La RAI, i trasporti, Melfi, "Legge Biagi", Scuola e figli

Conferenza Episcopale Italiana
53a ASSEMBLEA GENERALE
Roma, 17-21 maggio 2004

PROLUSIONE DEL CARDINALE PRESIDENTE


[...]
8. La condizione interna del nostro Paese deve a sua
volta fare i conti con non pochi problemi e difficoltà,
anche se non paragonabili a quelli che affliggono
vaste aree del mondo.
Continua purtroppo e sembra anzi crescere ancora,
probabilmente in rapporto alla prossima scadenza
elettorale, un'accesa conflittualità fra maggioranza e
opposizione, che si estende sempre più anche al
delicatissimo settore del ruolo internazionale
dell'Italia.
La polemica investe spesso - sebbene in forme diverse -
anche i rapporti tra le forze che compongono ciascuno
dei due schieramenti.
Più in generale, i contrasti e le tensioni condizionano
buona parte della vita sociale e dei rapporti
istituzionali.
Tutto ciò non facilita sicuramente l'assunzione di
decisioni capaci di raccogliere un adeguato consenso
sociale.

Ha ottenuto una prima approvazione, al Senato, il disegno
di riforma della seconda parte della Carta costituzionale,
in un clima però altamente conflittuale e con perplessità
variamente motivate circa la coerenza interna e
l'applicabilità pratica delle norme approvate.
La riforma dell'ordinamento giudiziario attualmente
all'esame della Camera dei Deputati è duramente contestata
dai Magistrati, che - dopo una precedente sospensione -
hanno indetto tre giorni di sciopero, il primo dei quali
stabilito per il 25 maggio: decisione questa che, a sua
volta, suscita non trascurabili perplessità.

È stata definitivamente approvata la legge sul riassetto
del sistema radiotelevisivo, che in una precedente versione
era stata rinviata alla Camera dal Capo dello Stato.
Al di là delle forti polemiche che continuano ad agitare
questo tanto delicato settore, da ultimo con le dimissioni
della Presidente della RAI, è bene ricordare che la RAI
stessa ha da poco celebrato il 50° anniversario dell'inizio
delle trasmissioni televisive in Italia.
È grande, senza dubbio, l'incidenza che queste trasmissioni
hanno avuto sulle trasformazioni della cultura, della
mentalità e dei comportamenti intervenute nel nostro Paese,
rendendolo assai più omogeneo e più informato, ma anche
contribuendo ad erodere valori portanti e non sostituibili.
Questo anniversario è dunque per tutti un monito a guardare
ai compiti essenziali della RAI e anche, pur con evidenti
diversità, dell'emittenza privata, cercando di rilanciare
nel contesto di oggi quelle funzioni autenticamente culturali
che la comunicazione radiotelevisiva è in grado di avere e
che non possono essere disgiunte da una precisa ed effettiva
sensibilità ai grandi valori morali e civili.

La situazione economica rimane incerta - pur con leggeri
segni di ripresa - in vari Paesi d'Europa tra cui l'Italia,
a differenza del forte sviluppo che caratterizza le altre
principali aree economiche del mondo, pur tra non poche
contraddizioni e squilibri.
Importanti settori della produzione e dei servizi hanno
conosciuto in questi mesi grandi difficoltà: alcune
situazioni di crisi, tra cui spicca quella della Parmalat,
hanno messo in luce una inaspettata vulnerabilità del
nostro sistema imprenditoriale e finanziario, con evidenti
connessioni internazionali e con gravi implicazioni di
ordine morale.
Va aggiunto però che sembra sostanzialmente riuscita -
almeno per quanto riguarda il nostro Paese - la non facile
impresa di salvare questa importante industria alimentare,
con i relativi posti di lavoro.
Un'altra situazione molto preoccupante è quella
dell'Alitalia, per la quale le ultime vicende lasciano
sperare si sia imboccato un percorso di risanamento e
rilancio, che è però sostanzialmente ancora tutto da
percorrere.
Un'area di crisi di cui invece poco si parla è quella del
polo petrolchimico in Sicilia, nonostante le sue gravi
conseguenze occupazionali, in una regione già tanto in
difficoltà sotto questo profilo.

Deve far riflettere la frequenza e la durezza degli
scioperi nei servizi pubblici, in particolare nei trasporti,
al di fuori delle norme stabilite e con pesanti disagi per
gli utenti.
Sebbene abbia trovato una positiva conclusione, anche la
vertenza allo stabilimento della FIAT di Melfi è un
campanello d'allarme nella medesima direzione.

All'origine di questi e simili fenomeni vi sono probabilmente
sia le preoccupazioni concrete e quotidiane di tante famiglie
per gli aumenti verificatisi nel costo della vita sia una
scarsa capacità di prevenire e mediare i contrasti, da
ricondursi almeno in parte a quella più generale
conflittualità che predomina nella dialettica politica e
sociale.
È comunque sempre più avvertita la necessità di un rilancio
del nostro cosiddetto "sistema-Paese", puntando in particolare
sulla ricerca e sull'innovazione per fermare e possibilmente
invertire la tendenza al declino, preoccupante in molti
comparti industriali, e per consentire un più solido e
consistente aumento dell'occupazione, in particolare
giovanile e femminile, soprattutto nelle regioni
meridionali e insulari.

