Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 16

Discussione: MD CODE - II Parte

  1. #1
    Christianity Under Fire
    Data Registrazione
    24 Feb 2003
    Messaggi
    3,239
     Likes dati
    6
     Like avuti
    22
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito MD CODE - II Parte

    L'MD Code - Monito ai governi occidentali -
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=64332 - è sovraccarico - tra l'altro non saprei come dividere il thread in varie pagine in modo da separare l'MD Code dai successivi posts. Preferisco dunque che la prima parte del thread sia solo per la lettura, onde evitare rischi di paralisi o crisi del sistema.



    La riflessione di questo post trae spunto dalla relazione annuale
    del presidente dell'Autorità per la tutela dei dati personali, Stefano Rodotà, il quale mette in guardia contro le "modificazioni tecnologiche" e le intrusioni nella privacy falsamente motivate dall'ordine pubblico. Finchè si tratta di sistemi di controllo e sicurezza "fisicamente non intrusivi" quali impronte digitali, geometria della mano o delle dita o dell'orecchio, iride, retina, tratti del volto, odori, voce, firma, uso di una tastiera, andatura, dna, si può ancora dare l'impressione di una certa giustificazione per ragioni di sicurezza e prevenzione del terrorimo, ma i tentativi d'inserimento di microchips nel corpo sono palesemente un crimine contro la dignità umana e la sovranità di Dio... I sintomi dell'avvento di una plutocrazia planetaria sono palesi e si accompagnano a tutti quegli eventi quotidiani ed ormai ordinari della politica, i quali vedono la Legge e la Costituzione nel mirino...

    Nella sala della Lupa di Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, Rodotà fa il bilancio del settimo anno di attività dell'Autorità Garante e indica la tutela del corpo come prossima frontiera dell'attività dell'organismo di controllo.

    Citando ad esempio una società americana che ha presentato un servizio per l'inserimento di un chip sotto pelle, con funzioni di carta di credito, Rodotà rileva che "quando si inserisce un chip o si applica un'etichetta intelligente, l'integrità del corpo è violata, la dignità lesa, sì che l'impianto dovrebbe essere ritenuto illegittimo, anche se la persona interessata abbia dato il suo consenso". - http://www.repubblica.it/2004/d/sezi...elprivacy.html

    Ciò rimanda ad una vecchia questione dell'MD Code, introdotta ma accantonata all'epoca per non rischiare di ricadere in fantasiose interpretazioni circa il numero del "Marchio della Bestia 666".

    I tempi mi sembrano maturi per suggerire (a mio vedere) che tale marchio non può che adempiersi nei termini di un microchip inserito nel corpo e che dunque le supposte romantiche interpretazioni apocalittiche a questo riguardo tanto diffuse negli ambienti conservatori evangelici non sono poi così fantasiose.

    Di seguito i soli testi privi di ulteriori commenti originari dell'Md Code, ai quali la mia iniziale introduzione all'argomento nella prima parte del thread aveva già fatto riferimento a proposito del "marchio".

    Saluti


    Il Piccolo Corno è adempimento di una tipologia ciclica della storia e, che per realizzarsi “nella pienezza dei tempi” necessita di premesse culturali e socio-economiche di carattere internazionale. Il collegamento della IV Bestia alla ciclicità storica della tipologia della bestia, è evidente nel sogno della statua d’oro e nella descrizione delle quattro bestie nel libro di Daniele, così come il Piccolo Corno è collegato ciclicamente a precedenti e limitate manifestazioni della sua tipologia.191 Per queste ragioni l’identità del Piccolo Corno non va discussa secondo spericolate elucubrazioni numerologiche sul marchio della Bestia, la cui menzione nell’Apocalisse di Giovanni si dimostrerà particolarmente utile al momento opportuno, quanto piuttosto riferendosi all’andamento delle relazioni funzionali descritte in seno alle strutture socio-economiche e dell’ideologia complessiva di uomini e civiltà, la cui personalità e strategia, ed il cui atteggiamento nei confronti dei tempi e della legge, li rendano specialmente interessanti.192 Se siamo alla vigilia della organizzazione totale di Adorno,193 la ciclicità storica potrebbe produrre un personaggio animato dagli stessi moventi di Antioco IV o Domiziano, il medesimo fascino carismatico e la perversa determinazione di Hitler, ma estremamente cosmopolita, diplomatico, laico, moderno e consapevole del ruolo della finanza e dell’economia nella scalata al dominio del pianeta e nella propaganda avversa ai tempi ed alla legge, onde restaurare e consolidare il culto dell’uomo nella persona dell’Imperatore.194 Se i mass media sono pronti per l’interdipendenza culturale e dunque economica e politica delle nazioni, allora è probabile che alcune entità del mondo finanziario guardino ben oltre i bugget aziendali; che sia verosimile l’idea apocalittica della volontà titanica dell’uomo di porsi come l’esclusivo signore dell’universo e di poter dichiarare sprezzanti dell’ancient regime: “La ricréation c’est fini” !195 Un solo piccolo errore? Laddove un non vecchio adagio recita: “Articolo quinto: chi ha i soldi ha vinto”, gli stessi mercanti nel cordoglio rispondono: “In un’ora sola è andata dispersa sì grande ricchezza... lusso e splendore sono perduti per te...”196

    Da Theodor Adorno, pseudonimo di Theodor Weisengrund, filosofo, sociologo e compositore tedesco di origine israelita (vedi l'art. di Gianni Vattimo, Ma non verrà l'apocalisse da mass media, nello speciale Universo informazione, allegato a La Stampa, ). Nel sommario dell'articolo a p. 5 leggiamo: "Fino a qualche anno fa la filosofia demonizzava la comunicazione di massa e ne denunciava i rischi totalitari. Oggi questa posizione è in crisi. A volte il condizionamento è così sottile da diventare libertà." Nella pagina seguente, però, l'ottimismo viene ridimensionato: "Naturalmente, non si può essere troppo ideologicamente ottimisti, come se i mass media fossero necessariamente una garanzia di libertà e di emancipazione; è già importante, però, constatare che l'evoluzione verso un mondo totalitario non è il loro esito fatale e rendersi conto delle impreviste possibilità positive che aprono." La società dell'informazione si accompagnerebbe alla "liberazione dalle ideologie, dai loro deliri di onnipotenza, dai sensi di colpa che creano, dai rischi di violenza che sempre comportano" all'abbandono dell'ideale "di un possibile punto di vista assoluto sul mondo e la storia". Sembrerebbe quasi la dichiarazione di abdicazione alla ricerca dell'essenza aristotelica interdisciplinare, per cui realmente le ideologie sono giunte alla fine del loro percorso. Poi ci si accorge che la nuova società dell'informazione generalizzata ha una sua ben precisa ideologia, pretendendo definire la legittimità dell'ideale su un possibile punto di vista assoluto sul mondo e la storia: "Ma ora che proprio la società dell'informazione generalizzata ci ha mostrato che l'ideale di un simile punto di vista assoluto è un mito, anche le aspettative di libertà e di emancipazione possono finalmente ridimensionarsi, diventando più umane e più realistiche." Ora, la società dell'informazione non ha dimostrato "un bel niente" di ciò che riguarda il medesimo ideale di una spiegazione assoluta della realtà, ed il dibattito relativo alla questione continua ad essere di competenza delle scuole filosofiche, a meno che, una di queste scuole, non potendo ottenere il verdetto del giudizio filosofico con la logica di prove irrefutabili ed argomentate, non voglia pensare di comprarlo, tradendo la natura mercantile dei propri interessi e della vocazione filosofica, al servizio di chi occulta la verità per vincere con i soldi. Una pericolosa approssimazione: "Si dice che propaganda e pubblicità sono forme di dominio altrettanto assolute di quelle più dirette, fondate sulla minaccia o addirittura sulla coercizione fisica, solo più subdole e sottili... Non è possibile che, diventando così sottile, il dominio finisca anche per attenuarsi, per sbiadire, aprendo nuovi spazi alla libertà?" Per quel che mi riguarda, non saprei e non potrei negare tale possibilità. E' certo comunque che, se il libro di Daniele è autentico, il dominio sarà prima mitigato dalle strategie politiche e burocratiche, per poi rivelarsi palesemente nella persecuzione fisica di coloro che non ne condividono le premesse ideologiche e le finalità. Se la dinamica di tale dominio fosse rappresentata dall'Europa ricostituitasi in Impero (per ragioni che verranno spiegate nelle pagine che seguono), non dovremmo attenderne necessariamente l'antica caratterizzazione latina. (cfr. l'art. Reificazione, in D.F.R., p. 378 e D.F.U., p. 738)
    Il libro di Daniele contiene sorprendenti annunci, i quali hanno eccitato l’attenzione di studiosi e teologi di tutti i tempi. L’edizione inglese prevede uno speciale interesse per le “Lectures upon Daniel” di Calvino. Varie teorie sono state animatamente e, talvolta, amaramente discusse da una cristianità propensa a stabilire un nesso tra le predizioni bibliche ed il proprio tempo. Specialmente il pubblico anglosassone ha recepito il fascino delle varie ipotesi ed interpretazioni, quali l’individuazione del Piccolo Corno in un papa o in un leader mussulmano. Si discuteva se Napoleone I o Napoleone II, qualche imperatore russo, oppure un pascià d’Egitto, potesse essere individuato quale “Re del Sud” in lotta contro il “Re del Nord”.
    Per quanto espressione di un certo romanticismo confessionale, è indiscusso che l’intensità delle profezie di Daniele “descends directly upon our own generation.”5 E’ una romantica attitudine quella d’interpretare le profezie apocalittiche esagerandone l’applicazione alla contingenza storica, ma ciò non esclude l’affidabilità delle profezie stesse, le quali vanno piuttosto avvicinate con prudenza e senso critico. Calvino stesso può aver stimolato un certo romanticismo, ma egli stesso intendeva ispirarsi a ben razionale e rinascimentale senso critico: “In numeris non sum Pythagoricus”.





    Sospetto che il microchip in questione possa portare con sè lo stesso barcode già internazionalmente in uso.

    http://www.av1611.org/666.html

    Il 666 è presente ma non esplicitato in ogni barcode dei prodotti in vendita od oggetto di transizioni. L'individuo dunque od il cittadino verrebbero a ridursi ad un bene di consumo o di mercato.
    Le Sacre Scrritture sono chiare: Chi prende il marchio non può entrare nel Regno di Dio, il cui accesso comunque è assicurato solo in virtù della Grazia per lo spargimento del sangue di Cristo sulla croce...



    Dopo quasi 20 anni dalla prima versione dell'MD Code e tutta la dovuta prudenza sull'argomento devo dire che le previsioni del conservatorismo evangelico a tal riguardo si presentano attendibili.

    La cosa strana degli stessi conservatori è che nonostante tale consapevolezza, la maggior parte di essi - perlomeno negli USA - appoggiano proprio quei personaggi e quelle scelte politico-economiche che portano al rafforzamento della "Bestia" e della sua plutocrazia. La teologia dei conservatori americani - come si può notare nel website sopra indicato - addebita l'avvento della Bestia all'Europa Federale, mentre l'evidenza l'hanno sotto il proprio naso. Non che che il vecchio continente sia estraneo alle profezie, ma non si può addebitare alla Vecchia Europa ciò che invece viene promosso proprio e contradditoriamente dall'iperliberismo conservatore nel compromesso coi falchi dell'economia e della "Difesa" a scopo di "liberazione" ed esportazione di una democrazia ormai malata.

    Dell'evangelicalismo americano, Il mio conservatorismo ne condivide la teologia di base ma non i compromessi politici - e questo comprensibilmente è un bene per gli stessi evangelici di minoranza durante i recenti processi d'impoverimento etico e compromesso con il "Mammonismo" oltre ogni moderazione liberale.

    Quando il "conto della spesa" e dei danni agli uomini ed al mondo verrà presentato a certo conservatorimo ed i suoi più semplici, innocenti e vulnerabili esponenti restaranno i soli a doverne pagare l'ammontare, allora una "tradizione-rifugio" di resistenza ai crimini di compromesso in atto avrà un valore oggi ritenuto nullo e controproducente - grazie alla patetica convinzione di riperpetuare (in Italia ad esempio, ma pure in GB ed Australia e naturalmente negli USA) il patto di "mutua assistenza" di collaudo reaganiano.

    Cari correligionari conservatori, le deformazioni allla Legge, al Diritto ed alla Costituzione Repubblicana dovrebbero, a partire dall'Italia, aprirvi gli occhi piuttosto che appannarli del tutto.

    Non è la Bestia che aspettate l'Uomo Senza Legge?


  2. #2
    Christianity Under Fire
    Data Registrazione
    24 Feb 2003
    Messaggi
    3,239
     Likes dati
    6
     Like avuti
    22
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Risveglio USA?

    In Origine Postato da david777 -

    Da Theodor Adorno, pseudonimo di Theodor Weisengrund, filosofo, sociologo e compositore tedesco di origine israelita (vedi l'art. di Gianni Vattimo, Ma non verrà l'apocalisse da mass media, nello speciale Universo informazione, allegato a La Stampa, ). Nel sommario dell'articolo a p. 5 leggiamo: "Fino a qualche anno fa la filosofia demonizzava la comunicazione di massa e ne denunciava i rischi totalitari. Oggi questa posizione è in crisi. A volte il condizionamento è così sottile da diventare libertà." Nella pagina seguente, però, l'ottimismo viene ridimensionato: "Naturalmente, non si può essere troppo ideologicamente ottimisti, come se i mass media fossero necessariamente una garanzia di libertà e di emancipazione; è già importante, però, constatare che l'evoluzione verso un mondo totalitario non è il loro esito fatale e rendersi conto delle impreviste possibilità positive che aprono." La società dell'informazione si accompagnerebbe alla "liberazione dalle ideologie, dai loro deliri di onnipotenza, dai sensi di colpa che creano, dai rischi di violenza che sempre comportano" all'abbandono dell'ideale "di un possibile punto di vista assoluto sul mondo e la storia". Sembrerebbe quasi la dichiarazione di abdicazione alla ricerca dell'essenza aristotelica interdisciplinare, per cui realmente le ideologie sono giunte alla fine del loro percorso. Poi ci si accorge che la nuova società dell'informazione generalizzata ha una sua ben precisa ideologia, pretendendo definire la legittimità dell'ideale su un possibile punto di vista assoluto sul mondo e la storia: "Ma ora che proprio la società dell'informazione generalizzata ci ha mostrato che l'ideale di un simile punto di vista assoluto è un mito, anche le aspettative di libertà e di emancipazione possono finalmente ridimensionarsi, diventando più umane e più realistiche." Ora, la società dell'informazione non ha dimostrato "un bel niente" di ciò che riguarda il medesimo ideale di una spiegazione assoluta della realtà, ed il dibattito relativo alla questione continua ad essere di competenza delle scuole filosofiche, a meno che, una di queste scuole, non potendo ottenere il verdetto del giudizio filosofico con la logica di prove irrefutabili ed argomentate, non voglia pensare di comprarlo, tradendo la natura mercantile dei propri interessi e della vocazione filosofica, al servizio di chi occulta la verità per vincere con i soldi. Una pericolosa approssimazione: "Si dice che propaganda e pubblicità sono forme di dominio altrettanto assolute di quelle più dirette, fondate sulla minaccia o addirittura sulla coercizione fisica, solo più subdole e sottili... Non è possibile che, diventando così sottile, il dominio finisca anche per attenuarsi, per sbiadire, aprendo nuovi spazi alla libertà?"


    http://www.politicaonline.net/forum/...15#post1036515
    Come per la GB e di recente Strasburgo, forze di consapevolezza USA si son svegliate! Si sveglierà pure Israele? Per me non faranno in tempo né gli USA né Israele: troppo coinvolti nelle alleanze fino al collo... e fino alla fine!

  3. #3
    Christianity Under Fire
    Data Registrazione
    24 Feb 2003
    Messaggi
    3,239
     Likes dati
    6
     Like avuti
    22
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Laverton Kafkaesque

    Questo thread si congiunge con Laverton Kafkaesque in http://www.politicaonline.net/forum/...41#post4004541 ed i due argomenti - direi coerentemente - di conseguenza si mescolano, dal momento che l'apocalittica è per me tema "vissuto" quotidiamente. In questo thread combinato inserirò pure gli aggionamenti ai grafici apocalittici che faranno più avanti capolino quando troverò un sito web che me li ospiterà e da cui potrò far prelievo per l'uso in POL.

  4. #4
    Christianity Under Fire
    Data Registrazione
    24 Feb 2003
    Messaggi
    3,239
     Likes dati
    6
     Like avuti
    22
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Riprendiamo il filo da Laverton Kafkaesque http://www.politicaonline.net/forum/...47#post6480947 ed in particolare dal seguente post.

    Citazione Originariamente Scritto da david777 Visualizza Messaggio
    Prima di esporre la già annunziata arringa del Rev. Rollepo (sempre in tema di balaamismo neocostantiniano) in palese risposta al mio caso e naturalmente ultimo processo presso l'ufficio ecclesiale del Rev. Oglul, non posso trascurare di menzionare l'esito delle recenti elezioni federali pneumaliane, le quali al contrario di quelle americane non si giovavano dell'alibi dell'attentato alla Costituzione "teocratica" dei Padri Pellegrini ed alle maggiori istituzioni bibliche - quali il Matrimonio e la Chiesa.

    I Bush (specialmente Senior) si son fatti bene i conti e da esperti conoscitori dell'America e della sua storia hanno pensato bene di allearsi alla santa causa dei conservatori evangelici, altrimenti detti "neocon".

    Mr George Bush Jr. si è professato evangelico conservatore ed apertamente dichiarato in favore delle cause evangeliche e della tradizione dei padri fondatori della costituzione americana, che rimane indubbiamente l'esemplare costituzionale più biblico che l'Occidente abbia conosciuto - se prescindiamo dal Vaticano la cui biblicità è evangelicamente discutibile...

