Questo articolo è stato scritto dal revisionista tedesco-canadese Ernst
Zuendel, in carcere a Toronto da oltre un anno e considerato una
"minaccia per la sicurezza del Canada ". Lo ha scritto a matita, su
fogli messi sul coperchio del WC (non essendoci un tavolo nella cella) e

stando in ginocchio (non essendoci nemmeno una sedia).
Tale è la sorte che le democrazie riservano a coloro che non accettano
la storia scritta dai vincitori.

STATI UNITISRAELE: IL MOSTRO A DUE TESTE

Il corpo politico americano è composto da due teste. Quella del
capitalismo WASP e quello della lobby ebraica al servizio degli
interessi israeliani. Si sta quindi assistendo, situazione terribile per

uno Stato, allo scontro frontale, ai vertici del potere, fra due forze
contrapposte.
Da una parte i "nazionalisti", ossia il "complesso industrial-militare
americano", preoccupato dei suoi interessi petroliferi e risorse nel
settore e rappresentato da Bush, Cheney, uomini della Haliburton, della
Bechtel Corp. etc.
Dall'altra, la lobby ebraica.
I Goyim vogliono impadronirsi del petrolio e dei metalli preziosi non
solamente in Iraq, ma in tutta la regione, compreso l'Iran, l'Arabia
Saudita, il Kuwait, il Bahrein. Tutte regioni produttrici di petrolio,
nonchè l'Afghanistan (porta aperta a quell'oceano di petrolio che è il
bacino del Mar Caspio).
Bush e i circoli "Gentili" capitalistici americani ambiscono a questo
bottino da almeno due decenni, in quanto la Cina, l'India, il Pakistan
ed il Sud-Est asiatico si "motorizzano" ad una velocità tale che in meno

di dieci anni essi inghiottiranno, in un solo anno, tutto il petrolio
prodotto attualmente nel mondo.
L'America deve quindi controllare le risorse per evitare di esserne
privata assieme all'Inghilterra e a tutta l'Europa, le quali si
fermerebbero di colpo, con ripercussioni economiche mai viste nella
storia dell'umanità.
Ma per avere questo petrolio, gli americani devono avere in mano la
regione. Senza stabilità, niente petrolio.
Gli israeliani, all'occorrenza la quinta colonna israeliana, gli ebrei
americani, i "neo-con", presenti ai maggiori vertici del governo, nei
servizi d'informazione e nei media, hanno invece bisogno di un Medio
Oriente diviso, destabilizzato e caotico.
Ecco il perchè dell'11 Settembre. C'era bisogno di una nuova Pearl
Harbour!
Per i Goyim, un pretesto per rubare le ricchezze del Medio Oriente. Per
gli ebrei, un motivo per gettare l'Iraq nel caos.
Le "armi di distruzione di massa di Saddam" sono servite al caso.
Lo si sa oggi, grazie ad agenti israeliani ed ebrei, ossia da fonti
provenienti dalla cricca Likud-Sharon, Wolfowitz, Perl, Rumsfeld.
Gli israeliani volevano distruggere Saddam Hussein perchè era il solo
dirigente nella regione tanto spietato, quanto astuto, da tenere assieme

un popolo costituito da tribù antagoniste, come i bellicosi curdi e
fanatici religiosi.
Saddam governava con pugno di ferro perchè non c'è altro modo di
garantire la stabilità di questo paese, e questo da tempo immemore.
Gli ebrei però sanno che l'America è in pieno fallimento finanziario,
che è diventata una polveriera di problemi razziali, pronta ad esplodere

in caso di depressione e di aumento massiccio della disoccupazione e che

quindi bisogna agire velocemente.
Wolfowitz, Perl, Kristol e altri hanno quindi sfruttato la tragedia
dell11/9 e strumentalizzato l'onda ati-musulmana che ne seguì, così come

