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  1. #1
    Virtus Fortunae Victrix
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    Predefinito I grandi viaggi sotto l'Impero Romano

    Nel tempo in cui Alessandro Magno si era conquistato un grande imperoesteso più degli attuali Stati Uniti (Dalla Grecia ad oltre l'Indo) non si conosceva quasi niente del Nord.
    Soltanto pochi anni dopo la morte del conquistatore (323 a.c.) un greco partì dalla libera città di Marsiglia (anche e in realtà sotto protezione romana) e partì per il Nord. Si chiamava Pitea di Marsiglia. Astronomo, navigatore e geografo fu il primo che stabilì con esattezza dove fosse il nord e inventò pure un metodo accurato per stabilire la posizione in mare e la latitudine con una meridiana calibrata.

    Verso Thule?

    Verso la fine del IV secolo a.c. Pitea salpò da Marsiglia in ricognizione per stabilire se la Britannia fosse un'isola o una penisola d qualche continente più a nord.
    La prima volta che vide Albione (cioè proprio la Britannia) fu a Lands End (Belerium) in Cornovaglia dove da Lungo tempo i Fenici e i Cartaginesi godevano del monopolio nel commercio dello stagno e dell'ambra.
    Di lì Pitea navigò intorno alla Britannia che descrisse di forma triangolare con tre lati ineguali. Calcolò in 4670 miglia il perimetro dell'isola con un errore di 900 miglia.
    Visitò anche le popolazioni che riferisce come "selvagge" quelle interne (probabilmene i Pitti e gli Scoti dell'estremità nord) e "educati dai contatti con gli uomini" quelli a sud, avvezzi ormai da decenni a commerciare con i Fenici e i Cartaginesi.

    Al di sopra della Britannia (probabilmente nel noto Pentland Firth a sud delle Orkney) Pitea riferisce che il mare arrivava all'altezza di 80 cubiti con una esagerazione di 36 metri.
    Proseguì ancora verso nord per sei giorni fino a "Thule" dove "non c'è ne mare nè aria ma solo un miscuglio come il polmone di mare, in cui terra ed aria sono in sospensione; il polmone di mare lega tutto insieme... la notte il sole si ritira nel suo luogo di riposo per due o tre ore".
    La relazione di Pitea circa "Thule" lascia adito a discussioni. Non sappiamo dove arrivò ne tanto meno cosa fosse il "polmone di mare". Uno branco di meduse? L'Aurora Boreale?

    Dopo aver navigato a nord decise di navigare dentro il mar baltico dove scoprì l'isola di Abalus dove l'ambra era abbondante sulla spiaggia e gli abitanti la usavano come comustibile.

    Questa non è difficile a creere nel baltico vista l'eccezzionale ricchezza d'ambra. Purtroppo l'originale racconto di Pitea è andato perduto e a noi resta solo qualche copia piena di errori di ortografia dei certosini medioevali.

    Corsa all'Indo

    Ma quando i romani si muovevano in prima persona, più che la voglia di scoprire come per i greci, c'era la voglia di arricchirsi. Ecco che Augusto, conquistato l'egitto, si trova di fronte l'oriente con tutte le meraviglie e i misteri che questo nasconde.

    Qui sebbene i romani non si imbarcassero direttamente per l'oriente erano pronti a finanziare i soliti greci disposti a navigare per tutto il globo.

    Questi uomini furono i primi a riportare informazioni autentiche circa l'India dopo che Megastene, uno Ionio, aveva condotto un'ambasceria ufficiale a Patna, nel basso Gange, nel 302 a.c.

    Lo sfondamento delle rotte per l'India avenne però solo al tempo di Augusto Tiberio (14 - 27 d.c.) , quando comparve sulla scena il mercante greco Ippalo.
    Con una grande conoscenza dei venti e della geografia Ippalò si staccò dalla costa araba e navigò in mare aperto. Facendo uso del monsone di Sud-Est, vento estivo prevalente nel mar arabico, sbarcò circa alle foci dell'Indo e al ritorno sfruttò il monsone di Nord-Est.