    Rari e sorprendenti esempi di dissidenza evangelica conservatrice hanno fatto notare quanto i media e le TV evangeliche abbiano cercato di spostare il confronto politico sul terreno della morale e dei costumi americani, sottolinenado il rischio della distruzione del matrimonio biblico e l'instaurazione di una dittatura forense umanistica di stampo ONU ed europeo.


    Un augurio forense antibalaamismo per
    la Magistratura di Pneumalandia



    La medesima dissidenza ha ricordato quanto sia essenziale per il conservatorismo evangelico fondamentalista la riscoperta della giustizia sociale nella battaglia per la difesa dell'etica cristiana: è stata finalmente denunciata quella intelligentsia teologico-politica (e finanziaria) che si serve del Vangelo a fini iperliberistici per alla fin fine giustificare e promuovere guerra, conquista, ingiustizie e sfruttamento. Si è detto in particolare a tal riguardo che se un qualsivoglia candidato alle future presidenziali riuscisse a combinare etica privata e sociale in una autentica struttura cristiana e scritturale, allora un tale otterrebbe non meno dell'80% delle preferenze. Chi resterebbe fuori da tale maggioranza? Naturalmente lo zoccolo duro della plutocrazia economica che rimane tra i repubblicani conservatori solo per i favori che il Vangelo e la Chiesa procura alla loro causa ed enormi interessi, e naturalmente l'intero movimento sodomita interessato a "riformare" l'istituzione della Chiesa e del Matrimonio.

    Credo che finalmente l'ora della decisione al bivio giusto e dottrinalmente rilevante stia per arrivare per il fondamentalismo evangelico: seguire fino in fondo Mammona non potendolo maritare alla Bibbia, oppure decidersi a metter mano a temi e questioni che rappresentano il nocciolo della giustizia del Regno di Dio e non soltanto delle sue più fondamentali dottrine.

    Nel frattempo Mr Bush è passato di nuovo ma non è detto che la nuova tornata presidenziale sia l'ennesima indistrurbata puntata per l'avanzata della plutocrazia globale.

    Se Mr Bush comincia ad essere influenzato dalla sua stessa dichiarata compassione cristiana, il rieletto premier pneumaliano ha messo nel frattempo al primo punto nel suo ordine del giorno la legalizzazione dei licenziamenti "senza giusta causa" - guarda un pò tu proprio ciò che Mr Berlusconi si era a suo tempo riproposto con la riforma dell'articolo XVIII dello Statuto dei Lavoratori.

    Il rieletto premier pneumaliano ha naturalmente e proverbialmente ottenuto anche questa volta il voto ed il favore dei neocon conservatori e fondamentalisti evangelici: se per amor di causa maggiore sarei stato costretto a votare per George, di certo non votato per il suo collega pneumaliano.

    Veniamo dunque all'annunciata arringa seguita al processo del Venerdì in occasione della predica domenicale.

    Riporto semplicemente come segue quanto scritto all'epoca nel mio diario per risentirci alla prossima.





    Immaginavo che le risposte sarebbero arrivate per vie indirette, ma non avrei immaginato che la visita del Rev. P. dall'Italia sarebbe stata in linea con le questioni trattate durante il confronto col board.
    Vi sono indizi circa la possibilità che le recenti predicazioni del Rev. P. siano state almeno sommariamente premeditate e convenute. Comunque sia, mi ritrovavo per l'ennesima volta di fronte ad un uso strumentale del pulpito, senza possibilità di risposta ed appello. Il Rev. P [Ropello], come anche i suoi colleghi, presentano più che apprezzabili caratteristiche spirituali. Ciò però non può distogliermi dal desiderio di vederli riformati in seno ad una concezione del governo ecclesiale più biblica, più collegiale, più umile e non caratterizzata da continue manovre di potere in collaborazione con servitori che pregano accoratamente con le braccia tese ed in pubblico per il re, ma amano la carica del re, più che Sua Maestà (chiuque mediocre predicatore otterrebbe all'italiana i medesimi salamelecchi in quella divisa).
    I reverendi menzionati in queste pagine non l'abbiano a male per la mia franchezza, e non pensino che le loro poltrone m'abbiano mai interessato e minimamente spinto alla competizione. Anzi, è il caso che siano meglio informati del fatto che non m'interessa lavorare formalmente per la Chiesa, perché - tra le altre personali e private ragioni tra me e Dio - non mi piace la maniera in cui ordinariamente e diffusamente si usa operare nel campo spirituale: non vendo prosperità ed indulgenze... Mi dispiace dirlo, ma gli uomini con i quali sarei pronto a collaborare sono troppo pochi per essere disposto (se ne avessi ancora la statura e la reputazione) a lavorare ufficialmente e regolarmente nel campo di Dio. Il Rev. P. parla nell'arringa di "operai non autorizzati", ma il problema nel mio caso con il Rev. G. [Oglul] ed associati, così come in genere, è che non m'interessa d'esser assunto, né abusivamente, né regolarmente da "u capomastru".
    Ho dedicato alcuni mesi alla chiesa di OP soltanto in risposta alla comunione dimostrata ed alla persuasione fraterna (specialmente dei coniugi S.), nonostante la forte carica di scetticismo che già mi animava nei confronti finanche dell'ipotesi di un coinvolgimento formale nel ministerio.
    Accingiamoci ad esaminare ciò che accadde ad OP la domenica del 14 Gennaio, successiva all'ultimo incontro del venerdì sera col board, in relazione ai sermoni indirizzati alla comunità. Non è possibile ritenere il Rev. G. estraneo ai fatti e non responsabile degli insegnamenti impartiti ai credenti in occasione del ministerio del Rev. P., in quanto il suo silenzio ha celato la medesima attività logistica ed organizzativa esercitata in precedenza, benché mandando altri allo scoperto. Il Rev. G. sapeva benissimo che male avevo sopportato il linguaggio da inquisizione cattolica del venerdì sera, e che la provocazione non poteva andare oltre. Nel suo silenzio dorato, il Rev. G. riusciva benissimo a pilotare e manovrare la barca, facendo remare gli altri... Se avessi reagito, l'immagine dell'autorità ne avrebbe molto giovato, risultando vittima e non causa di una lesione delle regole di comunione e di dipendenza dalle Sacre Scritture. In alternativa avrei dovuto assistere ad un'ennesima azione di persuasione (lavata di testa) del gregge e di abuso del pulpito, allo scopo di assicurarsi la sudditanza della Chiesa ed isolare i diversi. La carenza del senso critico, il timore ed in alcuni casi l'ipocrisia rendono possibile la diffusa manipolazione della predicazione biblica.
    Il sistema di controllo creatosi in molte chiese combatte e previene le facoltà critico-spirituali, persuadendo con ogni mezzo i credenti, onde si astengano dal valutare criticamente (da soli e in gruppo) gli insegnamenti ricevuti. L'invito a rendersi subordinati al pensiero ed alle finalità del pastore, vengono spesso argomentati in tal modo da intimorire ed intruppare il gregge, in modo che nessuno debba riuscire a coinvolgere i credenti nell'abitudine della chiesa di Berea (Atti 17: 11; cfr. Gal. 1: 8, 9). Alla domanda circa il rimedio all'eventualità in cui l'autorità della chiesa divenisse eretica, si risponde: "Altri pastori ed organi direttivi hanno l'incaricato d'intervenire." E se l'eresia avesse coinvolto anche gli altri pastori ed il direttivo? La domanda sembra assurda, ma non è escluso che sia proprio questo il caso più diffuso e probabile.
    L'elemento interessante, comune alla risposta di molti leaders, consiste nel concepire i credenti come gregge/proprietà più che come un real sacerdozio coinvolto nella valutazione della dottrina e della spiritualità ecclesiale, oltre che nell'esercizio dei doni e dei ministeri. Commenteremo anche alcune parti delle prediche del Rev. P successive al già menzionato incontro col board e vi sarà occasione di ulteriori riflessioni circa queste ultime questioni. Mi sembra di scorgere quattro fasi nella progressione omiletica del Rev. Porello. La prima fase è di solito condivisibile, salvo alcune eccezioni, quando la quarta fase è già presente nella prima. La seconda fase è di prima interpretazione del testo e di transizione ad una terza fase, caratterizzata da forme di persuasione ed induzione ad accettare le conclusioni ed i punti di vista della quarta fase. Indicherò le fasi a mò d'esempio solo nel caso della predica della domenica sera del 14 Gennaio che è anche quella di un "incidente" che avrebbe posto termine ai miei rapporti con OP.

    Trascrizioni dell'arringa

    Fase I

    E' molto importante che noi comprendiamo il concetto di autorità e sottomissione...
    Il figlio non può far nulla da se stesso - questo è un concetto molto importante - Gesù aveva un rapporto di assoluta dipendenza dal padre...
    Noi siamo stati fatti per dipendere da Dio - Gesù Cristo ci ha dato un esempio di assoluta dipendenza da Dio - un'assoluta ubbidienza a Dio... un'assoluta sottomissione a Dio.

    Fase II

    E' la tua volontà e la tua scelta a sottomettersi ad un'altra persona. La sottomissione è un'attitudine - una persona può essere ubbidiente ma non sottomessa - noi dobbiamo essere sia sottomessi che ubbidienti.
    Quando tu sei sottomesso tu riconosci il ruolo di un altro.


    A questo punto l'arringa sembra persuasa di aver posto i fondamenti biblici delle successive affermazioni.

    Fase III [fase di transizione]

    Dio ci ama e noi siamo felici di essere sottomessi a lui... perché siamo sottomessi a colui che ci ama veramente ... Amen?

    Fase IV

    Il Pastore vi ama, così dovreste essere contenti di essere sottomessi al pastore... per favore non pensate male del Pastore (di O.P.) ... quel che sto predicando non me l'ha detto lui... Dio mi ha rivelato di predicare queste cose... e io posso farvi vedere nei miei appunti che certe cose che ho detto stamattina io non li avevo nei miei appunti... ma lo Spirito Santo mi ha detto di toccare certi punti... perché io non conosco le vostre situazioni... io sono arrivato solo tre giorni fa... io semplicemente ho chiesto a Dio cosa voleva che io predicassi e Dio mi ha rivelato cosa dovevo predicare ed io ho condiviso solo quello che Dio mi ha detto ed io non potrei avere questa franchezza se io non sapessi che è così... la mia gioia è ubbidire al Signore... Lui mi ha chiamato e voglio fare quello che Lui vuole... Amen?


    Dunque il Rev. P. era già presso il Rev. G. quando si è svolto il mio incontro con il board. Sarebbe stato più convincente dire: "Le cose dette stamattina erano già scritte prima di arrivare."?


    Fase I

    Gv. 5 Io non posso fare nulla da me stesso
    Gesù ha detto che non poteva fare nulla da se stesso... Egli voleva fare la volontà di Colui che lo aveva mandato
    Non la mia volontà sia fatta ma la tua sia fatta...

    Fase II

    Ora potete immaginare se Dio si fosse ribellato al Padre....
    Se Gesù lo avesse fatto solo quella volta nessuno di noi sarebbe oggi salvato
    E perché tu sarai sottomesso Dio attraverso di te benedirà altre persone... Amen?
    Gesù è stato sottomesso in ogni cosa... eppure Lui era Dio...
    Parlando dello S.S. Gesù disse: egli parlerà non da se stessto... Solamente lo Spirito ripete ciò che ha udito, perché nella famiglia della deità c'è un'ordine di autorità: il Padre, il Figlio che è sottomesso al Padre e lo Spirito Santo che è sottomesso al Padre e al Figlio. Se le persone non comprendono l'autorità non hanno capito Dio... Amen?
    Lo Spirito vuole glorificare Gesù... Gesù ha voluto glorificare il Padre. E il Padre ha voluto glorificare il Figlio...
    Noi siamo entrati a far parte della famiglia di Dio: questo mi entusiasma!


    Fase III

    Il problema sono sempre i leader e la soluzione sono sempre i leader. Una famiglia rotta è una famiglia dove i leader non funzionano e una famiglia che funziona è perché i leader funzionano... Per questo Dio vuole che noi siamo delle persone che hanno una strategia e la strategia è formare leader. Se ci sono leader Dio darà loro il lavoro da fare. Voglio mostrarvi questo concetto tramite una scrittura in Matteo 9: 35. Voglio tornare un'attimo indietro prima di leggervi questa scrittura. Quando noi siamo sottomessi noi cerchiamo non la nostra volontà ma la volontà di colui che ci ha mandato.


    Fase IV


    Sapete questo io l'ho insegnato molto bene alla chiesa. Se la nostra chiesa sta camminando nell'unità è perché tutti loro sanno che sono delegati da me... Ogni leader delle riunioni in case (delle cellule) è un mio rappresentante in quella cellula, e io voglio che lui serve quelle persone con lo stesso spirito, con lo stesso amore, con lo stesso entusiasmo con cui io li servo. E se loro hanno quest'attitudine di sottomissione, l'unzione che Dio ha dato a me scorre su di loro, perché dove c'è la sottomissione scorre l'unzione del capo.


    Chi è dunque il capo? Il traduttore simultaneo a questo punto traduce diversamente: "perché laddove v'è sottomissione, scorre l'unzione potente di Dio." In questo modo l'idea dell'unzione del capo umano non è ancora molto evidente agli ascoltatori di lingua inglese.
    Quest'ultimo gruppo di fasi è legato insieme con apprezzabile maestria, benché la psicologia del Rev. P. sia naturalmente disposta a tale merito: non mi stupisco più della sua esegesi! Gv. 5: 30 indica l'ordine della divina famiglia: il Padre manda ed il Figlio ubbidisce. E' vero: "Se le persone non comprendono l'autorità non hanno capito Dio!" L'entusiasmo a motivo dell'adozione spirituale è buona, ma non mi piace l'entusiasmo di chi crede di prendere il posto del Padre dopo essere stato adottato quale figlio. (cfr. Mt. 23: 6-12) Si confonde la messe del Padre con la messe dei reverendi, così come non s'intende che il Padre manda i figli ch'egli vuole nella sua messe, prima ancora che i pastori si accorgano o facciano finta di non accorgersi.
    La strategia è formare leaders, ma i leaders li manda Dio e lui li equipaggia. (cfr. At.13:1e2; Ef.4:8-11; 1Cor.12:27e28; Gal.1:13-24; 2:1e2) Chi forma i leaders? Il pastore? Le qualità per la formazione dei leaders implicano diversi ministeri (Ef.4:12,13), oltre che l'esercizio dell'ufficio dei vescovi. (1Tim.4:14) Nell'opera di formazione dei leaders, la funzione del ministerio pastorale non può essere confusa con quella dottorale, profetica od apostolica, avendo chiaro in testa che i gli apostoli contemporanei non sono i 12 e non possono caricarsi della medesima autorità, che il ministerio pastorale non può essere confuso con l'ufficio del governo collegiale della chiesa locale (i vescovi od anziani), e che i dottori non sono i pappagalli dei pastori, bensì loro compagni d'opera.



    Nel momento in cui è chiaro che l'ufficio degli anziani implica almeno il ministerio pastorale e procede verso gli altri ministeri di maggiore maturità, fino a quello apostolico (tempo di vocazione ad esercitare la propria funzione al di là dei limiti locali, purché affiancandosi autorevolmente ai vescovi delle chiese locali ch'egli avrà contribuito a formare, ma non soverchiandoli), la questione della formazione dei leaders sarà più chiara, fino a convenire circa l'impossibilità della seguente delega monarchico-pastorale riferita dal Rev. P: "Se la nostra chiesa sta camminando nell'unità è perché tutti loro sanno che sono delegati da me... Ogni leader delle riunioni in case... è un mio rappresentante in quella cellula, e io voglio che lui serve quelle persone con lo stesso spirito... dove c'è la sottomissione scorre l'unzione del capo..." La delega è del Padre che manda, così come anche lo Spirito che i delegati ricevono è lo Spirito del Padre. L'unzione del capo è l'unzione di colui che può essere il solo vero capo del Corpo. Attenti reverendi a non bruciarvi!

    Quando siamo sottomessi al Signore la sua unzione scorre su di noi... Amen?

    Ora l'accento non è più sul pastore che viene rappresentato dal leader nelle case. In altre parole l'idea di un capo umano da cui fluisce l'unzione è introdotta ma non ancora confermata con forza, preferendo ancora tenersi ancorati o coperti dietro l'ultima incontestabile affermazione. Sarà interessante notare quando e come si presenterà con più forza l'idea dell'unzione derivata dal pastore, e quali riferimenti biblici verranno scelti per riuscire in tale operazione. Il Rev. P. sembra procedere con prudenza, tirando le sue conclusione solo quando l'auditorio è stato ben pilotato in una discutibile esegesi biblica e confuso tra elementi dottrinali corretti e deduzioni illegittime. Quel che che dimentica il Rev. P. è che la quarta fase delle sue predicazioni è ordinariamente priva del collegamento dottrinale alle fasi esegetiche, a meno che l'esegesi non sia già del tutto inficiata in partenza, come nel caso del discorso sul centurione di Capernaum. Così quando presenta il concetto della sottomissione a Cristo egli dimentica o trascura di dimostrare in base a quale criterio dottrinale relativo all'ecclesiologia, egli ritenga di poter far fluire la sua unzione ai suoi rappresentanti in qualità di pastore capo o monarca. In altre parole, della sottomossione a Cristo non abbiamo dubbi, ma è della sottomissione al Rev. P., G. o X. quali capi, da cui fluisce unzione spirituale ed autorità gerarchica e piramidale, che nutriamo disappunto, piuttosto che semplice perplessità, in quanto sembra che il contesto ecclesiologico non esista affatto per la trattazione del governo spirituale secondo il Rev. P. e gli oltre certo migliaia d'affini ed associati reverendi.
    Giungiamo così ad una prima introduzione della selezione preferita dei prototipi preferiti o precursori ideali del Rev. P., allo scopo di dimostrare l'autorità e l'unzione del Pastore/Capo, da cui scorre potenza, unzione, ordine e pace per i dipartimenti, i ministeri, gli uffici ed il gregge.