Alcune importanti riforme che si ricollegano in qualche
modo a queste problematiche sono attualmente in discussione,
senza che si riesca però a trovare significativi punti di
intesa, sia tra Governo e opposizione sia con le forze
sociali.
Una di esse, la riforma delle pensioni, ha comunque ottenuto
pochi giorni fa l'approvazione del Senato.
Incontra maggiori difficoltà, anche all'interno delle forze di
governo, la riforma che riguarda l'imposizione fiscale.

Altre riforme, di importanza non minore, sono invece già in
corso di attuazione: in particolare la cosiddetta "legge
Biagi" sulla normativa del lavoro e la riforma della scuola,
sulla quale riferirà Mons. Cesare Nosiglia in un'apposita
comunicazione.
In entrambi i casi l'ispirazione di fondo che guida i
provvedimenti è da ritenersi positiva, al di là del dibattito
sulle singole determinazioni e attuazioni, e nonostante le
opposizioni che specialmente la riforma della scuola continua
a suscitare.
Questa riforma - a torto accusata di danneggiare la scuola
statale per fare gli interessi di quella non statale -
rimarrebbe però intrinsecamente incompleta se non desse luogo
anche a una più concreta e complessiva promozione della
parità nell'intero sistema scolastico italiano.

La lotta al terrorismo politico, di matrice sia interna sia
internazionale, e alla criminalità di stampo mafioso ha
conseguito importanti successi in questi mesi, tra i quali
vorrei almeno menzionare l'arresto, il 13 aprile, di ben 29
sospettati di appartenere alla malavita pugliese.
Rimangono forti tuttavia il senso di insicurezza, e più
profondamente la costernazione e lo sdegno morale, provocati
dai delitti, a volte particolarmente efferati, sui quali
indugia - con insistenza che appare francamente eccessiva -
la cronaca quotidiana.
Il meritorio impegno delle forze dell'ordine per garantire la
sicurezza dei cittadini deve dunque essere accompagnato non
da una pericolosa estensione dei limiti della legittima
difesa, ma da un'opera seria e coerente di educazione delle
coscienze, che rimetta pienamente in luce e in vigore, anche
a livello pubblico e sociale, la distinzione tra il bene e il
male, senza indulgere a troppo facili e pretestuose
giustificazioni.

9. Cari Confratelli, vorrei ancora una volta sottolineare la
nostra comune sollecitudine e preoccupazione per quello che
è, senza dubbio, il più grande problema che condiziona il
futuro della nostra amata nazione.
Come abbiamo scritto infatti nel Messaggio di quest'anno per
la Giornata della vita, "Senza figli non c'è futuro".
Vediamo con gioia che questa verità, di per sé evidente, sta
facendosi strada nella coscienza collettiva, attraverso prese
di posizione autorevoli, a cominciare da quelle del Presidente
della Repubblica, ed espliciti e ormai generalizzati
riconoscimenti sugli organi di informazione.

Affinché questa presa di coscienza si traduca in comportamenti
effettivi, devono intervenire cambiamenti profondi, a un
duplice livello.
Un primo dato di cui occorre convincersi, superando
un'opinione oggi purtroppo assai diffusa, è che i figli non
sono soltanto una scelta che riguarda i loro genitori, ma un
bene e una necessità essenziale per l'intero corpo sociale.
Perciò non è soltanto legittima ma urgente e doverosa, come
ha detto il Papa in occasione della Giornata per la vita,
"una più organica politica a favore della famiglia", fatta
di una intera gamma di misure concrete.
Tra queste una ripartizione del carico fiscale che tenga
adeguatamente conto del numero dei componenti della famiglia
in rapporto ai redditi complessivi della famiglia stessa; una
politica della casa che renda accessibili per le giovani
coppie, a costi meno proibitivi, abitazioni tali da poter
accogliere i figli; un incremento sostanziale dei nidi
d'infanzia e delle scuole materne, collocate anche presso i
luoghi di lavoro e i grandi condomini, valorizzando e
facilitando tra l'altro l'iniziativa e la solidarietà
interfamiliari; un forte impegno per ridurre la
disoccupazione giovanile e un approccio al lavoro femminile
- nella legislazione, ma anche nella mentalità dei datori
di lavoro - capace di coniugare sul serio la necessità di
tale lavoro, per la realizzazione della donna e per lo
sviluppo della società, con la vocazione essenziale della
donna alla maternità.