    Dopo pochi anni le navi romane navigavano per l'alto oceani indiano su quello che poi venne chiamato "Il vento di Ippalo". Raggionsero Malabar nel basso gange e perfino l'Indocina.
    Col regno di Adriano navi romane navigavano nel Bengala e nel 166 raggiungevano la cocincina.

    Ne 185 ambasciatori romani si presentarono alla corte dell'Imperatore del Celeste Impero cinese in nome dell'Imperatore Marco Aurelio.

    Poi la recessione ecoomica impedì a tutti, perfino allo stato, di finanziare spedizioni del genere. Ma fin sotto Commodo (180 - 192 d.c.) trovare navi romane nell'oceano indiano fino al siam era tutt'altro che improbabile.

    L'Arabia Felix

    Nel frattempo la penisola arabica rimaneva in gran parte sconosciuta. La principale iniziativa di scoperta e conquista risale al 25 a.c.
    Un esercito composto da una legione più truppe ausiliarie (circa 10.000 uomini) al comando del Tribuno Elio Gallo partì per sottomettere la ricca regione dell'Arabia Felix sulle coste dello Yemen e le sua ricca capitale San'A.
    Sei mesi più tardi, traditi da una guida che li condusse all'interno senza scorte di cibo e acqua, l'esercito stremato si ritirò.

    L'Africa interna

    Se le coste africane del mediterraneo erano conosciute da secoli e oramai tutte visitate, l'Africa sub saariana era ancora tutto un mistero e i suoi popoli erano tutti chiamati Etiopi.
    Sempre nel 25 a.c. Il proconsolo della provincia di Cirenaica Petronio comandò una incursione contro la regina Candace d'Etiopia. Invece però di seguire la grande ansa de nilo a monte di Corosco egli prese una scorciatoia tagliando per 200 miglia attraverso il deserto di nubia per poi catturare e saccheggiare Napata, capitale dell'Impero Etiope e della regina Candace.

    Le mitiche sorgenti del Nilo

    Nerone (37 - 68 d.c.), amante della cultura e delle scoperte più di quanto ammetta la storiografia latina, inviò una piccola avanguardia alla scoperta delle sorgenti del nilo, in modo che una volta aperta la strada, potesse progettarne una in grande stile con lui al comando.
    La spedizione raggiunse Meroe sul nilo bianco dove erano boschi, erba verde e tracce di elefanti e rinoceronti.
    Risalirono ancora il corso del fiume fino ad una regione interamente coperta da paludi lo sfogo delle quali non era noto nemmeno agli abitanti della zona. Le piante erano abbarbicate nel terreno e perfino nell'acqua e non si poteva andare avanti. Essi avevano raggiunto l'altopiano prima del Ruanda che nessun occidentale avrebbe rivisto fino al XIX secolo inoltrato.

    Incursione al lago Ciad

    Nell'Africa settentrionale i margini coltivabili (molto più estesi degli attuali) erano sottoposti alle scorrerie dei predoni del deserto e il pattugliamento romano delle province era qualcosa di estremamente rischioso.
    Nel 19 a.c. Cornelio Balbo, governatore della provincia dell'Africa Nova attraversò il deserto libico per occupare Yerna, la capitale di una di queste tribù nomadi, i Garamanti, nel Fezzan attuale. Più tardi un tribuno, Giulio Materno, preoccupato per le incursioni tornò a Yerna nel fezzan. Capito che le incorsioni non erano partite di qui continuò il suo viaggioper quattro mesi fino a "uscire dal deserto e trovarsi in una prateria, in ria ad un grande lago dove centinuaia di rinoceronti si ritrovavano (lago Ciad per accoppiamenti) e poi marciò ancora ad est (altopiano sudanese) per un mese per poi fare ritorno a Cartagine.