    Vi ricordate quando Dio disse a Mosè di chiamare settanta anziani? Dio disse: "Io prenderò del tuo spirito - cioè dello spirito di Mosè - e lo metterò su di loro." Non c'è scritto che io prendo dello Spirito Santo... Lui ha detto: "Io prenderò del tuo spirito." Nessuno metteva in dubbio che Mosè era unto da Dio, ma le persone che erano delegate da Mosè dovevano avere lo stesso spirito di Mosè. Dovevano servire con lo stesso cuore con cui Mosè serviva. Dovevano servire con la stessa attitudine con cui Mosè serviva. L'unzione scende dal capo e passa a tutto il corpo, e quello che permette all'unzione di passare a tutto il corpo è la sottomissione. Amen? Alleluia! La nostra chiesa sta crescendo perché ha compreso questi concetti - questi sono concetti del Regno. Questa è la legge del Regno. Non c'è la repubblica di Dio. C'è il Regno di Dio. Amen?

    Queste ultime affermazioni sono non poco faziose, benché si presentino familiari. Infatti il Regno di Dio è teocratico e non repubblicano, ma questo non significa che la Scrittura preveda nel Nuovo Testamento uno spazio per gli avventurieri della monarchia pastorale. Con ciò si pone la necessità di considerare quale sia la forma e le modalità di governo previste per la Chiesa dalla Scrittura. Vedremo se i concetti del Regno implicano che oggi la Chiesa sia retta da riedizioni di Davide o Mosè, e se è veramente lo spirito del presunto capomastro a scendere sui suoi dipendenti, così come è da vedersi se era lo spirito di Mosè ad ungere gli anziani d'Israele.


    Fase I

    Andiamo a vedere da Matteo capitolo nove, verso 35... [Segue la lettura del brano (compreso il verso 36, dove è scritto che le folle erano stanche e disperse, come pecore senza pastore), ed immediatamente si passa ad un'affermazione di fase II/III, la cui funzione è di preparare il terreno all'entrata in iscena al genere di pastori leaders a cui pensa il Rev. P & Co., senza ancora esporsi:

    Il problema sono i leader e la soluzione sono sempre i leader.

    Quel che suggerisce il Rev. P. è che senza i pastori del suo tipo, le pecore saranno stanche e disperse. Gesù vedeva le folle come pecore ma pensava a se stesso come loro pastore, così come in Matteo 23: 37 pensava ai figli di Gerusalemme come a pulcini da raccogliere come la chioccia fa con i sui piccoli.

    E' vero che poi, Gesù, il Sommo Pastore avrebbe affidato le pecore a Pietro ed agli altri apostoli, e che questi ultimi avrebbero affidato a loro volta il mandato pastorale ad altri discepoli, ma Gesù è sempre e solo lui il Sommo Pastore ed il solo re nella Chiesa. Ritengo che il problema sia la mancanza di autentici e biblici pastori, senza i quali non v'è adeguato governo per la Chiesa. Come si spiega che le affermazioni risultano formalmente in armonia? La differenza è che il Rev. P. vuole suggerire che il problema consiste nella mancanza di pastori/capi del suo tipo, mentre nella mia affermazione si rimanda al governo biblico della chiesa primitiva, caratterizzato dalla collegialità pastorale degli anziani/vescovi, evidente nella prima epistola di Pietro 5: 2-5: "Pascete il gregge di Dio che è fra voi, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, non per avidità di guadagno ma di buona volontà, e non come signoreggiando su coloro che vi sono affidati, ma essendo i modelli del gregge. E quando apparirà il sommo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce." Il Rev. P. pensa a Mosè quale modello (il pastore-leader) per l'autorità nella Chiesa, ritenendo (è tutto da vedere!) che fosse il suo spirito ad ungere i subordinati, mentre l'apostolo Pietro affida agli anziani l'incarico di pascere il gregge, non per vil guadagno e signoreggiandolo. Gli anziani/vescovi sono i legittimi pastori subordinati al Sommo Pastore Gesù Cristo - il capo del corpo da cui procede la gloria - e tra i quali alcuni possono eccellere nella Parola, nell'insegnamento e nell'esercizio della presidenza, fermo restando il carattere collegiale del loro ufficio (At. 20: 17, 28-31; 1Tim. 4: 14 cfr. 1Tes. 4: 12, 13; Eb. 13: 7, 17).


    Guardate che cosa ha detto subito dopo Gesù... [seguono il verso 37 e 38] E' molto interessante vedere come Gesù guardava le folle... Quando lui ha guardato queste folle le ha guardate con la compassione di Dio... Il più grande bisogno che queste persone avevano non era di cose ma di un pastore, e così lui ha detto: "Pregate il Signore della messe che spinga operai nella sua messe."


    Fase III

    Non spingere apprendisti, ma operai. Operai sono persone che sanno fare il lavoro. Ci sono molte persone che sono apprendisti! Dio non vuole spingere gli apprendisti. Gli apprendisti devono stare sotto persone che sanno un ministerio e imparare, ma quando Dio mette una chiamata sulla loro vita tutti si accorgeranno della chiamata. I pastori si accorgeranno che c'è una chiamata sulla vita di una persona e Dio spingerà quella persona. Nessuno và nel campo di Dio da solo. Noi entriamo nel campo di Dio perché Dio ci spinge. Perché per entrare nel lavoro di Dio ci vuole il mandato di Dio.


    Fase IV/alterne.

    Perché la Bibbia ci dice che ci sono veri operai, ma ci sono anche falsi operai. Come si fa a conoscere un vero oparaio da un falso operaio? Un vero operaio è uno che è stato messo in regola dalla ditta che lo fa lavorare. Un falso operaio è uno che si è intrufolato in quel lavoro ma nessuno l'ha chiamato. Per entrare nel territorio di Dio bisogna avere il mandato di Dio. Per questo Gesù ha detto: "Pregate il Signore della messe." Il Signore è il padrone della messe, noi siamo solo operai in quella messe. Se questa chiesa sta andando avanti, questo non è perché è la chiesa del pastore E. G. o del pastore R. G. Questa è la chiesa del Signore, e in questa chiesa loro stanno servendo il Signore perché il Signore li ha messi in questa chiesa. Perché questa chiesa è stata acquistata col sangue di Gesù Cristo ed è sacra per il Signore Gesù, perché lui ha pagato ognuno di voi col suo sangue e lui è geloso del suo corpo, e lui affiderà il suo corpo ed il suo gregge a persone che lo amano e lo servono con tutto il cuore. Alleluia! Il Signore è il Signore della messe ed è lui che spinge gli operai nella sua messe, però gli operai li dobbiamo fare noi. Gli operai vengono formati nella Chiesa e poi Dio li spinge. E per essere formato come operaio hai bisogno di essere sottomesso a "u capo mastro". Amen! Così come vedete la sottomissione ci vuole in tutto. Vabbé questo era un'altro messaggio. Sono andato su un'altra direzione. Il mio tema stasera era: I benefici di essere sotto l'autorità. Ma quello che stiamo dicendo sicuramente il Signore ci sta spingendo. Alleluia! Ci sono tantissimi benefici a stare sotto l'autorità. Facendo uno studio un pò superficiale, non molto approfondito sulla Scrittura, io ne ho trovati dieci. Però potremmo forse trovarne centinaia, ma io sò che voi non avete la pazienza di ascoltarmi quindici giorni di seguito, perché per trattare tutte queste cose ci vuole molto tempo. Così noi parleremo di qualcosa come il Signore ce la metterà nel cuore. Uno dei benefici che porta l'autorità è la pace. Quando tu stai sotto il Signore; quando tu stai sotto il principe della pace, tu hai una grande pace. Vi voglio ricordare quelle scritture che ha detto Gesù. E ha detto: Io vi lascio la pace. Vi dò la mia pace. La pace non come il mondo ve la dà. La pace che il mondo dà dipende dalle circostanze, ma la pace che Dio ci dà è indipendente dalle circostanze. E noi vogliamo questo tipo di pace. E Gesù ha detto: io vi lascio la mia pace... Stando soggetto a Gesù tu ricevi la sua pace. E tu puoi essere come lui nelle tempeste della vita... Un'altro beneficio... è l'ordine. Dove non c'è autorità c'è disordine. Dove non c'è autorità c'è confusione. Potete leggere un'intero libro della Bibbia per questo: il libro dei Giudici. Cosa si dice lì: "In quel tempo non c'era alcun re in Israele, e ognuno faceva quello che gli piaceva." E non c'è stato periodo più triste per Israele che proprio quel tempo dove non c'era nessun re in Israele. Erano nel disordine, nella mancanza di protezione. Le persone erano smarrite. Eppure credevano nell'Iddio vivente. Ma non c'era un'autorità che rappresentasse Dio, ma quando venne Davide, uomo dal cuore verso Dio, lui ha sconfitto i nemici che mai nessuno era riuscito a sconfiggere, perché quando c'è Dio, allora i tuoi nemici sono i suoi nemici, e i tuoi nemici sono i suoi nemici, allora tutti i tuoi nemici sono sconfitti, perché Dio non può essere sconfitto da nessuno. Alleluia! Alleluia! Andiamo a vedere un'altro punto: l'autorità porta direzione. E molto importante che noi abbiamo direzione nella nostra vita... Molte volte facciamo dei gravi errori perché nessuno ci ha diretto, a volte per colpa nostra. Ci sono delle persone che vengono nella mia chiesa, m'incontrano la domenica e mi presentano la loro fidanzata... E io ho detto: "Ti sei fatto fidanzato stamattina?" E lui ha detto: "No... è da un pò di tempo..." "E come mai non mi hai detto niente? Se tu sei sottomesso a me, perché non mi hai chiesto un consiglio prima di farti fidanzato? Pensi che io ti avrei dato un cattivo consiglio? ... Perché non vieni da me prima di fare le scelte?" Così comprendete che io posso dirigire solo le persone che me lo permettono. Dove c'è sottomissione c'è direzione. Se non c'è sottomissione non ci può essere direzione... Leggiamo qualche scrittura che ci aiuterà a comprendere meglio questi concetti. In Esodo 23 Dio ha condotto fuori un popolo attraverso un uomo, Mosè... e Dio disse a quest'uomo che voleva dare direzione per guidare il popolo d'Israele... Verso 20... (lettura fino al 23, 30, 32) Giusuè 9... Un'altro beneficio dell'autorità: l'autorità porta autorità... Atti 19: 13-16. Ricordatevi... ogni autorità è delegata... loro volevano prendere un'autorità abusiva ...


    La psicologia di quest'ultima sezione è molto sottile, perché si fa ricorso a sacre affermazioni indiscutibili, mettendoci subito a fianco una nozione di IV fase:

    ... questa chiesa è stata acquistata col sangue di Gesù Cristo ed è sacra per il Signore Gesù, perché lui ha pagato ognuno di voi col suo sangue. Per entrare nel territorio di Dio bisogna avere il mandato di Dio ed il Signore è il padrone della messe, però gli operai li dobbiamo fare noi...
    Gli operai vengono formati nella Chiesa e poi Dio li spinge, però per essere formato hai bisogno di essere sottomesso a "u capomastro".
    Un vero operaio è uno che è stato messo in regola dalla ditta; uno falso è uno che si è intrufolato in quel lavoro ma nessuno l'ha chiamato.
    Nel lavoro di Dio ci vuole il mandato di Dio, però i pastori si accorgeranno che c'è una chiamata e Dio spingerà quella persona...


    Traduzione dell'idea:

    Dio ha chiamato se i pastori si sono accorti... e se i pastori si sono accorti ci sarà l'assunzione del pastore/capomastro... e Dio spingerà. Se i pastori non si sono accorti Dio non ha chiamato: sono abusivi e Dio non li spingerà... I pastori si accorgono se gli apprendisti sono sottomessi.

    Conclusione

    IPOTESI PASTORALI

    I
    Dio ha chiamato
    se i pastori si sono accorti...
    e se i pastori si sono accorti
    ci sarà l'assunzione
    del pastore/capomastro...
    e Dio spingerà.
    Se i pastori non si sono accorti
    Dio non ha chiamato:
    sono abusivi e Dio non li spingerà...
    I pastori si accorgono
    se gli apprendisti sono sottomessi.

    II
    Se i pastori sono pastori,
    quando Dio chiama, loro si accorgono.
    Se però sono fasulli, allora Dio chiama
    e loro non si accorgono...
    E allora il capomastro si accorgeva sì,
    ma di chi serve sempre al forte
    e unto dal capo
    sà manovrare la parrocchia.


    Se i pastori sono pastori, quando Dio chiama, loro si accorgono. Se però sono fasulli, allora Dio chiama e loro non si accorgono... E allora il capomastro si accorgeva sì, ma di chi serve sempre al forte e unto dal capo sà manovrare la Dove non c'è autorità c'è disordine, però l'autorità non può servirsi di questa verità per imporre un potere di tipo autarchico o monarchico nella Chiesa, a danno delle forme di libertà spirituali previste dal Nuovo Testamento, secondo quel che è scritto: "Or il Signore è lo Spirito, e dov'è lo Spirito del Signore, vi è libertà." La libertà non esclude l'autorità, ma la forma di governo per la Chiesa non può più essere quella monarchica evocata dal Rev. P. Il sermone del Rev. P. del 21 Gennaio è caratterizzato da bei pensieri circa i credenti quali re e sacerdoti, ma si dimentica facilmente che proprio per il carattere regale e sacerdotale dei credenti, non è più possibile che vi sia sopra le loro teste altro re e sommo sacerdote se non Gesù Cristo: non si può infrangere questo principio senza svilire la dignità spirituale della Chiesa. Dove si vuole arrivare ricordando che "in quel tempo non c'era alcun re in Israele, e ognuno faceva quello che gli piaceva"? Quando c'è Dio, allora i tuoi nemici sono i suoi nemici, ma ciò non implicava, né al tempo del profeta Samuele, né tantomeno oggi per la Chiesa, l'avvento della monarchia, sia pure nella versione pastorale. E' proprio vero che non c'è stato periodo più triste per Israele che proprio quel tempo dove non c'era nessun re in Israele? Il disordine e la mancanza di protezione erano dovuti alla mancanza di un re? Le persone smarrite veramente credevano nell'Iddio vivente. Veramente non c'era un'autorità che rappresentasse Dio? Se la liberazione dai nemici dipendeva dalla soluzione monarchica perché con Saul lo smarrimento non è stato meno grave? Davide ha sconfitto i nemici grazie al sistema monarchico? Senza la monarchia non avrebbe potuto Dio fare di Davide comunque un grande condottiero?

    Ipotesi Pastorali

    III
    Se
    non c'è
    una persona fedele
    Dio non può operare?
    Dio ha bisogno
    della nostra fedeltà?
    Quando
    un pastore trova
    una persona fedele
    sa che può contare
    su quella persona,
    Perché
    quella persona farà
    Esattamente
    quello che gli viene detto.
    Quando
    le persone sono fedeli
    Dio le porterà avanti.
    Fedeli a chi?
    Faranno esattamente
    quello che gli viene
    detto da chi?
    Le persone
    che il pastore trova
    sono quelle
    che porta avanti
    Dio o il pastore?


    L'evidenza è che il contesto in cui il Rev. P. tratta la vigilia della monarchia ebraica, implichi una diretta comparazione di Davide al Pastore, dello stesso genere di quella suggerita riguardo a Mosè: "... l'unzione che Dio ha dato a me scorre su di loro, perché dove c'è la sottomissione scorre l'unzione del capo... Dio disse: Io prenderò del tuo spirito - cioè dello spirito di Mosè - e lo metterò su di loro. Non c'è scritto che io prendo dello Spirito Santo... Lui ha detto: Io prenderò del tuo spirito. L'unzione scende dal capo e passa a tutto il corpo, e quello che permette all'unzione di passare a tutto il corpo è la sottomissione. Amen? Alleluia! La nostra chiesa sta crescendo perché ha compreso questi concetti - questi sono concetti del Regno. Questa è la legge del Regno. Non c'è la repubblica di Dio. C'è il Regno di Dio. Amen? ... Se la nostra chiesa sta camminando nell'unità è perché tutti loro sanno che sono delegati da me... Ogni leader è un mio rappresentante... " Quando il Rev. P. afferma che non cè la repubblica di Dio, intende dire che il governo ecclesiale è teocratico? Il Rev. P. crede nella teocrazia, ma non nella maniera in cui vi credeva il profeta Samuele. Il Rev. P. pone la questione della rappresentanza di Dio e la risolve immediatamente in senso monarchico, in un contesto che riguarda la chiesa in cui è senior pastor: "... Ma non c'era un'autorità che rappresentasse Dio, ma quando venne Davide..."; riconoscendo però un limite alla sua equazione: "... io posso dirigere solo le persone che me lo permettono." In altri termini si riconosce che il pastorato monarchico non può essere coercitivo. La Chiesa è grata per la gentile concessione. Per il momento sembra che altri grandi leaders della cristianità (dal Papa a Kenneth Copeland - alias Wichita Slim) siano dello stesso avviso. Il pastorato monarchico che risulta dalla progressione omiletica del Rev. P. si differenzia da quello cattolico, perché si riconosce implicitamente l'autorità giurisdizionale, benché gli indizi di centralizzazione siano attestati in seno alle chiese evangeliche, comprese quelle pentecostali: in altri termini si riconosce il senior pastor quale autorità di una chiesa locale e di gruppi-chiese da quest'ultima originati, benché in seno ad un sistema che sembra avviarsi verso la centralizzazione. Storicamente, infatti, la logica della monarchia pastorale conduce al sistema vaticano (in seguito dedicheremo ulteriori riflessioni a questo proposito). Dove conduce la monarchia pastorale dunque? Ad una centralizzazione gerarchica che presenta il suo vertice oltre i limiti della chiesa locale, con un board che vorrebbe paragonarsi al collegio apostolico della chiesa primitiva di Gerusalemme, capeggiato da un'entità che tenderà a strutturarsi in senso vaticano. In Pneumalandia, il processo sembra più avanzato che altrove...

