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  1. #1
    Giacobino 1799
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    Predefinito D'Alema: se Berlusconi perde alle europee, dovrà dimettersi

    Alla convenzione del Listone Massimo D'Alema lancia la sfida
    Amato: "Con l'Onu pronti anche noi ad impegnarci in Iraq"
    I leader della lista Prodi a Milano
    "Se vinciamo, crisi di governo"


    Massimo D'Alema

    MILANO - "Parliamoci chiaro, se noi prendiamo il 36 e Forza Italia il 19, c'è la crisi di governo". La sfida al governo la lancia Massimo D'Alema alla convenzione della Lista unitaria a Milano. Sala piena alla Fiera di Milano per la seconda manifestazione del listone dopo il flop di Firenze. Questa volta l'organizzazione sembra aver funzionato e sul palco milanese si alternano i big di "Uniti nell'Ulivo". Ma è D'Alema a porre la questione governo.

    A margine della convention il presidente dei Ds spiega: "è la prima volta che il centrosinistra ha la maggioranza nel paese, oltre il 51 per cento. Certo, è merito soprattutto di Berlusconi. Il problema è che non sia solo un voto 'contro' ma 'per' un'alternativa di governo".

    D'Alema torna a dire di temere "una frammentazione" del voto, pur sottolineando che a suo parere "se fossimo alle politiche, con un sistema maggioritario, la lista unitaria prenderebbe oggi il 36 per cento, con il proporzionale siamo al 33, che è comunque un grande risultato e potremo guadagnare ancora tre punti. Il 36 sarebbe un fatto storico, irreversibile".

    Secondo il presidente ds, "dobbiamo far capire che il voto alla nostra lista vale doppio", e insomma, "dobbiamo cercare di raccogliere il voto alternativo al governo Berlusconi". In questo quadro - osserva - "il nostro elettorato, l'elettorato diessino, è compatto, vota tutto per questa lista. Ma in generale il rischio di dispersione c'è".

    D'Alema, nel corso del suo intervento ha parlato di Iraq, ovviamente, ed ha affermato: "I tratti distintivi della nostra proposta riformista non siano apparsi del tutto chiari. Ma non considero seria la pretesa di dar lezioni da parte dei responsabili di un disastro che rappresenta una delle pagine più oscure della storia occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale. Un disastro politico e morale, una ferita che richiederà anni per essere rimarginata".

    Prima del leader Ds aveva parlato Giuliano Amato rivendicando la forza del "riformismo". "C'e' una cosa che non può essere detta - ha affermato l'ex premier - che quanto accaduto l'altro ieri ha segnato la morte del riformismo. Siamo qui vivi, siamo consapevoli delle difficoltà del mondo davanti all'Iraq, perché consideriamo l'Iraq un nostro problema''. ''Se l'Onu trova una soluzione di discontinuità - ha affermato Amato - il nostro impegno per la presenza italiana continuerà ad esserci come c'è sempre stato, sapendo che il riformismo non si esaurisce attraverso la presenza sotto l'egida dell'Onu''.

    Alla convention è intervenuto anche il responsabile economico dei Ds Pierluigi Bersani che ha attaccato il governo sul tema dell'economia. ''L'Europa è in condizione di muoversi di più di noi - ha detto - non è vero che abbiamo gli stessi dati economici del resto d'Europa''. Dito puntato, dunque, sulla politica economica dell'esecutivo: ''Solo noi abbiamo perso 5 punti percentuali sulla crescita industriale - ha sottolineato - solo noi abbiamo prezzi alti e crescita zero. E la colpa di tutto questo non è dell'euro, ma di Berlusconi''.

    "Sento - ha invece detto Enrico Letta della Margherita - che il tempo di Berlusconi è scaduto, sta arrivando il tempo dell'Ulivo. Ognuno di noi deve fare la sua parte perchè questo diventi un fatto concreto nelle urne e perchè inizi la lunga rincorsa che porti alla vittoria e alla nascita di un governo Prodi nel 2006".


    (22 maggio 2004)


    da www.repubblica.it

  2. #2
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    Predefinito 33% all'ulivo!ne son lieto ma

    altrettanto lieto sono se gli gli altri componenti della coalizione di centrosinistra prendono il 18%..
    e poi ...applicare con onesta' il programma elettorale condiviso.