    L'impervio Atlante

    Nel 42 d.c. Svetonio Paolino, nel corso della conquista della Mauretania voluta dal Divo Claudio, dette la caccia ai ribello attraverso l'Atlante. Il futuro vincitore di Boadicea raggiunse il non precisato fiume ger dopo aver varcato l'Atlante per poi tornare indietro con molto legname odoroso (larice e ginepro probabilmente)

    L'Irlanda

    Non ho trovato molto su questo argomento. Da Tacito sappiamo come Agricola ostentasse l'ospitalità che dava a alcuni principi irlandesi scacciati dall'Isola. Essi speravano di farvi ritorno con i romani. Sappiamo che c'era un piano per l'invasione della Irlanda che permettesse di accerchiare gli scoti che al nord non si arrendevano e per tagliare i rifornimento che arrivavavno a loro dall'isola irlandese.
    Ma di questo piano non abbiamo mai saputo di più se non accenni di Tacito.
    Eravamo rimasti per secoli nella convinzione che i romani avesserp conquistato l'Isola di Mann potendo, con questa, controolare tutti i traffici nel tratto di mare tra irlanda e bretannia. Pensavamo che questo bastasse ai romani.

    Eppure sono stati scoperti tre forti romani sulle coste orientali della Irlanda, all'altezza di Dublino risalenti al periodo tra Claudio stesso e Alessandro Severo. Non sappiamo se erano teste di ponte per una invasione o solo forti per un controllo preventivo di eventuali minacce o se fossero nati per la prima ragione e poi trasformati nella seconda.

    Cert che con la crisi dell'impero la sicurezza di questi avanposti venne meno. AL tempo di Diocleziano erano goà stati evacuati.

    In Inghilterra le cose andarono meglio. sebbeno non si riusci mai a conquistare l'inetra isola i Romani occuparono per lunghi periodi territori molto maggiori di quelli contenuti dal Vallo di Adriano o di Antinino Pio.

    Ma torneò sull'argomento della Britannia Romana come voglio tornare su la conquista della Germania e l'attraversamento del reno, del weser e perfino dell'Elba.

  2. #2
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    Predefinito

    caro Guglielmo, ho riportato qualche dato interessante sul viaggio romano in Messico nell'altro thread (storia nascosta):

    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=12607

    saluti

  3. #3
    Virtus Fortunae Victrix
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    Predefinito Germania Romana

    Le prime incursioni che i Romani effettuarono nella libera Germania furono quelle di Caio Giulio Cesare durante la sua guerra gallica. La libera Germania era il territorio che si estendeva oltre il Reno, diviso da essa dalla Gallia vera e propria. I germani però non devono essere pensati come un unico popolo unito. Essi erano divisi in tribù e la loro maggior occupazione era di farsi la guerra tra loro. Scarsi gli insediamenti agricoli, vivevano di caccia e di saccheggi. Più civilizzate le popolazioni stanziate lungo il corso del reno. La vicinanza con l'importante via di comunicazione costiuita dal fiume stesso li rendeva più aperti ai rapporti con altri popoli e il terreno che qui non è sempre ghiacciato è più adatto all'agricoltura che non nelle fitte foreste dell'interno dove penetrava poca luce o lungo l'Elba dove il terreno è duro a coltivarsi.

    Dopo le puntate di Cesare, volte a intimorire i Germani che spesso aiutavano i Galli contro i Romani e non ad una conquista del territorio, le legioni di Roma si spinsero nuovamente in queste terra specialmente sotto il principato di Augusto.

    Tiberio (il futuro imperatore) Druso e Germanico furono i condottieri che maggiormente si spinsero in queste regioni.
    Tiberio circunnavigò la danimarca ridiscndendo nell'entroterra lungo il fiume Weser, Druso si spinse lungo la terraferma (morirà per una ferita, una frattura scomposta probabilmente, procuratosi cadendo da cavallo mentre attraversava addirittura l'ELba) e Germanico fu l'autore delle più grandi vittorie e anche dell'ultima ottenuta con lo scopo di sottomettere la germania ottenuta dai Romani.

    Ma andiamo con ordine.