    Un organo centrale rappresentativo delle chiese locali non è in sè negativo, purché sia costituito in relazione al governo collegiale degli anziani o vescovi delle chiese locali, perciò è deducibile che la forma di governo locale caratterizzerà anche l'entità centrale: ... vi è ancora tutta l'umiltà, la prudenza, l'attitudine scritturale di un old-fashioned pentecostal, tipica di quei pastori, i quali, a prescindere dall'attendibilità del sistema di governo locale che rappresentano, fanno funzionare il sistema stesso perché sono umili uomini di Dio, così come Davide faceva in genere funzionare la monarchia, benché fosse chiaro che non si trattava del sistema scelto da Dio.

    Quel che dice il Rev. P. riguardo all'autorità è grave perché, mentre i pastori pentecostali del passato aspiravano tutt'al più ad essere la guida più autorevole della chiesa locale, oggi v'è un serio rischio di centralizzazione di tipo vaticano presso gli evangelici, a cominciare dalla chiesa locale.

    La gerarchia che sta nascendo è una vera e propria catena di comando, simile a quella militare. In Network CWM del 12 Settembre 1995, in relazione alle notizie di M, Philip Powell denuncia l'esistenza di un Executive Club, il quale indica fino a che punto le AOG sono diventate gerarchiche - "a matter which Jacob Prasch has further challenged in a general letter which, it is understood, he has issued to all AOG pastors and Churches within [Pneumalandia]."

    Non si può parlare di autarchia vera e propria, ma il rischio che la Chiesa transiti dalla monarchia pastorale (quale presunta mediazione della teocrazia) ad una forma di governo più forte ed oppressiva è prevedibile, perché il contesto apocalittico entro il quale la Chiesa verrà a collocarsi nel prossimo futuro, sarà caratterizzato dal governo autarchico del Piccolo Corno. I pastori della catena di comando non si rendono conto di ritrovarsi responsabili della penetrazione del nemico più micidiale in seno alla struttura stessa della Chiesa.

    I fenomeni di asservimento cominciano coi fenomeni d'imitazione. Credete che il Piccolo Corno si accontenterà di essere un monarca alla guida dello Stato e della Chiesa? Non v'è alcun dubbio ch'egli vorrà essere l'autarca e non più re/rappresentante della teocrazia o del popolo. Ora il principio è che si comincia coll'affidare la Chiesa alla monarchia e si finisce per regalarla all'autarchia. E' logico che la realizzazione di tale processo concede ai pastori grandi ed apparenti vantaggi, riconoscimenti e guadagni, perché si sottopongono ad una sistematicizzazione di Stato, ma alla fine essi si ritrovano non più tanto uomini di Dio, quanto piuttosto funzionari dell'autorità secolare, mentre quest'ultima acquisisce anche l'autorità ecclesiale.

    ADAGIO
    PASTORALE

    L'autorità
    tenga d'occhio
    i cortigiani ruffiani
    e rifletta sulle parole
    di chi l'affronta
    con franchezza.
    Preveda
    che i critici
    siano più leali
    dei suoi
    cortigiani
    e che i suoi
    ruffiani cortigiani
    la svenderebbero
    al miglior offerente.


    Quando lo Stato determina gli stipendi dei pastori, non è molto lontano il tempo in cui li stipendierà direttamente, compromettendo del tutto il principio della sussistenza per fede dell'uomo di Dio: e quando si prende la paga bisogna ubbidere al padrone. Giovanni Calvino conosceva bene il libro di Daniele, ma credendo di resistere all'anticristo con lo stato teocratico, si poneva quale speciale autorità spirituale. L'opera dei riformatori è prevista ed ammissibile in tempi di crisi, però si dovrebbe sempre puntare alla realizzazione collegiale del governo ecclesiale. La Costituzione Americana affonda le radici nella concezione collegiale del governo della Chiesa, alla base dello Stato del New England. Il messaggio al Rev. P., al Rev. G, così come alle autorità di A.O.G., è molto chiaro: volete ritornare al dominio dei pastori della Riforma (benché distanti comunque dalla dottrina sia di Calvino che di Lutero)? Bene! Finirete ingoiati dallo Stato, e quando la democrazia occidentale sarà del tutto esaurità finirete a lustrare le scarpe al Piccolo Corno. Già tra i vostri leader vi sono uomini che si danno le arie da supermen, i quali sono responsabili (non a caso) di gravi eresie: il principio dell'unzione del capo può infatti comportare (attraverso la sottomissione) lo sviamento di masse di pecore, le quali alla fine non sanno più neppure l'erba che mangiano e presso quali pascoli: è un ammasso di segni, miracoli, prodigi, profezie fasulle, risate, rotolamenti, surrogati di Parola, inginocchiamenti al re ed ai sinodi apostolici, senza più alcun criterio di controllo, né sui fatti, né sulle dottrine e tantomeno sui pastori Wichita che si raccontano le barzellette in lingue, mentre passa la questua ed i servi del forte promettono benedizioni ed arricchimento per ogni assegno destinato ai supermen, secondo l'antico motto: "Quando la tua monetina il fondo toccherà, l'anima tua in cielo salirà." Altro che risvegli: la chiesa sta attraversando un momento critico e pericoloso proprio grazie ai reverendi che vogliono fare Mosè, Davide e Sant'Elìa nella Chiesa! Il miracolo accertato è che questi ultimi sono riusciti a vendere cara l'aria fritta alla Chiesa!

    La risposta alle domande poste circa l'origine della monarchia ebraica si trovano in 1Sam. 8. L'apostolo Paolo, nel contesto in cui menziona la libertà nello Spirito, definisce l'antico patto quale ministerio della morte, benché fosse comunque glorioso. E' questa la ragione del disordine all'epoca dei giudici d'Israele e non la mancanza di un re. In altre parole l'ordine non si comincia a ristabilire veramente finché non si è lettera di Cristo... scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, e non sulle tavole di pietra, bensì sulle tavole di un cuore di carne. L'apostolo Paolo sapeva che l'autorità spirituale e l'autentica libertà sono opera di Dio nel cuore dell'uomo. (2Cor. 3) La libertà comincia dove vi è reale conversione. Si noti la prossimità dei versi 16 e 17 dello stesso brano: "Ma quando Israele si sarà convertito al Signore, il velo sarà rimosso. Or il Signore è lo Spirito e dov'è lo Spirito del Signore, vi è libertà." Il verso 18 indica che inizia un processo di trasformazione per mezzo dello Spirito Santo.

    Cosa significa tutto questo in relazione a 1Sam. 8? Per Israele non funzionava il governo dei giudici, come non avrebbe funzionato la monarchia, perché la soluzione del problema era spirituale. Alla violazione del patto ed alle iniquità che compromettevano l'ordine civile, v'era un solo rimedio: "Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo... io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato." (Ger.313,34; cfr.vv.31e32) Ciò implicava la profezia di Isaia 53, la quale ci spiega la vera ragione del fatto che gli Israeliti, come tutti, erano erranti come pecore. Il re che può governare gli ebrei è lo stesso che dovrebbe governare la Chiesa e che può raccogliere le pecore: egli è colui che ha dato la vita per le pecore, essendo stato trafitto per le nostre iniquità. Un reverendo non può fare il re della chiesa, perché non è stato trafitto lui sulla croce per le pecore disperse: non ha ricreato lui l'ordine; non è per le sue lividure che abbiamo avuto guarigione. L'esegesi di Mat. 9: 35 passa attraverso Is. 53, perché non v'è dubbio che Gesù stesse pensando a se stesso quale pastore che guarisce e raccoglie le pecore. I reverendi potrebbero essere utili per le pecore, purché l'ordine ed il governo della Chiesa non vengano stravolti per far spazio ad un capo che non è Gesù Cristo.

    LA CARTA BEREANA

    - articolo 2 -

    L'autorità
    deve abituarsi alla
    critica teologica
    e considerarla essenziale
    per la vita della Chiesa,
    la promozione della sovrana autorità
    e della conoscenza delle
    Sacre Scritture.
    L'illusione di combattere
    tale dinamica
    è contro lo
    Spirito Santo
    e promuove invano
    un'illegittima autorità
    che è legittimo
    combattere
    opportunamente
    con la Parola di Dio.


    Kenneth Copeland ha sostenuto (ma non è l'unico negli ultimi tempi) la sua messianicità, fino al punto di affermare ch'Egli avrebbe potuto morire in Croce al posto di Gesù Cristo. L'unica cosa di cui sono però certo è che Copeland è un gran simpaticone, sà andare bene a cavallo e pilotare la sua Harley Davidson. Copeland rappresenta un nuovo prototipo pastorale. Egli è il modello di molti reverendi, ma né lui, né gli altri possono fare il re nella Chiesa, e quando ci provano l'eresia divora il loro regno. Segni e prodigi dei nuovi pastori supermen fanno fare carriera, pecore e soldi in fretta, ma la Parola di Dio rimane in eterno.

    Il messaggio ora è anche al gregge di A.O.G.: volete un re come presso altre chiese? Bene! Sappiate che voi rigettate l'Eterno, perché egli non regni su di voi. Ecco i diritti del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figli, per destinarli ai suoi carri e farli suoi cavalieri, e perché corrino davanti ai suoi carri; per farli capitani di migliaia e capitani di cinquantine, per metterli ad arare i suoi campi, a mietere la sua messe, a fabbricare le sue armi da guerra e gli attrezzi dei suoi carri. Prenderà le vostre figlie per farne profumiere, cuoche e fornaie. Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti, i migliori che avete, per darli ai suoi servi. Prenderà la decima delle vostre sementi e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi e ai suoi servi. Prenderà i vostri servi, le vostre serve, i vostri giovani migliori e i vostri asini per usarli nei suoi lavori. Prenderà anche la decima delle vostre greggi, e voi sarete suoi schiavi. Allora in quel giorno griderete a motivo del re che avete scelto per voi, ma l'Eterno non vi risponderà.

    Sarete meno smarriti? Avrete pace, ordine, vittoria, direzione, autorità? Avrete operai in regola? Gli operai unti dal re-profeta-sacerdote saranno gli operai di Dio? La parola predicata sarà la Parola di Dio? Una cosa è certa: la vostra opinione sarà quella cosa con la quale o senza la quale il pastore governerà tale e quale. Anzi, gradualmente, voi non avrete diritto ad alcuna opinione, perché se non sarete sottomessi all'opinione del capo, Scrittura o non Scrittura (non avrete neppure più il diritto d'interpretarla o di evocarla a norma di confronto con l'autorità) non avrete neppure l'unzione del capo. Se non sarete fedeli al capo, potreste avere la voce migliore ma non canterete; potreste saper insegnare o predicare ma non lo farete.

    Il Rev. P. parla d'autorità ma (così come tanti altri leaders) non promuove la vera sottomissione che soltanto la reale sottomissione all'autorità della Parola può produrre. Il Rev. P. rappresenta in realtà un sistema di pensiero molto diffuso tra i suoi colleghi. A dimostrazione della mia sincerità, qualora egli, il Rev. G., o chiunque altro tra i leaders con la stessa testa (purché, nonostante le sviste, siano effettivamente chiamati da Dio al ministerio) rinunciassero ai sogni di monarchia e si rendessero almeno disponibili a rendere ragione, sulla base della sola autorità biblica, della loro dottrina su qualunque fronte e non soltanto sui punti belli e scontati da mettere nella vetrina del bollettino domenicale, allora potrei accettare la loro autorità. Infatti ogni altra ufficiosa e controversa questione della Chiesa (dall'abuso di metodi e ruoli, all'amministrazione ed al reale controllo finanziario) si risolve a partire dall'autorità della Parola e da un legittimo governo ecclesiale, il quale non esclude i full time ministers. In seno alla chiesa primitiva esisteva la prerogativa di esaminare le Sacre Scritture per verificare l'attendibilità della predicazione dell'autorità. L'esempio dei bereani non è l'unico, ed era auspicio degli apostoli che i credenti esercitassero il giudizio ed il discernimento spirituale sulla base dell'autorità biblica. Essendo ancora in vita gli apostoli il canone biblico non era ancora chiuso, perché la parola dei 12 e di Paolo rivestiva un carattere autorevole. Nondimeno il criterio della sovranità della Parola quale norma assoluta era già riconosciuto. L'apostolato storico e dunque contemporaneo (quando è veramente autentico) non può paragonarsi a quello dei 12 e dell'apostolo Paolo, perché altrimenti l'integrità del canone biblico sasebbe in pericolo, e l'autorità storica della Chiesa si ritroverebbe nella condizione di potersi paragonare a quella della Parola, la cui interpretazione potrebbe facilmente essere monopolizzata.

    Che gli apostoli odierni pretandano assoluta sottomissione non può dunque che farci amaramente sorridere per il patetico attentato che proprio i presunti difensori della verità, e pastori del gregge riscattato per il sangue di Gesù Cristo, (I pastori vi amano...) osano perseguire nei confronti della Parola e della dignità sacerdotale e regale dei credenti.

    Perciò l'autorità deve abituarsi alla critica teologica e considerarla essenziale per la vita della Chiesa, la promozione della sovrana autorità e della conoscenza delle Sacre Scritture. L'illusione di combattere tale dinamica è contro lo Spirito Santo e promuove invano un'illegittima autorità che è legittimo combattere opportunamente con la Parola di Dio. Le entità evengeliche che pretendono l'autorità dei 12 e di Paolo rappresentano una grave minaccia per la chiesa evangelica, perché contribuiscono ad esporre le chiese locali all'influenza dell'autorità vaticana, eventualmente in seguito ad accordi ed intese ecumeniche, le quali hanno già in parte svenduto la spiritualità e la tradizione degli evangelici. Se ciò è vero non passarà molto tempo prima di ricevere visite pastorali del clero cattolico. I pastori evangelici consenzienti potrebbero in cambio prestar visita pastorale alle diocesi del Vaticano, e gli apostoli - se non il primate - degli evangelici (i pentecostali sono tra quelli ad alto rischio) verrebbero ricevuti da Sua Eccellenza a San Pietro: che bella carriera! Così gli affari aumenterebbero in attesa di svendere le chiese locali al Piccolo Corno: molti pastori hanno bisogno di studiare meglio il libro di Daniele e l'Apocalisse di Giovanni per capire i rischi e le tendenze della chiesa contemporanea, anziché dedicarsi anima e corpo a prodigi e grancasse. Se certi pastori hanno in mente il compromesso ecumenico a fini di potere, allora Dio sposterà i candelabri e li riaccenderà prima nelle case, poi nelle caverne e nelle catacombe, ma quel che accadrà a tali pastori e relativo gregge consenziente, soverchierà la loro fantasia.

    Perciò, che piaccia o no all'autorità, una parola critica più diretta nei confronti del Rev. P., la cui utilità per i suoi colleghi è implicita, sarà lecità. Nell'attitudine del Rev. P. credo che la sincerità abbia fatto capolino: i suoi progetti di sistemazione della Chiesa mi sembrano costruiti con un entusiasmo tipico del genio giovanile, benché alcuni suoi discorsi sulla lealtà e la fedeltà ai capi mi siano sembrati faziosi, contorti ed arroganti. Forse egli avrà nel futuro provvidenziali occasioni e stimoli utili per la riflessione e la revisione di alcune parti del suo pensiero. Dopodiché forse avrà meno voglia di fare il capomastro, più modestia nel presentare la Parola ed una ritrovata collegialità che al momento gli manca, preso com'è nei paragoni con Mosè e Sua Maestà il Re Davide. Il tono nuovo, specialmente, potrà facilitare l'attitudine alla sottomissione e procurargli quell'autorità che ora (a lui ed ai suoi colleghi) gli è soverchia e nociva, cadendo loro addosso come la toga forense sulle spalle di un avvocato novizio. Proprio perché attribuisco all'energia della giovinezza il suo zelo tempestoso e talvolta affrettato, (a differenza di altri reverendi più torbidi, silenziosi e diplomatici) mi ritrovo ad apprezzare parte dei suoi sermoni e del suo slancio, oltre che ad auspicare uno sviluppo positivo del suo ministerio. I miei auspici sono naturalmente un augurio facoltativo.

    Voglia comprendere perciò il Rev. P. la mia chiarezza, in quanto non è lui che voglio colpire, piuttosto che esporre le mie riflessioni circa pericolose tendenze della dottrina e l'autorità evangelica contemporanea, traendo spunto dalle vicende ecclesiali. Egli ha affermato, con slancio sincero ed in maniera convincente, in occasione del leader's seminar del 23 Gennaio, ch'egli non ha l'animo alle cose proprie, ma a quelle di Cristo. Io voglio crederci e pregare perché il suo ministerio sia autentico ed efficace, nonostante io possa essergli sembrato rude ed ostile. L'autorità tenga d'occhio i cortigiani ruffiani e rifletta sulle parole di chi l'affronta con franchezza. Preveda che i critici siano più leali dei suoi cortigiani e che i suoi ruffiani cortigiani la svenderebbero al miglior offerente.