  3. #3
    Giacobino 1799
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    Predefinito Re: 33% all'ulivo!ne son lieto ma

    In Origine Postato da myisbetter
    altrettanto lieto sono se gli gli altri componenti della coalizione di centrosinistra prendono il 18%..
    e poi ...applicare con onesta' il programma elettorale condiviso.
    Personalmente, auguro a tutti gli altri componenti della coalizione di prendere il 36%...

  4. #4
    Ospite

    Predefinito Re: Re: 33% all'ulivo!ne son lieto ma

    In Origine Postato da patatrac
    Personalmente, auguro a tutti gli altri componenti della coalizione di prendere il 36%...

    Sogna sogna....immerso nella spazzatura

  5. #5
    Giacobino 1799
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    Predefinito Re: Re: Re: 33% all'ulivo!ne son lieto ma

    In Origine Postato da Marton
    Sogna sogna....immerso nella spazzatura
    Tu, invece, il 14 giugno, ti risveglierai nella me^^a, nella quale già sei abituato a sguazzare...

  6. #6
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    Milano, 18:48
    Europee, Fassino: se Berlusconi perde ne tragga conseguenze

    "Se Berlusconi perde le elezioni deve trarne le conseguenze".
    Lo ha dichiarato Piero Fassino.


    Marton This person is on your Ignore List.

  7. #7
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    I ribelli della sinistra ammettono «Che vergogna il voto sul ritiro»
    ACCUSE AI LEADER ACCODATI A BERTINOTTI
    ROMA - I dirigenti dell'Ulivo «hanno fatto male i conti». Il giorno dopo la scelta del "tutti a casa", i riformisti del centrosinistra accusano: «Non è con le giravolte dell'ultima ora che si guadagnano voti». I sondaggi danno la Lista Prodi ferma al 31-33%. E in crescita la sinistra pacifista. Ma dentro il Triciclo si avverte: «Competere con la sinistra radicale farà fallire il progetto di Romano Prodi».

  8. #8
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    Compagni sull'orlo d'una crisi di nervi


    di NANTAS SALVALAGGIO

    Mentre sta viaggiando verso la Riviera adriatica per una serie di comizi, Enrico Boselli mi spiega come abbia potuto perdere le staffe a "Porta a Porta". In pratica è successo questo: durante un dibattito sulla mozione delle sinistre, che intima il ritiro immediato delle nostre truppe dall'Iraq, il segretario dei Socialisti Italiani ha trasceso nei modi e nel linguaggio. Non era più possibile distinguerlo, per dire, da un Diliberto o da un Agnoletto. La cosa ha tanto più sorpreso il pubblico dello studio in quanto Boselli è considerato il gentleman del Riformismo moderato, una specie rara di politico 'british style'. Pacato nel tono della voce, riflessivo nelle argomentazioni, secondo Bruno Vespa era il moderatore ideale per i dibattiti a risc hio. Boselli ammette il passo falso, ma lascia capire che era alla fine di una giornata infelice. La giornata dei mal-di-pancia di socialisti ed ex democristiani, che hanno ballato obtorto collo sulla musica del pifferaio rosso, l'ineffabile Fausto Bertinotti. Non è un gesto da cristiano spargere aceto sulle piaghe, per cui cerco di persuadere l'onorevole Boselli che il pubblico dimentica presto, specie le cose viste in televisione. E tuttavia non posso negare la costernazione di alcuni amici, che temono di aver perduto l'ultimo panda socialista, mai sbracato e con la sintassi in ordine. «Adesso non rigiri il coltello nella piaga», supplica Boselli. Cito quell'altro caso singolare, il dottor Sottile alias Giuliano Amato, che vota contro le sue convinzioni: e porta il proprio cervello all'ammasso, insieme ai fuggiaschi no-global. «Ma io e Amato la pensiamo allo stesso modo», si dibatte Boselli, povero Gulliver legato come un salame dai lillipuziani. «E a lungo abbiamo portato la battaglia all'interno del Triciclo. Purtroppo eravamo pochi, non ci hanno ascoltato e abbiamo perso». Berlusconi non capisce il masochismo nei confronti del proprio Paese. «È l'unica battuta del suo discorso; enon è detto cheavesse tutti i torti. Per una volta». Insisto: l'aspetto più incomprensibile della vostra mozione sul ritiro delle truppe dall'Iraq è che avete fatto harakiri. Ma come, il governo vi offresu un piatto d'oro una vittoria mediatica, e voi gli voltate le spalle? Il solo fatto che Berlusconi avesse finalmente ottenuto l'impegno dell'Onu nella complicata situazione irachena, era un omaggio evidente alla campagna che avevate condotto per anni. «Lo so», dice lui, «ma la lealtà verso la coalizione... lei capisce. Non avevamo le mani libere». Le mani, forse. Ma non la lingua. Ci sono state defezioni a grappoli: quindici fra i Ds e quattordici nella Margherita. Una malalingua propone un nuovo simbolo: "Disuniti nell'Ulivo"." Boselli risponde con un discreto silenzio. Ma non posso lasciareil discorso a metà. E lo incalzo: l'altro fatto stupefacente è che la mozione dei fuggiaschi è stata votata dalla fanteria no global, ma non dai generali: le teste pensanti della coalizione riformista, da Gerardo Bianco ad Antonio Maccanico a Franco Marini, hanno cantato come il vecchio Scalfaro: "Io non ci sto"." E lui ammete: «E' vero, non abbiamo saputo fare sistema, ci siamo mossi in ordine sparso». Nel frattempo Cossutta gongola, Diliberto stappa champagne e il vero vincitore della con- tesa a sinistra, Bertinotti, già prepara la lista dei ministri. E Paolo Cento, detto er Piotta, dice che la mozione pacifista ha dissolto il Triciclo, e ormai non c'è più posto per i riformisti. Boselli tace, ma solo perché i duri non piangono. Insisto: Pecoraro Scanio ne ha sparata una delle sue: "In Irak c'è una rivolta armata ma pacifica. Forse Boselli vorrebbe urlare: 'Pecoraro è forse mio fratello?' Ma il self- control tiene a bada una possibile crisi di nervi, e il Britannico di nuovo tace. Forse pensa a Sisifo, alla sua inutile fatica di portare il sasso della ragione in cima al monte. Alle viste del mare dell'Abruzzo, Boselli avrebbe voglia di cambiar aria, e magari di mangiare un buon piatto di spaghetti alle vongole. Finalmente la canea di Porta a Porta è lontana; lontana la retorica di Fassino e soprattutto di Rutelli. Il segretario socialista ricorda ciò che gli ha suggerito l'ex presidente Cossiga a Montecitorio: «Prima di decidere, accosta l'orecchio alla gobba di Andreotti. È una bussola. Un punto di riferimento che non inganna».

