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  1. #1
    stellarossa1959
    Ospite

    Predefinito Fallujia città martire!

    Anno: 2004

    FALLUJA COME ORADOUR, LIDICE, KRAGUJEVAC, MARZABOTTO, GHETTO DI
    VARSAVIA



    Roma, aprile - Mentre il mondo commemora un genocidio di dieci anni
    fa, quello del Ruanda, si assiste a un altro massacro a cui non si reagisce
    con lo sdegno dovuto. Evidentemente è più facile istituire Giorni della
    memoria e dedicare un minuto di silenzio in memoria delle vittime a distanza
    di tanti anni, che non intervenire per far cessare un crimine che si svolge
    in diretta, per di più commesso dal Paese più potente del pianeta con cui
    molti governanti del mondo si dichiarano solidali.

    Ma d'altronde, quando la barbarie imperversava per l'Europa, la sorte
    del Ghetto di Varsavia, i settemila studenti e insegnanti sterminati a
    Kragujevac (Jugoslavia), il massacro di Lidice (Cecoslovacchia), per punire
    la città che ha reso il mondo un posto migliore eliminando un tal Heydrich,
    l'esecuzione in una chiesa di Oradour sur Glane (Francia) di 250 tra
    studenti e insegnanti, oppure la carneficina di Marzabotto, avevano forse
    suscitato immediatamente rifiuto e sdegno per quello che era stato commesso?
    Certo che no. Scandalizzarsi, rivoltarsi, solidarizzare, denunciare e
    commemorare quanto è accaduto, è molto più comodo quando il responsabile del
    crimine non è più in grado di nuocere. Per questa ragione i crimini
    continuano ad essere commessi e anche in un'epoca in cui l'informazione
    permette di avere un quadro immediato di quello che sta succedendo anche
    dall'altra parte del mondo, si preferisce esporsi il meno possibile.

    Quello che sta accadendo da alcuni giorni a Falluja per mano delle
    forze americane, non è un'operazione militare, anche se si vuole presentarla
    come tale, ma è un'operazione terroristica. Quando si prende in ostaggio una
    città di oltre centocinquantamila abitanti, le si tagliano acqua e luce e si
    va all'attacco con tutti i mezzi militari disponibili, senza rispetto
    nemmeno per i luoghi di culto, per piegare alla propria volontà una
    comunità, si commette un atto terroristico. Nel caso di Falluja possiamo
    parlare di rappresaglia terroristica, proprio come nel caso di quelle
    località europee appena ricordate, dove bisognava infliggere una lezione
    alla popolazione, dopo che quella aveva manifestato ostilità, perché non
    osasse più opporsi ai disegni del conquistatore.

    Che cosa può interessare al bambino iracheno assassinato da una
    pallottola di un marine o da un razzo lanciato da un Apache, se la
    coalizione ha portato la libertà e la democrazia sulle rive del Tigri e
    dell'Eufrate: a lui ha saputo regalare solo la morte. E che nessuno osi
    parlare di operazione di pace: non si va in un altro Paese armati a imporre
    una volontà che non è mai stata legittimata né dalla comunità
    internazionale, né dal popolo occupato. Come nessuno ha il diritto di
    nascondersi dietro la scusa che terroristi e assassini usano donne e bambini
    per ripararsi dietro e sparare sui bravi militari giunti in Iraq per creare
    un futuro migliore agli iracheni. Il militare, anche se deve rispettare gli
    ordini, ha una propria coscienza e deve sapere che quello non è il suo Paese
    e se rischia di scalfire anche un solo civile, ha il dovere di non farlo.

    Nel secondo dopoguerra si è voluto spesso ricordare quei soldati
    tedeschi i quali, a rischio della propria vita, hanno detto no, quando si
    trattava di commettere dei crimini. Di recente diversi ufficiali israeliani
    hanno avuto il coraggio e la rettitudine morale, rifiutando di partecipare
    alle campagne criminali contro il popolo palestinese. Gli esempi quindi non
    mancano.

