Il Jerusalem Post, nell'edizione del 3 maggio scorso, ha dato notizia dell'arresto in Siria di cinque agenti del Mossad, infiltratisi clandestinamente nel Paese con l'intento di assassinare Khaled Meshal, uno dei leader di Hamas. L'attentato avrebbe dovuto avere luogo, stando all'articolo del quotidiano israeliano, durante una commemorazione pubblica in onore dello sceicco Ahmed Yassin, il leader spirituale di Hamas ucciso recentemente nel corso di un attacco israeliano a Gaza. L'arresto dei cinque agenti del Mossad non è stato ancora confermato né da Gerusalemme né da Amman. Ariel Sharon è in gravissima difficoltà sul fronte interno dopo i risultati del referendum del 2 maggio, in cui il Likud ha bocciato il patto su Gaza stretto dal primo ministro israeliano con Bush, a Washington.

Fonti da Gerusalemme avvertono che sarebbe in preparazione un'inchiesta sulla campagna elettorale di Sharon, in cui emergerebbero tracce di consistenti finanziamenti illeciti, tanto da costringere Sharon stesso alle dimissioni. Le medesime fonti segnalano la possibilità che la Siria rientri ora in un'ipotesi di offensiva internazionale che Sharon lancerebbe per salvare la sua carica.
Le voci provenienti da ambienti dell'intelligence di Israele precisano che un eventuale attacco alla Siria verrebbe spacciato come ritorsione contro l'aiuto che i siriani starebbero offrendo agli Hezbollah, pronti a scatenare una campagna di attacchi terroristici preparati all'interno della striscia di Gaza.

Il 5 maggio scorso, forze dell'aviazione israeliana hanno bombardato il sud del Libano, contro supposte batterie antiaeree dalla fazione terroristica palestinese. Secondo il quotidiano Ha'aretz, invece, il fuoco dell'antiaerea nel sud del Libano è stato provocato dai continue violazioni dello spazio aereo libanese da parte dell'aviazione bellica israeliana. Una notizia confermata dall'appello lanciato dall'emissario di Kofi Annan in Libano, Stefan de Mistura, che ha denunciato tali violazioni e ha chiesto al governo di Gerusalemme l'immediata sospensione di simili attività.

Fonti appartenenti agli ambienti dei Servizi statunitensi hanno confermato che è prevedibile a breve un attentato contro leader di Hamas attualmente rifugiati in Siria. Il che rientrerebbe in una strategia precisa del gabinetto Sharon: allargare il fronte del conflitto mediorientale alla Siria. Sharon conta potenti alleati nella persecuzione di un simile disegno.

Per esempio John Bolton, responsabile Usa per il programma di controllo delle armi di distruzione di massa, che recentemente è tornato ad accusare la Siria di possedere le tecnologie adatte alla produzione di ordigni nucleari, fornite da Abdul Qadeer Khan, un esperto pakistano che avrebbe provveduto ai programmi nucleari della Nord Corea, della Libia e dell'Iran. E' stato il quotidiano israeliano Ma'ariv a evidenziare, il 5 maggio, il tentativo di Bolton di forzare la mano all'Amministrazione Usa su un'eventuale accusa alla Siria che, evidentemente, farebbe da preludio a un allargamento del conflitto in Medio Oriente.

Attualmente, ha sottolineato Ma'ariv, Bolton appare condurre una battaglia isolata a Washington, dove si sta tremando per l'affaire delle torture in Iraq. E tuttavia, a dare man forte a Bolton, c'è David Wurmser, un falco del Congresso molto ascoltato dal vicepresidente Usa Dick Cheney, per cui la Siria è un'autentica ossessione, tanto da avere dato alle stampe, nel 1999, mentre dirigeva l'American Enterprise Institute, un libro in cui domandava a gran voce un cambio di regime ad Amman (il libro era finanziato dal magnate del bingo Irving Moskowitz, uno dei massimi sponsor di Israele negli Usa). Non sorprende, in questo quadro, che ambienti vicini ai Servizi americani abbiano fatto trapelare che, durante i recenti colloqui con Bush, il premier israeliano Sharon avrebbe chiesto semaforo verde per un'operazione bellica da condursi contro la Siria entro la fine di giugno.

Fonte:www.carmillaonline.com