L'anno scorso la maggioranza di governo ha presentato in Senato un disegno di legge dal titolo: "Istituzione del Consiglio Superiore della lingua italiana".
Il primo firmatario e' Andrea Pastore, di Forza Italia.
Il governo ha cercato la collaborazione delle istituzioni operanti nel campo degli studi di linguistica italiana (di seguito le nominero' "istituzioni indipendenti"). L'esecutivo si aspettava un riscontro positivo da parte di dette istituzioni, che hanno invece risposto "picche".
Io vorrei sapere cosa ne pensano i frequentatori del forum. Spero che mi forniate tante opinioni, magari diverse tra loro. Intanto, per iniziare lo scambio, vi elenco delle semplici osservazioni personali, dettate dalla lettura dei due documenti prodotti dalle istituzioni indipendenti.

PRIMA RICHIESTA DI EMENDAMENTI (22 luglio 2003)

http://culturitalia.uibk.ac.at/SLIne...i%20luglio.htm

Le istituzioni indipendenti propongono una "nuova versione del testo".
A mio parere, in realta', richiedono la riscrittura completa del provvedimento, da capo. Oppure vogliono far capire che il provvedimento deve essere abbandonato.
Un'altra cosa che mi colpisce e' che le loro osservazioni, oltre a riguardare il merito, sono molto concentrate anche sul metodo. E mi sorprende il modo in cui intendono il rapporto col governo: non come collaborazione, ma come rapporto "contrattuale" (o di potere).
Perché si considerano "la controparte" del governo?

Nel frattempo il disegno di legge e' stato effettivamente modificato ed e' stato anche nominato un nuovo relatore, il senatore Valditara (AN).
Arriviamo al secondo documento delle istituzioni indipendenti, che e' di quest'anno.

SECONDA RICHIESTA DI EMENDAMENTI (2 marzo 2004)

http://culturitalia.uibk.ac.at/SLIne...0DDL%20993.htm

Io mi aspettavo che parlassero di come contrastare lo scadimento della lingua italiana.
Invece reiterano le rivendicazioni fatte nel primo documento. Non capisco la loro posizione.
Io ritengo che, se si vuole che le decisioni di questo nuovo organismo siano efficaci, bisogna che il Consiglio si appoggi a un'Istituzione importante. E cosa c'è di più importante, a livello esecutivo, dell'Esecutivo?
Ma, giunto alla fine della lettura, ho capito a cosa pensano: nel punto 5) si stigmatizza uno degli obiettivi dell'istituendo Consiglio, il quale: d) vagheggia la coniazione di illusorie “espressioni semplici, efficaci e immediatamente comprensibili” per gli usi amministrativi della lingua;
In realta' la legge vuole solo che non si parli un italiano infarcito di termini occasionali presi a prestito dalle lingue straniere. Perche' le istituzioni indipendenti "gufano"?
Invece di portar sfiga, assumano un atteggiamento positivo ed insegnino al governo come difendere meglio la nostra lingua. A mio parere, invece, a loro preme far capire (perche' non lo dicono esplicitamente) che il provvedimento non deve passare!
Entrando nel merito, io non credo che le istituzioni indipendenti dicano la verita'. Anche su questo punto chiedo veramente a chi visita forum che mi dica cio' che pensa.
Io so che e' vero il contrario, so anche che nei paesi scandinavi e persino in Islanda preferiscono tradurre le parole straniere che hanno i suoni meno compatibili con la lingua nazionale. Quello delle istituzioni indipendenti e' un atteggiamento aprioristico!
Ma è ancora più rivelatore cosa dicono al punto f): secondo loro il disegno di legge tace completamente delle necessità linguistiche create dalle recenti immigrazioni.
Eureka! Hanno sfoderato l'arma dell'integrazione e del mondo globalizzato. Tema molto politicizzato in Italia: sono consapevoli le istituzioni indipendenti che, inserendo questo punto, fanno un'affermazione politica? Loro che propongono un Consiglio "tecnico"?
Io risponderei cosi': dobbiamo forse imparare le lingue degli stranieri invece che parlare meglio l'italiano? Ma se insegnamo bene e a tutti (italiani e non) l'italiano non facciamo prima?
Secondo me le istituzioni indipendenti hanno tirato fuori questo argomento apposta per rimarcare una loro "differenza" rispetto all'Esecutivo. Adesso credo di capire meglio.
L'idea che io mi sono fatto è che il disegno di legge cerca di risolvere un problema, quello di difendere la lingua italiana. Ma le istituzioni indipendenti interpellate dal governo non ci stanno.
Per adesso mostrano un'espressione poco convinta, dubbiosa e recalcitrante, ma lo fanno solo per studiare quale sara' la prossima mossa della controparte. E' una tattica. In realta' hanno gia' deciso di non collaborare.
Mi domando: hanno veramente bisogno di un nemico?
Grazie e scusate la prolissita'.