LA LISTA BONINO ALLE EUROPEE: DUE POLTRONE PER QUATTRO
da "L’Opinione", pag.2

All’indomani della kermesse all’Ergife i Radicali si preparano alla campagna elettorale con liste militanti


di Vittorio Pezzuto

“Benvenuti al sesto congresso mensile del partito” ironizzava sabato scorso una militante bolognese della Lista Bonino. Ad appena un mese e mezzo dall’assemblea di Radicali Italiani andava infatti in scena il sesto congresso italiano del Prt - un’altro dei tanti lati mostrati dalla composita lanterna magica radicale - e la platea quasi deserta dell’Hotel Ergife non aiutava certo a confidare in un grande risultato alle prossime elezioni europee. Eppure diversi - e tutti abbastanza validi - sono i motivi che possono spiegare l’insuccesso di una kermesse che per molti si è trasformata in un vero e proprio autogol mediatico: la contemporanea militanza di molti iscritti nell’avviata campagna di raccolta delle firme sul referendum per l’abolizione della legge sulla fecondazione assistita; l’orario veramente infelice (9.30 del mattino di domenica) scelto per la commemorazione del trentennale della vittoria dei No al referendum sul divorzio; la prevista diserzione di quei leader politici che solo alcune settimane fa erano sfilati compunti per abbracciare Marco Pannella, promettergli una rinnovata attenzione alle sue battaglie e intanto tentare di sfilargli Emma Bonino; infine l’assenza dall’ordine del giorno del congresso di qualsivoglia votazione di mozioni o di nuovi organi dirigenti. Ai presenti è stato anche risparmiato il pathos che attraversa ogni partito alla vigilia della scelta dei candidati alle europee: le liste circoscrizionali della Lista Bonino - assolutamente ‘militanti’, del tutto prive di nomi esterni di rilievo - erano già state comunicate alcuni giorni prima online. Ed è bastato scorrerle per comprendere come in via di Torre Argentina anche stavolta abbiano previsto una rigidissima scaletta di priorità per quanto riguarda i futuri eletti al Parlamento di Strasburgo: subito dopo i nomi di Emma Bonino e di Marco Pannella compaiono infatti - come eventuali subentranti - quelli di Maurizio Turco (infaticabile e prezioso capogruppo uscente degli eurodeputati radicali) e Marco Cappato (neocoordinatore delle iniziative elettorali e referendarie). Gli altri deputati radicali ben difficilmente potranno quindi tornare a rioccupare il loro scranno. Ma se Gianfranco Dell’Alba ha terminato la sua seconda legislatura e se l’ex segretario radicale Olivier Dupuis è da tempo caduto in disgrazia (ormai si occupa soltanto della causa del popolo ceceno e sono mesi che appare completamente isolato nel partito), a colpire è stato invece il sostanziale accantonamento dell’economista Benedetto Della Vedova. Probabilmente, più dell’indubbio prestigio che è riuscito a guadagnarsi nel corso della legislatura in questa decisione ha pesato l’impostazione eterodossa della sua linea politica, volta a mantenere intatte le possibilità di un accordo con i settori più liberali della Casa delle Libertà. “Gli impediscono la rielezione per poter meglio criticare domani il suo passaggio in Forza Italia” commentava all’Ergife un militante lombardo. Fuori dai giochi appare anche il giovane e sanguigno segretario di Radicali Italiani Daniele Capezzone, che ha già annunciato l’intenzione di recarsi presto negli Stati Uniti per un anno sabbatico di studio.
Sono state invece le gravi condizioni di salute a sconsigliare la candidatura del presidente Luca Coscioni, affetto da sclerosi laterale amiotrofica e costretto a esprimersi tramite un sintetizzatore vocale. “Il fatto di non essere candidato - ha detto al congresso - rappresenta per me un momento di crescita sofferta, ma necessaria. Ho riscoperto, così, anche il significato della militanza radicale semmai l’avessi mai persa”. Non saranno della partita neppure Platinette (che sembra sia solo interessata a correre alle prossime regionali in Emilia-Romagna) e gli attuali consiglieri radicali in Piemonte (Carmelo Palma e Bruno Mellano) e Lombardia (Lucio Bertè, Alessandro Litta Modignani e Giorgio Myallonier). Per questi ultimi l’esclusione sembra sia avvenuta per motivi essenzialmente sessuali: la loro contemporanea presenza in lista nella circoscrizione Nord-Ovest avrebbe infatti ridotto il numero delle candidate al di sotto di quella soglia minima del 30 per cento necessaria per non incorrere in una dolorosa riduzione del rimborso delle spese elettorali. Una tesi che non convince tutti: “Potevano allora candidare solo qualcuno” ci ha detto uno degli interessati. “Spero soltanto che non l’abbiano fatto per evitare che le preferenze di chi è più conosciuto sul territorio pregiudicassero l’ordine di uscita dei candidati già deciso a tavolino”.