    E' una straordinaria coincidenza che esattamente a un anno dalla
    caduta di Saddam Hussein, la coalizione della prepotenza si trovi a
    fronteggiare una popolazione irachena decisamente insoddisfatta, per non
    usare un altro termine. Una popolazione che sta superando le divisioni
    religiose, vista la colonna di aiuti inviata alla gente di Falluja dalle
    moschee sciite e sunnite di Baghdad. Si fa presto a dire che coloro che si
    sono rivoltati a Baghdad, a Mosul, a Bassora, a Kut, a Najaf, a Falluja, a
    Ramadi, a Karbala, a Tikrit, a Samarra, a Kirkuk, a Kufa, sono una minoranza
    di assassini e terroristi con i quali non ci sarà mai nessuna trattativa. Se
    questa posizione dell'amministrazione americana non dovesse cambiare: gli
    Stati Uniti sono già a un nuovo Vietnam.

    Alla rabbia dei sunniti, che hanno visto tramontare il loro potere,
    alla paura dei cristiani, che hanno visto crescere e rendersi aggressiva la
    militanza islamica, all'ansia dei turcomanni, che vivono nel terrore di
    diventare sudditi di un'amministrazione curda, si è aggiunta la
    determinazione degli sciiti di scegliere da soli il futuro e non accettare
    intromissioni americane. Non ci vuole nulla, perché il diffuso malcontento
    si sommi.

    Moqtada al Sadr sicuramente non rappresenta la maggioranza degli
    sciiti iracheni, ma il grande ayatollah Ali al Sistani sì. Quest'ultimo ha
    chiesto a più riprese elezioni generali il più velocemente possibile e
    l'amministrazione del Paese da affidare, nel frattempo, alle Nazioni unite.
    Certamente l'esito del voto gli Usa non lo potranno influenzare e tantomeno
    esigere garanzie per il futuro, né per se stessi, né per gli "amici". Che
    gli Stati Uniti facciano fatica ad accettare questo, dopo il prezzo pagato
    per l'invasione del Paese e senza la certezza che l'Iraq possa diventare una
    base per Washington e un partner per Tel Aviv, particolare assai importante,
    è più che comprensibile.

    Ma sarebbe proprio compito degli alleati degli Stati Uniti, europei in
    testa, a far comprendere alla Casa Bianca che il danno è stato fatto: il
    calcolo si è rivelato sbagliato, come l'intelligence sulle armi di
    distruzione di massa o la presenza di al Qaeda, il livello di ostilità
    dell'opinione pubblica irachena ha raggiunto livelli di guardia, un
    autentico cortile del terrore è emerso in Medio Oriente in quel Paese che
    sarebbe stato liberato, destabilizzando ulteriormente la regione, e che per
    la salvaguardia della stabilità internazionale, la sovranità va restituita
    subito agli iracheni.

    La redazione di Arabmonitor

  2. #2
    stellarossa1959
    Ospite

    Predefinito

    IRAQ/ IN DIRETTA SU AL ARABIYA I NUOVI SCONTRI A FALLUJAH
    28/04/2004 - 15:00
    Una nuvola di fumo si alza dalla zona sudoccidentale della città

    Fallujah, 28 apr. (Ap-apcom) - Una nuvola di fumo nera si alza dall'area sudoccidentale della città di Fallujah, dove questo pomeriggio sono ripresi gli scontri tra forze Usa e iracheni. L'emittente araba al Arabiya sta trasmettendo in questo momento in diretta le immagini della città, ricoperta dal fumo.

    Per più di un'ora sono stati uditi colpi di mortaio e colpi di arma da fuoco, mentre tre devastanti esplosioni hanno scosso l'area sorvolata dagli aerei da combattimento statunitensi.

    Nonostante gli scontri siano arrivati al loro terzo giorno consecutivo, i funzionari Usa hanno ribadito il loro impegno nel negoziato con le autorità locali per scongiurare l'offensiva finale contro la roccaforte dei ribelli sunniti. Lo scorso 24 aprile, il presidente Usa George W. Bush aveva tenuto una teleconferenza con i vertici militari impegnati in Iraq che si era conclusa con la decisione di rinviare a questa settimana l'attacco finale contro la città.