In questi ultimi anni si sono avuti certamente provvedimenti
significativi che indicano una rinnovata attenzione a queste
problematiche, dopo decenni di dimenticanza poco responsabile,
ma si tratta soltanto di modesti inizi.
Ora si tratta di ricuperare il tempo perduto, avendo coscienza
che la nostra crisi demografica non è un passeggero segnale di
allarme o una preoccupazione peculiare della morale cattolica,
ma, come tutti i fenomeni di questo genere, una realtà di
lungo periodo, destinata - per semplici fattori numerici - ad
accelerare e a precipitare, se non si interviene al più presto
e con grande energia.
Tra tutte le questioni che il nostro Paese deve affrontare,
questa è senza dubbio quella che maggiormente esige un impegno
concorde e prolungato nel tempo, al di là degli interessi
contingenti e di ogni divisione politica.

Con uguale chiarezza va detto però che in questo campo la
politica e l'economia da sole non sono determinanti.
Quando si tratta in concreto di mettere al mondo dei figli,
gli aspetti personali e intimi e i fattori culturali hanno
un peso quanto mai grande.
I coniugi stessi devono pertanto rendersi conto che generare
dei figli non è per loro soltanto un diritto, ma anche un
dovere di solidarietà sociale, e soprattutto una gioia che
dà senso alla vita.
Occorre dunque un cambiamento profondo della cultura e della
mentalità dominante, troppo avvezza a collocare i diritti
individuali sempre al di sopra delle esigenze della famiglia
e della collettività.

La scelta di avere dei figli tende inoltre, per sua natura, a
porsi in un orizzonte di stabilità, il solo adeguato a far
fronte alle esigenze della loro educazione e della loro crescita.
Il riappropriarsi del significato e del valore della
genitorialità, in concreto dell'essere madri e padri, può
dunque avvenire solo insieme a un più profondo e coerente
riconoscimento dell'importanza e delle centralità della
famiglia, ciò che di nuovo richiede un non piccolo
ri-orientamento della cultura oggi diffusa.

I figli certamente richiedono e assorbono molto tempo, molte
risorse e molte energie.
Di questo oggi tutti sono assai consapevoli e tendono a
comportarsi di conseguenza.
Ma è altrettanto vero che i figli sono suscitatori e
"moltiplicatori" di energie: sollecitano il nostro coraggio
e la nostra generosità, rendono i loro genitori veramente
adulti e capaci di affrontare la vita.
Perciò operare per il rilancio demografico dell'Italia
significa anche far crescere quegli atteggiamenti di fiducia,
di voglia di futuro, di responsabilità e di capacità di
iniziativa che sono forse, oggi, il più fondamentale bisogno
del nostro popolo.

[...] Osiamo chiedere, sommessamente, che coloro che condividono
con noi la capacità e la responsabilità di proporre stili di
vita e di forgiare modi di sentire e comportamenti - in
particolare gli uomini di cultura e gli operatori della
comunicazione - perseguano a propria volta, nella loro
indiscussa libertà, fini non dissimili, o almeno non lavorino
in senso contrario.

A febbraio è stata definitivamente approvata la legge sulla
procreazione medicalmente assistita.
Non sembrano placarsi però le reazioni e le contestazioni,
come se si trattasse di una legge iniqua, che viola i
fondamentali diritti e le libertà delle persone e che impone
a tutti i particolari punti di vista della morale cattolica.
In realtà, come abbiamo già sottolineato, non si tratta di
una legge "cattolica", dato che essa, sotto diversi e assai
importanti profili, non corrisponde all'insegnamento etico
della Chiesa.
Il suo merito consiste piuttosto nell'aver posto fine a un
vuoto normativo, che sussisteva ormai solo in Italia e le cui
conseguenze inaccettabili erano pressoché da tutti
riconosciute.
Un esame concreto mostra inoltre che i punti della legge
maggiormente contestati, come il divieto della fecondazione
eterologa e la delimitazione del numero degli embrioni che
possono essere prodotti e impiantati, si ritrovano nelle
legislazioni di altri Paesi europei, non certo a maggioranza
cattolica.
Questi e altri punti contestati si riconducono in realtà alla
tutela di fondamentali valori e diritti umani, meritevoli di
essere riconosciuti e apprezzati al di là delle appartenenze
"laiche" o confessionali.
Sembrerebbe giusto, pertanto, che i mezzi di informazione
diano uno spazio proporzionato anche alle voci e alle ragioni
di chi ritiene che questa legge abbia una legittimità e una
utile funzione.

[...] Oggi vogliamo anche ringraziare il Signore per il dono
dei sei nuovi Santi proclamati ieri dal Papa, tra i quali
quattro italiani a tutti noi molto cari: Don Luigi Orione,
Padre Annibale Maria Di Francia, Madre Paola Elisabetta
Cerioli e Gianna Beretta Molla, eroica testimone della
sacralità della vita nascente.

Affidiamo i lavori di questa Assemblea alla loro intercessione,
come a quella della Vergine Maria e del suo sposo Giuseppe.

+ Camillo Card. Ruini
Presidente