    Leaders' Seminar (altra arringa)

    ... Voglio parlarvi di due caratteristiche importanti che ogni credente deve avere (soprattutto devono trovarsi nei leader). E queste sono: fedeltà e lealtà. E queste sono due cose molto importanti che la Scrittura richiede in chi serve Dio. Voglio però partire da un altro spunto in Romani capitolo 12... Leggiamo dal verso 9 in poi... Seguono riflessioni e meditazioni edificanti circa lo zelo. Si riprende il soggetto principale. Leggiamo Ebrei 3: 1-6. Questa scrittura parla di Gesù e di Mosè... Questa scrittura ci presenta la fedeltà di Gesù e di Mosè. Quando Dio deve fare una cosa importante e grande ha bisogno di una persona fedele... Se non c'è una persona fedele Dio non può operare... Dio ha bisogno della nostra fedeltà...

    Dio non ha bisogno della nostra fedeltà, bensì noi stessi. Dio può operare anche senza di noi. Delle pietre Egli può farne figli d'Abramo, benché si compiaccia di fare dei suoi angeli venti e dei suoi ministri fiamme di fuoco. La divinità è perfetta e completa in Sé: desidera rigenerare l'uomo della sua medesima essenza e rinnovare la creazione, ma può fare a meno sia della Chiesa che d'Israele, sia di Mosé che di tutti i reverendi. Ciò che lega Dio alla Chiesa e ad Israele, all'uomo ed alla creazione, agli angeli e ai suoi ministri, è l'amore e non il bisogno. Noi non siamo indispensabili: Dio ci rende ontologicamente tali nella sua essenza, ma storicamente strumenti utili, nella misura della realizzazione dell'identificazione con lui in Gesù Cristo.

    Fedeltà significa... Una persona fedele è una persona che mantiene un impegno che ha assunto. Un altro significato è che lui è fedele all'autorità che lo ha costituito. E poi un'altro significato è che è una persona fidata di cui ti puoi fidare. Un'altro significato è che è costante nell'adempimento dei doveri che gli sono stati affidati. Quando un pastore trova una persona fedele sa che può contare su quella persona, perché quella persona farà esattamente quello che gli viene detto. E quando le persone sono fedeli Dio le porterà avanti. Noi dobbiamo prendere un'impegno di essere persone fedeli. Ci sono persone che sono come le canne al vento: sono sempre instabili. Basta che viene una persona che fa un discorso che lui non ha mai sentito, lui subito è capace di mettersi contro quelli che già conosce. Quando una persona è instabile, tu vedi che non puoi avere fiducia su quella persona. E' necessario essere fedeli, perché se noi non siamo fedeli lasceremo a metà l'opera che Dio ci ha affidato.


    In questa sezione c'è un esempio di medicina preventiva del Rev. P. La stessa prevenzione viene spesso usata anche dal Rev. G., ed entrambi sembrano conoscere i punti sensibili del gregge a cui s'indirizzano. Gli effetti della medicina preventiva, conforme alle sue finalità, sono stati infatti i seguenti. Per essere trovati fedeli molti hanno ritenuto necessario essere trovati dal pastore pronti a fare esattamente ciò ch'Egli dice. Per non essere instabili canne al vento a colui che trova è sembrato loro necessario rifiutare chi è venuto ed ha fatto discorsi che non erano mai stati sentiti, per non mettersi contro quelli che già conosce: il manager, i suoi direttori, ed i guardiani del gregge. Capirete così la logica del Rev. G., quando in seguito alle vicende di E.K. ed alle operazioni d'isolamento nei miei confronti, così si espresse: "Anche se John Master avesse ragione e gli S. torto, preferirei stare dalla parte degli S." La fedeltà a cui certi reverendi aspirano sembra consistere in una specie di patto massonico, il quale sancisce un sacro ed inalienabile legame di complicità e solidarietà tra i suoi contraenti. La fedeltà intesa in tal modo dovrà prima o poi negare ad altri ed alla Parola quel che si deve ai propri camerati, perciò, facilmente, il suo criterio non sarà più il Regno di Dio e la Giustizia, bensì il regno del gran maestro e dei suoi adepti. La medicina preventiva indica che coloro i quali sfuggono alla fedeltà di corporazione e che non prenderanno la medicina, verranno degradati (se avevano qualche patacca) ed estromessi dall'incarico (se ne avevano uno). La medicina l'hanno presa in tanti ed il lupo (o la volpe) non ha avuto nient'altro di nuovo da dire: in bocca al lupo! La fedeltà di Dio rende possibile portare a compimento il lavoro da lui affidato. Conclusione: se le chiese diventano massoniche forse è meglio la massoneria. Quando le chiese diventano massoniche, forse i suoi reverendi faranno i gran maestri, ma il suo candelabro verrà rimosso non appena il tempo della pazienza concesso sarà concluso.

    Così tutte le persone non hanno gli stessi talenti... [Seguono edificanti riflessioni circa la fedeltà] ... La fedeltà è una caratteristica stessa di Dio... 1Cor. 4:2... Lui ricompensa la fedeltà con cui abbiamo ricoperto quell'ufficio. Così sia un apostolo che un diacono, se sono fedeli, riceveranno la stessa ricompensa.

    Queste ultime affermazioni sembrano perfettamente in ordine, ma in realtà tradiscono una concezione ecclesiale che confonde gli uffici con i ministeri. Per questa stessa ragione il ministerio pastorale è diventato un ufficio di governo ed i vescovi gradualmente hanno dovuto fare le valigie per lasciare il posto al pastore, il quale oggi pretende di essere monarca (a tal riguardo rimando alle schede ecclesiologiche allegate). Augurio ai pastori aspiranti monarchi: acquisire l'ufficio di vescovo tra altri vescovi nella chiesa locale, per esercitare il ministerio pastorale, per pascere il gregge di Dio non per avidità di guadagno ma di buona volontà, e non come signoreggiando su coloro che vi sono affidati...

    Noi non dobbiamo avere la corsa a diventare qualcuno importante. Noi dobbiamo invece diventare fedeli, perché quel che Dio ricompenserà non sarà la posizione ma la fedeltà. L'apostolo Paolo ha detto che quello che si richiede agli amministratori è che siano trovati fedeli e chi è fedele agli uomini di Dio è anche fedele a Dio...

    DIRITTI
    del
    RE

    figli
    carri cavalieri
    capitani campi
    mietere
    messe
    fabbricare
    armi
    guerra
    attrezzi
    figlie
    profumiere
    cuoche
    fornaie
    oliveti
    servi
    decima
    sementi
    vigne
    eunuchi
    serve
    giovani
    asini
    lavori
    greggi
    schiavi


    Sapete qual'è la tentazione di certi amministratori? Impossessarsi di ciò che si amministra per conto del Padrone. Non è difficile esser certi nell'assicurarvi che la pastura per avidità di denaro e potere, signoreggiando il gregge, non otterrà la corona della gloria che non appassisce, (Ibid. 5:4) purché il premio non sia quello descritto nel vangelo di Matteo: "Ma, se quel malvagio servo dice in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e comincia a battere i suoi conservi, e a mangiare e bere con gli ubriaconi; il padrone di quel servo verrà nel giorno in cui meno se l'aspetta e nell'ora che e gli non sa; lo punirà duramente e gli riserverà la sorte degli ipocriti. Li sarà il pianto e lo stridor di denti." (24: 48-51) Si comincia coll'accreditarsi la funzione manageriale che spetta al Padrone nel nome degli interessi del Padrone. Si dice: Il Signore è il Signore della messe ed è lui che spinge gli operai nella sua messe, però gli operai li dobbiamo fare noi. Attenzione che fare gli operai non significhi battere i propri conservi! La vigna è del Padrone! I vignaiuoli contemporanei dovrebbero leggere con molta attenzione Mc. 12: 1-10: esaminate che i servi giunti alla vigna non siano mandati dal Padrone, e badate che la vigna non vada ad altri. Il servo del verso 2 venne battuto e rimandato a mani vuote. Sappiamo che quando il Padrone manda un servo e quel servo viene cacciato via, altri servi verranno. Sappiamo anche che per affermare il possesso della vigna, i vignaiuoli useranno sempre più le maniere pesanti. Sappiamo che si può arrivare ad uccidere per assicurarsi la vigna. Sappiamo che chi scaccia, percuoterebbe; chi percuote, ucciderebbe; chi uccide un servo, ucciderebbe perfino Gesù Cristo. Comunicazione di servizio ai servi che arrivano presso la vigna: sappiate che i vignaiuoli ormai abili nello scacciare potrebbero adottare misure più sbrigative. Sbrigate la vostra ambasciata con chiarezza ed alla svelta.

    Se non siamo fedeli agli uomini che vediamo come possiamo essere fedeli a Dio che non vediamo?

    Sono in programma, a M, per il 12 ed 13 Aprile (1996), delle serate evangelistiche con Rocco L, di Agapé - Ministries International. Rocco ha cercato di mettersi in contatto telefonico col Rev. G. per cinque volte: la segreteria ha risposto che il pastore non c'era. La brochure dal titolo Miracles are for Today è stata fatta recapitare al Rev. G. La domenica successiva il Rev. G. in chiusura del culto italiano (auspicando consensi con relativa e nota alzata di mano) ha ricordato alla chiesa ch'egli ama le pecore e non vuole che alcuna vada persa! Dopodiché ha informato la chiesa dell'arrivo di Rocco L, ritenendo che si tratta di un falso profeta e caricandolo di accuse provenute telefonicamente da qualcuno, il cui carattere pretestuoso è palese. Il Rev. P. ha dedicato ore ai miracoli e la chiesa era entusiasta. Lasciamo che Rocco L si esprima e poi vedremo quale è la sostanza del suo ministerio. Se la Parola caratterizzerà la sua visione egli ne avrà il vantaggio. Se invece i miracoli prenderanno il posto della Parola, egli ne avrà il danno. In occasione della prossima visita di Toronto Blessing il Rev. G. avrà modo di riprendersi da quest'ultima dichiarazione, motivata in realtà da ben altre e concrete ragioni. Il Rev. G. non può continuare ad usare questi metodi, in bilico tra diplomazia e franca soperchieria del pulpito. Quale brillante ed ennesimo esempio di giustizia e lealtà! Il tema del sermone aveva riguardato il perdono e la domenica precedente la pace. Una dichiarazione solenne era risuonata durante il culto: Siamo una chiesa che vuole essere fedele alla Parola! Il Rev. G. è ad un bivio e la diplomazia non basta più. La fedeltà agli uomini di cui parla il Rev. P. è quella che dicevamo prima a proposito degli adepti legati da un patto di parte, oppure è la fedeltà agli uomini che si vedono, subordinata alla fedeltà a Dio che non si vede? Voglia comprendere Rev. P. se capovolgo l'interrogativo: Se non siamo fedeli a Dio che non vediamo, come possiamo essere fedeli agli uomini che vediamo? La Parola rende Dio visibile alla fedeltà.

    Direi che gli aspetti più rilevanti del nuovo pensiero pastorale sono evidenti. La narrazione delle circostanze rende più semplice l'individuazione e l'esposizione delle nuove tendenze ecclesiologiche in materia di governo della Chiesa. Riporto altre parti del testo in esame, senza alcun commento, per poi passare ai fatti del 14 Gennaio ed alle schede di approfondimento... [quì tralasciate].

    In sostanza:


    DIRITTI
    dei
    SUDDITI

    1. regnerà su di voi
    2. sarete suoi schiavi
    3. griderete
    4. l'Eterno
    non vi
    risponderà


    La pesca riprende -



    Andiamo a scoprire qualcosa in 2Tim. 2:1. Dove ci dobbiamo fortificare? Nella grazia che è in Cristo Gesù... E poi dice l'apostolo: "E le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci d'insegnarle anche ad altri." ... Saranno capaci... Le persone devono essere fedeli al presente. Se sono fedeli al presente diventeranno capaci nel futuro... Una persona fedele, anche se incapace, imparerà. Ma le persone che si sentono capaci non significa che diventeranno fedeli. Ci sono persone che hanno delle grandi capacità nella Chiesa, ma non sono fedeli. Nella nostra chiesa se una persona non è fedele non fa niente. Potrebbero avere la voce migliore nella chiesa ma non canteranno. Potrebbero essere delle persone migliori che suonano, ma non suoneranno. Possono essere le persone che sanno predicare o insegnare meglio degli altri, ma non lo faranno. Perché noi ci atteniamo a quel che la Scrittura dice. Paolo ha detto che bisogna affidarlo a uomini fedeli. Non sono io che posso fare le persone fedeli. Ognuno fa se stesso fedele... Come ti accorgi se una persona è fedele? ... Il problema è sempre lo stesso: le persone devono essere fedeli prima di essere capaci. Succede spesso che senza discernimento arriva qualcuno nella chiesa che ha un grande talento... Verso 3-6... I soldati devono imparare a soffrire... L'atleta deve essere temperato in ogni cosa... La principale caratteristica dell'agricoltore è la pazienza... Questa scrittura ci parla della lealtà. Una persona leale è una persona che è sincera e non inganna; è una persona che ha un'assoluta correttezza ed ha rispetto delle le regole. Una persona leale non crea dei raggiri; non prende in giro, ma è una persona che cammina in modo trasparente... Le persone che non sono leali cercano di agire nell'inganno. Loro dicono: "Non devi farlo sapere al pastore. Non è necessario che dici tutto. E così cercano di agire in modo che si cammina sempre nel sospetto. Non rispettano le regole che vengono date. Cercano d'ingannare. Così se ci sono delle cose che possono essere a loro svantaggio loro non lo dicono: dicono solo le cose che sono a loro vantaggio. Mentre una persona leale... mette tutte le cose che sa nelle mani delle autorità. E poi ha fiducia di quello che l'autorità decide. E questa è una cosa molto importante. Noi riceveremo il premio non solo se siamo stati fedeli, ma anche se siamo stati leali. Dobbiamo essere persone corrette che rispettiamo le regole. Se non abbiamo rispettato le regole non riceveremo premio... Nel mondo si dice che "Il fine giustifica i mezzi", ma con Dio non è così: il fine deve essere santo ed anche i mezzi devono essere santi... Quali sono le caratteristiche di un uomo fedele. La prima caratteristica di un uomo fedele è che è una persona che è ubbidiente alla volonta di Dio. 1Sam. 25 parla di Davide... Una persona fedele vuole sapere cosa c'è nel cuore di Dio... E una persona fedele è una persona che vuole avere lo stesso cuore del pastore per fare le cose che sono nel suo cuore. Così lui vuole conoscere il cuore del pastore per fare esattamente come è nel suo cuore... Fil. 2: 19-21. Ci sono pastori che quando hanno una chiesa di 2000 membri usano questo fatto per andare in un'altra chiesa... per uno stipendio più alto. Ma non andiamo così lontano: guardiamo noi. Noi potremmo usare quello che stiamo facendo per diventare famosi. Ma noi non dobbiamo usare le cose per noi stessi, ma per Cristo Gesù. La nostra vita deve servire per rendere Gesù Cristo famoso e non noi stessi... Timoteo aveva questo cuore: egli stava cercando le cose di Cristo Gesù. E chi cerca le cose di Cristo Gesù poi avrà successo. Le persone fedeli... non cercano il loro proprio interesse... Se Dio li ha chiamati ad aiutare un ministero, saranni fedeli alla chiamata di aiutare quel ministero. Come si potrebbe sentire un pastore se tutti i suoi collaboratori sono persone che stanno aspettando un'altro che li paga di più per lasciarlo? Queste non sono persone fedeli. Queste sono persone che amano i soldi. Ma Dio vuole persone fedeli... Voglio dire qualcosa del pastore M. e del pastore B... Loro sanno che Dio li ha chiamati ad aiutare me. Sia lui che l'altro pastore sono all'altezza di gestire una chiesa. Loro potrebbero essere tra i migliori pastori che ci sono in Italia. Però loro sono fedeli a quello che Dio ha detto loro di fare. Loro potrebbero benissimo aprirsi una chiesa e fare un'opera loro, però loro sanno che Dio li ha messi per aiutare me... Quando ci sono persone fedeli, l'opera è stabile... E se la base della chiesa è solida, Dio può costruire... Una persona fedele... vive per Dio e per il suo regno. Pv. 28: 20... Segue la trattazione del coraggio quale ulteriore caratteristica dell'uomo fedele: l'esempio di Daniele... La persona fedele non si difende... è serena... Num. 12: 1-15... E l'Eterno sentì. Sapete qual'era il problema di queste due persone? Loro non erano contenti della posizione che avevano. Loro volevano essere come Mosè. E la maggior parte delle persone che vanno in ribellione cominciano così: non si sentono contenti della posizione che hanno - vogliono un'altra posizione. Sapete Core perché si è ribellato. Core era un levita, però lui voleva essere un sacerdote. Non era contento della posizione che lui aveva. Non ringraziava Dio per la posizione che gli aveva data. Lui voleva diventare sacerdote e cominciò a ribellarsi, e Dio ha dovuto dimostrare chi era il sacerdote che aveva costituito. Ha dvuto dimostrare che era Aronne... E la terra si aprì e li inghiottì vivi. Sotto la terra c'è l'inferno, e Dio ha voluto dimostrare che il peccato della ribellione viene direttamente dall'inferno e porta all'inferno... Loro pensavano che Dio aveva fatto un grande acquisto avendo loro. Forse avranno pensato: "come avrebbe fatto Dio senza di noi." Al verso 3 si parla di Mosè... Sapete quando loro hanno parlato Mosè non era presente. Sapete questa è un'altra caratteristica dei ribelli: parlano sempre dietro, mai davanti, perché non sono leali - stanno tramando inganni - Amen? Ma Dio sentì. Allora Dio li ha convocati... Guardate come Dio è intervenuto. Dio ha detto: "La vostra posizione" - in altri termini - "non è come la posizione di Mosè... Io parlo a voi come a profeti, ma con Mosè..." Dio ha voluto dire: "Voi non siete fedeli come Lui. Per questo io scelto Lui. E voi avete un gran privilegio di poter aiutare a lui, ma invece di essere grati alla posizione che io vi ho dato, voi vi siete inorgogliti, siete ingrati, siete egoisti..." Così l'ira dell'Eterno si accese contro di loro. Poi egli se ne andò... perché Dio con i ribelli non parla molto. Ma vediamo cosa è successo dopo... La ribellione è un tipo di peccato che distrugge subito... Ora l'hanno capita la lezione. Come l'ha chiamato Aronne? "Signor mio!" ... Mosè non ha detto una parola finora: Dio ha parlato; loro hanno parlato... Dio difende le persone fedeli. Mosè era sereno. Le persone che ricevono autorità da Dio amano Dio e le persone che servono Dio. Voglio concludere con l'esempio di Elia ed Eliseo. L'idea è che c'è un capo carismatico nella chiesa. Beato chi si distingue tra tutti i discepoli studenti per divenire vero discepolo servizievole e sottomesso. Chi prenderà l'unzione del capo? Chi - più degli altri - ha detto sempre tutto al capo e ha sempre fatto tutto quel che diceva il capo.

