"Nel suo editoriale sul Corriere della Sera di ieri il professor Panebianco stabilisce un significativo record: scrive per 4 volte la parola "massimalismo". Era dai tempi di Turati e Balabanoff, quando uomini con la barba ed i baffi a manubrio, agli albori del socialismo, scrivevano con la penna d'oca infuocati interventi congressuali, che il termine massimalismo, oggi desueto, non veniva così intensamente evocato.
L'editoriale di Panebianco ha la stessa fragranza: egli accusa fieramente di massimalismo i prodiani che hanno ceduto, sull'Iraq, a Bertinotti e ad altre teste calde. Ora, a parte che accusare di massimalismo la Margherita o Boselli è come accusare di lascivia sessuale una suora missionaria, quello che stupisce è che uno stimato politologo del Mulino (mca bruscolini) utilizzi ancora, a fini polemici, nell'anno 2004, categorie politiche che suonano alle nostre orecchie più o meno come i canti delle mondine, o la celebre rivolta dei birrociai che bloccò per parecchie ore, ai tempi, un antenato di Panebianco. Professore, la prego: avremmo anche noi la tentazione di bollare come massimalista (della sotto categoria: massimalista fesso) l'intervento militare in Iraq. Ma riusciamo a resistere. Si tagli i baffi a manubrio, e torni tra noi."
Michele Serra, La Repubblica, 22/05/04.
Vorrei seguire l'esempio del sempre mitico Serra verso il professor Panebianco.
PFB, la prego, si tagli i baffi a manubrio, tolga dallo stereo la cassetta con i canti delle mondine di inizio '900 e torni al 2004.