    Pattuglie di polizia irachana avevano ripreso questa mattina le loro postazioni, in attesa di avviare le pattuglie congiunte con gli americani previste dal'accordo di cessate il fuoco di domenica scorsa. Questa mattina, diverse famiglie hanno lasciato la città.

    copyright @ 2004 APCOM
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  3. #3
    stellarossa1959
    Ospite

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    NEL MONDO
    Richard Myers: riportare l'ordine senza subire perdite
    (ANSA) - WASHINGTON, 28 APR - Ripristinare l'ordine senza subire perdite: per il generale Richard Myers, e' la missione che i marines cercano d'assolvere a Falluja. Il capo di Stato Maggiore Usa Myers ha parlato al Pentagono, mentre a Falluja erano gia' in corso da alcune ore combattimenti con attacchi con aerei AC-130. Myers ha riaffermato la determinazione americana di risolvere lo stallo in modo pacifico, ma senza tollerare violenze contro soldati della coalizione e civili.
    2004-04-28 - 1200


    Compagni, grazie per l'aiuto che mi date! Siete diventati tutti bertinottiani embedded?







  4. #4
    Totila
    Ospite

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    Ho sentito il Gr1. Nessuno azzarda stime sui morti di questa notte.
    Sicuramente è stata una strage.
    Una vergogna!

  5. #5
    email non funzionante
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    Che vuoi dire? E' da due giorni che posto sul massacro di Falluja...

    In Origine Postato da stellarossa1959
    NEL MONDO
    Richard Myers: riportare l'ordine senza subire perdite
    (ANSA) - WASHINGTON, 28 APR - Ripristinare l'ordine senza subire perdite: per il generale Richard Myers, e' la missione che i marines cercano d'assolvere a Falluja. Il capo di Stato Maggiore Usa Myers ha parlato al Pentagono, mentre a Falluja erano gia' in corso da alcune ore combattimenti con attacchi con aerei AC-130. Myers ha riaffermato la determinazione americana di risolvere lo stallo in modo pacifico, ma senza tollerare violenze contro soldati della coalizione e civili.
    2004-04-28 - 1200


    Compagni, grazie per l'aiuto che mi date! Siete diventati tutti bertinottiani embedded?







  6. #6
    Totila
    Ospite

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    In Origine Postato da pietro
    Che vuoi dire? E' da due giorni che posto sul massacro di Falluja...
    Guarda, Pietro che la soluzione finale è iniziata stanotte.

  7. #7
    Totila
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    NEL MONDO
    Iraq: a Falluja nuovi combattimenti, riferiscono testimoni
    (ANSA) - FALLUJA (IRAQ), 28 APR - Un nuovo bombardamento americano ha colpito la stessa zona di Falluja presa di mira ieri notte dalle forze aeree Usa. Lo hanno riferito alcuni abitanti. 'Ci sono esplosioni nel quartiere Golan e ci sono anche spari dell'artiglieria pesante che provengono dalle postazioni americane', ha detto un testimone. Alcune fonti locali hanno riferito che le forze Usa hanno iniziato anche a bombardare dal cielo il quartiere di Golan.
    2004-04-28 - 159:00
    -----------------------

  8. #8
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    da kataweb


    15,50 - FALLUJA, IL NEGOZIATORE KUBAYSI: "SITUAZIONE GRAVISSIMA". "Le frammentarie notizie giunte fino ad ora parlano di due pesantissimi attacchi condotti con aerei, elicotteri e artiglieria contro due quartieri della città", ha detto Abdul Jabbar al-Kubaysi, uno degli iracheni moderati impegnato nel negoziare gli ostaggi italiani, rifferendosi alla situazione a Falluja, sua città natale. "Il primo - ha aggiunto - è scattato alle 210, ed è proseguito fino alle 23. Nel frattempo, alle 220, le bombe sono iniziate a cadere su un'altra zona, martellata fino a mezzanotte e mezza. Non si sa nulla sul numero di vittime, perché le forze Usa impediscono l'accesso alla città. Quello che è certo è che la situazione è gravissima".

  9. #9
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    una democrazia che uccide gli oppositori......
    encomiabile.....
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  10. #10
    Ospite

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    FINALMENTE CI TOGLIAMO I GUANTI

 

 
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