    Svelato il segreto:

    Signor mio...
    (Neocostantino)
    Carro del capo
    e Sua Cavalleria!






    Lezioni d’ermeneutica in arrivo


    Vi sono altre arringhe... collegate dai fatti ed all'incidente della domenica mattina del 14 Gennaio. Le prime risposte semi-ufficiali dell’episcopato monarchico sono in arrivo, grazie al fatto che la diplomazia del silenzio ha fatto fiasco e non certo per un improvviso desiderio di verifica scritturale. L’occasione è stata una predica domenicale del Rev. G. al suo gregge. L’impressione è che il calore e l’energia forniti siano stati quelli di una ennesima confidente ma disperata arringa nell’assenza pressoché totale del materiale di difesa. Vediamone le parti sostanziali. Nella versione italiana della presente news letter seguiremo la traduzione italiana del sermone in questione (in corsivo), fatta eccezione per i casi in cui è necessario prestare attenzione al testo originale in inglese. Facciamo una pausa con l'arringa del Rev. Rollepo.

    Una cosa voglio dire prima d’iniziare questo studio questa sera: l’interpretazione della Scrittura non è facile come molti pensano... Segue l’invito a frequentare l’imminente corso d’ermeneutica... Durante la preghiera introduttiva il Rev. G. afferma: "Help us Lord to - always and at any cost - promote a spirit of unity..." - la traduzione simultanea ne allevia la pregnanza eliminando "at any cost".

    Non si può promuovere l’unità a qualunque costo. Nella scheda allegata relativa al capitolo quattro di Luca si menzionano i limiti al costo dell’unità. L’unità a qualunque costo in seno al gregge secondo i gusti del pastorato monarchico passa in realtà attraverso la schiacciante prevalenza dell’opinione del senior pastor. I fatti indicano che non importa quanta verità viene sacrificata, purché si riconosca all’autorità il primato ed il monopolio dell’interpretazione autorevole della Scrittura.

    Ciononostante il Rev. G. chiede nella preghiera la mente di Dio e lo Spirito Santo quale insegnante, affinchè sia Dio stesso ad amministrare la Sua Parola a ciascuno. Ciò implicherebbe il riconoscimento dell’autorità di Dio e della Scrittura, oltre alla necessità della partecipazione dei credenti al giudizio della predicazione ed all’interpretazione della Parola in generale. Tra le preghiere e i fatti, però, sembra ci passi una gran differenza, perché il Rev. G. pensa in realtà al senior pastor quale entità di mediazione tra Dio ed il gregge, in contrasto con la tradizione biblica degli evangelici.

    Non è una sorpresa che esista il tentativo di ripristinare nella Chiesa la distinzione tra clero e laici, all’evidente scopo di attribuire ai pastori un carattere levitico ormai teologicamente superato, ma che permette ancora di fare buoni affari. A ciò si arriva per gradi e si parte usualmente proprio dalla confusione continua e premeditata tra vescovi e ministeri (apostoli e pastori in particolare) in modo che la chiesa smarrisca del tutto la nozione del carattere collegiale dell’autorità degli anziani nel N.T. e si arrenda all’idea di un re-pastore connotato allo stesso tempo quale primo vescovo, apostolo, dottore ed angelo guardiano e mediatore - “gate keeper”.

    Il Signore ha messo dei sorveglianti sopra le chiese e questi sorveglianti sono generalmente chiamati pastori. Questi pastori sono stati posti nelle chiese per guidare le chiese, ma generalmente i pastori o leaders nelle chiese in cui sono stati posti da Dio, sono di solito persone dotate di un dono particolare - trad. di "gifted people." Essi hanno diversi ministeri che sono riconosciuti dal corpo locale presso cui servono. Alcuni pastori hanno una combinazione di doni. Sapete voi che l’apostolo Paolo non era soltanto un apostolo? Guardiamo 1Tim. 1:1-11... Vi dico quello che lui ha detto. Ha detto: prima sono un predicatore, un apostolo ed un insegnante. Questi tre ministeri sono diversi l’uno dall’altro. Essi sono presi dai cinque ministeri che sono dati al corpo di Cristo. Gli uomini e le donne con questi particolari ministeri sono loro stessi, con questi doni che hanno, un dono alla Chiesa e sono lì per il beneficio della Chiesa. E questi sono: i pastori, insegnanti, apostoli, profeti ed evangelisti - comunemente noti come i cinque ministeri della Chiesa."


    Per capire l’incongruenza di una simile spiegazione si deve osservare che il pastore viene presentato allo stesso tempo come ufficio di governo - "sono stati posti nelle chiese per guidare..." - e ministerio (tra i cinque) dell’ufficio. Per la Scrittura invece il vescovo riveste collegialmente l’ufficio di governo. Il pastorato quale ministerio è la qualità essenziale del vescovo ma non s’identifica col suo ufficio: è necessario che il vescovo pasturi il gregge, ma non è detto che il pastore governi. Dei cinque ministeri è essenziale che il vescovo abbia il pastorato, ed implicitamente che sappia anche evangelizzare. Se il vescovo però è dotato di altri ministeri tra i restanti, ciò non significa che sia più vescovo dei suoi compagni, in quanto si distingue soltanto nel ministerio e non per un superiore ufficio. Ai pastori monarchi invece la confusione tra uffici e ministeri è utile, perché favorisce il proprio dispotismo.

    ... il pastore - il leader - può ministrare da solo - individualmente - o si può trovare tra un gruppo di pastori, però con un solo che è a capo. Infatti in molte chiese troverete un gruppo di leaders che guidano la Chiesa, però c’è sempre il pastore principale - trad. di "senior pastor". Troviamo nella Scrittura che spesso il pastore - trad. di "leader of the church" - viene chiamato e indirizzato...

    Segue l’esempio del libro dell’Apocalisse dove il Rev. G. ritiene di poter identificare l’angelo destinatario delle chiese con il senior pastor. L’angelo-pastore viene presentato dal Rev. G. quale mediatore tra Dio, che gli indirizza il messaggio, e la chiesa locale a cui il messaggio viene comunicato.

    Le persone vengono lasciate con una scelta: ascoltare ed ubbidire Dio attraverso l’angelo della chiesa, oppure no. La mente di Dio e lo Spirito Santo quale insegnante? Evidente dunque il carattere retorico della preghiera a Dio perché sia egli stesso ad amministrare la Sua Parola a ciascuno. E’ falso congregazionalismo; stima simulata del sacerdozio universale per il tornaconto del senior pastor; ingannevole ostentazione di ortodossia per meglio confondere lo sprovveduto e malnutrito gregge. Segue l’avventurosa od eroica interpretazione di Atti 20:17.

    Sembra - guardando soltanto a questo verso - che Paolo chiami un gruppo di anziani, ma non il Pastore. Da questo verso sembra che fossero gli anziani a guidare collettivamente la chiesa. Però quì quando l’apostolo Paolo chiamava gli anziani della chiesa, chiamava i leaders della chiesa, non una chiesa, ma i leaders di molte chiese. Questo diventa chiaro nel verso 28...

    Il Rev. G. puntualizza il fatto che il termine chiesa sia singolare nel versetto. Non si tratta di un problema perché l’interazione tra le chiese locali corrisponde ad un oggettivo valore spirituale dei vescovi per la chiesa intera. Il messaggio rivolto ai vescovi di Efeso è rivolto infatti a tutti i vescovi di tutte le chiese e di ogni epoca.

    Prima dice il gregge che Dio vi ha dato - quale chiesa singola - e poi dice la chiesa in generale... Facciamoci una domanda: “Perché Dio ha scelto dei leaders o dei sorveglianti su una chiesa? Perché non lasciare la gente che si guida da sola, oppure un gruppo di persone che si consiglia a vicenda? Ecco che vi do alcune ragioni. Prima di tutto Dio ha messo i sorveglianti in quella chiesa per guidare quella chiesa, o per portarla avanti - ing. to lead the church. Guardiamo nel libro degli Ebrei. Capitolo 13: 17...

    Il Rev. G. sfugge all’evidenza di Atti 20, cercando di mutare il problema dell’identificazione degli anziani nella necessità del governo della chiesa, e facendo abilmente passare come scontato il pastorato monarchico sotto il naso degli ascoltatori.

    Non vi sarebbe di alcun vantaggio perché se un pastore dovesse provare a guidare una congregazione ingovernabile ci saranno problemi in quel posto...

    Vorrei far notare il commento della "Spirit Filled Life Bible" (la cui autorevolezza presso gli ambienti pentecostali è indiscussa) ad Ebrei 13: 17 e relative citazioni: “... church leaders are not autocratic chiefs who lord over the congregation, but are servants who exercise authority with concern and care (see Rom. 12:8; 1Thess. 5: 12, 13; 1Tim. 3: 5; 5: 17).” Chi sono i leaders di Ebrei 13: 17? Esaminate queste ultime citazioni alla luce di Atti 20: 17-38 e vedrete che si tratta proprio del collegio dei vescovi che il Rev. G. fatica a deglutire.

    Perché Dio ha scelto dei leaders o dei sorveglianti su una chiesa? Perché non lasciare la gente che si guida da sola, oppure un gruppo di persone che si consiglia a vicenda?

    La domanda è retorica, perchè è interessata non alla sostanza del testo biblico, bensì ad una soluzione che - comunque si rigiri il problema - lasci il senior pastor al posto di comando, facendo finta di aver valutato o rivalutato il corpo degli anziani della chiesa: così come accade per Atti 20, gli anziani ci sono o non ci sono a seconda del tocco della bacchetta magica del senior pastor.

    Alla prossima puntata il rimanente dell'arringa correlato a questi ultimi pezzi di acciughe ed il relativo incidente all'arringa della Domenica mattina del 14 Gennaio.
    Con quel 14 Gennaio si concluse per me l'arringa del Rev. Pxxxxllo, il quale era stato evidentemente fatto arrivare apposta dall'Italia per "sistemarmi" - credo che fosse il 1996!

    Penso che sia miserevole farsi strada nella Chiesa per fini di potere, soldi e prestigio umano. Specialmente quegli evangelici che si fanno un gran vanto di essere usciti da "Babilonia" dovrebbero stare bene attenti a non ricreare quella separazione tra Clero e "Gregge" che si credeva risolta con la riscoperta del "Sacerdozio Universale" già dai tempi di Pietro Valdo. L'incidente di quel 14 Gennaio segnò la data di una determinazione ad una presa di posizione senza ritorno nel chiarire che l'Episcopato Monarchico - attestato nella Storia del Cristianesimo a partire dalla fine del I secolo e che per gradi portò alle varie chiese istituzionali ed in particolare alla Chiesa Cattolica - si riproponeva negli ambiti evangelici proprio attraverso la degenerazione del miniterio pastorale, il quale a sua volta veniva a confondersi con l'ufficio biblico del Vescovo.
    Si diceva di una concidenza strutturale nella degenerazione del governo tra Chiesa e Stato, e dunque a varie tappe proverò a spiegare come si risolve biblicamente la questione. Intanto torniamo al 14 Gennaio. Quando il Pastore Pxxxllo giunse alla lettura di Ebrei 13:17 dando per scontato in quel testo l'attribuzione del ruolo del governo al Senior Pastor, decisi di "sbottare" benchè con cristiana compostezza, tanto più che l'intera serie di sermoni sull'autorità era stata pianificata e poi confermata in quell'ultimo venerdì del processo alla vigilia dei sermoni. Quando il Pastore Pxxxllo disse concludendo a commento del testo in Ebrei: "Dunque siate sottomessi al vostro Pastore..."; aggiunsi pubblicamente con un fil di voce che risuonò chiarissimo: "Non il il Pastore, bensì i "vescovi od anziani". Tra stessa botta e risposta, il Pastore Pxxxllo rispose sempre più seccato: "Il Pastore e non gli Anziani!" Al che il Vice Pastore Rocky Gxxxxxazxx si alzò per accompagnarmi verso l'uscita. E mentre uscivo ricordai - a commento dei sermoni - ai 600 riuniti nella sala che la Chiesa non ha bisogno di Giulio Cesare. Le mie ultime parole furono: "Esaminate le Scritture e vedrete che la Chiesa è governata dal Collegio dei Vescovi od Anziani e non da un Senior Pastor." Potrebbe sembrare un'ingiusta ingerenza nell'ecclesiologia di una particolare denominazione, ma così non è, in quanto l'intera manovra concepita con quelle puntate era mirata e pianificata per boicottare la libertà di dialogo e confronto con procedimenti che quì prendono il nome di "Character Assassination" - cosa che in seguito dovetti subire in dosi sempre più pesanti.


    Enough for today!

  5. #5
    Christianity Under Fire
    Data Registrazione
    24 Feb 2003
    Messaggi
    3,239
     Likes dati
    6
     Like avuti
    22
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Non ho mai creduto nei governi umani, ma li ho accettati come una necessità e pertanto sostenendoli e riconoscendoli secondo il criterio del male minore. La democrazia americana è in teoria il miglior modello di governo, ma questo non significa che non manchino gravi ingiustizie e corruzione alla pari di quanto pure accade in Europa e specialmente in Italia, dove la politica è sempre stato - ma specialmente con i governi iperliberali - un affare colossale a danno di molti e profitto di pochi.
    Non intendendevo sposarmi né tantomeno vivere in Pneumalandia, ma, per ragioni che non dirò e che comunque non sono state costrittive, mi sono ritrovato a restarci. Dal punto di vista di chi voleva e premeva affinché restassi, Pneumalandia difende la famiglia e permette all'individuo di realizzarsi secondo valori di giustizia, reciprocità e fairness.
    Il mio primo impatto col mondo accademico sia cristiano che secolare mi avevano dimostrato il contrario (vedi i post in Laverton Kafkaesque al riguardo), ma la spiegazione di chi faceva opera di persuasione era che era arrivato il momento di chiudere coi tentativi accademici, dare un taglio al passato, dimenticare le perdite, le offese e le scomuniche (confessionali o meno) sia in Italia che in Pneumalandia, e mettere su famiglia accontentandosi di un semplice ed onesto lavoro al riparo della protezione del governo pneumaliano. Avrei fatto meglio a prendere il primo volo per Gerusalemme con l'ennesima e ciclica destinazione del Neghev e del Sinai, ma questa volta vi era elementi nuovi che m'inducevano a pensare che forse avrei veramente potuto ritirarmi in una sorta di semplice e dorato esilio in Pneumalandia - l'esilio era però destinato ad essere né sempèlice né dorato! Col matrimonio il mio visto assunse lo status della residenza, ma per due anni non potevo essere assunto. Nel frattempo che spendevo le mie sostanze in una sorta di residenza turistica col coperchio delle responsabilità di famiglia, non avevo in realtà di alcun diritto se non quello del medicare e di una sommaria esplorazione della famosa fairness pneumaliana. Scoprei presto i termini più tipici di questa fairness.
    "Ethnic" fu l primo termine in cui mi ritrovai coinvolto fal fruttivendolo. In breve, con mia sorpresa il termine veniva affibbiato a qualunque etnia non anglosassone, tale che, se un inglese era appena arrivato e risiedeva in Pneumalandia al mio pari, lui era subito pneumaliano e non "ethnic" ed io viceversa. Suggeriii al fruttivendolo che il concetto non era logico e che semmai si poteva distinguere tra un italo-pmeumaliano ed un anglo-pneumaliano. La risposta fu che le cose non funzionano in questo modo in Pneumalandia. Così quel giorno diventai "Ethnic", con la riserva però di mettere i conti in pari. Se questa era la sistemazione della questione, da quel giorno i pneumaliani in Italia dovevavno "logicamente" diventare "Ethnic" o tutt'al più (per concessione) "extracomunitari". Era prmai chiaro che in Pneumalandia ci sarebbe stato un bel pò da divertirsi... E veniamo al secondo termine: "Equal Opportunity" - banane! Avevo già avuto un primo assaggio di "equal opportunity" quando dopo il ricevimento presso il Bible College evangelico ero stato destinato ad incontrare il dean del D-University per una decisione al mio riguardo, la quale si concluse con un rigetto a vita da ogni università pneumaliana, in base all'evidenza di fondamentalismo evangelico "all'Americana"... La maniera in cui la medesima motivazione era stata trattata a mio riguardo presso l'Università di Venezia appariva ai miei occhi come un atto di gentile cortesia veneziana. Mentre invece questo "rettore" parlava, si sentivano le vibrazioni dell'odio razziale e culturale più visceralmente ed a mala pena contenute grazie al famoso self-control di vecchio stampo inglese, tanto era chiaro che, se questo campione di reggenza accademica avesse potuto spararmi un colpo di pistola al cervello come un tempo si faceva per i canguri o finanche per gli indigeni, l'unica pari opportunità sarebbe stata la marca della pallottola. Quell'evento fu più divertente del mio incontro col professore di teologia sistematica presso il W. College - inutile dire che entrambi non avevano superato il mio test per gli standards minimi accademia e cristianità, sia sotto il profilo civile che teologico e scientifico. Dunque era ormai chiaro per me che in Pneumalandia si può essere ignoranti, incompetenti ed incivili e finire nondimeno nella stanza dei bottoni con nutriti salari e pensioni miliardarie - in tema di Equal Opportunity ero dunque pronto a vederne delle belle per il futuro! Prima di procedere con gli altri essenziali termini pneumaliani ed il successivo importante evento, mi soffermerò nel prossimo post sulla mia visita presso una chiesa evangelica di una denominazione presso cui in Italia avevo dato il meglio dei miei anni, e nella cui occusione feci l'incontro con un'altro termine: "WOG"!
    Lampante mi fu il fatto che noi italiani amiamo più gli stranieri che i nostri connazionali, e che troppo in fretta apriamo le porte dell'immigrazione a chiuque. Non ci sogneremmo mai di vedere, tra l'altro un anglosassone, americano, inglese, canadese o australiano, ritenersi "emigrato" in Italia per farsi assumere, ad esempio, quale Agente di Custodia presso un carcere di massima sicurezza. Equal Opportunity? Neanche per sogno! E neppure noi italiami mai ce lo aspetteremmo! Parimenti, un pneumaliano non emigra, bensì si sposta, viaggia, si trasferisce, non per sopravvivere ma per "investire", "gestire", "dirigere" e non sopravvivere secondo la tradizione "etnica" dell'emigrazione". Io non sono un emigrato... mi sono semplicemente sposato in Pneumalandia, ma col matrimonio ho acquisito tutti i "diritti" della classica emigrazione, nonostante con tutti i soldi spesi fino ad ora avrei potuto vivere il resto dei miei giorni in Brasile a pancia all'aria. Emigrate in Pneumalandia: se non siete niente e possedete nulla, Pneumalandia troverà il modo di far di voi qualcosa e vi riempirà le tasche, piuttosto che svuotarvele! Unica essenziale condizione: abbandonare il comando del cervello continentale ed ubbidire!