l'avevano previsto gli ideatori degli attentati stessi.
I "neo-con" sapevano di disporre soltanto di un piccolo margine, prima
che la politica del cartello Bush-Cheney si accavallasse con la loro.
Essi dovevano agire nel corso della prima parte del mandato di Bush
perchè i benefici raccolti da Bush in seguito all'11 Settembre
cominciavano ad attenuarsi. Gli alti papaveri del Pentagono invece
volevano aspettare, prepararsi meglio, ottenere più truppe.
Va ricordato che lo Stato Maggiore voleva almeno da 200.000 a 250.000
soldati e Powell chiedeva la partecipazione delle Nazioni Unite.
Vedendo, ovunque nel mondo, milioni di persone scendere nelle piazze
contro la guerra, i neo-con hanno deciso di far precipitare le cose,
producendo falsi rapporti di agenzie di controspionaggio. Le loro
menzogne hanno trascinato gli Stati Uniti e la Gran Bretagna in una
guerra con la complicità di due dirigenti "pesi-piuma", Bush e Blair,
avidi di gloria a buon mercato (e di conseguenti privilegi).
Così l'Iraq e i suoi 21 milioni di abitanti, ridotti a popolo del Quarto

Mondo dalla Guerra del Golfo del 1991 e da 13 anni di sanzioni mortali,
sono stati ridotti in polvere.
Israele voleva schiacciare Saddam Hussein tramite la macchina bellica
americana perchè, dopo 25 anni, era per loro una costante fonte di
irritazione. Ma essi volevano anche intimidire e spaventare le altre
nazioni arabe con l'esempio della totale devastazione dell'Irak.
Un pò come il trattamento al quale io, oggi, sono sottoposto, servendo
da spauracchio per i gruppi patriotici.
Gli arabi ora conoscono la misura dell'influenza che Tel Aviv esercita
su Washington.
Essi sanno che lo stato ebraico può farli azzannare dal proprio Golem,
dal pitbull americano, quando meglio gli aggrada.
Gheddafi l'ha capito per primo e non ha mai voluto stuzzicarlo, nemmeno
dopo che Reagan bombardò la Libia.
Inoltre, dopo l'annientamento dell'Iraq, Gheddafi che si era sempre
rifiutato di addossarsi le responsabilità per l'attentato di Lockerbie,
ha accettato di versare 2,7 miliardi di dollari di risarcimento agli
aventi diritto delle 270 vittime e di riconoscere umilmente " la
responsabilità degli atti dei suoi rappresentanti " (Newsweek, 1°
Settembre 2003, pag. 4).
Possiamo essere certi che è stato il trattamento inflitto all'Iraq a
portare Gheddafi a sborsare questi soldi e queste scuse.
Il terrore è una lingua che i popoli medio-orientali capiscono meglio di

qualunque altro.
Gli israeliani hanno raggiunto il loro primo obiettivo: Saddam non c'è
più
Il suo esercito è stato distrutto. Israele farà ora ciò che fece in
Libano nel 1982: destabilizzare la regione, affinchè tutti si battano
contro tutti.
Se un esponente religioso o politico di spicco entrerà in scena
raccogliendo consensi, verrà semplicemente eliminato.
Questa politica viene applicata da secoli, come provato in un libro di
Nachman Ben-Yehuda pubblicato dieci anni fa: "Political Assassinations
by Jews, a Rhetorical Device for Justice" (gli assassinii politici degli

ebrei, uno strumento retorico per la giustizia), State University of New

York Press, 1993.

Ci si ricorderà del famoso Caso Lavon (dal nome del Ministro della
Difesa israeliano del 1953, Pinhas Lavon, che fu costretto alle
dimissioni dopo la rivelazione dello scandalo): gli israeliani si
apprestavano a far saltare in Egitto dei consolati americani ed agenzie
di stampa, allo scopo di "raffreddare" le "teste calde musulmane di
Nasser". Sono stati presi, processati ed impiccati.
Ci si ricorderà che Menahem Begin fece saltare il quartier generale
britannico in Palestina, l'Hotel King David, che provocò molti morti e
feriti, civili e militari.
Ci si ricorderà che Shamir e la sua banda di assassini uccisero Lord
Moyne, funzionario delle Nazioni Unite, senza il minimo scrupolo e senza

che ciò comportasse per loro la minima conseguenza.
Ci si ricorderà anche che Moshé Dayan massacrò civili innocenti a Deir
Yassin, come Sharon a Sabra e Chatila e a Jenin, e sempre nell'impunità
più totale, niente embarghi, niente processi per crimini di guerra,
niente di niente!

