), che riporto qui sotto. Mi sembra che esse meritino precisazioni.

Le affermazioni fatte da De Robilant sono condivisibili. Ma esse meritano un inquadramento, per capire la loro validità nel tempo e le motivazioni che sono dietro di esse.

Le differenze di vedute geopolitiche fra USA e UE si inquadrano meglio se citiamo alcuni fattori che mi sembrano non abbastanza considerati dalla stampa italiana. Eccone alcuni:

- la politica USA, perseguita in momenti diversi con diversa chiarezza e risonanza, é la politica di un impero che si presenta con le parole false “Democrazia”. Un impero che individua pragmaticamente le regioni del mondo ove conviene intervenire e poi cerca le motivazioni di facciata per giustificarne gli interventi (ad es. Instaurare la democrazia in Xlandia).
- La politica europea non mi sembra abbia obiettivi imperiali di controllo di aree o Paesi per motivi economici. Quando li ha, essi non sono estesi a tutta la U.E..
- La politica europea non é motivata o alimentata da possenti lobbies delle armi o del petrolio, come sembra essere frequente negli USA. Ove tali lobbies finanziano le campagne dei presidenti, per averne poi un ritorno.
- Le politiche in U.E sono in generale abbastanza trasparenti da essere captate e condivise da un gran numero di cittadini. Mentre gli scopi reali, le motivazioni delle politiche imperiali americane credo siano abbastanza ignorate dai cittadini USA, perché troppo ammantate di motivazioni democratiche. Ove invece i reali motivi imperiali sono conosciuti dai presidenti, consiglieri e lobbies finaziatrici. Notiamo che la CIA non fa rapporto delle sue attività sobillatrici in altri Paesi al congresso, ma solo al presidente.
- Le capacità dei cittadini europei di capire realtà e culture di Paesi di altri continenti sono anche una conseguenza dell’apertiura delle culture europee. Ove invece la cultura limitata degli Americani e i loro orizzonti ristretti (sono molto efficienti in settori particolari, ma spesso incapaci di capire altri settori e culture) non permettono loro di porsi interrogativi o capire situazioni che non conoscono quando sono a contatto con altri Paesi, o vi inviano la CIA a sobbillare. Del resto basta guardare il numero dei fallimenti delle azioni CIA. Questo spiega perché gli Americani hanno avuto e avranno molti insuccessi (e suscitato molti odii) in America latina e altrove.
- Per i motivi su elencati gli Americani non hanno capito, io credo, né possono capire due cose:
a) che il metodo migliore per combattere il terrorismo sarebbe smettere di imporre ad altri Paesi una politica imperiale e adottare un atteggiamento paritario, sostituendo l’arroganza della creduta superiorità con il rispetto delle altre politiche e culture. Senza immischiarsi nella politica interna di altri Paesi. Questo atteggiamento permetterebbe di contenere (e a lungo termine di far sparire) il numero di candidati terroristi per odio agli Yankees (si dice cosi ?).
b) l’introduzione nei mercati di altri Paesi sarebbe facilitata da un maggior rispetto e conoscenza di altri costumi e culture. In altri termini, capire che il costo della merce non é l’unico parametro da considerare nei mercati. Capisco che cio’ non sia facile da capire per gli Americani, ma qualche sforzo potrebbero farlo, nel loro interesse.

La domanda che ora faccio: abbiamo capito noi europei che noi abbiamo la capacità e il dovere di spiegare agli Americani questi fattori culturali, diversi dai fattori economici ? Lo abbiamo già fatto (non credo) o dobbiamo ancora cominciare, anche per evitare rischi sullo scacchiere mondiale ?

Sarebbe ora il momento che gli Europei capissero che non solo gli Americani trarrebbero vantaggi dal cercare di comprendere le altrui culture e orgogli, ma essi stessi hanno interesse a cominciare a capire gli altri, inclusi gli altri Europei.

Credo che mettere sul tappeto delle discussioni politiche internazionali queste semplici considerazioni di base potrebbe giovare sia agli Americani che agli Europei. Tocca a noi Europei cominciare, i nostri partners d’oltre Atlantico non saprebbero.

Antonio Greco
(ex funzionario europeo, consulente, ingegnere)
ANGREMA@wanadoo.fr

Nota aggiuntiva dopo la strage di Madrid

Dopo l’ invasione americana in Irak, gli estremisti islamici hanno aumentato la loro determinazione di fare stragi contro gli Americani ed i loro alleati in detta campagna. La Spagna é stata colpita. Ci si potrebbe aspettare un tentativo di colpire l’ Italia ?

Mi sembra chiaro che gli europei (prima l’ Italia) hanno molto interesse a chiarire che non intendono essere complici dell’ imperialismo americano in nessuna area del globo. Ed adottare questo principio in politica, considerando che ogni futuro intervento dovrebbe essere deciso dall’ ONU. Se non facessimo questa netta distinzione, potremmo pentircene. Soprattutto finché Bush é presidente.


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Estratti dall’articolo citato di Repubblica:

“ Già Own Harries scriveva, un decennio fa, che il concetto di Occidente unificato era discutibile, perché, nonostante le radici comuni, non esisteva fino al II conflitto mondiale, un concetto condiviso di unità politica tra USA e UE”.”

“ Una delle debolezze degli USA é lo scarso successo nel creare democrazie stabili fuori dai proprii confini. Storicamente gli USA han dimostrato poca sensibilità verso culture ad essi estranee, tanto da farle mancare........”.

“ Il ruolo dell’Europa é essenziale perché offre un’alternativa multilaterale che riflette gli interessi sia degli Americani che degli Europei.”