  6. #6
    calici amari
    Data Registrazione
    09 Jul 2009
    Messaggi
    11,993
     Likes dati
    1,852
     Like avuti
    1,837
    Mentioned
    93 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito

    Sul tema del barcode e del microchip se ne è occupato, tra gli altri, un certo David Icke... non che fosse un profeta ispirato, oh no, è soltanto uno che si è accorto di certi diabolici piani e ha inteso avvisare la popolazione...

  7. #7
    calici amari
    Data Registrazione
    09 Jul 2009
    Messaggi
    11,993
     Likes dati
    1,852
     Like avuti
    1,837
    Mentioned
    93 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito

    ... D'altra parte...

    Chi pecora si fa, i lupi o i pastori se la mangiano.

  8. #8
    Christianity Under Fire
    Data Registrazione
    24 Feb 2003
    Messaggi
    3,239
     Likes dati
    6
     Like avuti
    22
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Stavo celebrando la riaccessibilità dell'MD Code come segue ed invece si è ribloccato dopo aver postato. Mi sembra dunque chiaro che il thread principale dell'MD CODE è sovraccarico e che dovrebbe essere reso "Read Only" dopo averlo eventualmente nuovamente sbloccato da POL.

    Citazione Originariamente Scritto da david777 Visualizza Messaggio
    Alcune anticipazioni correlate ai Cherubini sono filtrate in una circostanza che non immaginavo, come segue:

    http://au.messages.yahoo.com/news/national-news/33863/
    For the Spirit to disconnect from the Soul, it is required a real death. Some well coded information in the Bible indicates that the spirit is connected to the body "wireless" through some sort of quantum ultra-physic energy in a field of double ring-turbines around the brain. Those double rings are capable - if and when activated - to travel through anti-matter dimensions. When you die your spirit goes where it belongs through these gates…

    Queste "double-ring-turbines" saranno oggetto di riflessione nella descrizione dei Cherubini nel libro di Ezechiele.

    Saluti
    Great News Regina! POL ha risolto generosamente il problema e reso nuovamente accessibile l'MD Code. Sento di celebrare come segue.

    Peccato che yahoo sia tanto prona a cancellare i threads. La mia sopra citata affermazione basterebbe però a riprendere il filo del discorso, dicendo che queste "antimatter dimensions" costituirebbero l'insieme degli universi e del loro "core" in una sorta di "multiskin apple" tra i cui interspazi si dislocherebbero e svilupperebbero i singoli universi. Il nocciolo della "multiskin apple" costituirebbe la "causa prima" e "metafisica" in senso assoluto ed aristotelico del termine. Dunque il nostro stesso universo sarebbe "antimateria" dal punto di vista degli altri livelli "multiskin", ossia e dunque "singolarità" dal punto di vista astronomico. I Cherubini sarebbero dunque capaci di trasportare se stessi e le realtà che essi di adoperano di trasportare [conditions apply] attraverso questi livelli, fino al "core" se necessario. Le loro "turbine" sarebbero dunque trasportatori e "star-gates" non tanto in senso spaziale da un punto all'altro di un singolo universo, bensì da un livello altro dell'intero sistema.

  9. #9
    Christianity Under Fire
    Data Registrazione
    24 Feb 2003
    Messaggi
    3,239
     Likes dati
    6
     Like avuti
    22
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=64332

    Il link funziona nuovamente, ma è meglio lasciarlo tranquillo per la sola lettura e postare quì. Chissà se posso io stesso impostare i campi per la sola lettura. Nuvolarossa credo potrebbe suggerirmi cosa fare senza scomodare POL.
    Comunque, dopo questi brevi posts, devo tornare al lavoro... e purtroppo non sono nelle circostanze di poter seguire le campagne elettorali di POL o per il nuovo governo in Italia.

  10. #10
    Christianity Under Fire
    Data Registrazione
    24 Feb 2003
    Messaggi
    3,239
     Likes dati
    6
     Like avuti
    22
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    L'MD Code ancora unavolta non funziona - chissà per quale motivo...
    Nel frattempo qualche riflessione e nota saranno utili per chiarire alcune questioni. Nell'MD Code si cerca d'identificare l'identità dei 10+1 corni della IV Bestia di Daniele ed una questione rimasta in dubbio è una risposta a questo riguardo circa Gog e Magog. La prima impressione era che il ceppo slavo partisse da territori balcanici nei pressi dell'attuale Serbia, mentre invece sembra che la "Culla Slava" sia da posizionare molto più addentro dell'Europa Orientale http://www.users.bigpond.net.au/agbdesign/slavic/ - questione importante per decidere se la componente slava originaria sia stata parte di Roma o meno, e dunque per identificare in essa uno dei corni. Questa questione mi sembra importante per formulare ipotesi geopolitiche circa l'attuale crisi con la Russia, ed eventualmente ipotizzare una indipendenza di Gog e Magog nei confronti del potere della IV Bestia, nel qual caso si possono prevedere pure scontri bellici più o meno gravi e terribili.
    Lascio la questione aperta per il momento e riporto per esteso questo importante contributo nel sito sopra riportato.
    Per illustrazione e grafici andare nel sito.



    The Slavic Ethnogenesis:

    Identifying the Slavic Stock and Origins of the Slavs:



    This was an information resource I created for myself when I was working on my Slavic historical films. It contains information from a wide variety of sources. Of course some of the information is arguable and speculative (just like all early Slavic history).

    Recently, I was thinking of removing this page as it's a little rough, and it's not even referenced properly (especially some the images). But I think I'll keep it on-line as there aren't that many early Slavic history websites out there. Slavija!

    To view my Slavic historical films and my other works, please visit the website listed below:



    Website URL: http://www.andrzejb.com
    E-Mail: info@slav.cjb.net




    I will soon be completeing a revised and redone, properly referenced 'academic' version, that will be included in the Appendices section of my dissertation. Here is a short example of some improved text:


    Study of the early Slavs has always been one of the most important topics in Eastern European historiography. Investigating the origins of the Slavs can be performed by conducting research in the areas of; linguistics, etymology, onomastics, ethnology, archaeology, anthropology, history and folkloristics explains Sedov (1994). Only cooperation between these various disciplines can solve the problem of the origins of the Slavs. Sedov (1994) and Curta (2001) both specifically mention linguistics and archaeology in particular.

    Of these two particular disciplines, the most useful is linguistic palaeontology focusing on the early languages of a people, and studying physical archaeological artefacts, especially considering that the historical ethnic boundaries of peoples were marked by items of material culture. In the area of origins of the Slavs, linguistics and archaeology has commonly been used hand in hand, more often that not, archaeology was used to illustrate conclusions already drawn from the analysis of the linguistic material.

    Ethnicity. 'No other term in the whole field of Social Studies is more ambiguous, yet more potent' (Curta 2001, p. 14). Throughout the ages 'ethnicity' has meant many things. In context of the origins of peoples one can view the meaning in this light; individuals are born with ethnicity, and are linked to it though cultural constructions of biology. It is far deeper than mere cultural difference as Curta suggests (2001, p. 15).

    The first historical sources about the early Slavs were Roman, Byzantine, Greek, and later Germanic authors. Some early sources, indeed eyewitnesses, knew about the first Slavs and partially intuited the importance they would have for the known world. These included figures such as the lst century Roman historian Pliny the Elder, who was around at a time when the Roman Empire was at the height of it's power. He was a contemporary to Nero (23 - 79 AD), who was known for his work Natural History, in which he described the early Slavs, the Baltic coast, and the fruitful amber trade to the Mediterranean.

    'In his Natural History, Pliny the Elder describes the expedition of a Roman merchant sent by patrons of Circus Games to the Baltic region in search of amber, highly praised for its ornamental value. This Roman merchant travelled the length of the Baltic coast and brought back to Rome so much amber that a piece of it was inserted in every mesh of the netting which protected the public from wild animals in the arena. The largest piece is said to have weighed four kilograms' (Siuchninski 1979, p. 10).

    Pliny the Elder was the first to refer to the tribes living along the Vistula river beside the Sarmatians and others, by the name Wend, or Venedi, the oldest known designation and first certain reference of the Slavs. Another notable early source from this period is the Roman historian Tacitus (55 - 120 AD) who says the same. 'He describes the Wends somewhat more in detail but cannot make up his mind whether he ought to include them among the Germans or the Sarmatians; still they seem to him to be more closely connected with the first named than with the latter' (Lenard 1912).






    Many of the images displayed below are from the documentary film 'The Slavs' (1984), ITC Entertainment, Directed by Folco Quilici.

    All images are used for educational purposes only.



    The Slavic Ethnogenesis: Identifying the Slavic Stock and Origins of the Slavs:

    1.0 Indo-European Ethnographic Colonisation of Europe:
    2.0 Slavic Ethnographic Colonisation of Eastern Europe:
    2.1 Study of the Origins of the Slavs:
    2.2 Early Historical Sources:
    2.3 The source of the Slavic stock:
    2.4 Linquistic studies & the orginal homeland of the Slavs:
    2.5 Early life & initial migrations of the Slavs:
    2.6 The Great Slavic Mass-Migrations:
    2.7 The formation of the various Slavic Languages:
    2.8 The Great Slavic Mass-Migrations in History and Culture:
    2.9 The Slavs Post Mass-Migration:
    Selected Bibliography & References:



    1.0 Indo-European Ethnographic Colonisation of Europe:





    Map showing the distinct peoples that arose from the Indo-European migration westwards to Europe. Above map from the book 'The Times Concise Atlas of World History'.
    From 6000BC to around 2000 BC, Europe gave rise to a secondary homeland of the Indo-Europeans that moved westwards, creating Celtic, Germanic Italic, Greek, Balto-Slavic, and other European branches. Linquistic studies suggest that the Balto-Slavic branch then separated into separate Baltic and Slavic groups shortly thereafter (the closest relatives to the Slavs are the Baltic peoples of present day Lithuania and Latvia).

    Over a few thousand years, the various Indo-Europeans branches became significantly differentiated from one another in many respects.

    Meanwhile, migrations to the south and east produced the various Indo-European languages and peoples of India, Persia and Asia Minor. The south and eastward travelling Indo-Europeans also no doubt encountered indigenous tribes.

    At this time in history, Europe was originally inhabited by indigenous matriarchal agrarian tribes. They worshipped 'Mother Earth', and spoke unknown languages. Some of these peoples were most probably absorbed by the Indo-Europeans.

    Indo-Europeans on the other hand were patriarchal and had a Pantheon of nature gods, the chief of whom was 'Father Sky'. The proto-language spoken by the Indo-Europeans was Proto-Indo-European, which is the ancestor of the Indo-European languages of today, as well as many extinct languages.








    Some prominent scholars in the origins of the Indo-Europeans, is Lithuanian-born American Marija Gimbautas and British archaeologist C. Renfrew. One possible homeland of the Indo-Europeans mentioned in research work, among several others, is Anatolia, one of the original homes of agriculture beginning 8000 BC.

    The expansion of the Indo-Europeans from their original homeland was probably one of a slowly growing population of farmers rather than of military conquests and deliberate migrations, leaving behind archaeological relics and artefacts such as pottery trails as they moved.

    'Footsteps' of the Indo-Europeans: West migrating Indo-European archaeological pottery trails:

    - Early painted ware cultures (Greece & Crete)
    - Ware cultures (Balkans)
    - Balkan painted & impressed (Balkans/South-East Europe)
    - Danubian linear incised pottery cultures (East/Central/West Europe)
    - Impressed ware cultures (France & Spain)
    - Bowl cultures (France & British Isles)



    2.0 Slavic Ethnographic Colonisation of Eastern Europe:

    2.1 Study of the Origins of the Slavs:

    Study of the early Slavs has always been one of the most important topics in Eastern European historiography. Investigating the origins of the Slavs can be performed by conducting comparative research in the areas of history, linguistics and archaeology. Of the latter two, the most useful are 'linguistic palaeontology' and studying physical archaeological artefacts, especially considering that the historical ethnic boundaries of peoples were marked by items of material culture. In the area of Slavic origins, linguistics and archaeology are commonly used hand in hand, more often that not, archaeology was used to illustrate conclusions already drawn from the analysis of the linguistic material.

    Ethnicity. No other term in the whole field of Social Studies is more ambiguous, yet more potent. Throughout the ages it has meant many things. In context of the origins of peoples one can view the meaning in this light; Individuals are born with ethnicity, and are linked to it though cultural constructions of biology. It is far deeper than mere 'cultural difference', as acclaimed Slavic antiquity researcher Florin Curta (2001) suggests.



    2.2 Early Historical Sources:

    The historical sources about the early Slavs are classified into three categories according to the position of their authors: eyewitness, possible contact and second-hand information. Some early sources, indeed eyewitnesses, knew about the first Slavs and partially intuited the importance they would have for the known world. This is the real deal; raw information on the early Slavs that cannot be denied. These included figures such as the Roman historian Pliny the Elder, contemporary to Nero (23 - 79 AD), who was known for his work Natural History, in which he described the early Slavs, the Baltic coast, and the amber trade to the Mediterranean.

    In his Guide to Geography, 2nd century Greek astronomer and geographer Ptolemy, mentioned Calisia (Kalisz). At the time it was probably an important settlement on the Amber Trail that linked the Adriatic with the Baltic coast. The course followed by this route has been established from finds which contained objects of Roman provenance, such as bronze pitchers, pails, pots and pans, glass cups, silver coins and figurines. Another early source from this period is Tacitus (55 - 120 AD).

    Images from the documentary film 'The Slavs' (1984).


    Sources during and after the mass-migration include Jordanes, a Goth historian of the 6th century known for his work Getica, and an anonymous chronicler who is known as The Bavarian Geographer. More to do with the origins of Poland and Polish history, but also describing the early Slavs are Ibrahim ibn Jakub, a 10th century scribe and Moorish Jew slaver from Tortosa in Spain.



    Images from the documentary film 'The Slavs' (1984).


    The writer of the first ever chronicle of Poland was the 'The Anonymous Gaul', named Gaullus Anonymus of the 12th century. He was a French Benedictine monk, and wrote the chronicle for Boleslaw III Krzywousty. Here is a passage from his precious work describing the country of Poland: "A land where the air is healthy, the ground is fertile, the waters team with fish, and the men are warriors." He also documented two narratives concerning the Polanian tribe of Wiekopolska the origin of the Piasts.

    Wincenty Kadlubek, the Bishop of Krakow (1150 - 1223 AD), was the first native chronicler of Poland. "The Romans never conquered Poland", a source of pride to Kablubek (2001, Lukowski & Zawadzki). He also acknowledged and documented the Slavic peoples mass-migrations from their ancestral homeland in his version of the 'Lech, Czech & Rus' epic narrative, and mentioned stories concerning the Wistulans of Malopolska.

    Jan Dlugosz (1415 - 1480 AD) was a significant Polish political and religious figure, historian and chronicler in medieval Slavic and Eastern European history. He wrote his great chronicle Annales seu cronicae incliti regni Poloniae in Latin or The Annals of Jan Dlugosz, in the later years of his life. It is described as a contemporary history of the half-forgotten lands between the rivers Oder and Dnieper: Byelorus, Bohemia, Hungary, Lithuania, Poland and the Ukraine from 965 to 1480 AD.

    He describes the various Slavic peoples and origins of Polish statehood including the Polanians in Wiekopolaska. Other sources are Greek and Roman historians such as the Greek Prokopije and Byzantine figures such as Constantine Porphyrogenitus, and countless other historians and chroniclers, of both Slavic and non-Slavic origin.