Le operazioni "mirate" contro personalità religiose o politiche e contro

agenti di sicurezza, hanno sempre fatto e fanno tutt'ora parte della
politica israeliana, come le mutilazioni e le ferite inflitte, rompendo
volontariamente le ossa ai detenuti (durante la prima Intifada, le
televisioni di tutto il mondo diffusero un reportage dove si vedevano
dei militari israeliani spezzare, col calcio del fucile, le braccia e le

gambe di giovani palestinesi catturati), incappucciando i prigionieri
(tecnica adottata dagli americani in Afghanistan ed in Iraq) e
rinchiudendoli in campi di concentramento come gli americani stanno
facendo a Guantanamo oggi, rifiutando ai detenuti un processo legale, il

beneficio dell'habeas corpus, la libertà di parola, di riunione e di
associazione.
Sono le armi utilizzate dall'occupazione israeliana fin dal 1948 in
Palestina ed è ciò che fanno oggi gli americani.
Se i popoli liberi non vogliono vedere ciò, o quando lo vedono non
sembrano comprenderne il significato, è semplicemente perchè i media ed
il sistema educativo li ha ridotti ad un livello mai visto finora nel
cosìdetto "mondo civilizzato".
Questi popoli sono manipolati emotivamente, psicologicamente ed anche
mentalmente al punto che non possono più ragionare ed ancor meno agire
nel senso del loro interesse. E questo vale tanto per gli individui, che

per le comunità, che per gli stati. Cosa significherà questo per l'Iraq
e per il ruolo degli Stati Uniti?
Questa guerra è stata una guerra per procura, diretta dal cane da
guardia americano d'Israele, al quale è stato provvisoriamente sciolto
il guinzaglio affinchè possa distruggere il nemico più pericoloso
d'Israele nella regione.
Portato a termine il compito, Israele è più sicura oggi di quanto lo
fosse negli anni scorsi e lo sarà ancora per molto tempo ancora.
Gli israeliani se ne infischiano altamente dei Goyim che muoiono durante

gli attentati terroristici.
Se ne strafregano che il gradimento di Bush sia in ribasso, che la sua
presidenza sia in difficoltà.
Non hanno dimenticato che Bush padre ed il suo amico James Baker,
avevano rifiutato loro un "prestito" di 10 miliardi di dollari. Non
hanno mai dimenticato che Bush figlio non ha mai preso un solo ebreo
nello studio ovale.
Non hanno digerito che Sharon non sia stato ricevuto alla Casa Bianca
prima dell'11 Settembre e non è certo il piano di pace di Powell che
poteva sistemare le cose.
In questo contesto, non è una probabilità straordinaria, che gli
attentati di New York e Washington abbiano "riordinato" le idee di Bush,

facendogli cambiare politica circa Israele. E tutto questo dall'oggi al
domani!

Che cosa può ancora succedere in Iraq? Israele si è sempre opposto alla
presenza di osservatori delle Nazioni Unite e, ancor di più, all'impiego

di Caschi Blu. Gli israeliani sanno che, ogni volta che i loro interessi

sono in gioco, le Nazioni Unite, composte in maggioranza da paesi del
Terzo Mondo ostili, votano contro Israele.
Tel Aviv continuerà quindi ad applicare la stessa politica di
ego-centrismo: " distruggere tutto ciò che non è nell'interesse di
Israele e degli ebrei ".
Non avendo nulla da guadagnare da un Iraq stabile e prospero, essi
faranno assassinare chiunque, si opporranno a qualsiasi politica,
faranno fallire ogni iniziativa mirata alla normalizzazione della vita
in Iraq.
Il caos, la guerra civile, le rivolte, i conflitti religiosi, la
povertà, la disoccupazione, le condizioni sanitarie insufficienti ed
anche la fame nei paesi arabi, tutto ciò serve agli interessi
israeliani.
Fare in modo che le cose restino tali, fa parte della loro politica.
Come a Gaza, Cisgiordania ecc.
In questo contesto, l'arrivo dell'alto diplomatico delle Nazioni Unite,
esperto nella "costruzione di una nazione", Sergio Vieira de Mello,
venuto direttamente dal centro dei diritti umani delle Nazioni Unite di
Ginevra, non poteva che dispiacere agli israeliani ed agli americani.
Tanto più che, inorridito da ciò che aveva visto nel corso dei tre mesi
trascorsi in Iraq, egli, scandalizzato dalla politica americana nei
confronti del petrolio irakeno, aveva, scrisse il newsweek, " convocato
il suo principale protavoce alle Nazioni Unite, Salim Loue, per
chiedergli di "redigere una dichiarazione pubblica che condannasse le
incurie dell'esercito americano".
Questo comunicato, che metteva in evidenza una grave divergenza tra le
Nazioni Unite e gli Stati Uniti, a proposito dell'Iraq, doveva essere
diffusa dopo la conferenza stampa di de Mello.
Ma Vieira morì sotto lastre di cemento, alle ore 16.37. La conferenza
aveva evidenziato le difficoltà relazionali di de mello nei confronti
dell'amministratore-capo americano, L. Paul Bremer.
Il comunicato non fu mai reso pubblico. Qualche decina di minuti prima,
racconta il Newsweek, un enorme camion aveva attraversato tutta Baghdad,