  9. #9
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    La Lupa romana è una cagna bastarda che muore allattando 2 figli di puttana
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    D'alema è il Massimo dello spasso, fa morire dal ridere
    Tu che odi dio e la vita cristiana
    Senti la sua presenza come un doloroso cancro
    Vengano profanate e profanate aspramente
    Le praterie del cielo bagnate di sangue

    Odiatore di dio
    E della peste della luce

    Guarda negli occhi paralizzati di dio
    E sputa al suo cospetto
    Colpisci a morte il suo miserevole agnello
    Con la clava

    Dio, con ciò che ti appartiene ed i tuoi seguaci
    Hai mandato il mio regno di Norvegia in rovine
    I tempi antichi, le solide usanze e tradizioni
    Hai distrutto con la tua orrida parola
    Ora vai via dalla nostra terra!

  10. #10
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    Milano, 20:01
    Prodi, è stato giusto chiedere il ritiro dall'Iraq

    "Il 14 giugno non si torna a casa, ma si va avanti uniti nell'Ulivo al centro di una grande alleanza democratica perché la Lista unitaria "non può essere solo una semplice alleanza elettorale".
    Così Romano Prodi ha concluso il suo intervento, molto applaudito, alla seconda convention nazionale della Lista Milano.
    Tra le altre cose il presidente della Commisisone Ue ha parlato di economia.
    "L'Italia, lo dico con preoccupazione e dolore, perde colpi e rischia" ha detto.
    "Questa Italia di miraggi e di promesse - ha aggiunto - non mantenute è un paese che sta sprecando se stesso".

    "L'Italia - ha spiegato Prodi - rischia di non agganciarsi alla ripresa che sta partendo. Ce l'ha detto l'Istat: l'Italia con il freno tirato".

    Tra gli argomenti centrali, l'Iraq.
    "Per noi - ha detto Prodi - la tortura è lo scempio dell'umanità e della coscienza al quale si doveva rispondere con una sola parola: basta. Basta, per non cadere nell'errore di vedere una svolta dove invece c'è soltanto una strada che prosegue dritta, per questo giovedì scorso abbiamo preso una decisione meditata, giusta e doverosa, presa assieme".

 

 
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