    Dopo il 10 a.c. la presenza di mercanti romani comincia a divenire stabile nei pressi della sponda destra del reno (cioè non in Gallia ma in Germania) e Roma capisce che questo territorio sarebbe un buon punto di forza per molti motivi.
    Per le importanti materieprime: ferro, ambra e legname
    Per gli schiavi che si potrebbero catturare.

    Ma soprattutto il motivo scatenante u un'altro. Quello di tutte le guerre romane condotte la repubblica: la difesa preventiva.

    I Romani attaccavo i potenziali nemici prima che questi potessero farlo a loro volta.
    I Germani erano una minaccia troppo grave per non essere affrontata. Basti ricordare i Cimbri e i Teutoni che quasi un secolo prima avevano saccheggiato mezza europa prima di essere sconfitti e dispersi dal Console Mario.

    Le tribù germaniche, che si facevano sempre la guerra, facevano spesso fronte comune contro i Romani.
    Ma dove essi non arivavano con le forze, arrivavano con la diplomazia. Lo stesso Arminio, il generale germano che sconfisse Varo e massacrò tre legioni (ne parleremo dopo) nella Selva di Teutoburgo era stato alleato romano e era stato educato a Roma. Passerà addirittura la sua vecchiaia a Ravenna in una splendida villa, nonostante il disastro che causò a Roma.

    I Romai sfruttavano le discordie interne tra lefazioni interne delle tribù barbare. Appoggiando ora quel capo ora l'altro in modo da indebolirle.

    Dopo tre anni dilimitati scontri nel 4 d.c. la guerra in Germania riprese con rinnovato vigore. Tiberio, accompagnato tra gli altri dallo storico Gaio Velleio Patercolo col grado di magister equitum, oltrepassò il Reno e raggiunse in quell'anno il Weser. L'anno successivo reggiunse l'Elba (Albis per i Romani) dove trovò anche la flotta che nel frattempo aveva esplorato tutte le coste dell'odierno Jylland. Nel 6 d.c. con l'appoggio di Gaio senzio Saturnino (console due anni prima) si portò contro i Marcomanni di Maroboudo stanziati in Boemi per assicurare le comunicazioni tra l'alta valle dell'Elba e l'Alto corso del Danubio.

    La Germania non è mai stata trasformata completamente in una provincia. Non fu mai tale. Ma mancò poco che fosse trasformata in ciò. Nel 9 d.c. Il dominio romano sulla germania del nord era ormai indiscusso. Tutte le tribù o si erano arrese o erano sconfitte. Solo i Marcomanni, nell'attuale Boemia, resistevano.

    Nel 6 a.c. era stata allestita una grande spedizione che doveva accerciarli e che era parzialmente iniziata (come citato sopra) prima della rivolta illirica

    Numerose legioni (forse sei) dovevano partire dalla Germania pacificata e dirigersi a sud verso la boemia, mentre dall'attuale Vienna (Vindobona romana) altrettante legioni dovevano marciare verso nord. I Marcomanni sarebbero stati attaccati su due fronti e avrebbero presumibilmente perduto.

    Dodici legioni più le truppe ausiliarie significa un contingente di circa 80.000 uomini. Non poco.

    A giorni dall'inizio dell'offensiva ci fu una delle più terribili rivolte che Roma dovette affrontare. Si ribellò tutto l'Illirico (circa attuale ex Jugoslavia) e otto di queste legioni dovettero essere spostate nella zona per domare la rivoltà. La guida delle operazioni fu affidata a Tiberio.

    La ribellione fu domata solo nel 9 d.c.

    Cinque giorni dopo che Germanico (aveva aprtecipato alla repressione in dalmazia gli ordini di Tiberio) era venuto a Roma per annunciare ufficialmente la fine delle rivolte illiriche, giunsero nella capitale le prime voci sulla disfatta di Publio Quintilio Varo.
    Immediatamente Tiberio partì per la Germania senza festeggiare il suo trionfo per il lutto cittadino.