nonostante le pattuglie ed i posti di blocco americani, trasportando,
sotto il telone, delle bombe, obici d'artiglieria e obici da mortaio.
Non fu ne fermato, ne perquisito. Senza destare il minimo sospetto,
questa bomba ambulante fu "posteggiata" in prossimità del quartiere
generale delle Nazioni Unite. Questa esplose, uccidendo Vieira de Mello
e altre 24 persone, ferendo gravemente 86 persone.
Come è possibile che sia potuta uscire una bomba da 250 Kg. da uno dei
bunker di munizioni di Saddam, sorvegliati 24 ore su 24.
Come è possibile averla caricata su un camion, con l'ausilio di una gru
o di un carrello elevatore senza che nessuno se ne accorgesse? Chi, quel

giorno, aveva più da guadagnare dalla morte di quest'uomo prima che
venisse diffusa in tutto il mondo una presa di posizione delle Nazioni
Unite che avrebbe potuto cambiare il corso della storia dell'Iraq?
Quale sarà quindi la politica degli israeliani e degli americani
nell'Iraq occupato? I giornali ce lo hanno spiegato prima che la guerra
cominciasse: sarà quello che gli Alleati applicarono al Reich sconfitto
nel 1945! un'occupazione brutale, soffocante. Una dittatura militare,
una politica di smembramento, mirante ad indebolire lo stato conquistato

e a ridurlo politicamente e militarmente all'impotenza.
Nello stesso modo in cui la Germania fu spezzettata (Prussia Orientale,
Slesia, Saar ecc.), l'Irak verrà smembrato in zone sciite e zone
sunnite. Come in germania, lo stato dei Sudeti fu artificialmente
incorporato nella Cecoslovacchia, anch'essa creata in modo non meno
artificiale, nascerà uno Stato Curdo e separato dall'Iraq.
In India gli inglesi, con soli 30.000 soldati, controllarono i 230
milioni di abitanti che allora contava questa nazione-continente, perchè

gli indiani non la smettevano di farsi le guerre tra di loro.
Nel Medio-Oriente, Israele resiste da oltre cinquant'anni grazie alle
lotte che vedono coinvolti i suoi vicini destabilizzati, terrorizzati,
incarcerati, soggiogati, ridotti in disoccupazione, impoveriti e, oltre
a questo, immersi nella disperazione.
Israele può espellere i potenziali dirigenti o incarcerarli (oltre 7.000

palestinesi nei campi), oppure assassinarli dopo averli trattati da
"terroristi". Il mondo se ne frega. Questa stessa politica verrà
applicata dagli americani in Iraq ?
Si può sperare il contrario, perchè, a differenza dei loro tutori
israeliani, i "Boys" non hanno il complesso di superiorità razzista nei
confronti dei popoli vinti. E ciò per un semplice motivo: la maggior
parte di essi fa parte di minoranze etniche.
Sono latino-ispanici o i neri dei ghetti di Harlem e Detroit che i Goyim

miliardari e gli ebrei "neo-con" di Washington hanno mandato in Iraq a
farsi ammazzare, ciò che però non evita di porsi il problema delle
perdite.
I sovietici, prima di ritirarsi, persero 50.000 uomini, in Afghanistan,,

sotto il fuoco dei mujahedin di Bin Laden armati dagli Stati Uniti.
Quand'è che l'America dirà "basta" in Iraq? Il futuro ce lo dirà! Per
ora, di petrolio ce n'è ancora tanto!

ERNST ZUENDEL

Traduzione a cura di: *****