La rapina alle 9.40. Tre banditi, con le pettorine fluorescenti simile a quelle degli spazzini, si avvicinano al negozio. Uno solo entra. Con la scusa di vedere un orologio, avrebbe estratto la pistola, una scacciacani, colpendo il gioielliere. L’uomo avrebbe reagito. Ne sarebbe nata una violenta colluttazione, terminata nel retro. Dalla pistola del gioielliere, una calibro 22, partono alcuni colpi: almeno cinque. Tre centrano il rapinatore, che alla fine si accascia al suolo. Sul pavimento, una pozza di sangue: ma è quello del gioielliere, che riporta un taglio alla testa, fratture agli zigomi e al volto, un occhio tumefatto. Il rapinatore, un albanese, finisce in gravissime condizioni all’ospedale di Niguarda. I suoi complici sono fuggiti. Il gioielliere viene trasportato all’ospe*dale Bassini.
Aggiornamento: nella mattinata di venerdì sono «notevolmente migliorate» le condizioni del rapinatore ferito. L'uomo è tuttora ricoverato all'Ospedale Niguarda in prognosi riservata. I sanitari fanno sapere che le sue condizioni sono migliorate sensibilmente e che l’uomo non è più intubato.
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