    Publio Quintilio Varo, console nel 13 a.c., marito della nipote di Augusto Claudia Pulcra e governatore della Siria al tempo della morte di Erode mentre avanzava dai quartieri invernali verso il Visurgis (fiume Weser) cadde in un agguato nella selva di Teutoburgo (luogo di incerta ubicazione, forse la vasta foresta della Westfalia tra l'Ems e il Weser dove oggi sorge Teutoburger Wald).

    Era il 2 giugno del 9 d.c. e gli attacnti erao i Cheruschi guidati dal loro capo Arminio.
    Vannero massacrate tre legioni e un numero imprecisato di truppe ausiliarie.
    Inoltre andarono perse le aquile, cioè le insegne delle legioni e questo era considerato un'onta indelebile per il comandante che la subiva.
    Tutte le fonti sono concordi che la sconfitta sia da attribuire alla inesperienza di Varo che era più un amministratore che non un guerriero. Infatti egli aveva amministrato la pacifica Siria ed era in Germania non per conquistare o combatterema per organizzare la raccolta dei tributi in quelle regioni.
    Anche egli riconobbe le sue colpe gettandosi sulla sua spada e dandosi così la morte.

    Tiberio accorso sul posto trovò il caos. I legionari scappavano oltre il Reno e mancò poco che non distruggessero in ponte per paura di essere inseguiti lasciando così inetre coorti solo contro i Germani.
    Tiberio instaurò una ferrea disciplina che riportò in breve la calmatra i Romani. Era solito mangiare seduto per terra come i suoi soldati e voleva essere svegliato a qualsiasi ora purchè lo si tenesse informato anche delle minime cose.

    Le campagne ripresero, se non altro per ristabilire la calma tra le truppe. Rioltrepassato il Reno, i romani, ritrovata la fiducia risconfissero ripetutamente i Germani, ma rimandarono di qualche anno l'occupazione della Germania che Germanico diceva essere vicina.

    Infatti fu grande lo scontro tra lui eTiberio
    Germanico pensava che bastasse, visto le vittorie ottenute nonostante la recente sconfitta di Varo, un anno a ripacificare la germania e a trasformarla definitivamente in provincia. Il confine dell'impero sarebbe stato lungo l'elba, con una palizzata a difendere il territorio tra questa e il Danubio. Ti berio invece pernsava che fosse il caso di farcalmare le acque e riprendere l'offensiva dopo un anno o due.

    Francamente tutti gli storici concordano con Tiberio. Le stese vittorie di Germanico erano state ottenute correndo rischi troppo alti.

    Quando Tiberio fu fatto imperatore (14 d.c.) si tornò a parlare di annessione di Germania.

    Se ne incaricò Germanico che riportò fra tutte la splendida vittoria di Idistavisio (incertalocalità vicino l'ELba) dove ben 10 legioni romane, circa 60.000 uomini in una battaglia campale di dimensioni immani per l'epoca, sbaragliarono gli ultimi germani (le fonti romane dicono 90.000, fonti germaniche non ne abbiamo) che si oppoinevano all'annessione.

    Direte voi. Perchè allora la Germania non fu proclamata provincia e annessa? Non si sa con precisione. C'è chi sostiene per l'invidia di Tiberio che spedì Germanico in Oriente dove trovò morte misteriosa (si parla di avvelenamento da parte del console di Siria istigato da Tiberio) il 10 ottobre del 19 a.c.
    Altri pensano che le vittorie di Germanico non fossero risolutive come sosteneva questi.

    Tiberio costruì un altare dove era morto Druso varcando l'elba mentre Germanico costrui un altro altare con un ossario dove erano raccolte tutte el ossa dei legionari massacrati proprio dove Varo fu sconfitto. Ogni anno in questi luoghi venivano compiuti sacrifici e marce militari in onore dei defunti. Regolarmente i Germani li distruggevano e regolarmente i Romani li ricostruivano. Ancora al tempo di Domiziano,nell 89 d.c., i giochi erano praticati se questo imperatore durante la sua campagna in Germania durante la quale conquistò definitivamente gli Agri Decumates (Teeritorio traingolare tra la foce del Reno e del Danubio dove il confine dell'impero non seguiva i fiumi ma si spingeva nell'entroterra) l'imperatore ricostrui entrambi gli altari e di persona si recò a quello sorto sul luogo del disastro di Varo per eseguirvi marce militari mentre inviò dei distaccamenti a eseguirli sull'elba dove era morto Druso e dove c'era un suo altare in suo onore.

