Tremonti declassa le meraviglie toscane
Siena, Arezzo, Pisa, per il ministro "non presentano alcuna attrattiva turistica"
23/04/2004 - Alzi la mano, nel mondo, chi non conosce a Pisa la Torre pendente, a Siena il Palio, ma anche a Caserta la Reggia, oppure la città di Urbino. E potremmo continuare ancora. Qualcuno magari ha anche sprecato un fine settimana per andarci, credendo di vedere chissà che cosa. Sprecato sì, perché questi posti "non presentano alcuna specifica caratteristica attrattiva nei confronti dei flussi turistici, non possedendo né particolari beni di interesse storico, culturale, artistico, né elementi di interesse paesaggistico-ambientale, né specifica rilevanza per il turismo d'affari". Lo dice il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nero su bianco, sul suo decreto del 18 marzo 2004 (Individuazione di nuove aree territoriali omogenee e aggiornamento delle territorialità della attività turistico-alberghiera), pubblicato sul supplemento n° 54 della Gazzetta Ufficiale del 31/3/2004. Sbalordito, ne dà annuncio Gavino Maresu, docente di gestione delle imprese e degli eventi turistici presso l'Università di Genova, con un intervento molto tecnico e dettagliato all'interno del quotidiano "Italia Oggi" sul supplemento "Turismo Oggi".
"Avevo saputo la notizia - dice il professore - ma sono andato a prendermi la Gazzetta Ufficiale appena uscita perché non ci volevo credere". Il professore si stropiccia gli occhi, legge e rilegge, e alla fine è costretto ad arrendersi davanti all'evidenza dei fatti. "La cosa è talmente ridicola - commenta - che sembra impossibile sia stata scritta sulla Gazzetta Ufficiale. Sembra impossibile che ci siano Ministri così distratti nella nostra Repubblica" chiosa con un eufemismo. Scorrendo i nomi, oltre a topiche come Parma, Ferrara, Procida, Todi, Alberobello (e ci fermiamo qui per non tediare ma la lista è lunga...) la Toscana è ben rappresentata con Siena, Arezzo e Pisa: si è mai visto un turista in piazza del Campo, si sarà detto il ministro Tremonti? E via il decreto.
Le ricadute di questa ignoranza ministeriale sono da verificare: le norme contenute nel decreto riguardano gli studi di settore per le attività turistico-alberghiere. Che, in soldoni, stabiliscono i parametri fiscali a cui deve far riferimento un'attività, un'impresa, e quant'altro di questo settore. La novità introdotta dal ministro Tremonti infatti prevede che i più distratti in fatto di contabilità possano far riferimento a questi parametri e pagare quindi le tasse senza incappare in alcuna visita della Guardia di finanza. Gli altri, che tengono in ordine la propria contabilità e non temono multe, possono continuare a fare a meno degli studi di settore. La materia fu a suo tempo oggetto di una discussione molto accesa. E qualcuno gridò allo scandalo: se non mi adeguo ai parametri degli studi di settore riceverò sicuramente la visita della Guardia di finanza? si chiedevano preoccupati gli imprenditori. E anche: per quale motivo ho sempre tenuto in ordine i miei conti nel rispetto della legge? aggiungevano sentendosi presi in giro. Una polemica che torna a far notizia, alla luce dei parametri decisi per le attività turistico-alberghiere, soprattutto delle città scelte. Albergatori di Siena, dunque, fatevi due conti in tasca e pagate le tasse sapendo che la vostra città non è per niente turistica. "Le aziende che lavorano in territori classificati ad interesse turistico - spiega Maresu - dovrebbero dichiarare un certo tipo di reddito. Le altre non sono soggette a parametrazione di nessun genere. Che in teoria potrebbe essere un vantaggio ma in realtà non lo è. Potrebbe arrivare una ispezione della finanza che dice: come fai a guadagnare così poco, tu che hai un albergo a Siena?".
Insomma una gran confusione. Viene in mente Montale, e le Cinque Terre, parco nazionale di là dall'Appennino tosco ligure, dichiarato "patrimonio dell'umanità" dall'Unesco e declassato da Tremonti nella lista nera. Quanti versi ispirati a Monterosso avrebbe dovuto rivedere, dato che quella sua casa sul mare, a strapiombo sulla scogliera ligure, è in una zona che non pre-senta "alcuna specifica caratteristica attrattiva". Altro che limoni, "le trombe d'oro della solarità", come scriveva, preso da tanta esplosiva bellezza, il poeta.
Jacopo Cosi