    All of these eyewitnesses had one thing in common; they thought of the Slavs as a separate people, differentiating from the other peoples in Europe. Different not just in language and culture, but also physical appearance, attitude and temperament.



    2.3 The source of the Slavic stock:

    By about 1500 BC, the area of land which now corresponds with south-eastern Poland and north-eastern Ukraine became home of the early Slavic tribes, which are commonly known as the Proto-Slavs. Studies and excavations of this area of land, that could be called the 'Slavic Cradle', prove that the present day Slavs are the descendants of these tribes. The Proto-Slavic tribes dwelt in their homeland for many centuries, speaking one common language; which in time would produce the modern Slavic languages of today as well as extinct languages.

    Taking in all of the history of all the peoples of Europe, I am committed in my belief (and many others are), based on factual historical evidence and observation, that the physical appearance of the Slavs are very discernible from non-Slavs. I must say that there is Slavic look, as Slavs have unique characteristics that cannot be seen in other peoples. If you put Slavs of any nation in a room full of non-Slavs peoples you could more than likely pick the Slav out no problem whatsoever. Both Slavic stock and language came from the womb, which was the 'Slavic Cradle', and who lived in the 'Slavic Cradle' I ask? The Proto-Slavs, the ancestors of the Slavs of today.

    All Slavs are descendants from the Proto-Slavic tribes. The Slavs of today are the branches of the Slavic tree that was spouted from the singular Proto-Slavic seed. Of course there are differences between the three Slavic groups due to gradients occurring and braches intertwining with other peoples in and around of the geographical regions in which they settled. I don't think anyone is disputing that. But the mixing of the Slavic stock with other peoples throughout their history, especially after the mass migrations, does not make the Slavic stock magically disappear into thin air does it?

    Models displayed in a Ukranian museum of what an early Proto-Slavic settlement would have looked like nearly 4000 years ago. Images from the documentary film 'The Slavs' (1984).





    The "Slavic tribe" was and is part of the Indo-European family, and as consequence, the antiquity of the Slavs goes beyond the time of their first mention by historical sources, for "all modern nations must have had ancestors in the ancient world"- Czech historian Safarik, All-Slavic Conference, Prague (Curta 2001, p. 7).

    The Slavs are a distinct ethnographic and linguistic branch of Indo-European people in the same manner that the Germanic, Italic, Baltic, Celtic peoples are. Call it race, call it sub-race, call it a distinct branch. It really depends on what terminology one uses. If one is to use the word 'race' for labelling the branches of Indo-European peoples e.g. 'the Gemanic race', or 'the Celtic race', then one must label the Slavs in this manner as well. In this context the Slavs are a race of people. Either way, the Slavs are a distinct indeed Indo-European, no doubt about that.



    2.4 Linquistic studies & the orginal homeland of the Slavs:

    The word 'Slav' or 'Slowianin' derives from the Slavic term for word; 'Slowo'. Thus, to the Slavs their name testified to their mastery over spoken words. It could be put as 'the ones we understand'. The Slavs called themselves 'Slovjeni' or 'Slaveni' do to the fact that their people 'understood' one another. Their neighbours to the west, in particular the Germans who spoke a different tongue, were not understood, and thus the Slavs came to call them 'Nijemcima' meaning mutes, dumb, speechless and silent. It could be put as 'the ones we do not understand'. The name has stood the test of time; Germans are still called 'Niemci' or 'the land of the dumb' today by the Slavic peoples.

    Language is "the defining factor in the formation of a particular culture type and world view" - Herder.

    In 1833, the Slavic languages were identified and categorised as an Indo-European language by linguists. Language and ethnicity go hand in hand, as language is one of the quintessential aspects of ethnicity. The Proto-Slavs spoke the same language of Proto-Slavic, which later evolved, from the result of latter migratory separation of the Slavic people, into the Slavic languages of today.

    The womb, the cradle, original homeland. What, when, where, how? History, linguistics and archaeology hold the answers. One way of determining where the original homeland of the Slavs is to undertake linguistic palaeontology.

    Polish botanist J. Rostafinski pushed linguistic evidence even further. He argued that the original homeland of the Slavs was devoid of beech, larch and yew trees, because in all Slavic languages, the words for those trees are all foreign loan words of Germanic origin. On the basis of distribution of those trees, Rostafinski was able to locate the ancestral homeland of the Slavs in the marshes along the Pripet River in Polesie, generally in the south-eastern Poland and north-eastern Ukraine area, as this area was devoid of such trees. Polish historian Jan Peisker, elaborated this view stating "the Slav was the son and product of the marsh" (Curta 2001, p. 8).

    Images from the documentary film 'The Slavs' (1984).




    2.5 Early life & initial migrations of the Slavs:

    During the years 1500 BC to 100 AD (before the great mass-migrations), the Proto-Slavs began their first movings and initial minor migrations, most of it in their own Slavic cradle. Why? The hostile environment of Pripet marshes forced the Slavs to migrate early on in all directions. The experts refer to the Proto-Slavs as nomadic peasants who practised primitive forms of agriculture. They were also hunters who pursued herds of prey for months. Hunting expeditions called for tenacity and courage and the use of every possible kind of weapon or trap.

    As the early Slavs were agriculturalists, their migration as this stage was not one of violent conquest by warriors, but of peaceful colonization by peasants moving about with the tents in family groups. The early Slavs of the Slavic cradle also had a deep sense of religion, even though it involved pagan nature worship and ritual sacrifices.



    Images from the documentary film 'The Slavs' (1984).



    Significant Czech historian and endorser of Rostafinski's work, Lubor Niederle, believed that both climate and soil, shaped civilization. Since the natural conditions of the Pripet Marshes were unfavourable, the early Slavs developed forms of social organization based on co-operation between large families (zadruga), social equality, and the democracy which curtailed any attempts at centralization of economic or political power. The harsh climate of the Pripet marshes also was responsible in forcing the Slavs into a poor level of civilization (Curta 2001, p. 9), compared to the other peoples of early Europe.



    Images from the documentary film 'The Slavs' (1984).

    One of the early Proto-Slavic cultures in this early period was the Lusation culture of the Proto-Slavs, which began to take shape in the 13th century BC, in the regions of Lusatia, Silesia, and Wielkopolska, gradually spreading in every direction. Archaeological evidence such as these old funerary earns pictured, and one the great early Slavic achievements; the fortified village of Biskupin (450 BC) can be attributed to this culture of the Proto-Slavs, which peaked in the 7th and 6th centuies BC.




    Images from the documentary film 'The Slavs' (1984).


    From what I can gather the furthest migration the Slavs undertook in this early migratory period where Ptolumy's version of the 'Venedi' Slavs, which migrated south and settled in Italy. It is important to note that the earlier Venedi as described by early eyewitnesses such as Ptolemy was different than that of Jordanes 'Venedi' Slavs. Over a long period of time, Ptolumy's Venedi Slavs had filtered through the passes of the eastern alps. They made their way as if with the instinct of migratory birds down towards the Po valley and finally settled in an extremely fertile and more favourable climate, which still bears the name derived from theirs, the Veneto region of Italy.


    The early Slavs who came south, had the skills needed to make these bronze plaques in the 6th and 5th centuries BC. Over the centuries however they merged with the native population and slowly lost their own identity, taking on the cultural characteristics of neighbouring peoples, such as the alphabet which they probably learned from the Estruscans. Because of this process of evolution, the Venedi grew increasingly differentiated from their north-eastern cousins, who also in their turn refined their skills in working materials, casting objects in metal for instance (1984, Quilici).


    As with any civilisation in the making, the development of various crafts marked important stages in the growth of the Slavs. We can study these stages not only through the excavated finds exhibited in museums, but also by watching surviving traditional craftsman. The finished products and material artefacts created by the early Slavs are more than adequate for simple farming use as they were then. Those early Slav farmers perfected pottery making techniques as well. In this case too the tradition has been kept after the present day, along with many other crafts practised by county dwelling Slavs (1984, Quilici). Curta (2002) points out that the Slavs collectively used specific types of pottery and bow fibulae to construct their emblematic style, differentiating themselves from other peoples.


    As with any civilisation in the making, the development of various crafts marked important stages in the growth of the Slavs. We can study these stages not only through the excavated finds exhibited in museums, but also by watching surviving traditional craftsman. The finished products and material artefacts created by the early Slavs are more than adequate for simple farming use as they were then. Those early Slav farmers perfected pottery making techniques as well. In this case too the tradition has been kept after the present day, along with many other crafts practised by county dwelling Slavs (1984, Quilici). Curta (2002) points out that the Slavs collectively used specific types of pottery and bow fibulae to construct their emblematic style, differentiating themselves from other peoples.

    Above all wood was the material most commonly used by these men of north-eastern Europe. They used tree trunks for their houses, for making agricultural tools and for fashioning the boats they needed to travel on the many large and small rivers and torrents and countless lakes that abounded in there untamed world. For months on end, every winter, those inland waterways and expanses of water are transformed by ice and snow. In the hostile season the early Slavs lived out their dark and silent odysseys in a desperate struggle for survival. But, with the thaw, vigorously celebrated in the Slavic culture, life would again thrive (1984, Quilici).

    The Slavs were perhaps the quietest or 'purest' branch of Indo-Europeans, due to the fact the Slav tribes did not move around or mix with other populations no way near as much when compared the other groups. Sure, they encountered bands of marauders, such as the Iranic Scythians (who destroyed Biskupin around 400BC), but nothing that would cause them to shift and migrate. Compared to the Slavs, the other peoples moved greatly. For instance the Romans conquered western and central Europe, the whole of North Africa, the Near East and Britian, Germanic tribes like the Sueves reached Spain, and others reached Scandanavia, and Celts like the Picts and Scots reached the British Isles.

    Whilst all this was happening, the Slavs contently stayed in their ancestral homeland for over 2000 years. Why? The early Slavs were not faced with pressure to move from migrations of other peoples. It is true to say that the Slavs material and spiritual development was a lot slower and occured much later than the other Indo-Europeans due to this 'isolation' and due to the harsh climate of the Pripet marshes, as described by Lubor Niederle.



    2.6 The Great Slavic Mass-Migrations:

    In the 1st century (0-100), the early Slavs were still situated around the 'Slavic Cradle', which now had expanded encompassing the Baltic to the Carpathians, as a result of the initial due to the migration from the Pripet Marshes. The Slavic word for glory; 'Slava' is originally a reference to the great and proud ancestral homeland. Indeed epic stories of the great mass-migration away from the Slavic cradle are embedded in the history and cultural heritage of the Slavs.

    The great mass migration of the Slavs from the ancient homeland of the 'Slavic Cradle' to the west, east and south of Europe began around the end of the 2nd century AD and continued to the middle of the 7th century AD. The name Proto-Slav can be said for the Slavs before the mass-migrations, and the name Slav for the Slavs after the expansion. The mass migrations of the Slavs were instigated by the movements of other ethnic peoples; namely the Germanic tribes and Asian nomadic barbarians.

    Firstly, the migration was to the west, peacefully and quietly, tribe after tribe, occupying districts and regions the Germanic tribes (e.g. Vandals, Visigoths & Ostrogoths) deserted in order to attack the Roman Empire. The waves of nomadic barbarians, originating from central Asia such as the Huns, who arrived in 370 AD, then pushed the Slavs in all directions following their advance. As the Hun empire fell in 453 AD, there was a rush of Slavic migration to the south towards the Black Sea and the mouth of the river Danube. Slavic warbands and groups broke through many defences with weapons in hand, throughout lower Danube in the outer regions of the Byzantine Empire reaching the Balkans. The first known recording of this Slavic mass migration was in the year 493 AD.



    Images from the documentary film 'The Slavs' (1984).









    Above map from the book 'The Times Concise Atlas of World History'.









    Red denotes, in no particular placement, various non-Slavic peoples of Indo-European and non Indo-European origin in which gradients have occured with the Slavic stock and ethnographic mass, especially post mass-migration.



    In the 6th century, during at the closing stages of the mass-migrations the Goth historian Jordanes and eyewitness wrote: "The Slavs are of one blood and live in three groups. The Venedic (West Slavs), Antic (East Slavs), and Sklavinian (South Slavs)" (2000, Pogonowski, p.19)."These are three great tribes of the same people."



    2.7 The formation of the various Slavic Languages:

    The Proto-Slavic language was probably still common to all Slavs possibly as late as the 8th century AD, but by the 9th century AD, with the mass-migrations largely completed, the individual Slavic languages had begun to take place. But by the 9th century all the Slavic peoples could still understand each other well.



    Map from the website 'Indo-European Languages': http://www.geocities.com/indoeurop/atree.html




    The Slavic Languages:
    Proto-Slavic:
    West Slavic: South Slavic: East Slavic:
    Czech-Slovak sub-group:
    Western sub-group: - Old Russian
    - Czech - Serbo-Croatian - Russian
    - Slovak - Slovenian - Belorussian
    Lechitic sub-group (derived from Lech): Eastern sub-group: - Ukranian
    - Polish - Old Church Slavonic - Rusyn
    - Kaszubian - Bulgarian
    - Polabian - Macedonian
    Sorbian sub-group:
    - Upper Sorbian
    - Lower Sorbian




    2.8 The Great Slavic Mass-Migrations in History and Culture:

    The only Slavs that stayed put during the great mass-migrations are the Slovaks. This is the reason why they were, and indeed still are, situated almost in the centre of the Slavic Cradle. Evidence of this fact can be seen in folkloristic studies. The Slovaks have no stories in their culture of their people shifting out of the ancestral homeland, unlike the Poles, Czechs and Croats etc. that have stories of such epic events. One example is Lech, Czech & Rus, which signifies the Slavic peoples migration away from the ancestral homeland. I must say don't dismiss legends, as legends can always be put in historical context and a certain chronological order in time, and contain much factual information. Where not our Slavic forefathers trying to tell us something though the tales of migration they left behind for us? Also, it is said that one you who speaks 'Slovakian', has the easiest time understanding the rest of the Slavic languages, as they are in the middle of the Slavic sea; one of the biggest 'human ethnographic seas', on the face of this earth.

    Evidence of the South Slavs, in particular the Croats migrating from the ancestral home in Poland to Dalmatia is also displayed in folk narratives, and also in historical fact. The folk narrative describes five Slavic brothers and two sisters that lead the Croats from the area around Krakow in Poland into the Balkans in the 7th century. Are these epic tales of heroic migrations a coincidence? Not according to historical fact. It is also interesting to note that it is historical fact the first kingdom of Croatia, White Croatia, was not situated in Dalmatia but in Poland, Bohemia and Slovakia. It's capital was Krakow. Indeed White Croatian figures played a pivotal role in early history of the Polish and Bohemian Kingdoms. Even the first canonised patron saint of Poland, St. Wojciech; 'Wojciech of the Slavs' was indeed a White Croatian.



    2.9 The Slavs Post Mass-Migration:

    The Slavs evolved during the 6th century mass migrations from a 'segmentary society' with lack of hierarchy to a society ruled by chiefs who fought between them. The emergence of the political organization was the result of the contacts with the outside people, which hadn't happened until that time.

    When Charlemagne was crowned Holy Roman Emperor in the year 800 AD, he knew less about the area of land in which the Slavs dwelt than any other part of the European mainland. His Frankish and Saxon dominions ended on a line roughly equivalent to the recently defunct Iron Curtain, beyond which stretched a limitless Slav sea. The Slavs existed in a relative vacuum up until then. With the conversion of Christianity, the Slavs propelled their culture, consolidated their dominion, and began to take an active part in European history and politics. The Slavs were to play a crucial role in European history, their kingdoms were to act as a Bulwark for the whole of Christendom and Europe. And they did. And how!



    Selected Bibliography & References:

    Barraclough, G. (ed) 1982, The Times Concise Atlas of World History, Angus & Robertson Publishers, London.

    Curta, F. 2001, The Making of the Slavs: History and Archaeology of the Lower Danube Region c. 500 - 700, Cambridge Univerity Press, Cambridge.

    Gasiorowski, P. 2002, Piotr Gasiorowski's Indo-European Page [On-line], Available: http://www.geocities.com/Athens/Orac...-European.html [2002, Apr. 8].

    Gy, C.K. 2002, Central European Myths of Conquest [On-line], Available: http://www.hhrf.org/minoritiesresearch/mr05.htm [2002, Mar. 11].

    Lukowski, J., Zawadzki, H. 2001, A Concise History of Poland, Cambridge Univerity Press, Cambridge.

    Pogonowski, I.C. 2000, Poland: An Illustrated History, Hippocrene Books, New York.

    Siuchninski, M. 1979, An Illustrated History of Poland, Interpress, Warsaw.

    Szczytna, L. 2002, Notes on Polish History [On-line], Available: http://slavic.freeservers.com/Poland1.html [2002, Sep. 27].

    Larousse Encyclopedia of Mythology 1959, Paul Hamlyn Limited, London.

    The Slavs (video recording) 1984, ITC Entertainment, Directed by Folco Quilici.

    2001, Early History of the Slavs [On-line], Available: http://www.campuslife.utoronto.ca/gr...ory/slavs.html [2001, Aug. 29].

    2002, Indo-European Languages [On-line], Available: http://www.geocities.com/indoeurop/atree.html [2002, Apr. 4].

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. MD CODE (Estratti)
    Di david777 nel forum Esoterismo e Tradizione
    Risposte: 234
    Ultimo Messaggio: 22-01-16, 10:47
  2. Code a MPS
    Di Grifo nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 32
    Ultimo Messaggio: 07-02-13, 19:04
  3. Can you crack The Code?
    Di Templares nel forum Telefonia e Hi-Tech
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 08-11-10, 00:10
  4. Code ai seggi
    Di Spirit nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 13-06-04, 22:59
  5. L'MD CODE Vs. CS & DC
    Di david777 nel forum Centrosinistra Italiano
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 25-08-03, 12:11

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito