Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: Articolo di Oneto

  1. #1
    Il Patriota
    Ospite

    Predefinito Articolo di Oneto

    iceva Miglio che la dimensione degli Stati è inversamente proporzionale alla quantità di libertà che possono garantire. La storia gli dà ragione. Culla delle grandi libertà sono da sempre le piccole Comunità alpine, i Cantoni svizzeri, i Comuni padani, tutte quelle istituzioni che si trovano soprattutto concentrate nella cosiddetta Europa Lotaringia: la valle del Reno, le Alpi, la valle del Po e le rive dell’Adriatico. Gli esempi più entusiasmanti di democrazia partecipata, di libertà vere sono le piccole comunità autonome: l’oppressione si ritrova solo nei grandi Stati illiberali, centralisti e aggressivi.
    Più il potere è vicino alla gente, più è facile da controllare. Il principio vale se si ha a che fare con gente civile e responsabile, altrimenti diventa una cosca mafiosa. Per fortuna viviamo però in una parte di mondo dove almeno le premesse storiche ci sono tutte per assicurare uno scenario di libertà: dalle Tribù galliche alle Fare longobarde, dai Comuni medievali alle autonomie garantite della Serenissima, dalle Insorgenze alle Comunità di valle, la nostra terra padana è da sempre luogo di fortissime aspirazioni e pulsioni libertarie. Nel nostro caso possiamo semmai lamentare un eccesso di autonomismo che ci ha penalizzati rispetto - ad esempio - ai nostri vicini svizzeri, che hanno saputo contenere il naturale eccesso di individualità costruendo una duratura unità che ha garantito secoli di libertà e di autonomia. La piccola dimensione presenta anche un altro vantaggio: se una comunità è libera va tutto bene, se non è libera il danno è limitato. Infatti ci si può facilmente allontanare, fuggire nella valle di fianco, far funzionare quello che da sempre è il fondamentale e inalienabile diritto di asilo: in una chiesa, in convento, in una legazione straniera o più semplicemente al di là del confine. Miglio ha sempre esaltato la grandezza dell’Europa delle enclavi, dove un complesso sistema di autorità concomitanti, sovrapposte e contrapposte garantiva un collaudato sistema di protezione delle libertà individuali e comunitarie, e dove un fitto groviglio di confini lasciava filtrare merci, persone e idee, ma bloccava sbirri e mandati di cattura, e ingabbiava i germi dell’oppressione.
    In una situazione di quel genere si può sempre fuggire, trasferirsi, ricominciare da un’altra parte a costruire la propria libertà. Con gli Stati grandi tutto diventa più difficile: un solo grande e malefico potere può schiacciare grandi masse di persone, farne dei sudditi, seguirli ovunque come l’occhio malefico di Mordor. Quando ci sarà un solo Stato europeo o mondiale non ci sarà più dove scappare, non ci sarà più diritto di asilo perché non ci saranno più asili: squadre di sbirri o di inquisitori scorazzeranno ovunque a cercare spiriti liberi, a bruciare libri, ad arrestare dissenzienti. Anche un personaggio inquietante come Mazzini almeno un pregio l’aveva: esporre con chiarezza i suoi mortiferi progetti. Diceva che quello che lui chiamava, non senza sinistra ironia, il processo di emancipazione dell’umanità passava da tre fasi conseguenti: l’unità d’Italia, quella d’Europa e poi del Mondo. Per questo da noi la libertà ha tre nemici: la globalizzazione, l’Europa dei burocrati e l’Italia. È buona norma cominciare a combattere il male più vicino

  2. #2
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    Predefinito Re: Articolo di Oneto

    Originally posted by Il Patriota
    Per questo da noi la libertà ha tre nemici: la globalizzazione, l’Europa dei burocrati e l’Italia. È buona norma cominciare a combattere il male più vicino
    Su questo non concordo completamente. E' incominciando ad estirpare i mali lontani che si può innescare un processo virtuoso, ponendosi le condizioni della libertà. E' infrangendo la mondializzazione che si ritornerà alla dimensione etnica, l'unica a partire dalla quale si potranno ridisegnare i confini non dopo aver "riscritto" il senso dell'Europa.

  3. #3
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    Il male più vicino è l'immigrazione, secondo me. Poi il centralismo europeo e italiano.

  4. #4
    El Criticon
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    Predefinito Not quite!

    Posso dissentire?

    Il male, anzi i mali a noi più vicini sono:

    1) la massa di pecoroni padani, Leghisti esclusi

    2) il partito trasversale mediterronico

    3) gli altri popoli pecoroni europei centralisti, contrari a qualsiasi forma di autodeterminazione e di legittima difesa del proprio territorio

    4) i poteri forti modialisti o globalisti, massonici, sionisti o sharonnisti o altrimenti satanici

    5) la dipendenza tecnologica ed energetica dal petrolio

    La cosiddetta invasione islamica altro non è che una delle conseguenze dei cinque punti sopra elencati

    ELK

  5. #5
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    Alcune formulazioni mi mettono un po' a disagio: le piccole dimensioni, ad es, sono buone non perche' il piccolo in se' sia buono, ma perche' permette un piu' forte radicamento e specificita'.
    Poi mi sembra sospetta l'esaltazione del libertarismo: l'etnonazionalismo non e' libertario, e non rifiuta l'autorita' in assoluto, ma solo quelle oppressive, distanti e lontane dalla cultura autoctona. Anche le comunita' piccole per governarsi si devono dotare di istituzioni e autorita'. Il libertarismo puro e semplice, infatti, porta inevitabilmente all'individualismo critico che rifiuta tutti i legami e tutte le appartenenze, quindi anche quelle legittime e tradizionali.
    Scappare e fuggire dove capita per ricostruirsi una vita non e' etnonazionalista, ma individualista, presuppone dei singoli che hanno gia' spezzato i legami. Infatti i popoli di norma lottano per la propria sovranita' entro la propria terra, e solo in casi eccezionalissimi si vedono costretti a migrare in blocco.


    Sulle indicazioni per il presente, poi non e' vero che la globalizzazione sia meno vicina della itaglianizzazione. Anzi direi che e' + insidiosa perche' e' dentro le menti e le anime dei Padani. Non viene dall'esterno, ma dall'interno. Inoltre la globalizzazione e' molto + potente dell'itaglianizzazione, perche' ha una portata universale. Quindi direi di concentrare le difese contro il nemico + forte.

  6. #6
    Il Patriota
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    in effetti certa deriva libertaria è totalmente da respingere!!!

  7. #7
    Il Patriota
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    Originally posted by Eomer

    Poi mi sembra sospetta l'esaltazione del libertarismo: l'etnonazionalismo non e' libertario, e non rifiuta l'autorita' in assoluto, ma solo quelle oppressive, distanti e lontane dalla cultura autoctona. Anche le comunita' piccole per governarsi si devono dotare di istituzioni e autorita'. Il libertarismo puro e semplice, infatti, porta inevitabilmente all'individualismo critico che rifiuta tutti i legami e tutte le appartenenze, quindi anche quelle legittime e tradizionali.
    Scappare e fuggire dove capita per ricostruirsi una vita non e' etnonazionalista, ma individualista, presuppone dei singoli che hanno gia' spezzato i legami. Infatti i popoli di norma lottano per la propria sovranita' entro la propria terra, e solo in casi eccezionalissimi si vedono costretti a migrare in blocco.


    Condivido. Il libertarismo è un nemico per i Popoli così come lo è il comunismo.

  8. #8
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    Originally posted by Eomer
    Alcune formulazioni mi mettono un po' a disagio: le piccole dimensioni, ad es, sono buone non perche' il piccolo in se' sia buono, ma perche' permette un piu' forte radicamento e specificita'.
    Poi mi sembra sospetta l'esaltazione del libertarismo: l'etnonazionalismo non e' libertario, e non rifiuta l'autorita' in assoluto, ma solo quelle oppressive, distanti e lontane dalla cultura autoctona. Anche le comunita' piccole per governarsi si devono dotare di istituzioni e autorita'. Il libertarismo puro e semplice, infatti, porta inevitabilmente all'individualismo critico che rifiuta tutti i legami e tutte le appartenenze, quindi anche quelle legittime e tradizionali.
    Scappare e fuggire dove capita per ricostruirsi una vita non e' etnonazionalista, ma individualista, presuppone dei singoli che hanno gia' spezzato i legami. Infatti i popoli di norma lottano per la propria sovranita' entro la propria terra, e solo in casi eccezionalissimi si vedono costretti a migrare in blocco.


    Sulle indicazioni per il presente, poi non e' vero che la globalizzazione sia meno vicina della itaglianizzazione. Anzi direi che e' + insidiosa perche' e' dentro le menti e le anime dei Padani. Non viene dall'esterno, ma dall'interno. Inoltre la globalizzazione e' molto + potente dell'itaglianizzazione, perche' ha una portata universale. Quindi direi di concentrare le difese contro il nemico + forte.
    Le piccole dimensioni sono naturali e, come dici tu, permettono radicamento, specificità, soprattutto COMUNITA'. Per il resto condivido, aggiungendo che all'interno di una visione tradizionale non si possono mai dissociare autorità e autorevolezza.

 

 

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