    Di annessioni della Germania però dopo Tiberio non si parlò più concretamente anche se molti imperatori si erano promessi di portarla a termine.

    Devo portare anche una ulteriore notizia per completezza. Si dice che Marco Aurelio, dopo le scorrerie dei Marcomanni terminate con la vittoria romana nel 180 d.c. guidata dall'Imperatore in persona, avesse deciso di annettere definitivamente la Germania secondo il volere di Augusto per risolvere il problema definitivamente. Pare che gli accampamenti trovati lo dimostrino in quanto tipici accampamenti stabili e non mobili. Riportare il confine sull'Elba non sarebbe stato difficile a qquel punto per l'Imperatore Marco Aurelio. Aveva sconfitto ogni oppositore all'espansione romana in Germania durante una lunga guerra. Ma la morte lo colse improvvisamente e il figlio Commodonon aveva alcuna intenzione di continuare la guerra e questo disegno d'annessione, se in effetti c'è stato come si pensa negli ambienti ultimamente, Marco Aurelio se lo è portato gelosamente nella tomba.

  4. #4
    Virtus Fortunae Victrix
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    Predefinito Ecco il programma a "breve scadenza"

    Col permesso dei moderatori vorrei inserire anche i seguenti punti:

    1)Britannia Romana e ricerca di notizie su "Il lamento dei Bretoni"

    2)Bosforo (odierna crimea) romano

    Queste sono le tappe a breve cadenza.
    Chi sa dirmi qualcosa su "Il lamento dei Bretoni"?

    Io so solo che fu un opera scritta da un autore pagano della britannia dopo che nel 410 d.c. i romani abbandonarono definitivamente l'Isola per evitare l'accerchiamento e di rimanere isolati nell'isola dal resto dell'impero dopo che la notte del 31 dicembre del 406 (405 secondo alcuni) i Barbari sfondarono definitivamente la frontiera renana camminando sul reno ghiacciato. La britannia piombò nel caos e nell'anarchia e i suoi abitanti chiesero con quest'opera aiuto all'imperatore che peròin quel momento non potè far niente. Credo che una legione venne inviata successivamente, intorno al 418 ma ormai l'isola era perduta e Roma non aveva forze da mandare in giro per l'europa visto che oramai tutti erano in pericolo Imperatore compreso.

  5. #5
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    Grazie per gli interessantissimi interventi, G.O.
    x quanto riguarda l'ambascieria di Marco Aurelio presso l'imperatore cinese, mi sembra di ricordare che ci fosse un articolo in proposito nel sito di Est-Ovest (dove per altro c'è anche un saggio di Monastra sulle mummie indoeuropee in Cina - altro argomento non di poco interesse!).

  6. #6
    Virtus Fortunae Victrix
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    Caro Patrizio,
    mi farebbe piacere se tu, o chi ha del materiale sulla materia, parlassi dell'ambascerie Romane in Cina. Purtroppo io non ho niente! Ho solo un libro su cui si dice che "ambasciatori romani si presentarono alla corte dell'Imperatore del Celeste Impero cinese nel 189 d.c. in nome dell'Imperatore Marco Aurelio".

    Mi farebbe piacere che qualcuno approfondisse il discorso.

    So invece di due ambascerie inviate dai cinesi verso Roma e il suo impero ma che furono tali inviati furono sempre imprigionati dai Sassanidi e mandati indietro dopo anni di galera perchè i Sassanidi (per la verità anche i parti sarebbero coinvolti e quindi le ambascerie sono sicuramente più di due) non volevano contatti fra i due popoli per evidenti ragioni. Su questoaggiungerò tra breve.

    Aspetto però notizie su ambascerie romane e su cosa pensavano i cinesi dei Romani

  7. #7
    Virtus Fortunae Victrix
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  8. #8
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    Originally posted by G. Oberdan
    Caro Patrizio,
    mi farebbe piacere se tu, o chi ha del materiale sulla materia, parlassi dell'ambascerie Romane in Cina. Purtroppo io non ho niente! Ho solo un libro su cui si dice che "ambasciatori romani si presentarono alla corte dell'Imperatore del Celeste Impero cinese nel 189 d.c. in nome dell'Imperatore Marco Aurelio".

    Mi farebbe piacere che qualcuno approfondisse il discorso.

    So invece di due ambascerie inviate dai cinesi verso Roma e il suo impero ma che furono tali inviati furono sempre imprigionati dai Sassanidi e mandati indietro dopo anni di galera perchè i Sassanidi (per la verità anche i parti sarebbero coinvolti e quindi le ambascerie sono sicuramente più di due) non volevano contatti fra i due popoli per evidenti ragioni. Su questoaggiungerò tra breve.

    Aspetto però notizie su ambascerie romane e su cosa pensavano i cinesi dei Romani
    Io sapevo che le ambascerie erano in nome di Antonino Pio.

    Cmq da qualche parte ho letto (spero di ritrovare la fonte) che in Cina giunsero per vie traverse alcuni legionari scampati a Carrae.

  9. #9
    estoy de puta madre aquì
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    Ho trovato qualcosa ma sembrano semplici supposizioni senza prove concrete.

    Baffled peasants in a windswept village in Gansu province are being described by Chinese newspapers as blond-haired, blue-eyed descendants of Roman mercenaries who allegedly fought the Han Chinese 2,000 years ago. While no one in the modern town of Lou Zhuangzi is fair and there is no proof that the Romans ever set foot in Gansu before the Christian era, the reports have revived discussion over whether a group of Romans offered their services to the Hun warlord Jzh Jzh in 36 B.C. before settling in the Gansu village of Liqian, thought by some to be Lou Zhuangzi.

    This idea was first proposed by Homer Hasenphlug Dubs, an Oxford University professor of Chinese history, who speculated in 1955 that some of the 10,000 Roman prisoners taken by the Parthians after the battle of Carrhae in southeastern Turkey in 53 B.C. made their way east to Uzbekistan to enlist with Jzh Jzh against the Han. Chinese accounts of the battle, in which Jzh Jzh was decapitated and his army defeated, note unusual military formations and the use of wooden fortifications foreign to the nomadic Huns. Dubs postulated that after the battle the Chinese employed the Roman mercenaries as border guards, settling them in Liqian, a short form of Alexandria used by the Chinese to denote Rome. While some Chinese scholars have been critical of Dubs' hypothesis, others went so far as to identify Lou Zhuangzi as the probable location of Liqian in the late 1980s.

    Ten years later, still no academic papers have been published on the subject, and no archaeological investigation has been conducted in Lou Zhuangzi, but the media and local government remain unfazed. County officials, sensing potential tourist revenue, have erected a Doric pavilion in Lou Zhuangzi, while the county capital of Yongchang has decorated its main thoroughfare with enormous statues of a Roman soldier and a Roman woman flanking a Communist party official.

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    Sarebbe interessante sapere dove erano tenuti prigionieri. Perchè Carre é vicina ai confini imperiali. Per cui pensare che abbiano attraversato tutto l'impero dei Parti per andare in Cina invece di dirigere ai vicini confini romani sarebbe poco credibile. Se invece pensiamo che i prigionieri furoo condotti all'iterno dell'impero allora è teoricamente probabile.

    Una cortesia che chiedo a chiunque mi può essere d'aiuto. Forse annego in un bicchier d'acqua ma non riesco a tradurre...

    use of wooden fortifications foreign to the nomadic Huns. Dubs postulated that after the battle the Chinese employed the Roman mercenaries as border guards, settling them in Liqian, a short form of Alexandria used by the Chinese to denote Rome.

    Chi mi può aiutare a tradurla?

 

 
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